NAVIGARE A VISTA

Personalmente, avverto un problema pesantissimo che riguarda l’informazione. Ovvero, la difficoltà nel reperire la medesima e di reperirla il più possibile obiettiva: per quanto riguarda la carta, la questione si aggrava giorno dopo giorno (si veda cosa sta succedendo nelle cronache dalla Val di Susa).  Per quanto riguarda la rete, diventa difficile individuare le iniziative nella fitta messe che ne evidenzia alcune e ne occulta altre.
Ho provato ad accennarlo ieri, qui e anche in privato, a proposito di Rossella Urru. Il che non significa non sposare la causa, intendiamoci: ma significa anche chiedersi cosa fare, dove orientarsi, quante e quali iniziative seguire.
Per fare un esempio, nella sola giornata di ieri si discuteva in rete, e giustamente, di stupro e di linguaggio usato dai media nel raccontare i casi di violenza (Lorella ZanardoFemminismo a Sud, GIULIA – che però sembra proporsi dalla nascita più come interlocutore delle istituzioni che dei movimenti, ma pazienza). Sono questioni-chiave, e a volte è difficile anche per me, che frequento i media da qualche lustro, individuarle.
Così, mentre mi chiedo come sia possibile trovare non un centro, ma nuovi strumenti di navigazione,  scopro un’iniziativa passata quasi sotto silenzio: eppure indispensabile, come la proposta di delibera di iniziativa popolare per il riconoscimento delle unioni civili. Uno dei nodi irrisolti del nostro paese. Si chiama Teniamo famiglia. Visitate, partecipate, firmate, prima che sia tardi.

9 pensieri su “NAVIGARE A VISTA

  1. Perché non creare un sito-aggregatore di informazioni gestito da lei e da altri suoi colleghi? Il compito dell’intellettuale non è anche quello di filtrare la realtà (che in questo caso è fatta di infinite informazioni virtuali) secondo il suo personale punto di vista? Non potrebbe essere un nuovo strumento di navigazione?

  2. Loredana, proprio ieri sera ho avuto ulteriore prova della necessità di strumenti. Alla Libreria delle donne di Milano c’è stata una riunione importante a proposito di violenza e donne maltrattate. Molte volte mi è capitato di uscirmene delusa, ma non ieri. C’era un gruppo un po’ diverso dal solito, più piccolo: avvocate, psicologhe, operatrici del sociale, insegnanti. Le stesse parole dei post di Lorella e Femminismo a Sud le ho sentite lì, le stesse esigenze. E tanto interesse per i blog, che però molte delle partecipanti non conoscevano. Sono venute tutte a darmi i loro indirizzi con preghiera di indicare loro i luoghi di discussione che per me sono importanti, erano avide di informazioni. E tante informazioni preziose mi hanno fornito sulle loro iniziative.

  3. Cara Loredana, cari tutt*, vorrei commentare su due temi da te sollevati, informazione e unioni civili
    Non sono una esperta però mi sembra che esistano diversi modi di fare informazione, e il lettore è libero di scegliere. Scrivo questo perché nelle ultime settimane, avendo affiancato alla lettura de La Repubblica la lettura de Il Manifesto, ho notato che il primo segue molti eventi e forse semplicemente si attiene ai fatti che a volte sono oggetto di analisi per mezzo di editoriali, il secondo seleziona alcuni avvenimenti e ne da conto cercando una lettura critica, diversa dal mainstream.
    Ho scoperto il mondo della informazione via blog grazie a te, e quotidianamente leggo i tuoi post perché mi fido di te e delle tue opinioni. Ho imparato a conoscere nuove realtà su internet grazie alle tue segnalazioni. Scrivo questo per dire che secondo me la autorevolezza della fonte di informazione e un sentimento di fiducia tra lettore e autore è fondamentale per compiere una scelta.
    Mentre scrivo mi viene in mente che effettivamente grazie a radio3 ho conosciuto te, Michela Murgia, Concita De Gregorio, Fiorenza Sarzanini, Antonella Rampino, e molti altri. Il ruolo che radio3 svolge è per me unico e irrinunciabile. Forse do credito a chi crede in ciò che fa, ci mette il cuore e non solo la testa. Questo fa la differenza.
    Sono favorevole alle unioni di fatto, sembra una conquista scontata e invece non lo è, mi sembra molta gente comune sia contraria, c’è molta paura in giro per il ‘diverso’ (penso alle unioni civili di omosessuali, uomini o donne) perché questa realtà è spesso sconosciuta, apparentemente lontana, ma anche e soprattutto paura al confronto, oltre che molti pregiudizi. Anche questo tema può/deve essere oggetto di confronto a scuola, anche qui forse la strada è lunga, perché se una legge deve essere espressione di una voglia di cambiamento avvertita dalla popolazione…

  4. Sulle unioni civili mi pare che si continui a mistificare il problema.
    In Italia se le coppie formate da persone di sesso diverso vogliono dei diritti hanno da fare semplicemente una fila al comune, attendere qualche giono per le pubblicazioni di matrimonio, tornare con 2 persone e fare due firme. Stop: hanno tutti i diritti che vogliono.
    Questo non e´permesso a coppie formate da persone dello stesso sesso.
    Tutto quello che la proposta chiede di estendere alla “coppie di fatto” e´ gia’ assolutamente compreso nel matrimonio: quindi chi vuole puo avere tutti i diritti che vuole! Creare istituti diversi per tutelare gli stessi interessi si chiama segregazionismo.

  5. @ simone:
    segregazionismo? Non capisco, direi che c´è tutta una serie di vantaggi associata al riconoscimento delle coppie di fatto, altrimenti non esisterebbe nemmeno in altri paesi. E formare un´istituzione a parte solo per le coppie omosessuali sarebbe anche peggio.
    Segregazionismo a questo punto è non permettere il matrimonio alle coppie dello stesso sesso. Se mi dicessi “snelliamo l´istituzione del matrimonio” potrei anche capire, ma le due cose sono ben distinte per come la vedo.

  6. @ rob
    Cerchiamo di non confondere le acque.
    Qui non si parla di riformare tutto il diritto di famiglia. Fosse per me il lo casserei tutto ma si tratta di valutare questa precisa proposta. Ora in questa proposta si mettono insieme situazioni completamente diverse per mascherare un problema evidente. La coppia etero che non si sposa fa una scelta e se ne deve assumere le responsabilita’ (mi sono stancato di genitori non sposati che dicono che i loro figli hanno meno diritti di quelli sposati: si sposino!!) le coppie gay non hanno nessuna scelta. Ora questa e´evidentemente una mossa affabulatoria per mascherare questa realta’. Io posso capirne l’opportunita’ 15-20 anni fa ora e’ indifendibile!

  7. simone perdonami ma io ancora non capisco.. lungi da me il tentare di confondere le acque, proprio per questo vorrei capire meglio. Mi spieghi la mossa affabulatoria, e a svantaggio di chi sarebbe? Mi sembra di aver capito che in altre cittá questa proposta sia stata giá accettata e ora esiste la possibilitá di registrarsi come coppia di fatto.

  8. @ rob
    Mi pare semplice: se si dice facciamo una legge per tutelare le coppie gay viene giu il finimondo. Se diciamo ma perche una famiglia “normale” con figli deve avere meno diritti allora si raccatta qualche consenso. Secondo lei ci sarebbe stato il Family-day se si fosse escluso la possibilita’ di riconoscimento alle coppie gay. Mi permetta di dubitarne.
    Poi ripeto il punto le coppie eteresssuali non hanno bisogno delle unioni civili. Si possono sposare se hanno una necessita’ assoluta di diritti. Se il matrimonio e´troppo si deve chiedere che venga normato in maniera diversa ma nessuno ha la forza oggi per dire cose del genere e quindi ci si accontenta di questi sotterfugi.
    Le unioni civili hanno senso se si rimodella completamente il diritto di famiglia come in Olanda ma se si fanno delle cose minimali come i PACS francesi non si risolve nulla!

  9. @ rob:
    storia dimostra che quando si parla di diritti civili non si possono fare gli sconti altrimenti non si ottiene nulla! Era una regola semplice da ricordare ma l´Italia e´smemorata per natura

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