Cose belle, in ordine sparso. Se fosse un inventario di George Perec conterrebbe numeri, cercherebbe di inglobare il mondo intero, ma non lo è. Non è una lista, niente vertigini, niente elenchi. In questa mattina dove la primavera si tocca, provo, proviamo, a scrollare di dosso la paura, la tristezza, l’incredulità. Non è una lista, ripeto. Non è il primo sorso di birra, non è una vecchia rubrica di Cuore. E’ la volontà, almeno per un giorno, di pensare alla bellezza.
Qui, dunque, la bellezza per me e quella che ieri hanno indicato alcuni commentatori su Facebook e Twitter. In aggiornamento dove volete: commenti, social, altro.
I giardini di Calipso, la toccata dell’Orfeo, il cielo della Luna di Dante, l’anello di Angelica, le due commedie in commedia di Andreini, il fa sovracuto della Regina della Notte, la cavatina di Tancredi, la Maddalena penitente di Tiziano, la voce di Cathy Berberian.
Robinson che fugge impaurito da un’impronta sulla sabbia, le eritree di Flaiano, la Fata dei Sogni di Shakespeare,
tutte le pagine di It di Stephen King, la Visibilità dantesca di Calvino, le smorfie infastidite di Camilleri, la Sonata a Kreutzer suonata dal Guarnieri di Jasha Heifetz, l’ Emperor di Horowitz, le Variazioni Goldberg di Glenn Gould, la risata di Sachtmo,
il braccio sollevato di Bob Marley, il passo regale di Freddy, Gaber seduto sul palco, le incantevoli braccia danzanti di Nelson/Madiba. l’approdo a uno scoglio sperduto nel Mediterraneo, un anello di fuoco che illumina la notte di un colle,
il tuono che nel buio ti indica la via, la salsedine accecante del maestrale, una spiaggia con due puntini lontani (e uno di quei puntini sei tu). Spencer che ha allamato un marlin, l’orecchino di Long John Silver, il lavabo sradicato dal capo indiano Grande Montagna, i duelli di Barry Lindon, la cavalcata suicida del tenente John Dunbar, lo sguardo fiero di Rutger, l’androide,
la sporcizia di strada di Hair, lo sguardo trasognato di Aragorn che ritrova Arwen.
La musica notturna delle Strade di Madrid di Boccherini-Berio. Il duello finale di Per qualche dollaro in più. La scena di Amadeus dove Mozart trasforma la marcetta di Salieri in “Non più andrai”.
Winterreise di Schubert – e Hans Castorp che di Der Lindenbaum ne fa il suo disco prediletto. La carezza di Liv Ullmann a Gunnel Fred nel finale di Saraband di Bergman – e quella sarabanda di Bach dalla V suite.
Boccherini suonato dal violoncellista Bion Tsang. Il violinista nipponico, sconosciuto, che suona Bach all’ingresso della Corte del Louvre.
L’albero di pere in Felicità di Katherine Mansfield. La voce di Indra, in Sogno di Strindberg
Il Cristo Velato, Perseo di Cellini, l’Ultima Cena di Leonardo, Le Braci di Sandor Marai, L’amico ritrovato di Uhlman e poi il mio cane. Gli ewock de Il Ritorno dello Jedi; il Satiro Danzante di Mazara. .Uno dei miei 9 gatti sdraiato sul tavolo, il glicine in fiore e i Madredeus. Leonardo: Sant’Anna, la Vergine e il bambino. Il violino di Oistrakh. Pina Bausch. La mia bimba che ride tutta sdentata, da ieri mettendoci la voce.
Johann Sebastian Bach, soprattutto le arie della BWV 82 con la voce di basso di Peter Kooy, che mi da i brividi ogni volta che l’ascolto. E l’odore del mio cane, che sa di paradiso. Elizabeth Strout e tutte le cose che ha scritto; Paul Gustave Fischer e tutto ciò che ha dipinto (ma un po’ di più le bagnanti e le donne vestite di bianco). I narcisi del mio giardino, appena sfioriti, le opere di Egon Schiele, il profumo del caffè che esce dalla moka al mattino, Bohemian Rapsody, Cesanne, Hopper.
Il trio op. 100 di Schubert. L’assolo del cembalo nel Quinto Concerto Brandeburghese di Bach. I muretti a secco del Salento.
Gli occhi di john hurt in elephant man, la ragazzina al termine de la dolce vita, l’accordo in maggiore in chiusura di love will tear us apart, tutto Bach, il campo di grano coi corvi di Vincent, crêuza de mä, il ginkgo biloba e l’olivo, battiato, i floyd, remain in light. L’ora blu. Paul McCartney che canta Yesterday in piazza San Marco.
Claudio Abbado, malato, che nel 2010 dirige l’Orcherstra del Festival di Lucerna nell’ultimo movimento della nona sinfonia di Mahler. I video del concerto “Sylva” degli Snarky Puppy. Il primo, lungo, sorso di birra, appena spillata (qualsiasi tipo), in compagnia. “Parigi è sempre una buona idea” di “Sabrina” I capezzoli di Kim Basinger. Girare per strade vuote perché sono l’unico sveglio.
Dersu Uzala che descrive la natura come una creatura vivente, nel film di Akira Kurosawa. I giardini e i giochi d’acqua di Villa Lante a Bagnaia (VT) Caravaggio.Il ratto di Proserpina a Galleria Borghese Firenze alle sette di mattina Marlene Dietrich in Shanghai Express. La colazione al bar. Il Vesuvio, incorniciato in una delle finestre del Museo della Certosa di San Martino a Napoli. La melodia di un bicilindrico in scalata sui tornanti che portano a Fara Sabina. Il verso di De Andrè “nella pietà che non cede al rancore, madre ho imparato l’amore”Praga, l’imbrunire tornando sul sentiero dall’arrampicata, il tramonto a Trieste, Novecento di Bertolucci. La lanterna di Genova.
Un’alba vista da un muretto della basilica di Massenzio, i campi gelidi del Veneto e del Friuli in inverno, la foto del buco nero supermassiccio. Il sorriso di Rooney Mara nel finale del film Carol. L’inizio di Sentieri selvaggi di John Ford. La centrale Montemartini, il finale de L’educazione sentimentale di Flaubert.
(Non so se andrà tutto bene, di certo del bene, e del bello, è stato fatto)
La prima volta che vidi il film “il buio oltre la siepe
I libri di Alice Munro
I libri di Fhilip Roth
L’incontro con le poesie di Emily Dickinson
Le poesie di Antonella Anedda
Le poesie di Mariangela Gualtieri
Il film “un’altra donna” di Woody Allen(una svolta nella mia vita
L’incontro evento con Luce Yrigari al festivaletteratura
Di Mantova e tanti altri incontri
Maria Callas balletto omaggio di Eleonora Abbagnato
contri”che ricchezza
Cari saluti a lei , a Susanna Tartaro e tutta la redazione di
Radio3
Cose belle, un elenco straordinario non ho visto Amos Oz di Storia d’amore e di tenebre o la versione di Steinbeck della storia di Re Artù e musiche e canzoni. Ma alla fine le cose belle non sono quelle che ci aprono ai ricordi? A quei momenti speciali di sensazioni, di parole, di bellezza appunto.
In questa clausura mi è capitata una cosa bella, ho scoperto che posso, so stare sola. Ho passato un anno e mezzo sempre buttata fuori di casa, volontariato, riunioni, televisione accesa (per la compagnia) la sera, radio accesa… Sono vedova da un anno e mezzo dopo 35 anni di matrimonio, figlie all’estero. Poteva essere un disastro e invece ce la faccio
Posso aggiungere all’ Emperor di Horowitz GLI Emperor 🙂
Lorena Candela: Grazie.
bellissimo articolo,stupenda carellata di immagini e di bellezza,sembra di rivivere la scena dei baci ,di piccolo cinema paradiso,ciò che da belllezza alla vita è saperla apprezzare.Grazie.
La biblioteca dell’Archiginnasio a Bologna;il parco di Bomarzo;il cimitero di Monte Acuto;gli occhi di Shostakovich;Anna Magnani in “La voce umana” di Rossellini;l’opera “Il flauto magico”con la regia di Fanny & Alexander;Gary Oldman che canta “I did it my way”nel film “Sid & Nancy”;Il cippo in memoria della Brigata Partigiana Stella Rossa a Montesole;la Sinfonia n.2 opera 17 “Piccola Russia” di Tchaikovsky;il brevissimo filmato dei funerali di Sacco e Vanzetti;il libro “Opinioni di un clown” di Boll;i baffi di Walter Benjamin;Petrucciani che esegue “Autumn leaves”;il Maestro Manzi che insegna in TV
1. Con tutto il rispetto, questi elenchi, queste liste, paiono più che altro degli esercizi un po’ oziosi con cui si tenta di dare o costruire un idea di se, alla fine sempre un po’ vanitosa. Sarà il periodo. ma se devo pensare alla bellezza la associo a delle esperienze concrete anche drammatiche, tipo quella descritta da Lorena candela o anche un genitore una madre che nel dolore ti abbraccia come se davvero un giorno ci potessimo ritrovare.
ciao, k.
Kappa, ti conosco qui da una decina d’anni o forse più, e tutte le sante volte devi intervenire col ditino alzato. Lo so che hai preso su di te la parte del disturbatore, sia pur gentile: ma neanche la pandemia ti cambia, almeno un po’? E su, dai.
Forse è il solo modo che k. conosce per esistere, Loredana. Anche se non siamo quasi mai stati d’accordo su nulla, penso di poterlo capire: non è necessario farsi cambiare dalla pandemia! 😉
Ciao Dama Lipper, notavo questa cosa che mi ha sempre colpito. Il fatto che citi ogni tanto il finale de “Per qualche dollaro in più”. Ecco anch’io lo adoro, e forse è il mio Leone preferito.
Anche tu folgorata dal mitico colonnello Mortimer?
per forza!
grazie per la gentilezza. un sincero augurio per una Serena Pasqua a tutti
ciao,k.