NON CI POSSO CREDERE/2

Lo avete letto il Rapporto Censis? Ma sì, quello che parla di poltiglia e mucillagine a proposito del nostro paese. Quello, per esempio, dove si evidenzia come all’Italia spetti un ulteriore primato negativo a proposito di  genere: siamo ultimi in Europa per quanto riguarda il lavoro femminile. L’inattività delle donne, si legge, aumenta soprattutto al Sud e fra le giovani (dai 25 ai 34 anni). Motivazioni sparse: il 72% andrebbe a lavorare se avesse il part time, il 69,7% vorrebbe un orario fessibile, il 54,8% sottolinea la mancanza di asili nido o servizi per gli anziani.
Si sapeva. Lo avevano già detto Isfol e Istat. Ora, però, qualcuno mi rassicuri e mi dica che Maria Luisa Agnese, sul Corriere di ieri, stava facendo dell’ironia quando scriveva:
“la famosa mistica della carriera prima dei figli, imposta al mondo dal femminismo del ‘900, si è rivelata una bella fregatura per un’intera generazione di donne che ha talmente rimandato l’appuntamento con la maternità da trovarsi costretta poi alla rinuncia o alla provetta tardiva. E così, più saggiamente, le figlie (pochine, per la verità) di quella generazione hanno capito che l’orologio biologico non aspetta, che i bambini bisogna farli da giovani, e che se si ha la sfortuna di doverli fare in Italia dove scarseggiano gli asili nido, dove gli orari di lavoro sono penalizzanti e dove tutto costa troppo alla donna che lavora, tanto vale rimanere a casa, fare subito i figli e intanto pensare alla salvaguardia della specie. E poi, per quanto riguarda la carriera, si vedrà”.
Il neretto è mio, la costernazione anche.

10 pensieri su “NON CI POSSO CREDERE/2

  1. sì, pura follia.
    davvero irritante.
    non so chi sia qst signora agnese né quanti anni abbia.
    mi piacerebbe chiederle perché spetti solo alla donna il problema della salvaguardia della specie, secondo lei, perché sia tutto sulle sue spalle.
    poi mi piacerebbe chiedere a qst donne (pochine – sottolinea la signora agnese – per la verità) come facciano a fare figli e a mantenerli nel 2007 quasi 2008 senza lavorare: hanno accuratamente scelto uomini molto ricchi o erano ricchi i loro genitori? oppure lavorano in nero (il nero forse in qst sondaggio non emerge)? facendo quei precisi lavori che in nero si possono fare, certo. e cmq allevando figli e curando anziani, senza deroga.

  2. ciao loredana
    a proposito della centralità dell’amore come tema predominante della scrittura al femminile come dicevi alle invasioni barbariche è da tempo che sto mettendo giù una storia d’amore solo tramite sms il linguaggio ormai molto in uso nel 2000!
    che ne pensi?se sei incuriosita ti mando il materiale!
    claudia aldrovandi da bologna
    mail:claudiane29@libero.it

  3. Io ci credo eccome. Cicli (beh…) e ricicli (spazzatura compresa) che si susseguono incessantemente fino allo stremo (di chi magari ha speso una intera vita per “assimilare” nuove e più giuste forme di convivenza).
    Lentamente, tre passi avanti e due indietro, giusto quel tanto per farsi debitamente risucchiare dal conformismo dell’anticonformismo. Una trappola in cui tanti intellettualodi annoiati magnificamente cadono.
    Un pizzico di coerenza in più e l’Agnese avrebbe scomodato la calza (hai visto mai?)
    Poi , detto questo, è certamente vero che la nostra schizofrenica società pone grandi impedimenti a coniugare (sic!) il lavoro con la maternità ma è altrettanto vero che spesso la decisione di far figli è subordinata ( da entrambi i futuribili genitori ) ad altri più impellenti imperativi: viaggi ” esperienze di vita ” e via giovanileggiando…
    E allora, sta bene che la biologia lanci il suo monito, ma sta (starebbe) anche bene tenersi intelligentemente le buone cose che le “matte” novecentesche femministe hanno conquistato (e questo si potrebbe dire di ogni altro “progresso sociale” ) e che ora qualche snob ritiene roba troppo retrò.
    bah…

  4. Dopodiché non si spiega perché siamo in coda anche alla classifica della natalità. Insomma le donne italiane non lavorano perché preferiscono fare i figli ma poi non fanno neanche quelli. Forse stanno tutto il giorno dal parrucchiere? E meno male che a scrivere queste cose è stata una donna, a proposito di ‘patriarcato’ …

  5. Be’, io penso che il trafiletto sia fortemente ironico, sono ottimista. Anche perché non è che ci siano tutte queste fanciulle incinte, in giro…
    Cara Loredana, sto leggendo il tuo libro, e lo sto regalando a man bassa. Lo leggo e ti confesso che leggendo soffro, ho i brividi, mi viene da piangere come donna, come madre, come cittadina; ma come scrittrice il tuo libro è per me un immenso sostegno, un vero pilastro. Ci vedremo a Firenze, sono felice di presentare questo lavoro indispensabile e scritto in modo appassionante!

  6. http://it.youtube.com/watch?feature=related&v=lQxCcPfb3_s
    dal minuto 2 al minuto 5
    io ‘sta roba non sapevo neanche che la trasmettero in prima serata… l’ho scoperto leggendo delle proteste del Moige…
    mi soffermerei – contrariamente a quel che pensate 😉 – sull’espressione degli uomini del pubblico… i loro volti… non so… è il mutamento antropologico? oppure un retaggio? un riflusso, un rinculo, cos’è??… non so, non mi sento di dire nulla.. solo che ho voglia di trasferirmi altrove.. ma è un desiderio così facile, scontato… a questo punto leggerò il libro della Lipperini… forse mi darà qualche parola precisa per esprimere il mio schifo… intanto, però, mi sembra che il trafiletto, l’asilo nido, le statistiche del lavoro femminile siano argomenti successivi… cioè, di cui dovremmo parlare se vivessimo in un paese normale…

  7. Grazie per il bel sito!
    A proposito di ” non ci posso credere”, leggerlo fa un po’ male..
    Quando ho deciso di licenziarmi ho sofferto molto, ho passato molte notti a pensare, il mio stipendio non è essenziale al mantenimento della famiglia e così mi sono detta proviamo. Perchè l’ho fatto e perchè molte altre lo fanno? Semplice. Io uscivo di casa alle 7.30 e tornavo dalle 18.30 alle 19.30 a volte più tardi, il mio compagno lo stesso (solo che guadagna di più e ha un lavoro più prestigioso, per intenderci con la mia busta paga non ci pago il mutuo). Mio figlio non ha chiesto di nascere, l’abbiamo fatto e affidarlo ad estranei per 10 -12 ore al giorno a partire dai 7/8 mesi mi sembra davvero assurdo. Dove trovarono il tempo i genitori lavoratori a tempo pieno per coccolare,calmare,consolare i loro bimbi piccoli? Chiedo lumi: ” Sarebbe forse meglio non procreare se si desidera lavorare bene e fare carriera. Facciamo figli solo per amore, solo per quello..”
    E il part-time è davvero un miraggio se non un ghetto..
    Vorrei intevenire di più ma adesso devo lasciarvi.
    Un caro saluto a tutti.

  8. Per la mia esperienza ho visto che è meglio fare i figli giovanissime, perchè almeno anche i propri genitori sono più giovani e si può avere un maggiore supporto materiale, per potersi dedicare anche al lavoro con maggiori energie e maggiori chance.
    Io ho avuto 2 figlie tra i 36 e i 37 anni, ma purtroppo per motivi vari (ho puntato tutto su una ditta perdente) già non avevo una carriera e ora mi ritrovo dilaniata tra le esigenze delle bimbe, per cui non ho persone fidate su cui contare, e l’esigenza di lavorare per poterci mantenere e la voglia di una “carriera” (un lavoro soddisfacente) che non può più arrivare perchè ormai ho esaurito energie e tempo e adesso ho un “handicap” in più agli occhi delle aziende, anzi 2.
    Sto leggendo il tuo libro e sono davvero molto contenta che mia figlia di 2 anni sa che il secchio e il detersivo li “usa papi” per lavare i pavimenti!
    E che il pc è di mamma!

  9. Infatti per noi cresciute con “dalla parte delle bambine” nella libreria della mamma il problema ci si presenta con tutta la sua insolubilità.
    Perché abbiamo studiato, ci siamo laureate e nella nostra testa c’era altro che il principe azzurro e il matrimonio. Ma ora, che siamo arrivate a essere madri con una consapevolezza che non deriva dal semplice fatto che è “destino”, aneliamo un part time per poter essere presenti alla crescita dei figli, sospiriamo per un telelavoro che è un miraggio. E pazienza se ci mettono da parte, ci ripetiamo che il mondo del lavoro è pieno di stronzi.
    Ma occorre rovesciare la prospettiva, riprendersi il tempo, o meglio: ridistribuire il tempo. I figli hanno bisogno anche dei padri, e allora che il lavoro, la carriera vadano al secondo posto ANCHE per gli uomini. E’ il mondo del lavoro a dover essere rivoluzionato, è lo stile di vita così com’è concepito a essere sbagliato.
    L’accudimento, la cura non sono valori sbagliati in sé, sono sbagliati se associati alle sole donne. Occorre una società che dia più valore all’accudimento e all’educazione della prole (visto che i bambini e le bambine sono il futuro dell’umanità) che al consumo e al potere.

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