Due libri che aspetto, fra gli altri.
Quello di Babsi, su cui tornerò: leggete intanto questo articolo.
Quello di Henry Jenkins, in uscita presso Apogeo (è il suo primo testo tradotto in italiano, peraltro).
Un libro che sto leggendo adesso: il quasi-horror di Marco Vichi.
Un’invettiva che mi fa sentire meno sola e sbagliata del solito: quella che apre Giap.
Ps. Umore non radioso, come noterete. Succede, di questi tempi.
145 pensieri su “MINIME IN RIBASSO”
I commenti sono chiusi.
Ma “Il sorcio” di Andrea Carraro l’hai letto? Io l’ho trovato per caso in libreria questa estate e l’ho comprato perché mi attirava la copertina (con un bel Sorcio in cravatta) e il tema del mobbing. E’ un libro davvero molto bello, sul mobbing ma non solo, molto poco italiano. Se ti capita di leggerlo, cara Lippa, facci sapere che ne pensi. E il quasi-horror di Vichi com’è? Mi consigli di comprarlo?
e di questo che forwardo – a proposito di BJ (e di “Il problema generalissimo del libro e la rete”)- cosa diciamo?
http://tinyurl.com/388uk9
Non diciamo niente, pietosamente.
Per Altiero, non ho ancora letto Il sorcio, ammetto. Leggerò. Vichi mi sta coinvolgendo parecchio.
devono essere quelli del bianco sarti
“Noi la disprezziamo, l’ex-sinistra ormai sub-destra, dello stesso disprezzo che essa riserva ai disperati”.
Faccio notare che al palazzo del cinema qui al Lido i coniugi Rutelli (Francesco & Palummella) si sono portati in sala un cartoccione di tramezzini e hanno cenato così, alla buona, prima di assistere alla proiezione. Più di sinistra di così?
Sgherri di sest’ordine con il cimurro, quelli del link, pero’ il sig. AC e la sig.ra BJ un esamone di coscienza su cosa-come scrivono dovrebbero farlo, quasi quasi rimpiango l’Ilvo. L’adesivo della valediction jonesiana e’ di rara efficacia, un perfetto boomerang.
Eh no, scusa, GiusCo. Esamone di coscienza? Ma siamo impazziti? Qui si sta parlando di un libro che deve ancora uscire e già partiamo con la campagna di stroncature preventive?
Questo è uno dei fulgidi esempi di come la cosiddetta rete letteraria si stia allegramente suicidando per i soliti, vecchi, tristissimi motivi.
(perchè pubblicano lei/lui e io no? perchè lui/lei vendono e io no? perchè nessuno mi capisce?).
GiusCo,
la sig.ra BJ la leggo da un bel po’ di anni: ho iniziato perché ero interessato alla Jugoslavia. Non è sempre di facile lettura, ma spesso accade che le cose interessanti non siano di comprensione immediata.
Il fatto che tu ritenga che vada esaminata la sua coscienza, e che tu tragga (pare) questa conclusione dal modo in cui butta via la propria esistenza un gruppetto di troll – perché di troll si tratta – mi preoccupa.
“Rara efficacia”? Ma di che cosa stai parlando?
Se ritieni che la semplice esistenza dei troll legittimi il loro comportamento e le offese gratuite, non mi resta che far notare che rendono la rete un luogo inutile ed ammazzano qualsiasi dibattito costruttivo. Non scaglio la prima pietra, perché queste cretinate le ho fatte e trovate divertenti anch’io, ma mi pare di aver smesso mentre frequentavo le prime classi delle elementari. Qualcuno, invece, continua imperterrito. A chi vogliamo dare voce e spazio: ai meno educati tra i bambini dell’asilo, o a chi cerca di costruire qualcosa, vivaddio?
(È mio il commento precedente; perdonate la svista.)
Loredana, Pino, ok ma cercate di non pigliare una piccola parte del commento per farci sopra i vostri.
– “Sgherri di sest’ordine con il cimurro, quelli del link” credo sia abbastanza indicativo di quel che penso del trollario. Pero’ i monatti, nella loro sgradevolezza, non mi pare abbiano tutti i torti: i soliti tristissimi motivi non sono mai stati tirati in ballo per Gomorra, che pure e’ nato sulla rete. Allora, Loredana, prova a rispondere alla domanda che la feccia ti pone: “perchè pubblicano lei/lui e io no?”
– la citazione completa e’ “un esamone di coscienza su cosa-come scrivono”, non su come vivono e cosa sentono, tanto il sig. AP quanto la sig.ra BJ. Pino, leggo anch’io a volte la sig.ra BJ, mentre AP l’ho scoperto oggi e la sua rappresentazione in autobiografia mi lascia francamente perplesso (non tanto riguardo lui, ma chi gli da’ retta). L’adesivo dei troll e’ un’operazione molto piu’ letteraria della medaglia conferita dalla sig.ra BJ senza alcuno sprezzo del ridicolo.
Per tutto il resto che appare eccedente nel trollario, ci sono polizia postale e magistratura.
Rispondo subito. Il libro di Babsi è un libro che non soltanto merita la pubblicazione, ma merita di essere letto, amato e apprezzato dal maggior numero di persone possibile.
Per quante persone non solo del trollaio, ma della rete pensi valga la stessa risposta? Se devo giudicare da quel che ho letto e leggo, aggiungo con la massima franchezza: molto poche.
Aspetto con una certa impazienza di leggere il libro di Babsi. Anche se non condivido la maggior parte delle sue convinzioni, so per certo due cose: che è sincera fino a farsi del male e che ha una straordinaria potenza espressiva. Non conosco nessuno che abbia una scrittura così intensa. Secondo me, se un editore non la pubblica è meglio che si dedichi a stampare gli orari delle ferrovie.
GiusCo,
AP l’ho letto en passant (credevo che ti riferissi a Carraro, avendo tu scritto “AC”) e non credo debba fare esami di coscienza, finché non offende il prossimo: è libero di rappresentarsi come desidera. Nemmeno io mi rappresenterei come lui, ma io non sono lui, quindi non ho proprio modo di valutare come lui dovrebbe rappresentarsi.
L’adesivo dei troll è un’operazione estremamente cheap. Se per “letteraria” intendi “di valore intellettuale”, dissento con una fragorosa risata. Non ho mai pensato che il mio badge “coglione”, che ho messo on-line dopo il noto intervento di Berlusconi dello scorso anno, fosse letteratura. Era un divertissement ironico. Se trovi che sia letteratura, porca miseria!, non oso immaginare che cosa debba essere Shakespeare, per esempio.
La differenza enorme, comunque, è che io non mi ero preso la libertà di diffamare gratuitamente Berlusconi, magari senza sapere nulla di quanto ha fatto o non ha fatto.
Non trovo nulla di ridicolo o divertente nell’insultare chi ha prodotto OTTIME cose in rete. È un atto che fornisce solo ottimi motivi per SMETTERE di produrle. Se c’è una parte divertente e mi spieghi dove è, te ne sarò grato. Forse difetto di senso dell’umorismo, o forse l’ho perso, chissà.
Io credo che ci voglia innanzitutto rispetto per chi *costruisce*, in rete; tanto più se lo fa e lo ha fatto gratis et amore dei per anni. Quando uno di quei personaggi mi regalerà almeno dieci righe di quelle che ha pubblicato BJ, ad esempio a proposito della Jugoslavia, avranno una parte del mio rispetto. Ho dato una scorsa agli archivi ed ho visto, invece: razzismo, sessismo, offese (sì, gratuiti, è vero). Oh, certo, sono più facili da capire. Non credo che per questo siano ciò che mi serve leggere. Ripeto quanto ho già detto: andassero a prendere lezioni alla GNAA (google), almeno imparerebbero a fare bene i troll.
Insisto: che cosa preferiamo, una rete di bambini dell’asilo e la polizia postale al posto dei maestri, o una rete di persone che creano ricchezza? È responsabilità nostra, di utenti, che la conosciamo e la utilizziamo ogni giorno, fare il possibile per evitare che Internet diventi un trogolo, oppure credi che dovremmo aspettare la magistratura (sì! arriverà solerte e tempestiva!) e, nel frattempo, ridacchiare come se avessimo di fronte un film dei fratelli Vanzina (che in realtà m’intristisce)? Quando il film finisce, usciamo dalla sala e tutto è come prima. Quando la rete e chi crea valore finiscono, abbiamo perso.
io so che quando uno vuol fare il cinico e non ha paura di risultare squallido può veramente gettare merda su qualsiasi cosa arrivando a risultare persino divertente(e squallido).Mi pare che Artaud,o qualche altro teatrante,per divertire il pubblico nel secolo scorso una volta mangiò degli escrementi.In una replica gli astanti chiesero a gran voce il bis,al che l’artista proclamò:”la cacca l’ho gia mangiata.Andiamo avanti”.Tutte le persone che apprezzano la grande scrittura dovrebbero avere voglia di leggere il libro di Babsi(persino quando al tempo della guerra fredda parteggiavano spudoratamente,magari senza piena cgnizione di causa,per i bosniaci e la notte provavano ad armarli in sogno)
al tempo della guerra nella ex jugoslavia,pardon
“Quando la rete e chi crea valore finiscono, abbiamo perso” è frase che andrebbe meditata molto a lungo. E’ esattamente quello che mi sembra possa succedere. E’ ovvio che l’insultino ammiccante, la battutaccia da caserma e l’insinuazione da furbetti abbiano successo. Ma a me sembra inverosimile che ci si accanisca con persone che hanno non da oggi dimostrato talento vero, mentre passano in cavalleria operazioni di basso conio come quelle “libretto di bloggeuse e dei suoi amori e/o di blogger e della sua sfiga”, su cui, mi pare, gli editori si stanno appiattendo negli ultimi mesi.
Pino, di nuovo: “L’adesivo dei troll e’ un’operazione molto piu’ letteraria della medaglia conferita dalla sig.ra BJ senza alcuno sprezzo del ridicolo”; non in assoluto dunque. Per il resto mi pare che le adesioni tue, di diamonds, di Loredana e di Riccardo offrano sufficienti motivi alla trolleria (e non) per provare a leggere il libro; il quale libro e’ cio’ che davvero ci interessa come costruttori di senso. Il virus latente in questo vespaio non e’ il trollaggio, ma il fumoso capolavorismo di tante segnalazioni/recensioni non solo della rete, questo si’ vecchio e tristissimo motivo. Pierantozzi poteva ben dire in una riga: “Il libro di Babsi Jones esprime in lingua vivida e degna di nota un groviglio di sensazioni, ipotesi, vissuto e ricostruzioni della guerra in Jugoslavia”. E tante parole non sarebbero volate. Non vi pare? Buona continuazione.
Una parola sul capolavorismo: mi pare che in questo caso si getti volentieri fumo, davvero. Esiste una stupefacente tendenza a fare di ogni cronista/critico/blogger che elogia un libro un simile di D’Orrico (questo senza voler entrare nel merito del Dalli al D’Orrico, su cui prima o poi vorrei dire un paio di cose, accidenti).
Molto più semplicemente, credo che si tenda a parlare dei libri che ci sono piaciuti, evitando quelli che si sono trovati mediocri o indegni del tutto. Questa è una pratica, almeno, che vale per me. Va da sè che poi si trovano soltanto critiche positive: ma se dovessi segnalare tutte le cose a mio avviso impubblicabili che ho letto solo negli ultimi tre mesi dovrei fare un post chilometrico. E sicuramente salterebbe su qualcuno a dire: vedi? La Lipperini vuole farsi una fama come stroncatrice.
Che poi. Trovo ancor più assurdo il giochino di recensire il recensore.
Ma che senso ha? Io non conoscevo Pierantozzi prima di questo articolo, ma trovo assolutamente inutile mettermi a discettare sul suo stile.
Un’operazione del genere è fumo, appunto. Perdita di tempo e soprattutto di senso, che è quel che più conta.
A meno che non rientriamo nella solita filastrocca “perchè Pierantozzi scrive su …e io no? perchè nessuno mi apprezza, mamma?”
Intervengo in un blog, e sono mesi che non lo faccio; le ragioni qualcuno le conoscerà: in sintesi, non ho interesse al fenomeno “commenti”. Non intervengo *mai*, neppure se si parla di me: è una questione di buon gusto. In questi anni, scrivendo, ne ho viste di ogni genere: da chi mi augurava di morire a chi augurava a mio padre, ammalato, di crepare in fretta; da chi si spacciava per me lasciando commenti qui e là abusando del mio nome o storpiandolo, fino a chi mi minacciava di stupro perché colpevole di aver scritto un pezzo sulla violenza domestica. Mi sono sentita dare della prostituta, della venduta e della comprata, della “sporca fascista” come della “lurida comunista”: è una sagra, e vince chi insulta più forte, rigorosamente a casaccio, rigorosamente senza cervello. Tutto questo mi fa *profondamente* schifo, e non da oggi; un libro è solo un libro, il mio è un libro fra molti, e morta lì. Chi vorrà leggerlo lo farà: non sono un piazzista né un critico, e chi non ha capito le ragioni per cui scrivo non le capirà certo nei prossimi 10 minuti. Che i “troll” stiano invadendo la rete mi pare più che evidente, ma – del resto – somigliano al resto del Paese: io, più che troll, li chiamerei: maleducati, diffamatori, superficiali, incompetenti, tout court. Commettono reati che (cfr. GiuSco) non sono in concreto punibili, semplicemente perché sanno come tutelarsi; sono maleducati e privi di buon senso, ma furbi: sono anonimi e non rintracciabili. Come tanti, troppi in questo Paese: la fanno franca. Ho pena di loro, e non aggiungo altro; non ho potere per cambiare una virgola, e non ho più l’energia per credere che cambierà qualcosa. Peggiorerà, invece, perché siamo vicinissimi a toccare il fondo. Se ho deciso di rompere il mio silenzio dopo mesi di assenza dai commenti di chiunque lo faccio per dire: Pierantozzi è una persona di grande competenza, e Rolling Stone è un ottimo giornale, che leggo da anni. Sono molto felice che si siano occupati del mio libro, e porto loro rispetto e stima. Se chi se n’è fatto beffe in modo così puerile e volgare avesse *una briciola* di buon senso chiederebbe scusa: ma non funziona così, in questo sistema di cose. Ed è la ragione per cui, sempre più spesso, ne sto fuori. E sempre più ne starò fuori. Buona continuazione.
GiusCo, stai perdendo un punto a mio avviso fondamentale: ciascuno ha il sacrosanto diritto di scrivere nello stile che gli pare. L’alternativa è obbligare tutti ad iniziare i propri pezzi con il disclaimer: “Questa recensione va in onda in forma ridotta per venire incontro alle vostre capacità mentali”, rubando la gag a Luttazzi, e limitarli a due aggettivi, un voto in cifra, e forse anche il numero delle pagine, così che nessuno debba comprare il libro per poi dire “troppo lungo, non l’ho letto”, come nei commenti di quel post. (Riferito ad un altro commento, ovviamente – bel dibattito, nevvero?) Voglio dire: a qualcuno non piace una recensione? A scelta: ne legga un’altra; legga il libro e scriva la propria; spenga il PC e vada a scommettere in sala corse… ma, come scrive giustissimamente Loredana, non recensisca la recensione, per favore.
Se il libro in questione fosse “ciò che davvero ci interessa”, tutte quelle persone avrebbero aspettato di leggerlo, prima di mettere un voto alla recensione. Mi permetto di dubitare che lo abbiano letto. Quindi, debbo supporre che ciò che davvero interessava loro fosse il trollaggio.
Trovo la censura, in generale, fastidiosa; in particolare, da parte di chi non ha cognizione di causa, insopportabile.
E, tra l’altro, spero che tu voglia almeno dare atto di questo: Pierantozzi ha espresso dei concetti un po’ più complessi della riga che hai proposto. Un bel po’ più complessi. Sfido chiunque, in realtà, a condensarli in uno spazio così limitato, come è una singola pagina di rivista. Peccato, eh, che richiedano uno sforzo intellettuale, da parte del lettore…
Mi aggiungo anch’io, costernata per il racconto fatto da Babsi,peraltro. Facendo un’analisi spicciola, si può constatare che nel mio post gli argomenti erano diversi: oltre al libro di Babsi, un testo di Jenkins che, come già scritto più volte, potrebbe/dovrebbe rifondare la discussione su mezzi, messaggi e tecnologie; un horror di Vichi; un testo politico (meglio, di rabbia politica) dove si dà conto di sentimenti e riflessioni nient’affatto isolati, ultimamente.
Non a caso, è l’attacco a Babsi quello che ha fatto venire l’acquolina al commentatore numero due. Che ne deduciamo, amici e compagni?
Il “cut up bourroghsiano” di cui parla pierantozzi nell’articolo è cosa specifica in letteratura, e non un’espressione sbalorditiva
E per la precisione:
Come ha cominciato a interessarsi alla tecnica dei cut-up?
Un amico americano, Brian Gysin, poeta e pittore, che vive in Europa da trent’anni, è stato – per quanto ne so – il primo a creare cut-up. Una sua poesia composta con questa tecnica, “Minutes to go”, fu trasmessa dalla BBC e poi pubblicata in un pamphlet.
Mi trovavo a Parigi nell’estate del ‘60; dopo la pubblicazione francese de Il pasto nudo. Cominciai a interessarmi alle possibilità che questa tecnica offriva e a sperimentarla io stesso. Naturalmente, se ci si pensa, The Waste Land è stato il primo grande cut-up e Tristan Tzara ne aveva composto qualcuno seguendo gli stessi versi. Dos Passos usò la stessa idea nelle sequenze di The Camera Eye negli Stati Uniti. Sentii che stavo andando nella stessa direzione […]
Che cosa offre al lettore il cut-up che invece la prosa tradizionale non offre?
Qualunque brano di narrativa o immagine poetica viene sottoposto a innumerevoli variazioni, tutte ugualmente interessanti e valide. Una pagina di Rimbaud tagliata e riarrangiata offrirà immagini completamente nuove. Le immagini di Rimbaud – le originali immagini di Rimbaud: ma nuove.
Lei deplora l’accumulo di immagini e allo stesso tempo sembra che ne cerchi di nuove.
Sì, è parte del paradosso di chiunque stia lavorando con le parole e le immagini, e dopotutto questo è quello che fa uno scrittore. E anche un pittore. I cut-up stabiliscono nuovi legami tra le immagini, e di conseguenza espandono la propria gamma di visioni.
_
[ Conrad Knickerbocker, Intervista con William Burroughs. Traduzione italiana di Claudia Gasperini, MinimumFax, Roma 1998, pp. 34-35 ]
A me sembra un articolo splendido.Forse poco adatto a Rolling Stone,ma comunque un gran pezzo
“Pronto polizia, parlano male del mio libro su un sito!”
“PRESTO, TUTTE LE VOLANTI SU INTERNET”
Questo è il mondo in cui vorrebbe vivere pino, e qualcun altro a leggere i commenti postati qui, io direi che, si dai, un po’ di tempo così lo si potrebbe pure vivere. Direi almeno un bel ventennio. Eh?
Consiglio la lettura a Pino e agli amici che soffrono di ipertensione al braccio destro un paio di articoli che potrebbero schiarire loro le idee su molte cose.
Tipo questo scritto nel 1895 da un certo troll di nome Mark Twain, si chiama “Fenimore Cooper’s Literary Offenses” ( http://ww3.telerama.com/~joseph/cooper/cooper.html )ed è una lunga polemica da parte dell’autore de “Le Avventure di Tom Sawyer” contro la persona di Fenimore Cooper (lo scrittore de L’ultimo dei Mohicani) il suo modo di scrivere, chi lo apprezza e i suoi romanzi. Polemica è un eufemismo, lo fa a pezzi. Ed è esilarante il modo in cui lo fa.
“They require that the personages in a tale shall be alive, except in the case of corpses, and that always the reader shall be able to tell the corpses from the others. But this detail has often been overlooked in the “Deerslayer” tale.” Boom, che c’è da aggiungere?
Ma probabilmente Pino manderebbe la polizia postale a casa di Twain se lo pubblicasse oggi. Caspita! Ha espresso una opinione in maniera ironica e, cosa assolutamente non perdonabile, “POCO RISPETTOSA”. Ah, il “poca rispettosa”. Il vero barometro della civilizzazione del popolino di oggi.
Attenzione ad essere “poco rispettosi” perchè poi il bancomat si rifiuta di prendere la vostra carta di credito, e poi è il CAOS NELLE BORSE! ISTERIA DI MASSA! Cani e gatti che vivono insieme! 3 paragrafi di fila di Isabella Santacroce senza una fellatio!
E, pensate un po’, quello sgherro di sest’ordine (pure negli insulti siete così noiosi da far piangere Gesù Bambino) di David Foster Wallace ha scritto pure lui un lungo pezzo nel 1997 ( http://www.ptwi.com/~bobkat/observer1.html ) in cui distrugge Toward the End of Time. Sentite un po’ che dice quel trollone buono a nulla a proposito di John Updike:
“Just a penis with a thesaurus.”
“Has the son of a bitch ever had one unpublished thought?”
“Makes misogyny seem literary the same way Limbaugh makes fascism seem
funny.” ”
E’ SCANDALOSO! Credo che siano almeno 20anni in carcere per l’internet terrorista David Foster Wallace in Pinoanni!
Tutto questo conduce solo ad una onesta razionalizzazione: siete privi di sarcasmo, di ironia e di cinismo. E quando incontrate uno di questi sulla vostra strada lo guardate come un cane guarda un gioco di prestigio con le carte. Questo trasforma le vostre insipide invettive in tristi dialoghi con voi stessi, in cui vi contorcete e vi abbruttite sempre di più nel cercare di apparire scaltri. L’importante per voi è la forma, non il contenuto. Mascherate la semplicità dei vostri concetti e ragionamenti in astrusi, poco eleganti ed inefficienti periodi in cui vi autocompiacete in modo infantile e patetico. A cosa dovete compensare? Invece di misurare peni, misurate la lunghezza delle vostre parole.
A noi non ci impressionate affatto.
Pierantozzi è solo una metonimia di un problema più grande, portato ad esempio per parlare di chi si comporta in questo modo. Babsi Jones non è neanche menzionata una volta in quel post, la sua reazione risulta esilarante e si appresta ad essere satirizzata perchè non è stata provocata da alcunchè. La satira colpisce chiunque si creda superiore agli altri, la sua stessa esistenza è spiegata in questo: colpire chi si sente migliore per riportarlo a terra.
Il problema è che voi “giornalisti” e “scrittori” siete semplicemente obsoleti. Internet ha reso la vostra presenza totalmente irrilevante. La vostra spocchia e le vostre pretese ci fanno ridere. Non avete alcuna credibilità, parlate in modo inappropriato di cose che non conoscete su luoghi che non frequentate a persone a cui non interessa quello che avete da dire. E poi sbattete i piedi per terra quando chi vive quelle cose vi schernisce senza pietà. “Oooh ho una tessera plastificata con su scritto il mio nome e un logo di un ordine dei giornalisti, la mia opinione è importante!” oppure “oooooh ho pubblicato 3 racconti brevi e un libro, ascolta quello che ho da dire!” L’unica vera grande forza di Internet è quella di livellare tutto e di portarlo ad uno stesso livello. Sesso, denaro, esperienze, conoscenza fanno parte solo di un unico ground zero in cui tutti ci ritroviamo. Quello che conta è quello che hai da dire. Ed è evidente da come vi comportante che questo, per chi ha goduto di immotivati privilegi sociali per anni, non vi va giù. L’unica utilità che vi rimane sta nel farci ridere alle vostre gaffè, alle vostre reazioni inappropriate.
Perchè semplicemente non riuscite ad accettare questo semplice e limpido fatto: a qualcuno la fuori non frega un cazzo di quello che pensate.
Vi ci vorrebbe una generazione di Hunter Thompson, H. L. Mencken, Kurt Vonnegut, Tom Wolfe e PJ O’Rourke per prendervi a calci fuori dalle pagine dei miei quotidiani. Fuori dalle mie librerie. Anche se credo che sia ormai troppo tardi.
Che triste vedere un Dio senza discepoli.
Siamo alle solite. E’ l’italia hippie che vuole tutto facile, tutto commestibile, tutto pornoromantico. Tutti bravi a dire “E’ un pezzo difficile, non si capisce…” e nessuno che dica “Adesso prendo il vocabolario e cerco questa parola qua, adesso vedo cos’è un cut up o chi ha scritto, e perché, la Nuova Mimesis.
Ragazzi, di cosa stiamo parlando? Cosa vogliamo?
ben vengano, libri così. Se il ventenne pierantozzi non fosse persona in gamba e colta quale è, in tutta evidenza non scriverebbe su rolling stone, non avrebbe speciali di 5 pagine su panorama, non pubblicherebbe romanzi di 1000 pagine nei supercoralli einaudi. Se Babsi Jones non fosse la scrittrice brava che è, non avrebbe speciali su rolling stone in cui è trattata seriamente perché ha portato a termine un libro bello e serio!
Non ho mai letto nulla di Pierantozzi, se non l’articolo in questione (ma il mio giudizio è falsato dall’affetto che provo per Babsi). Quello che so, però, è che del suo romanzo me ne ha parlato entusiasticamente Marcello Fois. Mica “pizza e fichi”!
Sul suddetto blog poi, ci ho pure fatto un giro. Se, per assurdo, prescindessi dal post, ho pure letto commenti davvero divertenti, fatti da gente che ha senso dell’umorismo. Però il post è imprescindibile: non si dà della puttana a qualcuno così per sport. E’ arrogante, volgare e (soprattutto) maschilista. Solo quello, semplicemente quella parola, svilisce e manda tutto il resto nella spazzatura mediatica.
A Babsi – glielo dissi in privato e glielo ripeto in pubblico – dico solo: calma. Non ne vale la pena. Purtroppo è solo l’inizio, fatti il callo, sul callo che hai già. E ti abbraccio.
Cara Lipperini, infatti più che le questioni letterarie a me ha colpito moltissimo proprio il link al testo di Giap, vi spira effettivamente un venticello di quella folle rabbia che sta scompigliando le file del csx, spaccandolo in due campi: i traditori (la”ex-sinistra”) e gli ancora puri. L’episodio dei lavavetri, al di là del fatto in sé, sembra servire da auto da fé che separa (finalmente !) i peccatori dai virtuosi. Come negli auto da fé, è principalmente la follia e l’intolleranza che dominano la scena, i condannati coi berretti da somaro, gli inquisitori col cappuccio, il rogo finale, di interventi della ragione nemmeno l’ombra.
Ma già, probabilmente per l’uso della ragione forse occorrerebbero i famosi “moderati” (di cui viene negata l’esistenza assimilandoli ai destri): cos’è infatti un moderato se non un tizio che pratica il dubbio ? Che per sapere dove stia il torto e la ragione ha bisogno di pensarci su, analizzare i fatti e non ha in tasca verità assolute ? Al contrario dell’estremista che invece sa sempre tutto fin dall’inizio.
Certo, il fatto dei lavavetri sembra fatto apposta: “T’abbiamo stanato finalmente borghesuccio di m…! Ti dicevi di SINISTRA, ma quel che t’importa davvero sono i quattrini e i tuoi porci comodi e dei poveracci te ne freghi, anzi LI ODI e LI TEMI !” e giù il resto delle grossolane invettive di solito riservate alla destra, che soddisfazione poterle finalmente scagliare sui malsopportati compagni di strada sedicenti di csx, che si scopre finalmente essere quelli che abbiamo sempre sospettato: “omuncoli” e traditori. I processi proletari non finiscono mai.
>Sul suddetto blog poi, ci ho pure fatto un giro. Se, per assurdo, prescindessi dal post, ho pure letto commenti davvero divertenti, fatti da gente che ha senso dell’umorismo. Però il post è imprescindibile: non si dà della puttana a qualcuno così per sport. E’ arrogante, volgare e (soprattutto) maschilista. Solo quello, semplicemente quella parola, svilisce e manda tutto il resto nella spazzatura mediatica.
http://www.urbandictionary.com/define.php?term=attention+whore
avevo scritto di più… aprite quel link.
Certe volte a leggervi mi cadono le braccia, però… Se siete su internet, almeno informatevi correttamente.
Veramente, i WuMing non le scrivono certo da oggi queste cose di DS, compagnia e campagne securitarie varie… Sui CPT istituiti dalle legge Turco-Napolitano del primo centrosinistra hanno scritto cose dure e a mio parere condivisibilissime. Inoltre nell’attuale politichese italiano a me non pare affatto che per “moderati” si intendano “coloro che praticano il dubbio”. Vorrei infatti sapere quale illuministico “dubbio” vi sarebbe mai nella condanna collettiva a priori di un’intera categoria di poveracci (i lavavetri) per via dell’agire di pochi (pochi anche a detta dello stesso Cioni Graziano, assessore della mia città) delinquenti, per mezzo di un’ordinanza che giuristi e magistrati hanno già giudicato non solo vessatoria ma anche inutile e anticostituzionale (“una cialtronata”, a detta di Giovanni Palombarini). La sinistra non doveva avere come stella polare la “questione sociale”? Nella cultura del nascente PD mi sembra che la questione sociale sia del tutto assente, completamente sostituita da astratte apologie delle “regole”, che poi valgono solo per gli ultimi mentre la nazione è divorata da grandi clan criminali che al Sud proprio in certi partiti del centrosinistra (e da oggi anime del PD) hanno i loro referenti.
avete vinto un mese di banner “grandiviaggi su internet, 24 ore in compagnia dei siti più radicalkitsch dello stivale”. E’ un cut up letterale da diverse pagine di Giardinaggio Pensile Oggi di questa settimana.
***Il problema è che voi “giornalisti” e “scrittori” siete semplicemente obsoleti. Internet ha reso la vostra presenza totalmente irrilevante. La vostra spocchia e le vostre pretese ci fanno ridere. Non avete alcuna credibilità, parlate in modo inappropriato di cose che non conoscete su luoghi che non frequentate a persone a cui non interessa quello che avete da dire. E poi sbattete i piedi per terra quando chi vive quelle cose vi schernisce senza pietà.
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Perchè semplicemente non riuscite ad accettare questo semplice e limpido fatto: a molti, là fuori, non frega un cazzo di quello che pensate.
Vi ci vorrebbe una generazione di Hunter Thompson, H. L. Mencken, Kurt Vonnegut, Tom Wolfe e PJ O’Rourke per prendervi a calci fuori dalle pagine dei miei quotidiani. Fuori dalle mie librerie. Anche se credo che sia ormai troppo tardi.
Che triste vedere un Dio senza discepoli.****
da http://www.7yearwinter.com/
e auguri eh
V
Uno scrittore – o gruppo di scrittori – lontano da ogni partito dell’attuale scena politica (ivi compresi quelli che tutti chiamano della “sinistra radicale”) e privo di qualunque rappresentanza, spinto dall’angoscia e dal disgusto, adotta la forma letteraria dell’invettiva, e lo accusano di fare “processi proletari” e di gridare ai “traditori”. Ma per chiamare qualcuno “traditore” occorre esserne stato l’alleato, o l’amico: noi non siamo mai stati alleati né simpatizzanti né amici delle forze che oggi formano il partito democratico, forza che erediterà e sintetizzerà il peggio delle tradizioni che vi confluiscono.
Sulla questione dell’inesistenza dei “moderati”, mi dispiace ma Nautilus sbaglia completamente il riferimento. A sostenere la fine del mito del “centro” politico (con conseguente “rincorsa” verso di esso) e dei “moderati” sono oggi alcuni think tanks vicini al partito democratico (stavolta quello vero, quello americano), come il Rockridge Institute dell’Università di Berkeley. Il dibattito e la contesa politica non si sviluppano lungo uno spettro di posizioni lineare, il “centro” non c’è, i “moderati” nemmeno, e non per via di una crassa equivalenza moderati = destri, ma perché *nessuno è un moderato*, inteso come persona la cui posizione su ciascun tema equivalga al giusto mezzo. Quello che per tanti anni è stato scambiato per “centro” dello schieramento politico, zona da conquistare annacquando i propri enunciati, è in realtà abitato da cittadini “bi-concettuali”, cioè che hanno opinioni progressiste su certi temi (es. i diritti civili) e opinioni conservatrici su altri (es. la politica estera). Un “bi-concettuale” può essere contro le privatizzazioni e al contempo contro l’aborto. La soluzione non è correre dalla sinistra al centro, autentico sport nazionale italico, bensì parlare ai bi-concettuali allo stesso modo in cui parli alla tua base, cioè senza annacquare, senza sfumare, rivolgendoti alla parte progressista della loro personalità politica.
Purtroppo in Italia il dibattito è indietro di almeno quindici anni. Qui si prende ancora come esempio positivo la “tolleranza zero” di Rudolph Giuliani, che negli USA una sinistra non certo radicale o estrema ha ampiamente decostruito e smitizzato. In realtà a New York e in tutti gli USA i reati erano già in calo prima che Giuliani diventasse sindaco. Giuliani si è limitato a sfruttare mediaticamente un processo che aveva ben poco a che fare con le sue iniziative, tanto strombazzate ma ben lungi dall’avere qualunque sostanza.
Come vedete dagli esempi, io rimango pervicacemente filo-americano nella mia ispirazione. Che mi si possa scambiare per uno stalinista che fa i processi proletari rafforza la mia/nostra convinzione: l’Italia è un triste ghetto dove l’aria è viziata.
ah, è già cominciato il funerale e non sono stato invitato?
siete tutti pronti a stringervi intorno alla vostra pseudo elite, che è tutto fuorchè individuale, poichè mira a fare della cultura e della letteratura un linguaggio incomprensibile, così che possiate sempre e ancora elevarvi a status sociali sempre più alti, senza rendervi conto che vi state solo gonfiando di aria fritta.
leggetevi dante che nella stessa opera sa scrivere
“ma già volgeva il mio disìo e il velle,
sì come rota ch’igualmente è mossa,
l’Amor che move il sole e l’altre stelle”
e
“vidi un col capo sì di merda lordo”
e imparate quello che è la letteratura.
l’arte non sta morendo per il disinteresse generale delle persone verso di essa, ormai votate completamente a media più immediati e pratici come la televisione, ma per il comportamento di certi “artisti” che non sanno fare altro che scavarsi la propria nicchia, e dall’interno di essa darsi delle arie fino a gonfiarsi e soffocare nella nicchia stessa.
lascio l’email se magari qualcuno volesse insultare questo povero ignorante
shatteredwings@hotmail.it
uddio! ho scritto “individuale” invece che “Intellettuale” 0_0
è mattina presto anche per me
Rispondo a Bucknasty, il cui commento era finito in moderazione, e me ne scuso, a mia insaputa.
In particolare, mi interessa questo punto:
“Il problema è che voi “giornalisti” e “scrittori” siete semplicemente obsoleti. Internet ha reso la vostra presenza totalmente irrilevante. La vostra spocchia e le vostre pretese ci fanno ridere. Non avete alcuna credibilità, parlate in modo inappropriato di cose che non conoscete su luoghi che non frequentate a persone a cui non interessa quello che avete da dire. E poi sbattete i piedi per terra quando chi vive quelle cose vi schernisce senza pietà. “Oooh ho una tessera plastificata con su scritto il mio nome e un logo di un ordine dei giornalisti, la mia opinione è importante!” oppure “oooooh ho pubblicato 3 racconti brevi e un libro, ascolta quello che ho da dire!” L’unica vera grande forza di Internet è quella di livellare tutto e di portarlo ad uno stesso livello. Sesso, denaro, esperienze, conoscenza fanno parte solo di un unico ground zero in cui tutti ci ritroviamo. Quello che conta è quello che hai da dire”.
Bene. Vediamo cosa hanno da dire i commentatori del blog non da me tirato in ballo in questo contesto (personalmente, l’avrei ignorato molto volentieri) nel post relativo a Babsi:
tra l’altro ha veramente una gran faccia da culo… Con quello sguardo da saccente poi…
se fossi il padre di due gemelli y, non li toccherei neanche con il pene di Pierantozzi.
Ma moccizzami staminchia và…
bàbsi hà la sàbbia nèlla vàgina. e ànche quèl tìpo lì sòpra…
così ad occhio potresti dare l’impressione di essere il frutto di un’orgia tra Sgarbi, Melissa P e Pasquale del grande Fratello
Forse PUTTANELLA IN CERCA DI NOTORIETA’ non rende bene l’idea…però scritto in maiuscolo da una certa soddisfazione.
Mi fermo, probabilmente non avendo compreso l’ironia che viene orgogliosamente rivendicata.
La cosa divertente è che,nei commenti al post di oggi, dove prevedibilmente si dà degli infami a tutti noi, si dice:
“Next step: organizzare la caccia a questa gente su internet, nelle occasioni in pubblico in cuisi presentano, colpire i loro simboli dai più palesemente spocchiosi ai più palesemente spocchiosi, stanarla dai loro salotti virtuali e costringerla a parlare del reale”.
Bene, cari. Se il vostro reale è coprire di merda una persona di cui NON avete ancora letto il libro in questione, se questo è quel che avete da dire, e se dunque questo è “quello che conta”, credo che non ci sia molto da aggiungere.
Io sono per la totale libertà.
Scriva chi cazzo vuole e ciò che vuole.
Ma io DEVO far sapere a un perfetto incapace quanto sia un incapace.
E DEVO cercare di convincere gli atri di quanto incapace sia.
Questo perche prima o poi SMETTA DEFINITIVAMENTE DI SCRIVERE.
E lasci spazio a chi ha qualcosa di meglio da dire.
Ah, una cosina per MarcoM.
Pierantozzi bravo perchè pubblica libri di 1000 pagine?
NO
Atri?
Ok. Smetti definitivamente di scrivere, solla.
Sbagliato, dovevi darmi dell’incapace.
Così ti farai dare del fascista!
Ma non vi vergognate di esser tutti qui a giocare al circolo culturale di Oxford e di comportarvi come idioti?
cara Loredana,
concéntrati sulla risposta limpida e cristallina di Bucknasty, invece di fare cut-up borroughsiani dei commenti del popolino di 7yearwinter che dimostrano palesemente un certo horror vacui. Da parte di chi lo lascio scoprire a te.
Il problema come messo in luce dallo stesso Bucknasty è ben più articolato e non trova risposta in un “se non avete letto il libro non potete criticare gnè gnè”.
Due domande (una in realtà) per la Lipperini.
Tutto questo clamore intorno al commento di Bucknasty e alle risposte dei frequentatori di QUEL blog a cosa realmente è dovuto?
E’ la masturbazione del masochista davanti a chi lo sta insultando o solo una richiesta di attenzione?
Mi ricordate tanto un professore che dava i voti nei temi in base alla lunghezza, ogni facciata in più un punto in più.
Da quando la letteratura si misura in lunghezza delle parole? E se oltre che lunga è sconosciuta al 98% degli spettatori del tg5 ha un bonus “x2”?
Questo modus vivendi è quantomai oggetto del mio disprezzo e della mia derisione, sembra portarsi scritto addosso “non ho abbastanza personalità per crearmi una cultura, quindi mi creo un idolo pieno di parolone e mi ci nascondo dietro. contenuto? what?”. Un po’ come le donne che si stringevano nei busti fino a rischiare lo svenimento pur di apparire col vitino di vespa. E sottolineo apparire.
La vostra poca dimestichezza coi contenuti si manifesta nella vostra finta indignazione per la presenza di una parola, una sola parola, per altro travisata completamente nel suo significato: whore.
Oddio! Ha detto ‘puttana’! Scandalo! Maschilismo! Sdegno! Offesa!
Il vero punto cardine è invece questo “Perciò dove trionfa l’antilingua – l’italiano di chi non sa dire “ho fatto” ma deve dire “ho effettuato” – la lingua viene uccisa.”
Ma sono certo non capirete, così come quando dai del razzista a un fascista, la risposta non sarà mai “è vero.” ma “ti cito per diffamazione. eppoi io ho anche degli amici ebrei”.
Solla, non sono stata io a segnalare qui Bucknasty. Ripeto, ne avrei fatto molto volentieri a meno. E mi pare che la richiesta di attenzione non venga certo da me.
Gara. Mi sembrava che la pratica del cut-up risultasse coerente con la diatriba, o sbaglio? Comunque ribadisco: tutto parte dalla recensione ad un libro che non è ancora uscito. Qual è la tematica fondamentale che mi è sfuggita? La nuova ondata di blogger che ci travolgerà sostenendo che la parola “puttana” è trasgressiva, artistica, alternativa, liberatoria etc.etc.? Wow.
Lipperini e altri: ma perché non imparate a leggere? L’oggetto del post incriminato è Pierantozzi, o come cavolo si chiama. BJ vi è citata en passant e non si parla mai del suo libro, che nemmeno è uscito. Prima di farvi scattare il riflesso condizionato, rileggete bene e piantatela di arrampicarvi sugli specchi. La sostanza di quel post e del successivo è chiara. Nel caso difendete il povero Pierantozzi dalle critiche, non BJ (che si è messa nei guai da sola dopo aver postato un commento spocchioso e privo del minimo sindacale di ironia).
Poi una che è vissuta in uno squat a Londra per anni dovrebbe aver chiaro cosa significa “attention whore” in quel contesto. Crescete, dai.
ancora una volta mi chiedo come siamo potuti diventare un paese di texani di metà 800,peraltro di una truzzagine sterminata.Forse qualche cardinale potrebbe fornirci uno straccio di spiegazione(o perlomeno una scusa del cazzo)
“Se il ventenne pierantozzi non fosse persona in gamba e colta quale è, in tutta evidenza non scriverebbe su rolling stone, non avrebbe speciali di 5 pagine su panorama, non pubblicherebbe romanzi di 1000 pagine nei supercoralli einaudi. Se Babsi Jones non fosse la scrittrice brava che è, non avrebbe speciali su rolling stone in cui è trattata seriamente perché ha portato a termine un libro bello e serio!”
Questa cosa, fra tutte quelle che ho letto, mi ha fatto rabbrividire.
E potrei scrivere pagine e pagine, armarmi di dizionario dei sinonimi, di enciclopedia e wikipedia, ed imitare il vostro stile rendendomi inintelliggibile al 98% degli italiani, magari per fare un passo avanti e diventar famoso crittare tutto in RSA 640 e spiegarvi il perchè. ma son sicuro che siate talmente illuminati da poterci arrivare da soli.
Per la legge del reductio ad hitlerum, dirò scontatamente che se Hitler non fosse stato la persona colta e in gamba che era, non avrebbe avuto schiere di migliaia di uomini al suo servizio che portavano a termine un progetto bello e serio come il suo!
Cari, posto che il cut-up che ho riportato si riferiva a Babsi inequivocabilmente, pensate che faccia la differenza il tiro al Pierantozzi? Non vi piace come scrive? perfetto. ditelo. Ma tra la critica e il tirare in ballo infanzia, vita sessuale, particolari anatomici del criticato c’è un po’ di differenza.
Attendo con ansia la rivoluzione linguistica, intellettuale e letteraria che promettete. Fino a quel momento, però, permettetemi di trovare infantili e noiose le premesse.
E chiusa qui, per quanto mi riguarda.