MONTAGGI E SMONTAGGI

Iw_dragon_vs_fighter_plane Ovvero, un po’ di questioni interessanti da segnalare.

Sul quotidiano di oggi, lunga intervista di Antonio Gnoli a Edoardo Sanguineti (non on line). Argomento, il racconto del Novecento che occuperà una performance di cinque giorni (12-16 dicembre) a Bologna. Titolo: Ritratto del Novecento, un secolo interminabile. Ovvero, dice Sanguineti, «Un gioco dentro il quale accanto ai rovesciamenti ci saranno le associazioni filosofiche, scientifiche, letterarie, artistiche. Il secolo sarà un grande mosaico composto da cento tessere» fatte di testi letterari, teatrali, poetici, scientifici, filosofici, più “documenti visivi” (quadri, fotografie, filmati) e musicali (da Strawinsky e Schönberg fino al jazz, al rock e al punk).

Domanda di Gnoli su quando datare la modernità. Risposta di Sanguineti:

«Baudelaire e Manet sanno di essere moderni. Lo sa Flaubert. Manet è emarginato. Baudelaire e Flaubert sono considerati immorali, nel senso del costume artistico. il loro modo di scrivere non corrisponde più alla vecchia idea del narrare».
E qual è la nuova?
«Pensi alla coppia Bouvard e Pécuchet. Loro fanno crollare la vecchia impalcatura narrativa, ci si avvia al lavoro di montaggio. È un collage apparentemente bizzarro. Quando Leo Spitzer osserva che si è passati dalla numerazione ordinata a quella caotica sta pensando al modo diverso in cui la modernità comincia a narrare. Dalla Bibbia alle teogonie, ai poemi, vediamo che l´enumerazione è un principio che sorregge l´ordine del mondo. Come nasce la terra? Come nasce l´uomo? La genealogia di Gesù o il catalogo delle navi nell´Iliade, sono enumerazioni ordinate. mentre le enumerazioni moderne sono un caos. E questo che genera il montaggio: l´ordine delle cose come disordine».

In tema di montaggi, disordini e deviazioni: esce un’antologia di alternative history (o ucronia, o what if, se preferite): Si chiama Se l’Italia, è a cura di Gianfranco De Turris, la pubblica Vallecchi.

In tema di ordine e disordine, un post  da meditare, e in futuro da riprendere, di Lucio Angelini.

42 pensieri su “MONTAGGI E SMONTAGGI

  1. Sarebbe interessante sapere cosa pensa Sanguineti della coincidenza del montaggio letterario con quello esistenziale. Mi riferisco a quanto sostiene Ballard quando parla di “catena di montaggio del lavoro cognitivo”, per esempio.

  2. “Per chi fosse interessato si può ascoltare Idomeneo di Mozart in diretta dalla Scala su Radio Tre alle 18.”
    Grazie
    @ Loredana: una nota a margine (riguardo le parole di Sanguineti), probabilmente ovvia: la modernità, tranne qualche raro caso (ad esempio alcune sette, e in ciò la differenza rispetto ai pitagorici è minima) si caratterizza per la resa di fronte alla necessità di una “cosmogonia perfetta e rotonda”, un ordine delle cose dato una volta per tutte (o: una insieme di regole per l’ordine delle cose). Non esiste l’ordine in nessuna delle forme in cui la tradizione ha sottoposto il mondo dei fatti a interrogazione logica.
    (Non esiste una corrispondenza biunivoca tra linguaggio e mondo, non esiste una descrizione fisica del mondo che possa prescindere dall’osservatore, non esiste una biologia che non debba tener conto di fenomeni come l’autopoiesi, per quanto io non ami Maturana: ha ragione da vendere; non esiste neppure un armonia prestabilita da un punto di vista musicale, sebbene sia comodo credere che solo gli accordi da manuale possano generare qualcosa che non sia rumore).
    OT ma non troppo…

  3. @ Loredana. Sì, in effetti il pensiero debole vuole essere un pensiero di “questo mondo”, e un minimo di buon senso implica la presa di coscienza del fatto che non c’è ordine così come lo si è sempre cercato. Il pensiero debole non ha altra possibilità che quella di essere realista (anzi, è per questo suo realismo elementare che lo si può dire “debole”). Sono vari i motivi per cercare un “ordine delle cose”, ma credo che il principale sia di ordine strettamente etico/morale: la stabilità dei valori, anche una stabilità incerta.
    E’ ovvio che dal pensiero debole i valori assoluti ricevano un brutto colpo, ma a questo punto cambierei discorso e locuzione, perché si tratta, più che di un’ennesima mannaia, di un burocratico atto di morte che passa per il sessantotto e per gli anni recenti: ma anche per i secoli precedenti.
    Va molto di moda il “pensiero complesso”, lo dico senza ironia nei confronti di Edgar Morin: è rischioso* ma plausibile, perché non cerca di sistemare le carte in modo da vincere una partita finta, la partita dei valori assoluti: i valori assoluti implicano sempre una serie di postulati completamente inaccettabili, anche quando sono dedotti e non solo affermati. Un esempio: la Chiesa Cattolica si sta affannando molto, in tema di bioetica, per dedurre l’indeducibile, che la vita sia un valore assoluto, oppure che la vita umana sia un valore assoluto, et cetera: strada facendo, si scopre che “vita umana” è un concetto tutt’altro che chiaro.
    Sono così legato all’esistenzialismo (e, va precisato, non si drizzi l’indice contro Sartre o qualcun altro, perché parlo a ragion veduta di un’idea e non di un uomo) perché il crollo delle cosmogonie, il pacifico vacillare dei valori assoluti, lascia tutta la libertà all’uomo e non lo priva di niente. Chi si getta contro il relativismo morale dichiarando la “catastrofe avvenuta” non ha capito un bel niente. Il relativismo morale è il pane intellettuale di questi decenni, dalla letteratura alla filosofia: rimette la libertà completamente in mano all’uomo, e con la libertà le decisioni. Il relativismo morale, ancora, è l’unica possibilità per evitare lo scontro tra culture (sebbene mi stia accorgendo di persona quanto possa essere complicato evitare un tale scontro).
    Il pensiero debole aveva una ragione per esplorare il disordine? La stessa che aveva Cristoforo Colombo (o Ferdinando Magellano) per cercare di raggiungere le Indie facendo il giro del mondo: e per strada incontrò quella che sarebbe stata l’America. Non poteva fare altro, e faceva ciò che ogni viaggiatore inconsapevole aveva sempre fatto. Non avrebbe potuto mai viaggiare in linea retta…e nessuno lo aveva mai fatto.
    Lo stesso discorso vale per il pensiero debole (che, incidentalmente, nella versione di Vattimo, prende le mosse dalla “differenza ontologica”). Si è sempre pensato allo stesso modo, in un certo senso.
    * Il pensiero complesso, in effetti, si presta bene com “appendiabiti”, come si dice in gergo: ci si può attaccare ciò che si vuole, per questo è rischioso.

  4. stamattina 7 dicembre, vigilia dell’immacolata, me la devo segnare.
    Sono costretta a fare una cosa che NON avrei mai creduto possibile:-).
    Sono costretta a fare i complimenti a LUCIO ANGELINI (e per giunta segnalato dalla lippa;-).
    Ma guarda te cosa mi tocca fare?
    Bravo lucio hai fatto un post che mi salverò, quello sulla censura veramente godibilissimo in tutti e due i tempi storici. BRAVO!
    Invece ho qualcosa da ridire sul post precedente, il lbro di Lucarelli è un libro interessante (tra l’altro parla, dentro la finzione, di episodi realmente accaduti anche se non a Ponza ma ad Ustica).
    E’ un vero libro giallo storico;-).
    Angelini però la rece di P Bianchi non è affatto mitica, ma sgradevole e cialtroncella e profondamente ignorante della storia e di conseguenza fastidiosamente presuntuosa.
    Dice il “mitico” recensore con la spokkia del superdocumentato: “implausibile, ebrei ante 38 simpatizzavano regime”.
    Posso sapere da dove prende questa beota certezza storica, in stile telegrafico?
    Che qualche ebreo abbia simpatizzato con mussolini è certo (all’inizio ci fu anche un tentativo di accordo fra fascismo e movimento sionista), ma che tutti gli ebrei lo abbiano fatto è la più grossa bestialità che io abbia mai sentito dire.
    Anzi gli ebrei, che hanno maturato nei secoli antenne particolari, sia in italia che in germania, furono i primissimi a capire benissimo dove si sarebbe andati a finire. E lo capirono quando gli altri cantavano ancora come cicale sul ramo.
    Il “mitico” P.Bianchi non ha mai sentito nominare (giusto per ricordare solo i più famosi) Carlo e Nello Rosselli, intellettuali di ricca famiglia ebraica, costretti, per onestà intellettuale ed etica, a sputtanarsi carriera e altro e diventare oppositori. Ambedue furono confinati gia dal 1927 (e soggetti ad atti di teppismo squadrista già dal 1925?), a parte il fatto che poi furono uccisi dal regime fascista (per mano di sicari terroristi) prima del 1938.
    E tutti gli ebrei, comunisti, socialisti, repubblicani, che riempirono le isole di confino o che andarono subito esuli? e quelli che andarono poi a combattere in Spagna nel 36, erano forse dalla parte del fascismo? ma non diciamo cazzate giusto per cazzeggiare;-).
    A me spaventano un po’ queste affermazioni fatte in rete alla io boja, ma con il piglio dello storico attendibile. Sono i veri pericoli che infestano la rete. La rete non è solo entusiasmo beota di un ottimismo presentista, è anche un grosso pericolo se non si sanno sviluppare adeguate antenne.
    ( e te pareva se riuscivo a limitarmi ai complmenti?)
    georgia

  5. Sul pensiero debole e sul disordine, vale anche se in diverso contesto il commento di Girolamo ieri che citava il flaneur secondo Bauman.

  6. è un solecismo semantico (se mi passi il termine non esatto), quando si è indignati capita 🙂
    ci sono antenne recenti acerbe e antenne antiche mature:-), Si, capisco che a uno che dice ohibò sarebbe suonato più familare “sviluppato” 😉
    geo

  7. Georgia, p.bianchi va preso così com’è. Io stesso ho avuto vari diverbi con lui, che non appartiene certo alla mia area politica. Si tratta di una persona onestissima e professionalmente egregia (è medico). Il suo cazzeggio letterario è ***unico***. Ogni qualche mese ci scriviamo:-). Gli segnalerò le tue obiezioni.

  8. “Sul pensiero debole e sul disordine, vale anche se in diverso contesto il commento di Girolamo ieri che citava il flaneur secondo Bauman.”
    Vado a cercarlo, ieri ero molto distratto (e oggi non meno)

  9. non so cosa sei, a me sembri solo un po’ grullo a volte (e grullo non è termine particolarmente marcato), sei così grullo che per una battuta salteresti anche il pranzo (ma a volte fai passare l’appetito anche a me).
    Ad ogni modo per essere adeguatamene nel presente (come ami fare) mettici anche islamico (visto che al momento sono i più tartassati) alla tua serie di termini vittimistici.
    Ad ogni modo quando sei bravo te lo devo dire e questa è la terza volta :-)) (spero che tu tenga il conto chè quando arriveremo alla tombola ci saranno ricchi premi per totti)

  10. Ivan, eri distratto forte, visto che mi hai anche risposto 🙂
    Sottoscrivo almeno il 90% del post di Ivan, forse sono meno indulgente verso il pensiero debole, che non mi è mai piaciuto, ma riconosco che all’epoca una qualche ragione l’ha avuta. Se ieri indicavo Baumann non è solo perché è la mia lettura del momento, è perché il relativismo va compreso ed esperito, altro che ratzinger & co. (ma la crociata contro il relativismo era partita con wojtila, enciclica fides et ratio). il relativismo comporta un’assunzione di responsabilità fortissima, proprio perché i valori vanno costruiti giorno per giorno, direi secondo un’asse Nietzsche-Camus-Baumann. Su questo il pensiero debole mi sembrava un po’ spuntato, ma oggi mi sta bene anche vattimo come compagno di strada. Su questo molto bello l’intervento di Rodotà su repubblica di ieri.
    @ Lisa
    De Turris è un personaggio odioso sotto molti aspetti, ma per la diffusione della fantascienza e del fantasy ha molti meriti. Non c’è nessuno da sdoganare: non è mica un’antologia di Evola quella segnalata da Loredana. E comunque De Turris (ripeto: un fascista odioso) i libri di cui parla li ha letti davvero (aggiungo: è stato il primo a portare in Italia Cioran, e le sue introduzioni non erano affatto cattive: diamo del fascista anche a Cioran?).

  11. Girolamo, infatti: “il relativismo comporta un’assunzione di responsabilità fortissima”. Ho come la sensazione che si tenda, negli ultimi tempi, ad attribuirgli l’esatto contrario.

  12. Son d’accordo con quanto ha espresso Girolamo circa De Turris: sarà pure personaggio della “destra”, ma ciò non fa di lui uno che non sappia. Ha grossi meriti per la sf, il fantasy, l’horror, ecc. ecc.
    Poi, aggiungo: trovo stupido non leggere gli autori di destra, i critici di destra; la cultura la fa e la destra e la sinistra. Se si dovesse pensare che solo una fazione politica sia portatrice di cultura, saremmo davvero messi male.

  13. @ Girolamo: non mi ero pronunciato, infatti, riguardo la mia fiducia nei confronti del pensiero debole, perché con la necessaria dose di arroganza (non in senso negativo) se ne doveva trarre subito un rifiuto senza mezzi termini dei valori assoluti, e ricominciare da lì: Vattimo in particolare ha osato poco, ma è una mia personale opinione (se non ho capito male siamo d’accordo).
    @ Girolamo2: sipario: ti assicuro, sono distratto: per fortuna, non sempre la mia distrazione procura danni irreparabili:)
    @ Loredana: certo che si tende ad attribuirgli il contrario, il relativismo è la morte delle gerarchie di valori, e, in tutti i campi e in tutti i tempi, c’è sempre qualcuno che reclama con insistenza il rispetto di una gerarchia, in nome del proprio potere (di solito un’istituzione). Chi detiene un potere (un papa, p.e.) può mai tollerare che quel potere venga equamente distribuito fra tutti gli uomini liberi? Che questa non sia deresponsabilizzazione ma responsabilizzazione è autoevidente: chi sostiene il contrario ha una bella bibliografia da leggere. Perché gli uomini dovrebbero affaticarsi a pensare quando potrebbero limitarsi ad un’auspicabile genuflessione e liquidare le funzioni superiori del proprio cervello? Questo si dice tra le righe.
    In ogni caso, il relativismo viene vissuto come una piaga da parte di qualunque istituzione: quando, a ragione, si sfotte la letteratura con la L maiuscola, per restare a un tema di cui si è discusso spesso, lo si fa in nome del ridicolo di cui si copre chi pretenda di insegnare che la letteratura sia una scala in cima alla quale siede William Shakespeare, con Liala a distanza siderale, o chi per lei (ciò non significa che mi piaccia Liala, ma che il discorso è molto più complesso, e che di semplificazioni e non di relativismo si alimenta “l’irresponsabilità”)

  14. Lipperini: “il relativismo comporta un’assunzione di responsabilità fortissima”. Ho come la sensazione che si tenda, negli ultimi tempi, ad attribuirgli l’esatto contrario.
    Il relativismo, così come il nichilismo (che è la sua radice) ha sempre avuto una doppia natura: crogiolarsi nella dolce tistezza del decadimento della civiltà, dell’uomo, dei valori…; oppure assumersi la responsabilità di crearne di nuovi. Nietzsche lo ha espresso con *La visione e l’enigma* (nello Zarathustra), Camus nella bellissima *Lettera a un amico tedesco*, dove da partigiano (1944) dialoga con un (immaginario?) compagno di studi tedesco, che da nichilista ha accettato il nazismo e sta occupando la Francia, mentre il partigiano Camus da nichilista combatte per creare quella giustizia che, di per sé, non esiste (e non esisterebbe se vincesse il suo ex-amico).
    Perdonate la lunghezza, ma se non si chiarisce questo punto la si dà vinta in partenza a Ratzinger-Pera-Ferrara. Ai quali bisogna dire che non solo non è vero che “senza dio tutto è permesso”, ma che fino ad ora tutto è stato permesso e giustificato IN NOME DI DIO.

  15. dimenticavo: il più relativista di tutti è il Calvino delle Lezioni Americane, quello della leggerezza (come tutti gli atomisti). Infatti arriva a un’etica che comprende i diritti dei non-umani, dagli animali ai vegetali. Più forte di così, come pensiero…

  16. Girolamo, considerazione interessante: la vera rivoluzione del pensiero “animalista” è che nasce a margine della contestazione dei più comuni pregiudizi in etica, (e non c’è solo il pregiudizio antropocentrico, ma anche il pregiudizio sessista, tutt’altro che trascurabile)

  17. @ LISA
    Mica ho detto che Malaguti, Curtoni, Mongini… e aggiungo Vittorio Catani e Riccardo Valla non hanno fatto molto e per la sf e per la letteratura di genere? Hanno fatto molto, e glielo riconosco pienamente. Ma anche De Turris: può non piacere, può star sulle balle quanto vuoi, ma quest’uomo dei meriti ce li ha, e metterlo al bando per le sue idee mi pare un po’ stupido. Io direi che sarebbe più giusto prendere il buono che De Turris ha fatto e che continua a fare, nonostante si sia agli antipodi per idee politiche.
    Evangelisti avrà la sua di opinione. Ma non mi pare l’abbia qui espressa. E poi – con tutto il rispetto e la stima e l’amicizia che porto a Valerio – non credo sia Dio.
    g.

  18. ok iannox. come vuoi tu. io la penso così. i buoni siamo noi: facciamo parlare i dt. certo, siamo buoni. è la democrazia, baby. ma i dt un giorno faranno parlare noi?
    e poi quali sarebbero i romanzi del dt? i famosi libri “legioni nere contro orde rosse?”
    quando incontri dt, chiedigli qual’è la musichetta del suo cellulare. ti dò un indizio. anzi, 5.
    N
    s
    d
    a
    p
    non ci credi?

  19. De Turris, basterebbe dire del carteggio, dei saggi di Lovecraft.
    Che poi non ci lascino parlare, o non ci lasci parlare, be’, è in preventivo. Ma non credo che ci siano buoni e cattivi, se non come stereotipo: i cattivi possono essere ovunque, in qualsiasi fazione. Cerchiamo di essere un po’ migliori noi, tanto per cominciare.
    Per me può avere la musichetta che vuole: io ho “El pueblo unido jamas serà vencido”. Si potrebbe organizzare una sfida di cellulari che sunonano. ^____^
    Cari saluti,
    g.

  20. “Chi si getta contro il relativismo morale dichiarando la “catastrofe avvenuta” non ha capito un bel niente. Il relativismo morale è il pane intellettuale di questi decenni, dalla letteratura alla filosofia: rimette la libertà completamente in mano all’uomo, e con la libertà le decisioni. Il relativismo morale, ancora, è l’unica possibilità per evitare lo scontro tra culture (sebbene mi stia accorgendo di persona quanto possa essere complicato evitare un tale scontro).”
    Ivan, sottoscrivo anche le virgole, e non solo di questo passaggio.
    lv

  21. Ivan, aspetto

    Segnalo la seconda puntata del ‘Dialogo sui massimi sistemi bloggari’ sul blog di Lucio Angelini.
    Caro Lucio, ti ringrazio per entrambe le puntate, mi stanno offrendo ottimi spunti di riflessione.
    besos

  22. “Ivan, sottoscrivo anche le virgole, e non solo di questo passaggio.
    lv”
    Sì, Lello, ma ti sei firmato Iv:)
    (buongiorno, a parte gli scherzi)
    Sì, spettatrice, finisco di tossire e ti scrivo.
    Lucio, si stava pensando di fondare un “Comitato per la Reciproca Comprensione”; io ne starei fuori, però mi sembra un’idea interessante.
    (buongiorno Lucio)

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