Esattamente quattro anni fa usciva un gran libro di Nina Power, La donna a una dimensione. Lo hanno dimenticato in molti, come è diventato normale, ed è diventato normale fare spallucce e giustificarsi con la gran mole di titoli. Lo faccio anche io.
Però quel libro andrebbe recuperato oggi, in un momento in cui i processi descritti da Power sono andati avanti, e quella che sembrava un’onda difficile da contenere è stata contenuta, eccome.
Con la complicità di chi ha fatto surf su quell’onda.
Quattro anni fa, 2011, l’anno del 13 febbraio e di Se non ora, quando?, che ha saputo indubbiamente radunare e convogliare le tante anime dei femminismi, e invitare le donne attive sui territori a organizzarsi e a fare rete.
Bellissimo, e importante.
Ma è altrettanto importante, e in negativo, quello che è successo dopo: perché mi sembra difficilmente negabile che una delle funzioni di Snoq (o almeno di parte del suo gruppo centrale) sia stata quella di consegnare quel patrimonio a un partito.
Il Pd, nel caso.
E di usarlo per battere Berlusconi, si diceva allora. Nei fatti, per far rientrare nei ranghi le battaglie non delle sole donne, ma comuni (ah, il vecchio discorso, che occorrerebbe ogni volta ripetere: non esiste società civile se non si raggiungono pari opportunità, fra persone di ogni appartenenza sessuale e naturalmente fra persone di ogni provenienza sociale, perché le due cose vanno insieme).
Sia. E’ avvenuto, appartiene al passato e non si può modificare. Ma mi piacerebbe molto, ora, rivolgermi alle donne che sono state elette nel Pd e che provenivano dalle fila di Snoq. Mi piacerebbe che mi rispondessero su un punto.
Nella legge di stabilità 2016, all’articolo 1, comma 334, gli stanziamenti per le Pari Opportunità subiscono un taglio di 2,8 milioni di euro l’anno nel triennio 2016-2018.
Lo sanno, se ne sono accorte? Hanno qualcosa da dire sul fatto che nel 2018 gli stanziamenti passeranno dai circa 28 milioni previsti inizialmente per il 2016 (e ridotti a circa 25) a 17.597.000? Prevedono di fare qualcosa? O almeno di dire qualcosa?
E per chi, già ora, ritiene di dover dire che gli stanziamenti per le Pari Opportunità vengono tagliati nell’ambito di una generale riduzione degli stanziamenti per la Presidenza del Consiglio, verrebbe da rispondere chiedendo perché le Pari Opportunità sono ancora appannaggio della medesima. E per chi volesse aggiungere che le Pari Opportunità sono poca cosa rispetto a tutto quello che si deve fare per i giovani, gli anziani, i disoccupati, la risposta è sempre quella: non esiste avanzamento sociale ed economico se prima non si risolvono le disparità.
Noi che l’11 febbraio c’eravamo, e anche chi non c’era, attendiamo con fiducia.
da noi a quel titolo gli hanno semplicemente messo una ‘H’ davanti alla a sorrisi ed auguri
Accetto scommesse su un silenzio non cinico, ma menefreghista. Come quello dei vari e varie Piano, Capacchione, Manconi, Tocci, Tronti ecc. per aver avallato nei fatti, con voti o assenze al voto (e con silenzi o comportamenti inconseguenti alle chiacchiere) la “Buona Scuola”.
hai ragione Loredana, ma non risponderanno, sono troppa poca cosa le Pari opportunità per scomodare la maggioranza delle politiche del Pd che si tengono ben alla larga dai “temi femminili” (!) per la paura di esserne sminuite…
Il PD è nato con l’intento di rendere “strategico” (leggi: egemone) l’avvicinamento verso il centro (ex) margheritino (leggi: democristiano).
L’obiettivo non solo è stato ampiamente raggiunto, ma addirittura superato: con Renzi s’è compiuto il salto di qualità della marcia verso destra con l'(auto)espulsione forzosa di tutto ciò che odorava seppur vagamente di sinistra e la piena assunzione delle politiche berlusconiane (non a caso l’ex-leader s’è dovuto a sua volta spostare ancor più a destra per tentare di sopravvivere!).
Chi s’è imbarcato in quella ventura partendo da nobili ideali (di “sinistra” ovvero semplicemente “laici”) ha fatto la fine della rana bollita lentamente; il brodo risultante ha un sapore decisamente cattolico. Per non dire cattofascista.