LIBRI PER UN'ISOLA

Per Lampedusa. Questo l’appello della sindaca Giusi Nicolini.
“Lampedusa non ha né una biblioteca né un negozio dove poter acquistare libri.
Voi ci vivreste mai in una città dove non è possibile comprare dei libri? Io non credo!
Quindi se in giro per casa avete libri (di qualsiasi genere!) che non leggete/avete già letto e di cui volete sbarazzarvi, aderite all’iniziativa: è semplicissimo!
Recuperate i vostri libri e spediteli al seguente indirizzo:
GIUSI NICOLINI
SINDACO Donazione dei libri per la prossima apertura della Biblioteca Ibby di Lampedusa VIA CAMERONI, 92010 LAMPEDUSA (AG)

8 pensieri su “LIBRI PER UN'ISOLA

  1. Eccellente iniziativa
    A me piace leggere, usufruisco della biblioteca del mio comune e regalo libri.
    Farò del mio meglio per aiutarvi
    Complimenti
    Cordialità
    Roberta

  2. Forse si potrebbe chiedere ad Intra, alle ‘biblioteche dei libri salvati’, iniziativa attivata da un signore che si chiama Giuseppe Bearzi, in Umbria, questo il link: http://www.intra-umbria.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=69:biblioteche-dei-libri-salvati&catid=36:iniziative&Itemid=59
    Già da parecchio i libri ‘abbandonati’ vengono raccolti e ospitati (in base all’argomento dei testi)) in strutture messe a disposizione dalle amministrazioni locali. Credo sia attivo anche in altre regioni e lo si può contattare normalmente con i riferimenti sul sito di Intra. Lampedusa potrebbe creare (anche) una di queste biblioteche dei libri salvati, a tema.

  3. Personalmente ho appena donato migliaia di volumi a un tizio che ha accettato l’unica condizione di venirseli a prendere a casa. Il problema vero, infatti, non è la disponibilità a regalare libri, ma la loro spedizione (interminabili code alle poste, imballaggio, costi eccetera).

  4. Loredana, sai per caso se è stata inoltrata la richiesta alle biblioteche? Ho cercato sul sito del Comune di Lampedusa, ma non ho trovato l’informazione.
    .
    Per mantenere le strutture di cui parla Paola Di Giulio, di cui non capisco la funzionalità differente da una comune biblioteca, ci vogliono i soldi. Se gliela si fa, i libri in esubero si rivendono ai mercatini “tre libri per un euro” (e i soldi ottenuti, pochi, li si usa per cambiare un neon, la maniglia di una porta rotta ecc. della biblioteca), li si dà a chi si offre come aiutante – fisico – durante l’inventario o a chi vuole semplicemente arricchire la propria libreria. Il resto viene mandato al macero.
    Ampliare le biblioteche esistenti o spostarle in locali più spaziosi sarebbe un sogno. Sed portadinero lacrima.
    Per questi motivi mi chiedo se la sindaca si sia anche rivolta alle biblioteche dei piccoli Comuni. Sarebbe davvero un sollievo per queste. Poi ci sarebbe il problema della spedizione, come scrive Donator, che anche con il piego di libri si finisce con lo spendere soldi che non si hanno.

  5. Allora, ho parlato con la sindaca ieri a Fahrenheit. I progetti sono due: la biblioteca che dovrebbe aprire in novembre e su cui si sta lavorando con IbbyItalia. La libreria non c’è, non ancora. Ci sono solo edicole. Il passa parola che è partito in rete ieri mattina porterà libri, e questo è un bene. Il problema è la struttura dove ospitare la libreria. Perché il Comune non ha spazi propri da destinare a questo uso. Giusi Nicolini ha lanciato un appello ai privati, proprietari di molte case che, ha raccontato, sono chiuse e disabitate.

  6. Rilevare una casa bloccata dalle successioni sarebbe un’idea. C’è comunque il problema dei soldi, che appoggiandosi ad un privato non so quanto si possa pagare d’affitto. Scontare la tassa di proprietà a chi offre l’immobile, forse, potrebbe essere un incentivo.
    Intanto grazie per il resoconto. Quando sarà il momento dell’inventario vedrò di far arrivare qualche libro attraverso le biblioteche, che almeno respireranno un po’: c’è il terrore quando si vedono persone con le borse piene di libri che entrano come dei Don Chisciotte: “ho portato dei libri!”. Va bene il buon cuore, ma gli spazi sono quel che sono. Pochi.
    Meno male che ora c’è Lampedusa.
    .
    Un saluto

  7. Per rispondere a Davide, in ritardo, iniziative come quella di Intra hanno più funzioni: recuperare libri che altrimenti farebbero una brutta fine, perchè sono tantissime le persone che buttano (o butterebbero) i libri. E creare delle ‘biblioteche’ basate sul volontariato e su qualche finanziamento. E recuperare spazi inutilizzati di privati o del pubblico.
    Bene ha fatto la sindaca a chiedere l’aiuto dei privati. Per capire il funzionamento di meccanismi del genere, bisogna rivolgersi a chi lo sta già facendo, vedi link che ho messo prima…

  8. E grazie Paola. Ti ringrazio del chiarimento, sei molto gentile. Aggiungerei soltanto una cosa in coda al tuo commento: non soltanto a chi lo sta già facendo, anche a chi lo ha già fatto.
    Resta la questione di rilevare gli spazi inutilizzati – la burocrazia costa -, di sgravare le biblioteche di quei libri che non possono tenere, e sono tanti, e di non cedere all’idea del profitto, che puntualmente viene ventilata quando si tratta di finanziamenti privati. Non è poco.
    Intanto faccio la mia parte.
    .
    Buona giornata 🙂

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