MITI D’OGGI (MA PROPRIO DI OGGI)

Sono accadute molte cose, in queste settimane di sospensione, e certo non ha senso riassumerle tutte. Forse la più importante, e purtroppo non nuova da due anni a questa parte, è l’aggravarsi della dicotomia. Di qua o di là, senza mediazioni. Chi non è con me, eccetera. Vale per tutto: vaccinazioni o non vaccinazioni, schwa o non schwa, vale per la letteratura, la politica, per ogni momento della nostra vita sociale, che in molti punti coincide con la nostra vita social, al momento. Ripesco per la terza volta il David Foster Wallace di vent’anni fa:

“È tutto diventato come Zinn o Chomsky, ma senza quell’immenso corpo di dati concreti a sostegno dei loro sermoni. Non ci sono più dibattiti (o “dialoghi”) complessi, caotici, estesi a un’intera comunità; si tratta adesso di discorsi politici fatti in maniera stereotipata in cui si predica al proprio coretto e si demonizza l’opposizione. Tutto è inesorabilmente bianco o nero. Siccome la verità è molto, molto, più “grigia” e complicata di quanto un’ideologia possa comprendere, tutta la situazione mi sembra non soltanto stupida, ma stupefacente”.

 

Ora, varrebbe la pena di leggere il libro di Stefano Bartezzaghi, “Senza distinzione”, che è uscito per People. Grazie alla semiotica, e grazie a Stefano, possiamo almeno avvicinarci a qualcosa che mi interessa molto, che ho provato a tirare in ballo in una discussione alquanto focosa sull’astrologia (e su cui tornerò a tempo debito e nel luogo opportuno). Mi limito a postare questo passaggio:

“L’astrologia ci dice che i nati sotto il segno della Bilancia hanno il senso della giustizia e i nati sotto il segno dell’Ariete sono caparbi. Il sapere scientifico (astronomico, psicologico) ci dice che il discorso astrologico è infondato. La nostra esperienza ci fa incontrare persone nate sotto il segno della Bilancia che non sono eque e magari sono caparbie e persone nate sotto il segno dell’Ariete che sono magari eque ma non caparbie. Come valuteremo la mancata coincidenza fra ciò che ci hanno detto dei segni zodiacali e ciò che appuriamo in queste persone? Non c’è un modo univoco per risolvere la dissonanza. A seconda di come, nel forum individuale, si combinano i dati forniti dalle tre forme (e fonti e forze) di conoscenza, una persona potrebbe anzi ricavare convinzioni opposte. È possibile convincersi che il discorso astrologico sia effettivamente un cumulo insensato di fandonie suggestive; ma è anche possibile concludere, all’opposto, che i casi contraddittori siano meritevoli di approfondimenti, da cui magari deriverà che il caparbio della Bilancia ha l’ascendente in Ariete, o simili. Avete del resto mai visto qualche sostenitore dell’astrologia cambiare idea dopo aver ascoltato una confutazione?
La nostra esperienza (prima fonte) troverà un suo modo di combinare i dati a lei offerti dal discorso astrologico (seconda fonte) e dal discorso scientifico (terza fonte). Solo quest’ultimo obbedisce al principio di non contraddizione; la seconda fonte, ovvero la tradizione e il sentito dire a cui afferisce il discorso astrologico, ammette il mito; il mito ammette aporie e contraddizioni”.

Ora, quel che interessa me è proprio il mito. E non da oggi: perché pensare di poterne fare a meno (e non solo in letteratura, ma nelle nostre vite, private e pubbliche) è non solo un’illusione, ma qualcosa di nocivo. Anche perché, mi permetto di aggiungere, senza quelle aporie e contraddizioni di cui parla Bartezzaghi, saremmo ben poco.
Ne riparliamo. Anche perché, a differenza di quanto si riteneva fino a non molti anni fa, il mito non è “a destra”. Non ordina: suscita esattamente quei dubbi che ci sono necessari.

Un pensiero su “MITI D’OGGI (MA PROPRIO DI OGGI)

  1. Eppure molta parte del marketing moderno (che pesca a piene mani dal mito e dalle religioni) sembrerebbe affermare il contrario, cioè che i miti ci siano e per il loro semplice esserci finiscano con l’ordinare le nostre vite: il meccanismo perverso dei Social -che molta responsabilità hanno nella dicotomizzazione/semplificazione di cui scrivi- parrebbe attingere da lì. Ho letto persino che l’imminente avvento dell’intelligenza artificiale ad uso esteso potrebbe esasperare questi meccanismi introducendo ulteriori distanze tra pochissimi esperti di questo nuovo “ecosistema” e una massa di fruitori passivi. Non è chiaro invece che fine faranno coloro che ne resteranno fuori per scelta o per necessità… Sono convinto anch’io che la semiotica ci aiuterà, ma non sottovalutiamo l’uso distorto che se ne fa e se ne potrebbe fare ancor più in futuro nonché l’ormai prepotente prevaricazione del percepito sul ragionato.

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