MIDCULT

Su La Stampa di oggi Marco Belpoliti dice la sua sul mercato editoriale, su Acciaio (e anche sul documentario di Cortellessa).
Ah. Antonio Pennacchi ha vinto lo Strega, per la cronaca.
Ah. Ma i cronisti de Il Giornale e di Libero ricevono almeno qualche incentivo, una retribuzione extra, un caffè per tutto il tempo che passano su questo blog?
Ah. Domani si torna a casa. Lunedì a Fahrenheit. Grazie alle terre sabaude per l’ospitalità.

31 pensieri su “MIDCULT

  1. Contentissimo per la vittoria di Pennacchi! Preciso che non prendo caffè quale remunerazione per “incursioni nel campo nemico”.

  2. Lippa, devi ammettere che l’attenzione profusa ai blog culturali da parte di alcuni quotidiani è ammirevole. Cosa che altri giornali, ipoteticamente più “vicini”, non hanno proprio.
    🙂

  3. Ma dai i caffè si rastrellano con le inserzioni pubblicitarie, profuse all’unico baluardo della stampa libera italiana 😉

  4. L’erba del vicino è sempre più facile da criticare 🙂
    (se poi i giornali di destra possono monitorare Lipperatura, Carmilla, ecc. e quelli di sinistra devono accontentarsi di Spazio Azzurro, non è colpa di nessuno…)

  5. Ma perchè si continua ad intervistare e a parlare (e anche Belpoliti non sfugge) della Avallone e non del vincitore? è vero che l’articolo su Pennacchi è pure presente ma è un redazionale, insomma, puro dovere di cronaca.
    Insomma, se si è capito che dietro la proposta della Avallone c’è una forte macchina pubblicitaria, qualsiasi siano le sue finalità, perchè non tentare di scardinarla parlando in maniera più circostanziata dei due romanzi? solitamente apprezzo Belpoplitima ho l’impressione che Belpoliti non abbia letto Pennacchi e perciò non ne possa parlare: sarà onestà intellettuale, ma forse sarebbe stato il caso di commentare gli aspetti “letterari” del vincitore, a costodi… documentarsi.

  6. Cara Loredana, a proposito di Strega (e stregoni): come li hai visti i voti arrivati via fax, quel mazzetto di fogli sgualciti in formato A4 che a un certo punto, quando lo stesso Scarpa ha ammesso che i voti erano stati scrutinati tutti (almeno quelli “normali”), sono comparsi tra le sue mani?!
    A quel punto, secondo i miei calcoli un po’ empirici, fatti su un pezzo di carta davanti la tv, Avallone era 2 o 3 voti avanti. Poi ecco una bella sfilza di “Pennacchi”, “Pennacchi”, “Pennacchi” (peraltro grandioso e meritevole scrittore, non ho letto il nuovo) che ribaltano, VIA FAX, un risultato leggermente differente. E’ così sempre? ‘Sti voti via fax ci sono sempre stati, allo Strega? Come funziona?!
    D’altronde, basta guardare l’albo d’oro degli ultimi quattro anni per avere qualche dubbio: o in Italia i libri buoni li fa solo Mondadori, oppure Mondadori vince sempre, comunque. Oppure anche lo Strega è un carrozzone.
    P.S.: “Farefuturo” gongola e da’ l’OK (testuale dell’AGI) a “Canale Mussolini”! Viva.

  7. Ci sono cascata di nuovo e ho guardato un pezzo del programma di raiuno ieri sera: che saga strapaesana! Il vincitore che parla romanesco, la vincitrice annunciata che infarcisce di mossette, gergo giovanilistico (disciamo, un po’ così, francamente…) e finta modestia le interviste.
    Ma la forma non è anche un po’ sostanza almeno per chi è capace di scrivere un libro? Questi sono i campioni della nostra letteratura contemporanea?
    W Raul Montanari votato dai ragazzi delle scuole!

  8. Si, anch’io ieri sera mi sono ritrovata a guardare su raiuno la sagra dello strega e i primi piani degli ospiti che venivano proposti erano così imbarazzanti che m’inducevano a cambiare canale. E così mi sono persa le mossettine della vincitrice annunziata, il suo gergo giovanilistico, etc. Ma purtroppo non mi sono persa lo Scarpa e lo sposini e la loro finta nonchalance. E non mi sono persa le occhiate speranzose che venivano lanciate dai giurati schierati al tavolo presidenziale, occhiate che chiedevano di poter dire anche solo una parola; e non mi sono persa neanche – lo dico – il patetico modo di parlare del vincitore, il suo volere forzare l’accento romanesco; la banalità delle sue parole; e soprattutto, il suo trincare continuamente dalla bottiglia di strega. Che sarà anche una tradizione festeggiare così, ma “est modus in rebus”. Insomma, nonostante le spalle scoperte delle signore, nonostante la serata calda e il luogo fiabesco, nonostante tutto l’ambaradan che si è profuso attorno a questo avvenimento, mi ha turbato molto la sciattezza del linguaggio e della gestualità degli attori principali, che dovrebbero essere la quintessenza – beh, almeno una spruzzatina – dello stile, ed invece …….

  9. Loredana, in bocca al lupo per la conduzione di fahre che inizierà lunedì. Verrà in seguito invitato il vincitore? E la avallone?
    Spero in uno sguardo benevolo al forum.

  10. cosa c’è di male nel fare mossettine?
    cosa c’è di male nell’utilizzare un gergo giovanilistico?
    cosa c’è di male nell’avere un accento dialettale molto marcato?
    cosa c’è di male nel trincare per festeggiare una vittoria?
    e sopratutto, in che modo queste cose, danneggiano la scrittura?

  11. Io quoto un poco a malincuore Marchetti e per colpa di Ilse, che fa dello snobismo scadente sulla serata del premio Strega (non sei Arbasino, devi fartene una ragione) poi di Rosemarie, non ne parliamo. Parla di sciattezza e di mancanza di stile. Bello in ogni caso fare autocritica o non parlavi di te?
    Cara Ilse, a parte le quisquilie, parli di Alice Munro come di narratrice perfetta e questo mi rincuora.

  12. Beh, abbiamo ancora la possibilità di esprimere le proprie opinioni, o no? Poi faccio ammenda e mi cospargo il capo di cenere per la poca chiarezza: quello che mi disturba non poco non è il dialetto – anzi, i dialetti sono il sale della lingua – ma la sciattezza, ripeto, nel trattare il dialetto. Romanesco, genovese, triestino, palermitano, livornese, napoletano che sia.
    Il resto è una mia opinione. Affetuosità.

  13. Per Marchetti: di male non c’è niente;
    per carità il male è un’altra cosa;
    però dal basso dei soldi e del tempo che spendo in libri ho il diritto di dire quello che penso del cattivo servizio che la televisione può fare quando pensa di fare cultura; ho il diritto di dire che non mi piace il dialetto esibito perché sembra che faccia “popolo” e invece è a volte arroganza e mancanza di rispetto per chi ti ascolta; ho il diritto di dire la mia sullo “stile” con cui le donne si propongono come immagine dato che mi riguarda come donna e come madre di una adolescente.
    Per Vincent: se una fata mi regalasse una magia rinascerei volentieri Alice Munro che è meravigliosa. Di Arbasino invece non mi importa nulla.
    Ma di essere quello che sono me ne sono fatta una ragione da un bel pezzo.

  14. Io ho visto uno scrittore felice di aver vinto il Premio Strega! E che cavolo! Mica gli avevano detto che aveva fatto ambo a tombola! Viva quelli come Pennacchi che alzano la bottiglia di liquore e trincano perché è il giorno più importante della loro carriera! E poi lui è così, perché doveva essere diverso? Ha scritto un ottimo libro. Questo dovrebbe bastare.

  15. @ Ilse e Rosemarie: che pacatezza di toni, quale delicatezza. Replicare senza malizie, senza livori. Verissimo Rosemarie, ognuno può esprimere quello che vuole, solo piccoli chiarimenti.
    Buona giornata.

  16. Accidenti, che tifo! Beh intanto trovatemi uno scrittore che sia stato scontento di aver vinto lo Strega (che magari non sa di prestigio o di fasti stilistici ma sicuramente fa vendere fa vendere fa vendere). Poi, a ben guardare, una trincatina a quell’obbrobbrio dolciastro dello Strega la danno proprio tutti: ricordo lo stesso Scarpa, Veronesi e, guardando foto antiche, tanti altri anche in tempi andati: la diretta ha le sue regole e vuole che lo sponsor prima di tutto.
    A leggere i vari commenti sembra quasi una diatriba tra chi vuole la moviola in campo e chi si accontenta invece di godersi il gioco che, proprio per le sviste e gli inganni prospettici, ha il suo successo. Osvaldo Soriano, su quella passione, ha scritto libri bellissimi.
    Insomma, anche da queste parti, tifosi di opposte fazioni (seppur letterarie) si fronteggiano: un mondiale diverso, non di calcio ma di libri.
    Che poi, e ben riguardare Soriano, forse anche questa passione per il “gioco” assomigli molto alla vita e sono letteratura anch’essi (passione e gioco).
    E comunque “Canale Mussolini” a me non fa venire in mente un’opera di ingegneria idraulica bensì una televisione: chissà come mai. Bah.

  17. Un perfetto esempio di cosa porta il Midcult: il risentimento verso una ventiquattrenne in corsa per il premio letterario più importante, e che vende già migliaia di copie. Il successo del libro è più eccitante di ogni altra cosa: l’invidia. Andy Warhol ha avuto ancora una volta ragione. La letteratura è altrove.
    Certo che la letteratura è altrove, l’ho pensato anche quando ho letto il libro di Giordano.
    L’articolo di Belpoliti è condivisibile in massima parte, ma la conclusione mi trova spiazzata.
    Non credo che il risentimento sia verso la avallone, ventiquattrenne fresca e giustamente desiderosa di celebrità e di denaro; piuttosto ritengo che il forte risentimento sia nei confronti degli editori o di chi per loro che hanno da tempo cominciato a sfruttare una moda pericolosa per questi ragazzi: un primo libro, scritto magari a più mani, con storielle deboli, e, cosa ancora più grave, con scritture evanescenti, senza corpo, che viene pubblcizzato fino all’esasperazione da recensioni più o meno sponsorizzate (pagate), a volte, chissà per quali vie misteriose, propagandato anche solo con una frase messa lì quasi per caso, ma in una trasmissione radiofonica o televisiva di grande ascolto. Ed ecco che l’investimento è salvo .e succulentemente ripagato
    Per quanto riguarda l’invidia non credo che c’entri molto. E’ di moda, adesso, ribaltare il senso delle parole: come quando la richiesta di giustizia viene interpretata come vendetta. Un modo molto pericoloso di interpretare, in ogni caso, i sentimenti della gente.
    Quanto ho scritto è naturalmente una mia opinione!

  18. “in Italia, il valore letterario di un testo è un affare secondario, mentre il vero affare è venderlo bene.”
    Mica solo in Italia. In UK già 15 anni fa si assisteva a tutto ciò e anzi in misura maggiore, senza che questo suscitasse tanti dibattiti sulla letterarietà. Il libro-oggetto (cioè il prodotto da commercializzare) è trattato dalle sezioni marketing e pubblicità delle grandi case editrici (la mia esperienza riguarda la sezione M&P della Random House) come un oggetto qualsiasi. Che si commercializzi una scopa o un libro di qualsiasi genere non fa alcuna differenza. Ciò che invece fa davvero la differenza è il fatto che al netto della promozione del”oggetto, chi si occupa di critica letteraria nelle maggiori testate nazionali UK non dedica una sola riga a questioni di questo genere (cioè: cosa sia letterario, perché venga commercializzato un oggetto-libro piuttosto che un altro) ma punta ai contenuti. In altre parole: in un paese dalle pratiche cristalline, ognuno fa il suo lavoro (e viene pure pagato, pensa un po’) e il libro diventa supporto di contenuti laddove se ne pratichi una critica seria, senza mischiare le due questioni come si fa qui continuamente.

  19. @Anna Luisa, ciao! Ho avuto un problema con fastweb a cui ho dovuto pure chiedere i danni, anzi se qualcuno qui deve attivare una nuova connessione, eviti fastweb come la peste!!
    Detto ciò, non ho partecipato al thread perché mi occupo principalmente di dinamiche di Rete (oltre che di filologia romanza), e quindi il contenuto specifico, diciamo l’oggetto del contendere, in realtà mi preoccupava poco. Insomma, diciamo che la parola “letterarietà” per chi è sopravvissuto ai formalisti sa un po’ di naftalina 🙂
    Invece, dalla mia prospettiva, questo thread rappresenta un caso di studio molto interessante, soprattutto la parte che è rimasta fuori dal .pdf.

  20. @Anna Luisa
    Grazie per il link 🙂 In realtà non ne ero al corrente. E’ una questione davvero importante, più se ne parla meglio è per tutti.

  21. “più se ne parla meglio è per tutti.”
    Proprio tutti tutti no, c’è UNA persona (una soltanto, indicativo no?) che sta facendo di tutto proprio perché NON se ne parli…
    Comunque, prego.

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