NON AVEVAMO CAPITO NULLA

“Pare che alcuni del Pd stiano azzardando un’altra interpretazione del manifesto: «il vento sta cambiando» perché la ragazza cerca di coprire, non di scoprire, le gambe”. Taccio e vi rimando al post di Giovanna Cosenza.
Per inciso, nella serata di ieri sera all’Università di Braunschweig (bellissima: sala strapiena anche se nessuno dei miei libri è stato tradotto in tedesco, lettura di brani, molte domande e anche due sassofonisti), alla fine ho raccontato il manifesto. Dopo la traduzione dell’interprete, scoramento generale degli astanti. Ovviamente.

17 pensieri su “NON AVEVAMO CAPITO NULLA

  1. Mi ha lasciato un po’ perplesso il manifesto del PD. Non mi aspettavo una simile trovata, non nuova comunque. La segreteria del Pd ha spiegato: ‘Un paio di gambe sono automaticamente equiparabili a un’immagine offensiva o volgare come quelle delle ‘olgettine’ che circolano sul web?’. E ancora. ‘Sono la stessa cosa o c’è una differenza? Qual è il confine oltre il quale comincia la mercificazione o l’uso improprio? Il manifesto è una citazione pubblicitaria, una rievocazione di Marilyn Monroe del film ‘Quando la moglie è in vacanza’, divenuta un’icona. Può piacere o non piacere. Ma è davvero riprovevole? Utilizziamo questa occasione per ragionare insieme su come si combatte la vera mercificazione del corpo delle donne anche nella comunicazione politica’.
    Eppure io non sono convinto.

  2. L’immagine fa schifo per molti motivi… la presunta offesa alla donna mi pare si trovi in fondo a una lista chilometrica. Sembra ripresa da una pubblicità di “Amica” del 1981 o addirittura da un fumetto romance della Marvel degli anni Settanta, la composizione è confusa, i colori fanno a pugni tra loro e con lo sguardo dell’osservatore… non è una citazione di Marilyn per un milione di motivi fra cui i colori shocking, la non compostezza della figura, le gambe anonime e pallide, l’assenza della famosa presa d’aria del metrò…
    Se a tutto questo aggiungiamo l’assenza di un volto intelligente che magari guardi l’osservatore (o da qualche altra parte, purché un volto ci sia) e la scompostezza generale della figura e dello scenario, l’indecifrabilità e la sconvenienza della provenienza di tale vento (viene da sinistra? Se è sì, vuole dire che porta verso destra; viene da destra? altra ambiguità), be’, direi che davvero l’eventuale pruriginosità o offensività contro le donne è un’argomentazione talmente secondaria da risultare pretestuosa.

  3. io sono davvero dispiaciuta da questa campagna pubblicitaria, ma quello che mi ha più colpito in quella foto (che, come ben dice Giovanna Cosenza, si trova a pagamento on line) sono quei polsini bianchi che (se non guardi le mani con le unghie curate che ci sono infilate dentro) rievocano, ovviamente, le mani di un uomo che, a quel punto, si suppone che alzi la gonna…
    la stupidità della foto (o la freschezza, la gioia… come dicono gli estimatori e fra loro persone insospettabili…) è soprattutto incapacità di comunicare, di porsi un seppur piccolo dubbio (politico?) che un immagine per avere forza trascinante non deve suggerire altro che il pensiero che si vuole comunicare.
    Non basta una ventata per suggerire all’immaginario collettivo che spira una nuova aria.
    Come del resto non bastano quattro referendum perchè il vento scompigli la nostra politica.

  4. Quest’interpretazione e’ pari a quella che ho sentito da un amico dirigente del PD toscano: “stai a vedere”, mi ha detto “che bisognera’ di’ che quella della foto ‘un era una donna, ma un ber trans, che tanto e’ risaputo che a noi le donne un ci garbano”. (Lui aveva usato un altro termine al posto di “donne”, ma ci siamo capiti).

  5. C’è da dire che leggendo su Repubblica che in Russia hanno istituito il corso per escort, beh…dovremmo anche cominciare ad avvisare i paesi civili che il nostro gene malato è purtroppo dominante.

  6. Bahh, questi commenti mi lasciano un po’ perplesso. Mi sembra di essere nella Russia di Stalin, tutti (o tutte) pronte a impugnare il fucile per un gesto o una parola fuori posto. C’è differenza per quanto riguarda quell’immagine (anche se non mi interessa proprio nulla) se fatta da uno di destra o di sinistra. Da destra si sa ciò che pensa e lo evoca, da sinistra c’è dell’ironia (almeno spero) e su quella falsariga va letto. E’ come se la canzone Pisapia canaglia fosse cantata da uno di dx. Allora mi arrabbierei. Non riuscire a distinguere tra satira e realtà mi sembra un bel guaio. Facciamo il mio caso: con mia moglie a volte scherzando dico che lei è l’angelo del focolare e io sono il guerriero e lei deve consolarmi. Lei e i miei figli ridono, una volta che ho detto questo con altre persone mi son sentito redarguire come in questo articolo. Che potevo rispondere?

  7. Ma se dei manifesti “ironici” ripropongono tali e quali gli stereotipi di genere dov’è l’ironia? Dov’è la diversità di visione tra destra e sinistra?
    Senza esagerare con la durezza delle critiche e dei toni (il post della Cosenza mi sembra un buon esempio, ma come lei tante altre) è possibile ragionare attraverso questo episodio sul fatto che la rappresentazione della donna è ancora arretrata e stereotipata? Che questa rappresentazione persistente è anche specchio di una mentalità generale (e quindi ci metto anche le donne che questa visione l’hanno introiettata) che è cambiata nel tempo solo in superficie?
    E poi: se da una parte si è “esagerato” con le critiche dall’altra c’è un rigurgito di antifemminismo questo sì veramente becero, superficiale e inquietante: fare di tutte le donne che giustamente si sentono ancora una volta a disagio per l’uso che continua a farsi dell’immagine della donna (sempre focalizzata sulle parti che sappiamo) delle “streghe bigotte”, delle vecchie mangiauomini, delle frustrate prive di ironia – e così via è qualcosa che sorprende e fa anche male, specialmente quando tutto ciò proviene dagli uomini di sinistra.
    Non rendersi conto che questo delle disparità di genere, della rappresentazione retrograda e umiliante della donna nelle pubblicità ma anche quotidianamente nelle televisioni, che tutto questo esiste e va affrontato, e non con delle semplici battute, a me sembra molto più grave dei singoli episodi.

  8. Ma che ironia!
    Come al solito il PD non ha perso occasione di evidenziare il suo pressappochismo, la totale mancanza di competenza in immagine e comunicazione, come se la comunicazione fosse roba superflua da poter fare così come viene.
    Le teste che decidono le strategie di comunicazione appartengono a deidinosauri.
    Un manifesto così andava bene forse nel 1980, insieme alle poppe su l’espresso e panorama.
    Come fa un partito così grosso a continuare a sbagliare così tanto e tutto? Come fa a indire le primarie e perderle e, per esempio, a confondere la diffusione sul territorio con le feste dell’unità dove la gente per lo più va a mangiare, bere, passeggiare, comprare e ballare anziché a partecipare di politica?
    Il pd mi ricorda un brontosauro, con il corpo gigantesco e il cervello microscopico, anzi due cervelli, come il brontosauro, uno in testa e uno nella pancia.
    D.

  9. Chissà se arriveranno a dirci che le gambe nella pubblicità in realtà sono di una transessuale, che il colore rosa è stato scelto perché rappresenta la comunità gay e che il vago gusto retro fa tanto vintage e quindi sono, a sinistra, così cool e talmente “avanti” che nessuno è arrivato a capirlo?! ah ah ah

  10. se avessero messo un uomo in kilt sarebbe stata una scelta mooooolto più azzeccata e ironica, non trovate? Avete letto l’articolo di oggi di Repubblica? sui concorsi delle bambine in AMerica..terribile questa usanza!!
    in Italia saremo retrogadi ma non abbiamo per cultura questo genere di cose per fortuna!l’hai letto Loredana?

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