Questa e’ la storia di un’antologia rifiutata. Un’antologia poetica, curata da Lello Voce e Aldo Nove, che raccoglie testi di 45 autori. Fra gli altri, Gabriele Frasca, Mariano Baino, Tiziano Scarpa, Raul Montanari, Isabella Santacroce, Giulio Mozzi, Gian Mario Villalta, Aldo Nove, Lello Voce, Biagio Cepollaro, Elisa Biagini, Florinda Fusco, Tommaso Ottonieri, Giuliano Mesa, Rosaria Lo Russo, Fabrizio Lombardo, Christian Raimo, Sara Ventroni, Frankie Hi NRG, Elio e Le Storie Tese, Stefano Raspini, Tommaso Labranca, Marco Berisso, Paolo Gentiluomo, SparaJurij Lab, Giuseppe Caliceti, ecc.
E’ costruita in questo modo: “Pur essendo, a conti fatti, la prima antologia di poesia del nuovo millennio, in realtà si tratta di un testo costruito in modo molto particolare e che poco ha a che fare con il modello tradizionale di un’antologia di poesia. Diviso in dieci capitoli tematici (Le rovine, I ruoli, Il lavoro, La discoteca, Il sesso, La memoria, La violenza, L’amore, Le merci, La lingua ) preceduti da un’introduzione di Nove e Voce, il volume riunisce i testi dei poeti collegandoli tra loro grazie a una serie di inserti in prosa dei curatori, facendo in maniera tale che le singole poesie si integrino in un discorso collettivo (in una ‘storia’) senza perdere nulla dei propri caratteri individuali”.
E’ stata, si diceva, rifiutata piu’ volte. Spiega Lello Voce: “Il mensile Kult mi chiese nel 2001 di curare un’antologia poetica che avrebbe dovuto uscire come supplemento del mensile. Io invitai Aldo ad unirsi all’impresa e concepimmo l’idea di fare un’antologia che fosse anche una fotografia del presente italiano, al di là di stili e poetiche…Terminato il lavoro (che è stata un’esperienza indimenticabile per intensità) iniziano le disdette. Kult perde improvvisamente lo sponsor che garantiva l’uscita del supplemento. L’operazione si blocca, ma la Direzione, generosamente, stampa comunque 500 copie del libro per permetterci di distribuirlo durante il festival “romapoesia”. Metà delle copie è però fallata da errori marchiani di impaginazione ed è da buttare. Cerchiamo allora di proporla ad altri. Tutti sono interessatissimi (contattiamo Mondadori, Sironi, Einaudi Stile Libero) ma alla fine, chi per una ragione, chi per un’altra, tutti si tirano indietro.
Tento allora la carta dei quotidiani: creo una joint-venture tra Unità e Sossella editore. Il coraggiosissimo Sossella tratta per mesi, vengono fatti sondaggi (tutti ultra-positivi) per verificare la vendibilità del prodotto, viene anche realizzata una prova grafica del libro, davvero bellissima … Tutto inutile. Anche quella strada, inspiegabilmente si chiude e Sossella deve ritirarsi dall’impresa. L’antologia viene allora presa da Testo Immagine, ottimo editore torinese. Purtroppo, da un momento all’altro, la proprietà cambia, e con lei anche la politica editoriale. L’antologia viene nuovamente rifiutata. Siamo a fine 2004. La storia finisce qui”.
Non finisce qui: l’antologia e’ on line, ora, sul sito di Lello: www.lellovoce.it.
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l’unica cosa triste non è l’antologia (che invece è bella e interessante) sei tu che ti definisci ‘vero poeta’. Vero poeta? Parli sul serio? Non hai proprio senso del ridicolo?
andrea
vorrei porre un problema: abbiamo l’antologia a disposizione e questo va bene. ma questo le rende giustizia? secondo me no. anche se continuiamo a parlare di importanza della rete, la carta mantiene comunque un peso maggiore. Se non si pubblica, non si esiste, inutile girarci intorno.
Tristissima. L’antologia, dico.
cmq oggi tutti possono pubblicare… a differenza di 15 anni fa…
[non mi ricordo chi l’ha detto nel dibattito recente]
si vede…
Dado, sii filologico: e’ stato detto che e’ piu’ facile pubblicare rispetto a quindici anni fa, non che tutti riescono a pubblicare.
E comunque, in effetti, il discorso fatto non ha mai toccato la poesia. Qui, mi sembra, i problemi si sono viceversa aggravati: nelle opportunita’ di pubblicazione ma anche nella disponibilita’ dei media a parlarne. Al di la’ degli articoli sui singoli poeti (su alcuni singoli poeti, per meglio dire), di libri di poesia mi pare si parli sempre meno.
hai ragione dovevo trovare la citazione esatta.
cmq mi sembra che i nomi fossero appetibili.
la poesia non si vende, purtroppo, e nessuno ne parla…
[allora un pò di monocultura c’è???]
sono andato sul sito indicato e ho iniziato a leggere l’antologia. è incomprensibile come molte altre cose sperimentali. boh io non starei a menarla sugli editori cattivi. vi siete mai posti il problema che se tanti editori rifiutano il materiale non sia all’altezza di un libro ? (e gli editori che vengono citati eccetto quelli del gruppo Mondadori non mi sembrano tutti grossi editori con linee editoriali congestionate o disattenti alle nuove tendenze )
Quasi senza rendermene conto /
vengo divorata nel silenzio, allucinata in pensieri contorti,/
la mia testa lavora anche se è venerdì sera./
Non ho fatto la spesa e domani dovrò inventare cosa mangiare./
Scorrono i minuti, non puoi vederne la fine, sdraiati uno vicino /all’altro,/
si confondono mentendo all’idea./
Non c’è ora, non c’è tempo per perdersi,/
per sconvolgersi sul quanto, come./
Voglio sdraiarmi e non svegliarmi per un bel po’,/
scrivere quello che annuso,/
per rinnegare la cognizione del tempo./
Quanto tutto si sarà fermato,/
svegliatemi.
KL
SMOKERS DIE YOUNGER
Ehm, sono l’andrea storico, quello che ogni tanto scrolla Loredana e la fa incazzare: non sono d’accordo con l’Andrea che mi precede.
Da ora in poi firmerò, anche in onore di David B, andrea b.
Non è vero che nessuno parli di poesia, quanto piuttosto che la si considera ancella scema o troppo raffinata. Un sostanziale disprezzo dal basso, del mezzo: troppo facile mettere due versi in fila e credersi Celan, c’è qualcosa che non torna agli stessi rimatori, lo sanno, lo capiscono. Ma Genna stesso, oggi, parla di Milo De Angelis su I Miserabili, almeno Milo vale la pena guardarlo, il libro vale. Per il resto, un male è l’editoria a pagamento: oggi sganci mille euro e ti fai il libercolo, anche presso editori rinomati. Un business, un vero e proprio imputtanimento, altro che no carta = no vita! L’antologia di Lello Voce la segnalo sul mio sito, volentieri, sebbene lontanissimo dallo stile di molti degli ospitati, che anche per me non sono poeti.
Lello, dignitosa e onorevole sicuramente. Ma comunque la carta resta la destinazione prima. O sbaglio?
Cari amici,
intanto grazie a Loredana per la segnalazione e a voi tutti per l’attenzione.
Non voglio entrare ancora in merito a quanto si dice a proposito dell’editoria e della ‘editoriabilità’ della poesia, perchè credo che per me sia meglio prima ‘ascoltare’ i vostri commenti.
Ringrazio Gius per la tollerante generosità che apprezzo infinitamente. Voglio solo precisare che non c’è alcuna vis polemica in quanto scrivo sul mio sito. l’antlogia non è stata pubblicata – credo – per migliaia di ragioni coincidenti, alcune comprensibili, altre meno. Ma non mi interessa aprire una polemica – come ne ho lette altre – sull’editoria italina. Che è quello che è da decenni, ben prima che alcuni, subitaneamente, se ne accorgessero. Volevo solo far vivere un libro. Farlo vivere di una vita che, almeno in linea di principio, non è meno dignitosa o onerevole di quella cartacea.
A presto
Lello
La rete offre nuove e straordinarie possibilità di comunicazione, scambio ed aggregazione. Come questo possa cambiare di fatto le modalità profonde della comunicazione e quindi del pensiero degli uomini non ci è dato ancora sapere (F. Capra, La rete della vita)
Caro Carlo,
in realtà la destinazione della poesia, oggi, per come la intendo io, sarebbe un disco. Ma il discorso sarebbe lungo.
Quest’antologia, comunque, voleva vivere su carta. ma la Rete non è una soluzione di ripiego, è l’unica realtà possibile per dare visibilità a un prodotto come questo, che una volta si sarebbe detto sperimentale (ma si dice anche oggi, come leggo su, e con la solita vis polemica). se poi mai andrà su carta, meglio.
insisto sul fatto che pubblicandola, volevo far vivere un libro e dunque mi intrigherebbe, assai più delle polemiche su editoria buona o cattiva, o, anche, la poesia vende o no (in un paese in cui si riesce a vendere persino un giornale come Libero, si può vendere tutto, credetemi!), fare invece un bel discorso sulla nuova poesia italiana e su come legge la realtà. O no?
Lello
massimo rispetto, Lello.
Te lo chiedo io, che non sono una lettrice di poesia: la poesia rappresenta il nostro mondo meglio della prosa?
avrei voluto segnalare anche io l’antologia (ma ho problemi tecnici, e comunque meglio qui)
Non solo l’antologia, ma la sua storia.
Non solo la sua storia, ma la narrazione della sua storia.
In rete, anche un caso di mancata scrittura diviene scrittura.
In rete.
Ho l’impressione (uso un eufemismo, ma già me ne pento) che chi non se ne rende conto non abbia ancora voltato la pagina del calendario.
Oggi l’editoria non è più il luogo unico di lettura e scrittura.
Non è più l’unico luogo, e principale, della letteratura.
Se non ve ne siete accorti, siete personaggi quantomeno bizzarri
giusco, e quale mai sarebbe la poesia vera, le scritture vere, quelle che confezionate su nabanassar.com, la mafia esoterica??
almeno voce e nove la rendono fruibile, la poesia, che per me, se vuol vendere, deve trovare un canale “udibile”: lo slam
eccoce de nuovo co slem, e te pareva! Lipperini, ma sempre lo stesso loop lei sta a seguì, mi passa dalla narrativa all prosa proponendo lo stesso “fumo”, ciò che possibilmente pò trovà acquirenti…lo slam, ah, lo slam,ahahahah, ah ruffiani insulso, venite a fa nu giro co la mia motoretta che ve porto da franco, fratello
“magno grecia”, dici bene: lo slam ha riportato la poesia tra le gente più di tante imprese editoriali.
Ciao magno grecia
(a colazione? te fai sgamà),
mettiti seduto e e
ascolta cornacchione:
“la parola, quando c’è,
si regge sola”, suona.
Facci caso, apri il libro:
peeja bene la florinda
e segue il frankie, hi,
dunque lavora la ventroni;
poi? disco disco music, no!
ma sao ko kelle… che? no!!
Renella è la memoria,
violenza, non sapete
cossa fu l’amor: Elisa.
Voi siete merce (pannolini)
t rlata dai tarl . Tu lo dici.
Mafiosa tua sorella.
Quello che più mi inquieta è la continua convinzione che la poesia sia un prodotto editoriale minore rispetto alla prosa. Di certo è meno consueto per la massa, ma non perché meno autorevole, bensì perché la poesia fa una selezione naturale più attenta dei propri autori rispetto alla narrativa.
Trovo che “Il cielo è sempre più blu” offra uno spaccato poetico niente male.
Certo, Cucchi a questo punto direbbe: “Se la poesia è in mano a Lello Voce, siamo rovinati”, ma sfido tutti i critici qui presenti a dare una loro versione della poesia contemporanea.
Contemporanea, ho detto.
nanni, invece di sparare cazzate, ci proponi il tuo punto di vista in maniera leggibile? sempre se ne sei capace, eh, non voglio mica molestarti intellettualmente.
Nevicata
Se guardi la neve che scende a coprire
la terra,
coprire se stessa e tutto ciò che tu
non sei, vedrai
che è la deriva gravitazionale della luce
sul rumore dell’aria che cancella l’aria
è il cadere dell’attimo nell’attimo,
la sepoltura
del sonno, il rovescio dell’inverno, il
negativo della notte.
Mark Strand
Ci son cose che da una riga in prosa non vengono espresse, cose di poesia, che intrappolano riflessioni d’anni dentro un piccolo susseguirsi di parole.
Come ci son versi che non hanno la possente fluida immaginazione e ricchezza della prosa. Ogni genere veste l’uomo a seconda di quanto abbisogni, ogni genere è altamente necessario.
Nulla delll’arte segue a qualcosa; nulla è secondo e nulla è primo.
La rete, la tela, il marmo, la plastica, il cemento…in fondo tutto è carta.
E convengo con Lello che soprattutto è importante questo: che l’arte in qualche modo viva.
Ovviamente è un mio personalissimo pensiero…
beh ma è scandaloso, ripeto: scandaloso, che con questo fior fiore di poeti nessuno abbia avuto il coraggio di pubblicare. Dio mio ma dove siamo arrivati? non ci sono tasti sufficienti per esprimere la mia indignazione. Avevamo, cazzo, avevamo la possibilità di riempire uno scaffale curato da ALDO NOVE con poesie di MARIANO BAINO e ELIO, da dare in pasto ai lotofogi e invece… maledetto pazzo crudele mondo della letteratura… cosa Vi resterà? – viene da gridare – fino a quando continerete ad essere sordi?
E com’è che l’argomento poesia suscita tutte queste reazioni?
senta, cornacchione, ma chi può sottoscrivere le sue frasi? la poesia ha bisogna di essere udita, suonata. non c’è più tempo, lo capisce o no?
segua la lipperini piuttosto ed entri a far parte del circo, che tanto lo so che le piace, mica starebbe qua se no, eh ??!!
certo che è strano leggere commenti alla magnogrecia.e tra l’altro in un contesto dove della poesia non frega un cavolo a nessuno.guarda caso si insiste sempre sulle solite e oramai naftaliniche lobbies, quasi fossero prometeiche!! poesia udibile, discodisco, unirsi al carrozzone! come se non fosse possibile dire altro, dignitosamente e senza tante sfumate o salamelecchi. quel poco che conta.
Io chiede scusa se disturba
voi, critichessa Loredana
Liperini, Loretta Goggi di
leteratura italiana, e poeta
profesore Lello Voice,
confusionale Frank Sinatra di
versificazione italiana: io
Ramona, badante bulgàra di
Senatore Profesore Mario
Luzi. Di solito mio personagio
vive su blog di rivista Atelier,
ma oggi io venuta visitare sito
di Cippalipperatura e trovato
vostra antologia di poèsia
caciarona. Io letto tuta,
perché Senatore apisolato
dopo semolino e perché
antologia essere aggratis, e
sinceramente pensa che (a
parte poeta profesore Frankie
Hi Nrg, poeta dotorando
Andrew English, grande
scritore caciarone
Antonello Aldo Satta Nove
Centanin e grandisimo poeta
T. S. Elio di Storie Tese) altri
scritori di antologia fa bene a
trovare sano lavoro manuale.
C’è chi nato per zapare, c’è
chi nato per far poèsia
sperimentale. Ora io lascia voi
e guarda Bruno Vespa, che
ieri parlato di marito che
amazza moglie che messo
corna e oggi intervista
pastorello di Fatima.
ma lei non fa da badante anche a certo d’urso da sabelli?
‘Azzo, ma niente niente ci fa il mazzo a tutti, questa Ramona! Segnalo che è uscita un’antologia della poesia contemporanea a cura del critico Bertoni: 160 poeti e cantanti, appare anche Mietta. Ma Zonin lo ha fornito di cisterne di bianco durante la composizione del florilegio, a Bertoni?
cara Ramona, grazie per apprezzare miei vecchi successi come Maledetta primavera e Taratapunzi-e. Però io no critichessa, sbagliato indirizzo, peccato.
Per magnogrecio e compagnia cantante: sarebbe graziosa e auspicabile una spiegazione che metta in collegamento lo slam con altri argomenti affrontati qui. Ma ho come idea che anche ieri girava storto a qualcuno, sì?
anche io veramente aprezato antologia sono amica ucraina di Ramona, facio la badante dei fati miei nel senso che basta uno squilo e io vengo, non se spiegare bene facenda, veramente antologia un pecato che non si è publicata, aprezato tuti, poeti veramente splendidi anche in ucraina, una volta venire tutti delegazia ospiti miei pagare in anticipo, spasiba, grazie grazie i miei omagi anche signor gena grande mio cliente, grazie.
magnogrecia, del libro in questione apprezzo molto alcuni passaggi: fusco in I, frankie II, ventroni III, renello VI, biagini VIII. non avendo pretese di esclusiva, puoi ben formarti e tenere le tue opinioni.
Ammazza, Babushka, m’hai sputtanato! E’ che mai sei tu mia cliente: manco una telefonata, manco una mail, mi spremi e mi getti via. Ma a zona giochi o come Mazzone a uomo? Mi disdegni per curare altre punte?
rifesso incondizionato: mazzone domenica ha fatto uso abbondante di preparazione H . ed era ora!!! io invece ho avuto 2 orgasmi…
devo dire che la discussione ha preso contorni assai ‘inquietanti’ ed assolutamente poco interessanti.
perchè inquietanti?
ad esempio perchè ilGenna, il superlativo Genna (solo Vico usa più issimi di lui) che a casa propria riserva a certa poesia trombe tamburi e salmelech, stia qui a collaborare a mandare in vacca una discussione che poteva essere interessante.
Ammettilo Genna troll un po’ inquietante è…
Lello
io mi scuso con lello [il mio è stato un riflesso involontario]
oh signor gena quando l’ho avuta afezionato cliente non era così cativo, io consiglio per relax sempre cenetta intima champagne lumaconi e lume candela, si? Per il resto lei conosce miei tratamenti profondi, si? Atendo sue notizie, spasiba in anticipo e non se la prenda, questi inteletuali hano bisogno anche loro di tratamento, si?. Un bacio, mio caro gena.
Ho rilanciato anche io il grido sobrio di Lello (http://www.livejournal.com/users/enzo_mansueto/) per quel che serve. Aldo Nove anni fa mi fece vedere entusiasta il bozzetto dell’abortita copertina che io però avevo scambiato per un cd…). Mala Tempora Currunt per le edite carte… e Lello ne avrebbe altre da raccontare (che fine ha fatto Eroina? fatevelo dire). Solidarizziamo. Leggiamo. E sotto sotto pensiamo che sì la rete sì i blog sì internèt… ma… il cielo è sempre meno blu. E quasi mi vien voglia di non dare alle stampe i miei nuovi versi.
Lello, ma come ti permetti di darmi del troll? Sono intervenuto sulla tua antologia? Non ti rendi nemmeno conto che il gruppone Atelier ti fa una discussione sulle tue iniziative e il troll sarei io? Ma poiché mi richiami all’ordine, obbedisco come i soldati e discuto seriamente un oggetto ridicolo. Facciamola, questa discussione. La tua antologia fa il paio con quella di Bertoni – scuola cattolica, Betocchi e tutti gli apparati che tu prediligi -, solo che al posto degli ex hiphopper ci sono i Matia bazar. Questo sì che è Gramsci che studia le Lecciso! Il compromesso storico della critica poetica! Un fatto notevole sul piano editoriale. Fare la parte dello sfortunato e dell’emarginato dell’editoria, che con stile non usa superlativi, è davvero antiapocalittico: Fortini avrebbe gradito. Così va il mondo, diceva Vonnegut, senza prendersela perché non è stato inserito nell’antologia accanto a Elio & le storie tese, i quali comunque un libretto lo hanno pubblicato, alla facciaccia tua, grazie ai favori neosnob della sorella di Vittorio Sgarbi. Sì, parliamo seriamente di tutto ciò: del risicare pluriennale di gente che controlla collane (Antonello, per esempio; a me non mi hanno mica mai dato una collana di poesia in mano, ne sono così frustrato che devo infrequentire gli “issimi”), di gente che mette il copyright sulla pratica comica dello slam poetry (perché non dici che hai importato tu in Italia la pelata o che l’amicizia l’hai inventata tu, dopo le simpatiche scorribande con gli affettuosi adepti dell’orrido Gruppo)? Vuoi dirmi che i superlativi in Italia li hai importati tu per primo nella storia? Vuoi lamentarti perché io pubblico un libro su Costantino e tu non pubblichi un libro su Elio e Frankie Bye Energy? Cioè: poiché invii spam in mail (altri lo fanno via sms), hai inventato il viral marketing? Non antologizzerai un po’ di webspam nella prossima antologia non edita da Bompiani? Tutto fa brodo, Lello. Tutto fa poesia. Lello, fammi un favore: torna a regolare i livelli audio, che è cosa buona e giusta, secondo la formula da messa cantata con cui la Mammona Sanguineti ha tradotto il testo cattolico che si legge in chiesa ogni domenica. Chissà, magari al Concilio Vaticano Terzo te la fanno tradurre a te, la messa…
Genna caro,
dimmi: a che dovrei rispondere agli insulti che mi riservi dopo essere intervenuto a dire cagate in una discussione che ne avrebbe fatto volentieri a meno? E’ questa la tua idea di un dibattito a proposito di poesia? Niente male. Scuola oxfordiana, non c’è che dire.
Mi limito ad alcune precisazioni:
1) io mi permetto di dire più o meno quello che mi pare e se tu fai il troll ti chiamo troll
2) la mia antologia non è mia, ma come minimo è anche quella di Aldo, dunque la ‘nostra’ antologia
3) Che cazzo c’entrano le Lecciso, Gramsci e Sanguineti? Lo sappiamo tutti 8come non potremmo) che stai portando avanti una delle tue dotte e sostanzialmente inutili e incomprensibili querelle sulla triade, ma l’antologia che c’entra?
4) Lo slam non è affatto una pratica comica. Né io ho mai messo copyright su alcunché, come tu sai bene, visto che qualsiasi cosa pubblichi è coperta da un bel copy. Il mio disco no, e nemmeno lo slam. Evito che dei bontemponi truffuno il prossimo, tutto qua. Credimi, Genna-troll, comico sarebbe, se non fosse tragico, il tuo pletorico parlar di tutto di più in letteratura. Perché non prendi fiato? Se ti riposi vedrai che le frescacce diminuiscono
5) Io non faccio affatto l’escluso, mi limito a pubblicare in rete un libro che non è riuscito ad essere stampato. Punto. Del tuo Costantino non me ne frega un bel nulla. Pubblica tutti i Costantini che vuoi, per quanto mi riguarda, sinchè c’è qualcuno che li compra fai bene a scriverli e io faccio meglio a non leggerli. Se avessi dovuto fare la caciara di altri sul fatto di essere o meno pubblicato e sul perché si è deciso di non farlo, garantisco che avrei risolto i miei problemi. Ma – come già detto ben prima del tuo inutile e stupido trollaggio – non è questa la mia intenzione. L’editoria è un’industria. Scemo è chi se ne stupisce a intervalli regolari. Mi pare evidente la ragione per la quale il tuo Costantino viene pubblicato e altre cose no. Niente di nuovo da dire al proposito. Nulla, almeno, che Bordieu non abbia spiegato già.
6) Non invio spam, ho solo avvertito alcuni amici (non ci eravamo visti a Milano, giorni fa, dovi ti eri complimentato per il mio disco? Non eravamo cordiali conoscenti?) di una cosa messa in rete
7) Non è vero che tutto fa brodo, l’unico che fa brodo qui , caro Genna, sei tu
Cordialmente
Lello Voce
avevo un dubbio, adesso non ce l’ho più. Perchè, cara Lipperini, in Italia non si parla di poesia? Perchè appena si tocca l’argomento le diverse fazioni si sbranano a vicenda.
io consilio anche signor voce (posso chiamare lelo, si?) tratamento come fato ormai tropo tempo fa signor gena, io credo tropo legere e scrivere io penso che in ucraina scritori un pochino più furbi, si? loro avere più tratamenti profondi, si? meno male ci siamo noi badanti cazi nostri ma sopratuto vostri, inteletuali categoria bisognosa tratamenti, si?
io signor gena non mando mail, lei sa dove trovarmi, ricorda numero citofono, si?
baci a tuti inteletuali italiani, come diceva ilona ‘buoni e italiani’, lei riferiva cetrioli sotaceto ma è stesa cosa, si? spasiba, spasiba, dasvidania.
Caro lello, sei il meno adatto a esibire patenti anglosassoni in fatto di educazione. Svillaneggi su l’Unità, insulti comodamente sul tuo blog e mi vieni a rompere pure i coglioni? Io qui rispondevo a una persona che tu non conosci e che mandava ai pazzi la discussione. Ma siccome Cepollaro deve averti sottoposto a un Ipcress tutto vostro, evidentemente ti sfugge il principio di realtà e incominci a straparlare, cosa che ti ho fatto notare stando alla cronaca editoriale della tua vita, che è lontana migliaia di miglia dalle ragioni espresse da Bourdieau. Apprendo da te che i Miserabili non dovrebbero esistere, il che mi fa piacere perché è esattamente la loro missione. Non apprendo da te nulla di nuovo sotto il sole, il che probabilmente dovrebbe costituire il motivo reale per cui un testo fondamentale come EROINA non viene pubblicato da nessuno. Altre persone (come l’estranea al mio fianco la sera del comico slam show, di cui se vuoi pubblico debito Gonzo Reportage) hanno invece appreso da te, appena conosciutoti, che “mettere d’accordo Sanguineti e Fortini era impossibile, ma io ci sono riuscito” (davvero complimenti all’oxoniana istituzione da cui hai appreso le regole dell’educazione che sbandieri). Questo è un flame, e il flame l’hai importato tu per la prima volta in Italia. “Questo” è un termine che hai strappato alle galassie dell’iperuranio e donato prometeicamente alla nostra lingua.
Semplicemente, qui chiudo, non prima di avere sottolineato che tutto ciò che di neo e avanguardia continui a propinare resta sì un neo, ma si trasforma in retroguardia – oltre al fatto che i salamelecchi ai poeti sei tu a farli e che vade retro se ti metti a insultare De Angelis, mentre ti va bene se recensisco bene Antonello. Tornatene a Secondigliano, dove questa educazione da Oxford svela i suoi codici veracemente camorristici.
Che dire?
Sono senza parole.
per tua contezza, comunque, cammorrista non sono stato mai, di Secondigliano sì, e allora?
Sarai mica pure un brutto pezzo di razzista?
Robe da pazzi, certa gente non la conosci mai a fondo, c’è sempre un lato nuovo (e orribile) da scoprire. Io non insulto e non svillaneggio nessuno, Cepollaro è un’altra persona che non c’entra nulla, nè con i tuoi insulti, nè con i tuoi deliri. Nemmeno Eroina.
Ma no, mi sbaglio, quello che non c’entra (con la poesia e con la letteratura) sei tu. peggio per te, povero Genna che sei.
Un cordiale ri-saluto
Lello Voce
PS: siccome sei un uomo molto impegnato, ti prego di considerarti esentato dal ri-insultarmi.
PPSS: le mie scuse a Loredana. lontano da me, credimi, il sospetto di poter provocare una caciara simile, ma siccome quando, a causa tua, certi tizi arrivano a casa d’altri la colpa è tua, le scuse mi sembrano il minimo. Anche da parte mia. Vuol dire che la prossima volta sto più attento a chi ‘frequento’
lv
caro lelo non se la prenda voi scritori siete così poi quando vi vedete baci abraci pegio di noi squilo diciamo, veramente io sono rimasta male che lei e signor gena mio ex afezionato cliente avete fato litigio, per fare pace propongo lei e signor gena venire casa mia prendo insieme facio sconto grazie spasiba nr citofono sempre steso grazie dasvidania spasiba