GLI STATI GENERALI DEL NOIR

La sottoscritta sta partendo per Noir in festival (non potrò essere, come qualcuno mi ha chiesto, a Più libri più liberi per motivi personali). Quest’ anno a Courmayeur si stanno svolgendo quelli che sono stati chiamati Gli stati generali del noir, con tre serie di incontri. Il primo: un’ouverture con Barry Gifford, Jeffery Deaver, Raymond Benson, George Pelecanos, a colloquio con Tullio Avoledo. Il secondo, tutto italiano, con Luigi Bernardi, Sandrone Dazieri, Giancarlo De Cataldo, Luca Di Fulvio, Giorgio Faletti, Marcello Fois, Carlo Lucarelli. Il terzo, che coinvolge editori, fra cui Jacopo De Michelis e la sottoscritta, appunto. Il resoconto, da lunedì. A dopo.

63 pensieri su “GLI STATI GENERALI DEL NOIR

  1. @ WuMing1
    il tuo pezzo su Carmilla mi è piaciuto davvero parecchio, l’ho fatto girare per un bel pezzo di rete!
    …e anch’io aspetto qualcosa su La torre nera.
    ps: vorrei, più avanti, farti una piccola intervista su copy-left e il gruppo Wu ming, da pubblicare sulla E-zine http://www.emergentesgomita.com ( sono il caporedattore). Nel prossimo numero ci sarà un’intervista a Jacopo De Michelis. su quello dopo mi piacerebbe ci fossi te 😉

  2. Andrea, perché nell’intervista non parliamo di libri e letteratura, anziché di copyleft, magari prendendo spunto dalle cose che diremo nell’imminente Nandropausa, e dalle cose che ha risposto Jacopo (altra persona che vorrei coinvolgere, con i suddetti e con Tommaso De Lorenzis, in una riflessione a tutto campo)? Di interviste sul copyleft, abbiamo un po’ la nausea – che rimane da dire, al momento?

  3. @ FK: ma sei Franz, capito il tono…(“bravo, rileggi”)
    Ho riletto, Franz, non è che abbia tempo da perdere per prendere per il culo qualcuno, non avevo davvero capito, e non era né colpa mia né tua, ma di un refuso: “insomma, non è che sottitenda sempre il contenuto il mio lavoro”.
    Per un refuso una frase può diventare ambigua, tutto qui.

  4. @ Wu Ming 1
    Mi sembra un’ottima idea.
    Aspetto Nandropausa poi mi faccio vivo.
    Avere una tua intervista nell’E-zien sarebbe davvero una gran cosa.
    Grazie per la grnde disponibilità. A presto 🙂

  5. A mio modo di vedere non è detto nè assoluto che il noir sia come narrazione che come film debba essere legato al “sociale” sic et simpliciter:
    io vedo il genere nero come storia ove gli umani non hanno speranze, ove la morte domina, ove possono anche non esistere investigatori, commissari etcetera, ove il male spesso non viene punito e se viene punito si avanzano dubbi che sia il bene a vincer la partita.
    Per me “Cattivo sangue” di Franz è un bel romanzo ed è di un nero insistito, basta tenersi bene a mente e farsi entrare dentro a guisa di lama le vicende narrate.
    Poi per me Franz è un vero amico per cui taccio ché sono parziale.
    Mario B.

  6. Ancora a proposito di Colorado Kid: l’effetto perturbante e di “sospensione” del libro lo rende “interattivo”. La storia continua ad aleggiare e si è spinti a tornare a quelle pagine, in cerca di indizi, fratture, pertugi.
    La recensione era già terminata, anzi, era già uscita su carmillaonline come anticipazione di Nandropausa, quando mi è tornato in mente un micro-shock percettivo risalente alla prima lettura. Trascinato dalla narrazione, lo avevo messo da parte, poi me l’ero scordato. L’ho ritrovato, ed è stato come l’agnizione del corridoio di specchi in “Profondo rosso”.
    C’è un “bug” nella ricostruzione dell’ultima giornata di lavoro del Colorado Kid. Non è una “svista” di King, perché viene ripetuta due volte, a due pagine di distanza, e King è solitamente attentissimo nelle ricostruzioni. Piuttosto, potrebbe essere un errore di Vince… o una bugia.
    Non vi dico di che si tratta (scopritelo da soli). Vado dritto al dubbio che si è insinuato in me, e che potrebbe fornire un ulteriore livello di lettura.
    Vince Teague e Dave Bowie stanno dicendo la verità? O meglio: stanno raccontando a Stephanie le cose come sono andate davvero? Meglio ancora: stanno riferendo le testimonianze in modo preciso e corretto?
    Ci sono tre possibilità: almeno una testimonianza era menzognera o imprecisa, e loro la stanno ripetendo tale e quale; la testimonianza era veritiera e loro stanno facendo confusione nel riferirla; la testimonianza era veritiera e loro stanno mentendo a Stephanie.
    La storia si fa ancor più sospesa e indeterminata.

  7. Update in extremis 2: King in persona conferma l’ipotesi dell’amica: “The review of The Colorado Kid in today’s issue of USA Today mentions that there was no Starbucks in Denver in 1980. Don’t assume that’s a mistake on my part. The constant readers of the Dark Tower series may realize that that is not necessarily a continuity error, but a clue.” Chapeau. Com’è che avevo scritto? “Almeno in apparenza” non ci sono riferimenti al ciclo 🙂 Comunque, anche chi non conosce quest’ultimo, non rinunci alla lettura di Colorado Kid. Come sopra: “A nulla servirebbe ribattere che” etc.

  8. Argh!
    Ho davvero un gran fiuto, diciamo così. Inoltre oggi mi sono tagliato i capelli cortissimi: nelle prossime foto apparirò con il cappello!
    ps: si nota davvero tanto il naso? Guardate gli occhi, piuttosto! 😉

  9. @ WU MING 1
    Allora, visto che sono un cattivo ragazzo, cioè come uno di quelli ritratti in “Quei cattivi ragazzi” con Robert De Niro ^____^, anch’io ho dato il mio contributo satirico a “Colorado Kid”.
    Leggila, leggila, leggila… Reiterare fa bene, come un mantra praticamente. Alla faccia di King che odia gli avverbi. 🙂
    g.

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