PIU' BREVE DI COSI'

Sono a Bologna con una gran voglia di rivedere parecchie facce amiche. Domani, Milano (date un’occhiatina alle Invasioni Barbariche?). Ho come al solito il raffreddore. Ma il punto è: leggete l’articolo di Stefano Rodotà su Repubblica. Non riesco a postarlo ora, ma vi giuro che ne vale la pena (argomento, violenza sulle donne: quella delle leggi, però). State bene.

34 pensieri su “PIU' BREVE DI COSI'

  1. Cara Loredana, scusa il fuori argomento, sto proponendo di aderire e diffondere ;-)duccio
    PROPOSTA A TUTTI I BLOGGER: ENTRO DOMANI FACCIAMO TUTTI UN POST CONTRO LE FORME DI RAZZISMO CHE STANNO INVESTENDO IL NORD ITALIA, FACCIAMO SENTIRE LA NOSTRA VOCE
    Continua la lotta razzista dei sindaci del Nord. Dopo il sindaco di Caravaggio, altri 42 comuni ad amministrazione leghista della provincia di Bergamo hanno firmato in contemporanea alle 12 di oggi una circolare per vietare le nozze tra un cittadino italiano e un extracomunitario sprovvisto di permesso di soggiorno, e una ordinanza che impone un reddito minimo agli extracomunitari per ottenere la residenza, come aveva fatto il sindaco di Cittadella. I precedenti nel Duccio Blog

  2. Cara Loredana,
    scusa la divagazione, volevo farti presente che stiamo preparando un poetry slam a Torino per Natale: il XMASLAM, con poeti da tutta Italia, a cura di Poesia Totale. Ho sempre pensato a questa gara come ad un mezzo per aprire alla poesia fomentando l’estro.
    Le selezioni per i 15 sono aperte fino al 13 dicembre. la gara si svolgerà il 19 con la protezione dei numi beati. Tutte le info sul mio sito. Grazie per l’attenzione,
    Max Ponte
    http://www.maxponte.com

  3. i sindaci del nord non sono razzisti sono i sindaci di sinistra semmai che sono lassisti e antiitaliani.
    legalità per la sinistra equivale a razzismo

  4. Ho visto la trasmissione ieri sera, capisco le esigenze televisive, ma “Mitraglietta” Bignardi ti ha fatto un pessimo servizio, non rilevando le tue osservazioni per ciò che erano veramente, parlando troppo e dando spazio al gossip di gusto un po’ retrò della tra l’altro ancora splendida (almeno in tv) Catherine Spaak. Credo che confrontare i vostri due libri sia stata una forzatura non riuscita, ma non certo per colpa vostra…

  5. sono d’accordo con Stefano, il parallelo fra i due libri non mi è parso riuscitissimo, e poi la Spaak è una che mi fa subito venire voglia di cambiare canale.
    Certo che hai proprio un’espressione simpatica e furbetta!
    Non mi è piaciut quando in un’occasione la Bignardi ha proprio interrotto quel che stavi dicendo.
    Mi è piaciuto quando hai tirato fuori ‘dalla polvere’, Simone de Beauvoir, ma non quella frase sulle amicizie femminili che si costruiscono per tramite degli uomini, o qualcosa del genere.Anch’io, come la Bignardi ela Spaak, sono rimasta un pò perplessa.

  6. Ho visto anch’io la trasmissione. La Bignardi ti ha proprio segato a metà frase alla Aldo Forbice radiofonico. Secondo me non le andava di approfondire troppo e voleva rimanere sulla rievocazione degli anni 60 del personaggio Spaak. Effettivamente anch’io non vedevo molto il nesso nel paragone tra i due libri.

  7. Ma no. E’ che per me è obiettivamente difficile entrare in tempi brevi nella grammatica televisiva: anche perchè sono abituata alle lunghe, felicissime conversazioni durante le presentazioni. Quindi devo imparare a condensare in “bocconi” le tematiche: lo so che è difficile, però è importante riuscire a farlo. Anche come esperienza personale, promozione del libro a parte.
    Ho appena rivisto la registrazione: a me è sembrato che Daria fosse molto dalla parte del libro. Certo, per una vecchia bestiaccia radiofonica come la sottoscritta i tempi televisivi sono qualcosa da decifrare…
    A parte questo: confesso che ero terrorizzata, altro che espressione furbetta! 🙂

  8. Tentato contributo da spettatore.
    Se dimentico, in quel quarto d’ora di trasmissione, chi è la Spack, meglio chi è stata e cosa ha rappresentato nel cinema italiano e nelle fantasie erotiche degli anni Sessanta, così come nei primi discorsi intorno al divorzio (che in Italia non c’era ancora) e in quelli delle signore appese alla Sacra Rota, che la condannavano per il suo legame con Johnni Dorelli che aveva un figlio con la Masiero. E dimentico la ns amata Loredana, quindi anche questo blog, meglio, questo commento (sarebbe possibile?). Se dimentico queste cose e vedo/sento l’intervista con questa predisposizione non predisposta, mi sembra che inizialmente la Bignardi voglia osservare la Spack con la lente della Lipperini. Leggere con gli strumenti offerti dal suo nuovo libro (e magari anche da quello di 30 anni fa della Belotti) non tanto l’opera o la carriera artistica della Spack, ma la sua stessa “vita” le sue trasformazioni, e/in/voluzioni, di volta in volta più o meno impegnate e femministe, da feticcio sessuale a consapevole indagatrice dell’universo femminile (sempre origliato dal maschio, come nel programma televisivo “Harem”).
    Un’artista, una donna che a 16 anni ha avuto le chiavi del mondo dal padre, quindi un particolare caso di “libertà” una libertà concessa, da un uomo, da una famiglia agiatissima colta e aperta. Non a caso la Spack ricordava la situazione meno “libera” del nostro paese, che ha scelto solo perchè in quegli anni il cinema si faceva a Roma. La Spack è testimone di una libertà che in quel periodo da noi era quasi inimmaginabile (anni 50/60).
    Personalmente credo che oggi non sia facile spiegare e capire i meccanismi che condizionavano in quegli anni i comportamenti e le aspirazioni femminili, e nell’esempio specifico i percorsi tortuosi che spingevano le donne a costruirsi una famiglia propria per uscire da quella dei genitori. Un condizionamento che portava la donna a cercare un marito per ricreare da titolare una situazione famigliare che da figlia non sopportava più.
    Forse almeno in questo c’è stata un’evoluzione, e in molti casi il matrimonio non rappresenta più l’unica strada femminile per lasciare la casa genitoriale.
    Mi sembra che il tentativo della Bignardi non sia riuscito, anche perchè la Spack se l’è subito scrollato di dosso apertamente e garbatamente. Ma è andata benissimo anche così. D’altra parte i due libri hanno avuto lo stesso spazio, anzi, se l’attrice/presentatrice Spack ha parlato delle sue esperienze, la nostra Lippa ha parlato dei temi del libro. Insomma nell’insieme un intervento alla pari con un personaggio pubblico e popolare da sempre, un intervento più che positivo. Forse non sarà stata una bella intervista, ma le intervistate mi sono piaciute moltissimo. E poi non dimentichiamo la chiusura della Bignardi “dalla parte delle bambine”. FORZA LIPPA!
    lucio

  9. naaaa… ti si crede mica… o perlomeno, se tu fossi sincera saresti da annoverare o tra le sante immacolate o tra le ingenue più inguaribili…
    quella t’ha maltrattata… è evidentissimo…
    non credo (almeno così spero) per ria volontà… ma ‘sti conduttori lo sapessero quanto sono fastidiose e imbarazzanti le loro frettolose e sbrigative interruzioni per dare il “giusto” ritmo alle loro preziose trasmissioni.
    succede, si sa, nei salotti troppo affollati dove comunemente trova ascolto e prevalenza il più sfacciato ed arrogante.
    tempi duri per i troppo buoni…
    dispiace oh
    W la radio, toh!

  10. A Loredana hanno interrotto una frase poi l’hanno “silenziata”.
    Poche ore dopo, a Daniele hanno interrotto un’intera trasmissione.
    Questa 7 mica mi convince…

  11. Secondo la direzione di la7, nella sua ultima puntata Luttazzi ha gravemente insultato e offeso Ferrara (parlando di un rapporto sadomaso tra questi e il Berlusca), e per questo motivo la7 ha sospeso il programma e si riserva eventuali azioni legali. Direttamente o no, i guai per Luttazzi arrivano sempre da Arcore.
    Ma non vedo alcun legame con l’interruzione di una frase, in un altro programma e con motivazioni e modalità ben diverse. Poi vabbè, può anche darsi che io sia troppo ottimista, però la mia prima impressione, l’altra sera, era che la Bignardi fosse alquanto interessata al libro e alla lettura della situazione femminile fatta dalla Lippa. In fin dei conti mi pare che ognuno abbia fatto il suo gioco, evidenziando la nota classe della Spack, o Spaak, l’acquisizione del mestiere della Bignardi, la passione e l’entusiasmo della Lipperini. E non mi sembra di vedere molti altri programmi televisivi interessati ai libri. Ciao.
    lucio

  12. lucio, è chiaro che abbiamo visto due trasmissioni diverse. Per tutta la durata del siparietto la Bignardi ha praticamente sbuffato in faccia alla Lipperini, ha interrotto in modo maleducato, ha anche preso per il culo in modo idiota (“Ma chi frequenti?!”, senza poi dare l’opportunità di spiegare), ad un certo punto, vedendo l’espressione acida e insofferente della Spaak (vorrei aver registrato per mettere in rete i fermo-immagine!) ha dato le spalle alla Lipperini e l’ha ignorata fino alla fine. E questo è precisamente lo stile de La 7 in molte trasmissioni: la finta libertà finché si è frivoli o spettacolari, la chiusura al momento in cui si supera un dato limite. La Lipperini non è stata al gioco del confronto improponibile tra due libri che non c’entravano nulla l’uno con l’altro, e andava punita con la mordacchia.

  13. non credo che nemmeno a sinistra si straccieranno le vesti per protestare contro l’ennesimo tentativo di imbavagliamento del non strumentalizzabile Luttazzi.Inoltre vorrei sapere,essendomela persa,se è possibile recuperare un file relativo alla trasmissione della Bignardi con esclusivo barbarico riferimento alla parte che ti riguardava.Grazie

  14. Mi associo ovviamente a chi ha avuto una cattiva impressione sulla trasmissione. Non è obbligatorio nella vita avere “tempi televisivi”, mentre esistono persone che messe a loro agio hanno la possibilità di comunicare cose interessanti (la Lipperini ad esempio), la Bignardi non l’ha fatto, non credo lo sappia fare. Allargando il discorso a LA7 la teoria che sia una televisione “diversa” è una semplice sciocchezza, basta vedere chi la dirige (lo stesso della finta libertaria MTV…) e si capisce che la speranza di un’informazione o spettacolo fuori dai canoni è pura illusione (e ve lo dice uno che non apprezza Luttazzi e che invece segue con interesse 8 e mezzo).

  15. luridi, sono d’accordo. Anche se la trasmissione è la stessa, l’abbiamo vista in modi differenti. Non ricordo, “sbuffate in faccia alla Lipperini”, “interruzioni in modo maleducato”, “prese per il culo idiota”, “spalle alla Lipperini ignorata fino alla fine”. Ho visto un solo rifiuto di “stare al gioco”; il rifiuto della Spaak, deciso, garbato e sorridente. E non vedo analogie censorie con la sospensione del programma di Luttazzi. Ciò detto, avrei rivisto volentieri il filmato, senza escludere la possibilità di rivedere anche la mia prima impressione, che per ora ribadisco.
    lucio

  16. Le analogie ci sono eccome. Prima del siparietto Lipperini-Spaak, c’era stato il siparietto con la Sozzani, personaggio potente alla Condé Nast (editore di Vanity Fair su cui scrive la Bignardi), a cui è stata fornita una tribuna per ribattere alle accuse di Report sul sistema-moda, senza contraddittorio. La Sozzani si era rifiutata di rispondere alle domande di Report, e poi ha approfittato della giornalista compiacente. Le analogie ci sono: la finta libertà dello stile-La7 nasconde obbedienze – rozze o sottili – a vari padroni. Padroni forse un po’ più scic del Berluska, ma non meno dannosi e prevaricatori.

  17. per Loredana:non so se lo sai già, ma ti segnalo che su Repubblica di oggi, in un articolo sui Gormiti ,Concita De Gregorio parla di te e cita il tuo libro.
    Ciao!

  18. lauro, sono finito fuoristrada nel tentativo di seguire le tue indicazioni per la Condè Nast. Comunque, grazie lo stesso per la segnalazione del malcostume e del malaffare.
    Tornando alla presentazione del libro di Loredana (mi dispiace ripetermi ma sembra necessario), l’interesse della Bignardi mi è sembrato coerente e conseguente alla presenza di un altro libro e un’altra ospite.
    lucio

  19. secondo me invece la Bignardi è riuscita a fare un pessimo servizio a entrambi i libri. Sapresti dirmi, senza andare a controllare in rete, come si intitola il libro della Spaak? E’ stata inquadrata la copertina, ma il titolo non è mai stato menzionato, neanche una volta. E di cosa parla, questo libro? E il libro della Lipperini di cosa parla? Velocissimo accenno iniziale, da cui poco si capiva, e poi basta. Questo sarebbe giornalismo culturale?

  20. Mi sembra che il titolo sia “Lui” e non so di cosa parla. Il motivo l’ho scritto nel primo commento e promettendo di non ripetermi più (almeno su questo argomento) te lo copioincollo qui.
    “D’altra parte i due libri hanno avuto lo stesso spazio, anzi, se l’attrice/presentatrice Spack ha parlato delle sue esperienze, la nostra Lippa ha parlato dei temi del libro”.
    lucio

  21. guardare un programma sapendo di che cosa si sta parlando è il modo migliore per capire quanto è falsa e perversa e pericolosa la tv;
    la velocità e il bisogno di fare qualcosa di stuzzicante hanno offuscato completamente i libri: così abbiamo assistito a una mini celebrazione di una spaak piuttosto sulle sue, anzi un po’ antipatichetta; però credo proprio, per assurdo, che di tutto questo ci siamo accorti solo noi che eravamo lì per sentir parlare dei temi che ci stanno così a cuore nel libro di Loredana; temo che la Bignardi invece abbia fatto cmq una ottima cosa perché lei sa benissimo che cmq il msg sul libro è partito e che in tv non serve fare bene e approfondire, serve solo far passare, bene o male…

  22. Credo che un lavoro fatto bene sia stata l’intervista alla Sozzani, anche se avere davanti un “guru” (in questo caso della moda) ha tenuto a freno la “Mitraglietta” e quindi il dialogo è avvenuto su toni distesi. Certo Mrs. Vogue non aveva contradditorio, ma ha avuto il tempo di spiegarsi in modo accurato e completo senza nemmeno troppe piaggerie, a parte la solita desolante battuta “io sono una che lavora dodici ore al giorno e arrivo distrutta a casa la sera” (non bello da dire con in mente gli uomini dell’acciaiera di Torino, ammesso che la Pupona sappia di che cosa stiamo parlando…) Comunque se alla sig.ra Lipperini avessero fatto un’intervista come quella, la tematiche delle “bambine” sarebbero uscite sicuramente. Uno può obiettare, ma in fondo chi conosce la Lipperini? E’ vero, anche se tre o quattro attorucoli visti lì nemmeno io li conoscevo, Lasette non è una televisione di nicchia?

  23. Ieri facendo notte fonda mi sono vista la puntata di Report in rete e consiglio di farlo anche a voi. Dopodicché risulta poco misterioso che la Sozzani – che si era rifiutata di parlare con la giornalista di Rai tre- ha avuto tutto l’interesse ad emendarsi nel salotto pseudobarbarico. Non posso sapere da chi sia partita l’iniziativa, ma è certo che concedendole l’intervistona d’apertura del programma, alternando punzecchiature superficiali a salmelecchi essenziali, la Bignardi le abbia fatto un servizione.

  24. Un caro saluto a Loredana. La serata bolognese è stata molto gradevole. Il fatto è che Daria Bignardi, che come conduttrice è sostanzialmente brava e brillante, quando qualcuno parla serio tende a diventare cupa o addirittura aggressiva. Lei è a suo agio perfetto con Fabio Volo (che peraltro è un tipo simpatico), fa la cantilena, passa allo stato liquido, è quella la sua dimensione.
    Su Luttazzi non credo che sia stato Ferrara a buttarlo fuori, è troppo scafato e intelligente. Piuttosto Luttazzi ha fatto vedere le stragi irakene dovute ai bombardamenti americani, le bombe intelligenti per esportare la democrazia. Ma questo sarebbe ancora più grave della presunta (e per me improbabile) censura di Ferrara.

  25. Io sull’aplomb di Ferrara ci andrei piano. A suo tempo, dopo essere stato preso di mira da Benigni in suo spettacolo, organizzò una sistematica stroncatura a puntate sul Foglio de “La vita è bella” accusandolo in modo piuttosto subdolo di antisemitismo…

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