MINIME IN RIBASSO

Due libri che aspetto, fra gli altri.
Quello di Babsi, su cui tornerò: leggete intanto questo articolo.
Quello
di Henry Jenkins, in uscita presso Apogeo (è il suo primo testo tradotto in italiano, peraltro).
Un libro che sto leggendo adesso: il quasi-horror di Marco Vichi.
Un’invettiva che mi fa sentire meno sola e sbagliata del solito: quella che apre Giap.
Ps. Umore non radioso, come noterete. Succede, di questi tempi.

145 pensieri su “MINIME IN RIBASSO

  1. LM: ho molta poca dimestichezza con LOAL, LOL e altri termini simili (qualcuno ha un glossario da indicarmi?), ma lì, e qui, non ci sono solo LOAL: basta aver voglia di guardarli. Per il resto fai benissimo a non riconoscerti, nemmeno io mi ci riconosco, ma definirli ‘finti guerriglieri di strada’ non ti pone, forse, sullo stesso piano? C’è chi esagera? Può essere. Tu mai esagerato LM? Io, con tutti i limiti imposti dall’età, ancora ci provo a volte; ed è divertente.
    Non dirmi che non ti è scappato da ridere al commento: “Giulia, posteresti una foto dei tuoi piedi per piacere?”. Non è che per caso, la Giulia, queste fotografie le ha già fatte girare prima della richiesta?
    Esagerano loro oppure non è fuori luogo l’attacco – inteso come inizio – dell’ultimo commento di Biondillo? Che pure è, come tutti, persona seria e rispettabilissima. Lo riprendo: “Qui, è chiaro, non ci vogliamo capire (o forse io non so spiegarmi, ovviamente).”
    Non ho visto il volto di Biondillo mentre scriveva queste righe (questo è un GRANDE limite della rete e delle parole utilizzate in rete: non si vede la faccia dell’interlocutore ed è FONDAMENTALE in un dialogo), ma dovesse fare una simile affermazione in un qualunque incontro ci vedesse contrapposti durante una discussione ti garantisco che, nel migliore dei casi, mi alzerei e me ne andrei.
    E lo farei appunto perché le parole sono pietre, come scrive Biondillo enfatizzando, perché se c’è una cosa che non sopporto e mi fa imbestialire è quando qualcuno cerca di darmi dell’imbecille giocando con le parole. Meglio un sano, vecchio, attacco diretto.
    E’ anche per questo motivo che la ‘combriccola’ di Bucknasty mi ha divertito: sono diretti, non mediano, non cercano la mediazione.
    Molto raro.
    Massimiliano Parente (che non conosco) paragona Pierantozzi (che ho conosciuto solo grazie al post di Bucknasty) a un ‘quasi’ Dostoevskij, spero di aver azzeccato il nome. Ebbene: dal punto di vista fonetico, in russo, dostoevskij ha una pronuncia simile a un termine gergale che significa rompicoglioni. tanto per giocare con la fonetica delle lingue e i possibili significati. Non è che Parente, che magari ha studiato il russo, voleva sfottere Pierantozzi?
    Blackjack.

  2. Condizione anagrafica per condizione anagrafica: Pierantozzi ha 21 anni e se la tira da Nobel alla letteratura, in interviste e similia…

  3. LM, davvero Santacroce è una ninfomane?
    Pensavo fosse illeggibile.
    Ah beh, allora non è tutta tutta da buttare.
    Gianni Biondillo… è il tuo nome vero? Tu firmi col tuo nome vero un post nel quale scrivi “le parole sono pietre”? Io non ti sputerei in faccia per “segnare il territorio”.
    Lo farei per riempirti di saliva!

  4. Mi piacerebbe dire, semplicemente, che concordo con Gianni, ma da quanto capisco ogni ulteriore sortita della sottoscritta susciterebbe soltanto cachinni.
    Posso provare a ripartire dall’inizio?
    Bucknasty critica la recensione di Pierantozzi. Contemporaneamente dando dell’attention whore a Babsi Jones (sulla base di cosa, non lo comprendo, anche se- mi sia concesso-ho compreso l’epiteto. Avere più di diciassette anni non significa essere completamente idioti o a digiuno di cosiddetto linguaggio urbano). Nei commenti si scatena l’inferno. Qualcuno, peraltro, posta a nome di Babsi un commento che non è il suo: lo ha precisato, qui, la stessa Babsi.
    Qualcun altro posta sul mio blog l’indirizzo del post di Bucknasty. Qui si avanzano critiche- di pari “legittimità” e “libertà”, se posso, di quelle leggibili sul blog di Bucknasty medesimo. Con la differenza, sempre se posso, che noi aridi, desertici, fenomenici e quant’altro non diamo del pompinaro a nessuno. Non mi pare una questione di scontro generazionale: mi sembra una questione di civiltà. Non intesa nel senso di “buona educazione”, peraltro.
    Forse io sono obsoleta: non ho nulla da obiettare a questa constatazione. Ma mi sia concesso sperare in discussioni di altro calibro: umano, non intellettuale nè giornalistico nè linguistico.
    A me fa orrore che si spari sulla persona. Sarà l’età, cosa volete farci.
    Comunque, basta.
    E’ un invito rivolto alle presunte “due parti”, visto che si vuole parlare in questi termini.
    Chiudiamola qui, grazie mille.

  5. permettimi biondillo che il noi vs. voi è una dicotomia che avete imposto, uh, voi. i vari “Sgherri di sest’ordine con il cimurro, quelli del link.”, le varie lagne dirette ai commentatori del mio blog provengono da qui. Non potete poi lamentarvi quando questo poi lo subite voi.

  6. Parliamoci chiaro. Lo scontro è scaturito da un pezzo di Pierantozzi che parla di Babsi Jones come se fosse la nuova Harendt o giù di lì, per di più lo fa con un pezzo complesso e troppo specifico per un megazine quale è Rolling Stone. Ora, io ho letto il romanzo di AP e dico che è un buon romanzo, ben scritto ma tanto didascalico, ipercitazionista,enciclopedico.Il ragazzo è giovane e deve crescere,e si sentono Arbasino e Pasolini. Il problema, alla luce di un po’ di cose, è capire se, dopo gli investimenti editoriali su tanta letteratura facile e di costume,non si voglia giocare all’inverso, cioè creando finti fenomeni di cultura e dottrina che suscitino nel pubblico una specie di interesse reazionario: lo compro perché così sono bravo e intelligente anch’io.Insomma abbiamo visto quello che è successo con piperno,ma ora lo vediamo coi giovanissimi.(cfr bajani,desiati etc…..)
    Però, qui, nessuno ha ancora letto il libro della Jones. Chi ci dice che non sia davvero un capolavoro?

  7. Elena Scopellit, ma com’è possibile!
    Della Jones NON CE NE FREGA NULLA. NULLA.
    Cazzo… NULLA!
    Oggesù, sembra incredibile…

  8. Anzi, aggiungerei che della BJ ce n’è cominciato a fregare solamente quando ha minacciato di stroncare le carriere letterarie di tutti i commentatori del Forum grazie alla geometrica potenza della sua lista di contatti MSN. Da cui questo capolavoretto (non vorrei esagerare con le recensioni positive, questione di stile):
    http://img512.imageshack.us/img512/3964/babijconvag8.jpg
    😀

  9. Buck, “voi” chi? “Sgherri di sest’ordine con il cimurro, quelli del link” non è una frase mia. Prenditela con me e con le mie parole.
    Già che ci siamo, volevo dirti che il bollino rosso, comunque, l’ho trovato davvero divertente. E anche il fumetto di Ciwati.

  10. il commento in questione:
    Babi Jones ha scritto il:
    2 Settembre 2007 alle 8:43 pm.
    “Forse il tuo problema, piccolo scrivano hip hop, è che *tu* non vieni né verrai mai messo sotto contratto da una major per scrivere, né da Rolling Stone. E sai perché? Perché non sai scrivere. Semplicissimo. Perché scrivi come tanti, troppi, infestando la rete, saturando banda, e purtroppo non solo in questo blog. “Puttanella” io? Non sono affari che ti riguardino; casomai potrebbero riguardare la tua fedina penale; fai attenzione ai termini che usi, la rete è elastica ma dopo un po’ l’elastico si spezza — e in faccia a qualcuno, ahinoi, ci arriva. Quanto alle legna, se ti serve, tàgliatela: hai due braccia che meglio sarebbe impiegate in un mobilificio. E te lo dico firmandomi: tra dieci anni ti porterai addosso ancora il bollino rosso che recita: “Babsi Jones mi ha detto che come scrittore e/o scrivente non valgo nulla.” Ricordatene. E adesso mi prendo il diletto di far ridere mezza letteratura italiana forwardando questo tuo acutissimo post a tutta la mia rubrica. Così, per far vedere a gente competente di che pasta sono fatti questi piccoli critici letterari che germogliano in questa splendida rete per pesci lessi e pescecani”.
    Del commento è stata disconosciuta la paternità… E vabbè… Il LOAL resta…

  11. Se non l’ha scritto lei l’ha scritto uno che ne ha colto a pieno la biliosa mancanza di ironia e la prosopopea parolaia che sgorga dal suo blog (per non parlare dei video con le scritte di rossetto sul muro, ah che innovatrice).

  12. E te lo dico firmandomi: tra dieci anni ti porterai addosso ancora il bollino rosso che recita: “Babsi Jones mi ha detto che come scrittore e/o scrivente non valgo nulla.” Ricordatene. E adesso mi prendo il diletto di far ridere mezza letteratura italiana forwardando questo tuo acutissimo post a tutta la mia rubrica. Così, per far vedere a gente competente di che pasta sono fatti questi piccoli critici letterari che germogliano in questa splendida rete per pesci lessi e pescecani”
    Secondo me questo pezzo grida vendetta di fronte a Dio… Chiunque l’abbia scritto si merita tutto quello che è successo dopo.
    Ora sta alla mezza letteratura italiana (a questo punto da identificarsi con l’utenza di Lipperatura…) dirci se ha ricevuto qualche mail forwardata da BJ in persona 😀 C’ho giusto un adesivo da appiccicare 😀

  13. Massì, Arch., finiamola qua per conto mio. Forse non fa parte della mezza letteratura italiana “giusta” 🙂
    Io me ne vanterei, guardi!

  14. “Scusa, eh? Ma se non l’ha scritto BJ, la merda è finita addosso a lei però. Come la mettiamo?”
    Il fake, se è fake, ha sturato un bel po’ di cessi, e non ti sto neanche a spiegare quali.
    Quindi merita apprezzamento.
    Comunque la mettiamo che la biliosi te la curi da un’altra parte.
    LM sei noiosa.
    NOOOOIOOOOOOSAAAAAA.

  15. LM, fammi capire, vuoi anche tu l’adesivo con su scritto “Oh, noes! LM ha detto che ci inserisce fra i blog da evitare!”?
    Vecchia attention whore che non sei altro…

  16. Rispondo a sua Lipperosità. Non hai capito niente nemmeno dell’intervento di Buck se ti ostini a restringere la questione ad una singola e disorganica polemica sull’episodio, che peraltro è la recensione del libro in quanto scritto autonomo, non il libro stesso. La questione è più ampia; investe la letteratura contemporanea italiana e in particolare alcune sue forme espressive, che ahimè si stanno traducendo in tendenze sociali veicolate dall’ampia diffusione dei testi prodotti. Non è la critica ad un libro, è la critica ad un modo di scrivere esemplificato in modo lampante dalla recensione criticata da buck. Di che libro sia, che il libro sia uscito o meno evidentemente è del tutto irrilevante.
    La cosa assurda è che questo non l’ha capito un sacco di gente, nemmeno giulia che scrive sul blog ed evidentemente paoletta che riporta. Ma è tanto difficile da capire? Scrivere comporta delle responsabilità, tra le quali quella relativa all’evenienza di essere preso a simbolo di qualcosa. Se si tratta di qualcosa di bello si finisce bene. Se si tratta di qualcosa di brutto si finisce male. Nulla di anormale. Nessun linciaggio mediatico.
    Martina poi ha ragione, ha spiegato delle buone ragioni. Se volete nascondetevi dietro gli insulti, io non direi solo che chiudete gli occhi su tutto il resto, ma che non sapete nemmeno leggere quelle volgarità nel modo giusto.
    E il voi c’è eccome. Un voi enorme, un voi spaventoso che si crogiola nel perpetuo bombardare di parole prive di corpo i sogni delle giovani generazioni che leggono e assumono il prodotto come un trip mentre le cose attorno continuano a incularli sempre più. Siete ripieni di pomposità, la vostra introspezione ha fallito perchè il corpo in cui volete entrare non esiste, o forse esiste solo nella vostra edonistica mente, come grottesca caricatura di una realtà filtrata dalla pornografia di costume di cui vi cibate nei vostri circoli. Nuovi di fuori e vecchi di dentro anche voi. ez

  17. può essere interessante quel che dice il bravo Valter Binaghi in un post sul sito di Serino, giustapproposito.
    Cosa penserà della nostra attention??
    “Mamma mia, Fent.
    E pensare che io Tondelli e il Tondellismo me li vorrei proprio lasciare alle spalle. Comunque, questa è la miglior dimostrazione dell’effetto tossico della pseudo letteratura.
    L’impossibilità di parlare di uno o quattro romanzi senza tirarci dietro una generazione intera, con tanto di tutor e ammennicoli.
    La fortuna di Palandri (mio coetaneo) è cominciata con un romanzo scritto a vent’anni brutto e piagnucoloso: Boccalone.
    Poi seguito da una serie di “giovani scrittori” con romanzi d’esordio ancora più brutti, come Jack Frusciante di Brizzi.
    Il romanzo che non parla in prima persona ma (astuta operazione editoriale sinistrese)pretende di interpretare una generazione (in realtà rivendendo ai vent’enni gli stereotipi selezionati dal furbo redattore). Da lì, per un po’ abbiamo assistito al declino del romanzo in funzione di scritture “sintomali”.
    Poi Tondelli, che ha elevato la cosa a sistema.
    L’ultimo in ordine di arrivo è Pierantozzi, di cui hanno già cominciato a fare il freak editoriale del decennio.
    Basta, dai. Ridateci una prosa sapiente, uno sguardo sul mondo che vada al di là del proprio ombelico, una letteratura che non sia tale solo per dimostrare l’esistenza dei sociologhi.

  18. Martina, se ti interessa saperlo, da quanto ho capito io il libro di BJ va esattamente al di là dell’ombelico. Del tuo e di questo patetico gruppo di grottesche caricature di rapper.
    Hasta, io la chiudo qui definitivamente.

  19. No dai non chiudere!
    Oppure dicci almeno in quale Call Center lavori!
    Magari chiamo e ci facciamo una chiacchierata…
    Tuo affezionatissimo Sp.

  20. Ridateci sopratutto la possibilità di creare un linguaggio. Nella vostra folle corsa alla costruzione di una sintassi sempre meno euclidea, sempre più figa e trasgressiva, state dimenticando una cosa. Che i giovani non parlano quel linguaggio, non sanno di cosa parlate, non hanno idea dei vostri ingarbugli postmoderni, al liceo se va bene arrivano al dopoguerra cosa volete che ne capiscano della vostra cultura pseudofuturista. Niente, diventano dei mutoidi osceni, un popolo di giovani adepti a questo linguaggio astorico perchè nato con la presunzione di prescindere dalla dialettica storica della cultura delle masse italiane, con cui un dialogo paritario voi non l’avete mai nemmeno pensato. I vostri lettori sono un popolo ibrido che vagheggia termini come mezzi di emancipazione sociale, totalmente alienati dal loro linguaggio, ripetono esperienze in modo meccanico e finto nella misura in cui sono stati iniziati da voi a questa pratica. Il potere di costruire il linguaggio gli italiani non l’hanno mai avuto. Con voi la prospettiva si allontana sempre di più, la recensione sul magazine è un esempio osceno di questo intellettualismo produttivo di sedicenni prigionieri dei lucchetti che attaccano ai ponti. E’ anche colpa vostra. Fermate questa parodistica e goffa “sperimentazione” e ricerca dell’immaginario più feego, state contagiando tutti. Ci serve un mondo di persone padrone del proprio linguaggio, capaci di criticare le definizioni imposte, di liberarsi da esse. Non un mondo di pseudo emo post pro neo e altri suffissi osceni che pompate dalle vostre colonne di rotocalchi culturali.

  21. Di nuovo ciao WM1 e anche Mario
    Sui lavavetri:
    è illuminante l’articolo di Asor Rosa che se la prende con lo “spaventoso conformismo” di chi dice: “PREFERIREI NON ESSERE DISTURBATO”.
    Questa posizione illustra bene l’incapacità della sinistra idealistica di accettare che per le persone comuni il “disturbo” del proprio normale modo di vivere sia un evento serio. E che tanti piccoli disturbi, se sommati e reiterati, portino all’esasperazione anche le persone meglio disposte verso gli altri.
    Dice: ma c’è l’immondizia la speculazione la ‘ndrangheta ! Bene, uno ieri ha ammazzato un altro e s’è suicidato. La ‘ndrangheta ? Macchè, quello scaricava il camioncino a ore che all’altro non garbavano, dài oggi e dài domani, ci scappa il morto, anzi due. Ier l’altro stessa solfa, stavolta il movente era una servitù di passo e così via, le liti fra vicini uccidono. E sempre perché c’è qualcuno che disturba qualcun altro. Per dire, il disturbo, se REITERATO, non è questa ubbìa da fascisti e intolleranti e xenofobi, è qualcosa che ti rosica un pezzetto, piccolo o grande, della tua vita.
    Asor Rosa invece teorizza che una certa dose di “disturbo” debba essere ammessa e accettata, se comporta alleviare la condizione di alcuni sfortunati. Temo sia proprio un’idea fondamentalmente errata: un nobile fine può giustificare magari una tassa in più, non certo molestie quotidiane.
    Oggi ho letto la bella lettera di un prete che lavora con i Rom, a un certo punto dice: ”E’ vero, sono insistenti e aggressivi, ma perché sono poveri.”
    Un momento, non confondiamo, “insistenti” va anche bene, “aggressivi” PROPRIO NO. Le prepotenze non si possono tollerare neanche dai poveracci.
    E ha ragione Cioni: i lavavetri sono stati (giustamente) tollerati per decenni, ultimamente c’è stata una mutazione nei comportamenti, divenuti non più sopportabili, è questo che ha determinato l’intervento.
    Sul processo proletario:
    scusami WM1, l’invettiva: ”Sto tossico compost di cetomediume vigliacco, eterna piccola borghesia razzista…. Questa ex-sinistra ormai sub-destra..” oltre a somigliare curiosamente allo stile protofascista (D’Annunzio, Papini, Marin.. ecc.) denuncia l’involuzione a destra della cosiddetta ex-sinistra ridotta a homuncoli con toni da tribunale del popolo. O no ?
    Che chi l’ha scritto sia uno stalinista o un d’annunziano o un celiniano o un libertario mi pare conti poco, l’effetto è quello, secondo me.
    Saluti.

  22. Scommettiamo, siete gli stessi intellettuali che finiranno a dare la loro opinione al constanzo show sul caso di cogne, tra una decina di anni, e quando la gente vi dirà
    “cazzo ma non ti vergogni ad essere andato al costanzo show?”, risponderete
    “MA NO DAI, SONO FINITO SU ROLLING STONES DA GIOVANE (31annicristo), CHE E’ UN OTTIMO GIORNALE!!11!! E COSTANZO E’ UN OTTIMO GIORNALISTA/OPINIONISTA!!11:uno!!”
    in nome della letteratura, di Hemingway, di Neruda, di Evangelisti, di Enrico brizzi, di Gabriel Garcia Lorca, di Montanelli, siete dei falliti, vi muovete nel sottobosco di una pseudo-intellettualistica foresta, e vi innalzate su di un piedistallo che non vi compete.
    La vostra letteratura è lontana anni luce da chi la letteratura davvero la vive, la vostra è solo automasturbazione mentale con una tendenza all’eiaculazione precoce e all’uso indebito di rocambolesche espressioni che si riassumono in un “GNE GNE IO SONO UN INTELLETTUALE”
    beh, senza dubbio la merda d’artista vi rappresenta più di ogni altra cosa al mondo.
    (S A T I R A, S A T I R A)

  23. Nautilus le ha mai lette le invettive di Allen Ginsberg, che non era proprio un “protofascista”? E Antonin Artaud? Fascista pure lui? Non è mica colpa di chi scrive se chi legge ha due riferimenti due (“protofascismo” e “tribunali del popolo”) su cui fare affidamento….

  24. A 20 o 23 anni si è degli sfigati. Sempre. Col tempo ci si accorge di quanto si era sfigati a quell’età, e ci si vergogna delle stronzate che si dicevano, facevano e scrivevano. Arriverà anche per questi pivelli il momento di guardare indietro e dire: per fortuna sono cresciuto, pensa se fossi rimasto così!

  25. A 19 anni Marx scrisse al padre:
    “Kant e Fichte vagavano fra nuvole,
    lassù anelando a un paese lontano.
    Io cerco di afferrare con destrezza
    solamente quanto ho trovato sulla strada.”
    e l’ownage scatta ancora oggi.

  26. Brutti versi, di quelli che si scrivono a 19 anni. Col tempo capirai.

  27. a 23 anni si trombano tante di quelle svedesi in erasmus che neanche ti immagini.
    però si, in effetti pierantozzolo ne ha 21, quindi sfigati di 21 anni ne esistono…

  28. ..esistono poi quelli che comprano i suoi libri che in genere hanno ahimè anche meno anni di lui. sicuramente esistono.
    Però basta prendersela coi piccini e andare per assoluti: si nasce in un certo modo ed ogni anno che passa ci si consolida. C’è chi ogni anno si consolida sempre più maturo. Oppure c’è chi ogni anno si consolida sempre più Piedistallocentrico, per sua fortuna non arrivandoci nemmeno altrimenti tenterebbe il suicidio esistenziale frequentando il blog di loredanalipperlini. ops.

  29. Bene. A parte il fatto che nella furia “Noi Siamo il Nuovo, O Intellettuali di Merda”, i cari commentatori non si sono resi conto che su questo blog, per esempio, si è sempre cercato di valorizzare a talvolta difendere gli scrittori che essi medesimi citano (da Evangelisti a Saviano). A parte il fatto che su questo blog si è da sempre tentato di parlare proprio di costruzione di linguaggi e semmai gli pseudofuturismi sono stati molto poco apprezzati. A parte il fatto che, da quanto suppongo, stiate prendendo la sottoscritta come simbolo di un mondo da cui io sempre preso le distanze (ma fa niente, tanto vale sparare nel mucchio, giusto?). A parte tutto questo, trovo questa discussione, a questo punto, inutile. Ho chiesto con cortesia, mi pare, di chiuderla. Dal momento che si procede a oltranza, spiacente, ma chiudo i commenti.

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