LEOGRANDE E I FASCISTI, DODICI ANNI FA

Seguo anche io la vicenda, non la prima e non l’ ultima, dei saluti fascisti al raduno per Acca Larentia. E mi è tornato in mente un bellissimo articolo del mai abbastanza rimpianto Alessandro Leogrande. Lo scrisse per Il corriere del mezzogiorno, lo riportò Minima&Moralia. Era il 2012. Non molto tempo prima un altro, uh, “folle”, di CasaPound, aveva assassinato due migranti a Firenze. Ve ne riporto uno stralcio:

“All’armi siam fascisti, le cui immagini sono accompagnate da un lungo commento scritto da Franco Fortini, venne censurato perché in maniera molto dura diceva che una parte del fascismo era sopravvissuto al 25 aprile, ed era pronto a rinascere in nuove forme.

È una riflessione che colpisce, proprio in questi giorni di dibattito intorno alla proliferazione di gruppi come CasaPound. Certo, nessuno pensa che possa ricostituirsi il Pnf, che possa rinascere una dittatura: eppure c’è un neofascismo che, di decennio in decennio, si riproduce seguendo dinamiche in fondo molto simili.

I senegalesi di Firenze sono stati i primi a dire che un gruppo come CasaPound, i cui militanti si definiscono “fascisti del nuovo millennio”, costituisce un pericolo. Gianluca Iannone, il leader di CasaPound, dipinge il suo movimento come un’accolita di pie donne dedite al volontariato, e lo fa dai microfoni di una emittente chiamata Radio Bandiera Nera… Ma al di là della loro truce estetica, sono i loro stessi testi a parlare.

Molti dicono che i loro scritti non sono razzisti. E allora li si legga. Si legga nel loro programma la voce “Oltre la società multirazzista”, in cui si blatera di blocco totale dei flussi migratori, di difesa dell’identità nazionale e si scrivono frasi in cui gli stranieri vengono definiti presenze “allogene”. Molti dicono che i loro testi non sono fascisti. E allora li si legga. Si legga nel loro programma la voce “Per la riconquista nazionale”, in cui si auspica l’avvento di “un’Italia sociale e nazionale” secondo la visione “corridoniana, futurista, dannunziana, gentiliana, pavoliniana e mussoliniana”. E questi non sarebbero fascisti? Perché mai non dovrebbe preoccuparci che loro liste – sotto l’insegna del Blocco studentesco – siano dilagate nelle elezioni studentesche delle scuole superiori di mezza Italia? Perché oggi è così difficile ridire pubblicamente – come facevano Cecilia Mangini, Lino Del Fra, Lino Miccichè e Franco Fortini nel 1961 – “no al fascismo”?”

Le ultime parole di Fortini per commentare il film sono queste:

La vostra coscienza che cosa ha da dire?

Bisogna scegliere, bisogna decidere. Il vostro

destino è solo vostro. Rispondete

Un pensiero su “LEOGRANDE E I FASCISTI, DODICI ANNI FA

  1. Con sempre più difficoltà la nostra società, che nella sua Costituzione richiama valori antifascisti, dimostra di avere un sistema immunitario che le permetta di riconoscere e contrastare quei valori che sono alla base del fascismo, il corporativismo sociale, il conformismo nelle sue diverse manifestazioni, le limitazioni al diritto di informazione, la segmentazione sociale e la discriminazione sociale verso le diversità.

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