NON VENERATE LA DIETA DUKAN

Ho ricevuto questa mail. La pubblico, con il consenso dell’interessata, che si chiama davvero Valeria. ” Non voglio che cambi il mio nome semplicemente perchè voglio che il messaggio sia chiaro: non dobbiamo vergognarci di ammettere le nostre debolezze e lottare”, mi ha scritto.  Non posso far altro che ringraziarla, e condividere.
“Ho deciso di scriverle perché, qualche volta, bisogna avere il coraggio di raccontare la propria esperienza per poter aprire gli occhi.
Ho 19 anni e, da circa 5 anni soffro di bulimia: alterno giorni di digiuno a giorni di abbuffate violente che mi uccidono con i sensi di colpa; e questo perchè? Perchè non so farmi accettare. Ricordo benissimo che, sin dalle scuole elementari, con le altre bambine ci confrontavamo e io ero sempre più grassottella, più grossa e più alta: fino alle scuole superiori in cui tutto è andato peggiorando, il senso di inadeguatezza era così radicato in me che, spesso, non volevo nemmeno uscire di casa perchè mi vergognavo del mio fisico. A 16 anni ho avuto il mio rapporto sessuale con un ragazzo che, nel pieno dell’intimità mi definì una “balena”: e da lì sono caduta in picchiata verso la depressione, non mangiare o abbuffarmi, mangiare e correre per 15 km. Insomma, posso dire che da allora è iniziato l’incubo che, tuttora mi porto dietro, come un macigno. Per molto tempo ho creduto che fosse un problema mio, qualcosa che dovevo risolvere con me stessa; ma poi ho capito. Perchè, spesso, per capire bisogna imparare ad osservare.
Se proviamo a guardare la tv per più di mezz’ora, è allarmante la quantità di riferimenti al “devi essere magra” che ti arrivano: programmi di cucina? Si ma presentati da donne magrissime (fatta eccezione per la Clerici che, i giornali stessi definiscono “simpatica” e mai “bella”). E ovviamente ai programmi tv seguono le pubblicità che lanciano la temutissima prova costume che, oltre a diete massacranti, può essere sconfitta con pillole “miracolose”: il risultato? Un aumento spropositato, come dimostra un report del Sole24Ore di pochi mesi fa, di ragazze che soffrono di disturbi alimentari. E quale è stata la risposta della società al problema? Nessuna, anzi una venerazione dei media per la dieta Dukan, dieta bandita dai dietologi italiani ma osannata, talvolta anche dai politici, per gli effetti miracolosi e immediati che dà.
Allora, sa che succede? Che io non ci sto più. Sono stanca di una società che vuole tutto e subito, sono stanca di messaggi sbagliati che vengono proprio da chi dovrebbe essere un esempio per noi: ma soprattutto sono stanca del silenzio assordante che si tiene su questo argomento che è, prima di tutto politico.
Vogliamo cambiare la condizione dei giovani nel nostro Paese? Allora partiamo da ricreare una giusta percezione della realtà. Tutti ambiamo a migliorarci, tuttavia dobbiamo ambire a modelli reali affinchè le ragazze oggi e le ragazze domani non diventino, ingiustamente, vittime di una società che le ha dimenticate.
La ringrazio dell’attenzione, certa che saprà cogliere in pieno il senso del mio messaggio disperato”.

126 pensieri su “NON VENERATE LA DIETA DUKAN

  1. Valeria, dal suo specifico e doloroso punto di osservazione, coglie alla perfezione la devastazione mediatica a cui viene sottoposto il corpo delle donne. La pretesa che a questa rappresentazione ci si adegui, pena essere discriminate e autoinfliggersi punizioni terribili per conquistare l’accettazione, è una delle tante forme di violenza che ne scaturiscono. Un abbraccio a Valeria e un grazie per il suo coraggio.

  2. Ma soprattutto ai ragazzi che nel pieno dell’intimità riescono solo ad offenderti, Valeria, ora e sempre nella vita, impara a dire un gigantesco vaffanculo.

  3. Grazie Valeria.
    Il senso di inadeguatezza derivante dal fisico “diverso” so benissimo che com’è.
    Anch’io sono stata sempre più alta e più grande (grossa?) delle mie coetanee..in quinta elementare ero altra 1.60 e pesavo 50kg…”troppo” rispetto alle mie compagne nettamente più minute.
    Me lo faceva notare anche la mia allenatrice di pallavolo, come se io da sola non potessi accorgermene.
    I vestiti che loro si potevano permettere, erano diversi rispetto ai miei..quando smetti di andare alla benetton 0-12 a otto anni, diventa difficile trovare abiti adeguati alla tua età soprattutto se vuoi vestirti da “bimba” e non da giovane donna (oggi forse – ma forse – un po’ meno, ma più o meno 20 anni fa lo era).
    La mia percezione di me stessa è sempre stata – e lo è ancora – distorta da quel periodo: ancora oggi sono “grossa” rispetto alle altre mie amiche nonostante non lo sia mai stata. Razionalmente è facile: oggi guardo le foto e obiettivamente non posso vedermi che fisicamente più matura rispetto alle mie coetanee, mi guardo adesso e mi vedo normale (sono 1.70 per 50kg), ma emotivamente sono sempre “troppo”.
    Cara Valeria, grazie davvero per quello che hai detto.
    E come vedi, non sei sola…

  4. Valeria,
    ha ragione i messaggi sul devi essere bella magra e giovane sono costanti e senza fine come anche ha dimostrato Lorella Zanardo nel corpo delle donne e Loredana in ancora dalla parte delle bambine
    dobbiamo rieducare o attrezzare i giovani a decifrare le immagini a fare in modo che non siano esposti quotidianamente a messaggi falsi e destabilizzanti e dobbiamo anche usare un linguaggio non discrimnante o discriminatorio
    Conosco in parte di cosa parla Valeria, non sono mai arrivata alla bulimia, ma l’ho sfiorata ci ho messo 53 anni per accettarmi come sono non conforme non magra non seducente ma viva libera e felice di essere donna a modo mio e incito Valeria a proseguire nel suo percorso ad arrabbiarsi e a mettere nero su bianco le sue sensazioni e dobbiamo fare in modo che il messaggio arrivi ai politici ma anche e sopratutto agli spin doctor del marketing è lì che dobbiamo agire e lì che dobbiamo educare al rispetto per la differenza

  5. Non ci vuole coraggio solo a scrivere, il coraggio ci vuole nel combatterlo il problema. Il libro della Zanardo coglie il punto che, però a fatica vogliamo combattere nella quotidianità. Dobbiamo imparare a lottare per la nostra dignità, non solo di donne ma di cittadini, perchè ad oggi ci è negata. Quante volte sentiamo parlare i media di questo problema? Mai! Perchè, semplicemente si preferisce dire che non esiste. Apriamo gli occhi e iniziamo a lavorare.

  6. Ringrazio Valeria per la sua testimonianza personale. Molto toccante. Però, sul piano più generale, non c’è nessun accordo della comunità scientifica su una così stretta relazione causa-effetto tra disturbi alimentari e immagini proposte dalla Tv o dai giornali. Su questo punto aspetterei un intervento di Zuberei, che ha le competenze del caso. Sul punto in generale non sulla testimonianza di Valeria.

  7. Vorrei dire una cosa a Valeria. Una cosa importante.
    Perlo perchè nel suo inferno ci sono stata per moltissimi anni. Anni di dolore.
    La mia esperienza mi ha insegnato due cose.
    La prima: si può uscire. totalmente. fino a guardare indietro con serenità e senza dolore.
    La seconda: il problema e la soluzione sono sempre dentro si noi. anche se le cause possono venire da fuori, l’elaborazione è comunque nostra. finchè ho cercato responsabilità esterne, non sono arrivata da nessuna parte. quando ho capito che le responsabilità c’erano, ma il punto non era quello, se volevo evolvermi dovevo ripartire da me… beh, allora è cominciato a cambiare tutto.
    Ci tengo a precisare che dicendo che è su noi stessi che bisogna lavorare per sciogliere il dolore, non voglio assolutamente dire che non ritengo giusto ricorrere ad aiuti esterni.
    E un’ultima cosa. Non permettiamo a nessuno, uomo o donna che sia, di chiamarci “balena” o in qualsiasi modo che ci ferisca. Noi siamo preziosi, bisogna che gli altri si adeguino a questo.
    Ti auguro buona fortuna, Valeria, e ti abbraccio con la tenerezza che si prova per una figlia.
    roberta

  8. “ricreare una giusta percezione della realtà”
    Definizione perfetta di una battaglia immane ma necessaria per la sopravvivenza della specie, forse ancora più di quella per energie pulite o una migliore giustizia sociale.
    Avendo il coraggio di andare fino in fondo: perchè dietro i media c’è non solo il commercio ma anche un mimetismo sociale spaventosamente esaltato dalla società dello spettacolo: desiderare ciò che tutti desiderano ed è continuamente rimpallato dalla sala degli specchi.
    E se si dovesse capire che per salvarsi occorre prima di tutto rompere gli specchi, avere il coraggio di tirare una bella sassata.

  9. massima comprensione da parte mia, Valeria.
    Il mio peso è oscillato fino a venti chili in più o in meno nel corso della vita, a seconda di molti fattori. Sono arrivata al minimo quando mi sono laureata, per assestarmi poi su una via di mezzo certo non conforme ai modelli ma salutare e soddisfacente, che mantengo solo con un certo sforzo – quando non sono sotto pressione.
    Lo dico non perché debba interessare ma perché è vero, ci vuole coraggio a parlarne. Meno per l’anoressia, più per il sovrappeso, che ha meno “aura letteraria” (ti consiglio cmq la lettura del libro di Elena Guerrini “Bella tutta”, per sdrammatizzare un po’).
    Sarà certamente vero che i modelli di riferimento non sono la causa scatenante dei “disturbi alimentari”.
    Ma chi c’è passato sa che possono fare molto male, e alimentare un’ossessione quotidiana, che probabilmente ha radici più profonde ma si sviluppa poi nel sentirsi continuamente rimarcare la propria “non conformità”.
    Comunque vorrei dire a Valeria che sono molte ormai le iniziative di donne che non ci stanno più a sentirsi normate da un ideale impossibile. La rete è piena di ragazze che si fotografano con i loro corpi imperfetti, contrastando i diktat della moda. In questo senso l’unione fa la forza e aiuta a combattere le discriminazioni.
    Lorella Zanardo raccontava di ragazzine che avrebbero preferito essere senza un braccio piuttosto che grasse. Ecco, di questo forse i modelli di riferimento (e chi se ne serve per umiliare il prossimo, come il ragazzo che dice balena) un po’ di responsabilità dovrebbero prendersela.

  10. grazie Valeria per la preziosa testimonianza!
    premesso che sono una 42 in espansione verso la 44 da un paio di anni, vi racconto un aneddoto carino sullo shopping di ieri. a breve ho un matrimonio e ieri sono andata a comprare un vestito con mia madre. avevo le idee chiare e ho trovato subito quello che cercavo. un vestito semplice al ginocchio con un bel drappeggio che accarezza la pancia, non saprei dire se la copre o la esalta, ma mi è sembrato un tocco molto femminile. uscite da li comunque, ho pensato di fare un salto in un noto negozio di intimo per provare una di quelle guaine snellenti e costatarne l’effetto. in effetti mi restringeva un pò, ma a che prezzo: una fatica infilarla, un caldo pazzesco e – a me che non sopporto la costrizione – imminenti dolori alla pancia e ai reni! io e mia madre sopraffatte dalle risate e dal fatto che avevamo commesso una scemenza ce ne siamo andate ridendo.
    ora dico io, se vado a un matrimonio è anche per godermi la serata e mangiare…il mio vestito mi piace, è femminile, e la mia pancetta pure. e sono felice di poter esorcizzare i demoni che a volte mi prendono con un sorriso! E ricordo che durante l’adolescenza non è stato facile… Non ho mai avuto un fisico filiforme da bikini, come non lo ho tuttora. ma se mi guardo adesso, sono contenta della sicurezza che ho conquistato negli anni e della consapevolezza del mio corpo.
    Non vi fate mai svilire.
    🙂

  11. “Ho solo dei nemici fuori adesso, che mi vogliono tutti bene, che mi dicono Devi stare attento, Devi stare meglio, Devi stare bene…e chi sta male deve vergognarsi, e anche chi è grasso”
    (La fine del millennio, Vasco Rossi)

  12. Ci sono degli aspetti ,riguardo a ciò che scrive Valeria, che sono alla portata di tutti e non occorre apettare responsi scientifici. 1) quel ragazzo è un cretino di prima categoria, 2) la dieta dukan l’ha fatta un medico espulso dall’ordine e il libro viene venduto negli autogrill in grandi quantità senza che vi siano avvisi sulla nocività della stessa.
    3) indipendentemente dai nessi causa effetto sui disturbi alimentari la riproposizione ossessiva degli stereotipi porta ad una perdita di comprensione della bellezza, che a mio avviso risalta in tutte/i i ragazze/i di 20 anni.

  13. La lettera di Valeria è importante e dolorosa.
    Penso che anche chi non ha sofferto di disturbi alimentari conosca, in qualche modo, quel dolore e quel disagio a cui è difficile sfuggire: il modello a cui conformarsi viene imposto dai media, ma poi rimbalza quotidianamente davanti ai nostri occhi, suggerito da coetanei, amici, conoscenti, addirittura educatori. La cosa giusta da fare sarebbe concentrarsi sulla nostra salute, quella sì importante e troppo sottovalutata.
    Poi mi chiedo: cosa potrebbe succedere se utilizzassimo in altro modo le energie che sprechiamo nell’odiare e cercare di “normalizzare” il nostro corpo?

  14. @laura a.
    Premetto che pure io assecondo molto la mia forma naturale e adesso a 42 anni inzio ad accettare quello che sono però le foto postate parlano di ragazze che sembrano gioiose e sicure in un corpo decisamente sovrappeso e questo non è salutare. Una persona che segue una dieta sana e fa attività fisica difficilmente accumula rotolini vari. Da due anni non corro più e le ciambelle son tornate! Con matematica precisione, se non mi muovo al più presto, passerò dalla mia 44 alla 46. Non è una questione di estetica, ma di usare al meglio il proprio corpo, in vista anche di una lunga vecchiaia… Avete provato a fare solo 5 piani di scale con una zavorra di 6/7/10 chili in più rispetto il peso forma? Il fiatone è assicurato, anche per i ventenni.

  15. Valeria ha dato una testimonianza importante che mi ha fatto molto riflettere. Essendo io una grande amante del buon cibo e della bella vita in generale, non mi sono mai posta il problema di seguire una dieta o di assecondare i modelli imperanti in televisione. Ogni volta che un uomo tenta di ironizzare sul mio aspetto fisico lo freddo con una battuta, ho avuto sempre al mio fianco ragazzi tali da scatenare invidia nelle amiche magre e qualche perplessità persino in mia madre. a casa non cucino e non rassetto, ho un uomo che lo fa molto meglio di me, con buona pace dei modelli di sottocultura machista che ci propongono giornali e tv. quel che voglio dire raccontando la mia esperienza è che televisione e diete annullano l’autostima di chi ne ha poca in partenza, credere in se stessi al di là dei luoghi comuni è un percorso che si inizia da bambini. io ho avuto la fortuna di avere genitori che in me han creduto dal primo momento, spero che i miei figli da adulti potranno dire lo stesso. e magari spegnere la televisione per fare altro, se capita.

  16. spero di non essere troppo irrispettoso
    a me pare che belle e felici ragazze in fatkini appena linkate tutto facciano tranne assecondare la forma naturale del loro personalissimo fisico, cosa d’altronde impossibile, dal momento che non esiste una forma naturale. alla voce “obesità” su wikipedia c’è scritto che sta fra le prime cause di morti prevenibili nel mondo. allora visto che si è discusso ultimamente di libertà personale in merito alla prostituzione, cosa diciamo della propria libertà personale di essere obesi? e poi, ma davvero pensiamo che le pressioni sociali a cui siamo sottoposti arrivino dai media? ma che a scuola non ci siete andati? non è un problema di messaggi o modelli, è che nella nostra vita le nostre conversazioni sono piene di giudizi e offese nei confronti degli altri.

  17. Ciao Valeria
    io credo che la tua testimonianza sia importantissima e ringrazio Loredana per averla condivisa.
    I disturbi alimentari sono un problema serio,spesso troppo sottovalutato.
    E di sicuro le immagini che passano in televisione e nei media non aiutano di certo una ragazza a compiere un percorso sereno di accettazione e amore per il proprio corpo.
    Di sicuro non è la prima causa ma è un problema.
    A me è capitato a 14 anni di non stare bene con il mio corpo e sono arrivata a quel confine che se superato mi avrebbe portato all’anoressia.
    E ho visto tante mie compagne di liceo arrivare a pesare 30 kg per raggiungere un modello inesistente.
    Forse se ne dovrebbe parlare di più. Anzi tolgo il forse.
    Ti abbraccio fortemente.
    Marta

  18. vorrei che fosse chiaro che non ho scritto questa lettera per autocommiserazione, bensì perchè, consapevole del mio problema, voglio che si combatta ogni giorno perchè la soluzione è raggiungibile.
    A chi ricordava il libro della Zanardo, torno a rispondere: ma dopo quel libro che cosa è successo? Niente, perchè abbiamo paura ad affrontare il problema. Forse non esiste un legame scientifico tra corpo visto in tv e quello che noi ci aspettiamo di essere, ma il punto su cui dovremmo soffermarci è: perchè allora così tante ragazze si trovano ad avere disturbi alimentari legati all’aspetto fisico? Perchè tante giovani ragazze ricorrono oggi alla chirurgia estetica, anche giovanissime? E, soprattutto, perchè di questo problema non se ne parla, pur essendo in continua espansione? Perchè ce ne vergognamo. E’ questo che mi ha spinta a firmarmi, perchè non voglio che domani tutto sia dimenticato, voglio credere che questa battaglia possa diventare, finalmente, centrale nel dibattito quotidiano di uomini e di donne.

  19. premesso che la forma naturale di un corpo esiste eccome, e la definirei quella che il corpo mantiene semplicemente non stando a dieta;
    con questa gallry volevo far venire allo scoperto tutti i pregiudizi, la discriminazione, e soprattutto la colpevolizzazione che nutriamo anche inconsciamente verso chi non rientra nella “normalità” esteriore.
    E mi fa quantomeno sorridere, di divertimento puro, vedere chi difende la libertà di prostituirsi scandalizzarsi difronte alla ribellione ad un canone estetico (non si dica di salute, che è ipocrisia bella e buona)
    Ecco a voi il vero tabù.

  20. Valeria, posso dirti che seguo molto il mondo delle immagini mediatiche, e dopo il Corpo delle donne si sono iniziate a vedere molte più eccezioni al “canone unico”.
    Ma l’insoddisfazione personale è un’occasione di sfruttamento troppo ghiotta per il mercato, che è quello che con i costi delle pubblicità decide cosa dovremmo essere.

  21. @laura a.
    http://blog.zap2it.com/pop2it/2012/05/fatkini-blogger-gabi-gregg-im-empowering-women.html
    Ho ascoltato parte della sua intervista e ho trovato interessante la sicurezza, la solarità e l’intraprendenza della ragazza ma non c’è bisogno di citare fonti autorevoli per sottolineare che essere grassi non giova affatto alla salute.
    Non penso proprio che sia ipocrisia, quando si è grassi si fa fatica a prendere di corsa un tram, a portare borse della spesa a piedi e tanti altri banali esempi di vita quotidiana. Piccoli problemi in gioventù che diventano macigni in vecchiaia, aggirabili invece con un buon stile di vita. (I casi di obesità di tipo ormonale si contano sulle dita di una mano).

  22. @ laura a.
    siamo d’accordo su un punto: non ci piace che le persone vengano colpevolizzate e discriminate per motivi estetici e per qualsiasi altro motivo.
    a parte questo, la forma naturale non può esistere per il semplice fatto che siamo esseri coscienti, e qualsiasi dieta è una dieta, anche mangiare tanto è una dieta. non so se ti riferivi a me, ma io non mi scandalizzo affatto per quelle ragazze, e non difendo la libertà di prostituirsi ( cerco di ragionargi piuttosto ). e infine, quelle ragazze stanno proponendo un canone estetico, che ha le sue conseguenze fisiche. se parliamo del corpo delle donne parliamone sempre. il problema di fondo è che noi tendiamo a perdere il controllo. oltre al fatto che tendiamo a farci soffrire a vicenda.

  23. L’argomento è complicato e delicato – e ringrazio anche io Valeria della bella lettera. E’ importante che si acquisisca la consapevolezza della differenza tra stereotipi imposti dai media e realtà concreta, è un importante punto di partenza. Però ecco, questi problemi alimentari implicano dei costi molto alti, per un ristretto numero di persone. Le donne che soffronto del pregiudizio dei media sono tantissime, ma non tutte si abbuffano di notte: neanche la metà neanche un quarto. Quando interviene questo problema bisogna chiedersi perchè a me succede e all’altra persona che è esposta come me e magari a parole arrabbiata come me, e magari non taglia 42 o 44 non succede? Questa è la sede per la lettera di Valeria ed è importante che noi si rifletta su questo, ma io mi sento di dire che, quando si comincia con l’anoressia e la bulimia davvero le cause su cui ragionare sono altre, la cultura offre solo dei complementi oggetti, e finchè ci si ferma sulla messaggistica culturale e basta le persone che cadono nel problema ci rimangono perchè non basterà mai a cancellare la motivazione a fare certi gesti. Anzi, in un certo senso il problema è incoraggiato e protetto in un sistema che si autoalimenta. E’ un problema che va preso molto sul serio – che ha consistenti ricadute sul piano organico, che può convertirsi con facilità in anoressia. Vorrei anche che si riflettesse sul fatto che l’anoressia e la bulimia mietono più vittime nei contesti dove l’industria culturale ha meno potere: elaborano il sintomo persone molto intelligenti, colte, preparate con grandi ambizioni e forte distacco dai media. Quindi ecco – attenzione a buttarla tutta sui modelli culturali.

  24. Brava Valeria che ne parli! Anch’io ho vissuto quel disagio intorno ai 16 anni ed ho avuto una enorme paura di ritrovarmi intrappolata nell’anoressia, fortunatamente sono riuscita a rendermi conto della pericolosità del mio comportamento vedendo le conseguenze della bulimia su una compagna di liceo, e così ho pensato che se continuavo a manipolare il mio bisogno di fame mi sarei ritrovata molto male come lei. Non ho mai raggiunto un peso molto basso, però ricordo che era normale per me oscillare di 10 kg ogni due settimane e il culmine della disperazione l’ho toccato un giorno che non riuscivo a decidere se mangiare una pesca o un’albicocca in base al minor apporto calorico. La paura che quel periodo possa tornare e un leggero controllo sul mio peso è rimasta, però credo che per me una delle cause scatenanti sia stata il fatto che in quegli anni stavo prendendo consapovolezza di essere lesbica, e avevo paura di sentirmi e farmi vedere come un maschiaccio, per cui avevo bisogno di sentirmi femminile probabilmente per sentirmi accettata, e all’epoca kate moss era un modello, come tanti altri, da imitare. A me ha fatto molto bene l’amore sincero di una donna, con gli uomini non sono mai riuscita a sentirmici bene nuda, li percepisco giudicanti, e quel ‘balena’ detto da quel tipo idiota, a me avrebbe fatto un male incredibile, mentre lui forse non se ne sarà reso neanche conto della sua cattiva insensibilità. Ovviamente so bene che non sono tutti uguali, per fortuna, gli uomini.

  25. nel migliore dei mondi possibile tante cose sarebbero aggirabile con “un buon stile di vita”.
    Non sto dicendo che non si debba avere rispetto per il proprio corpo, al contrario – non mi fraintendete.
    Ma continuo a vedere che sul problema del peso grava uno stigma morale (questo sì) che non ha eguali.

  26. ok per le cause profonde, ma se una ragazza dice che le rompe parecchio essere bersagliata quotidianamente da certi modelli io mi chiedo, perché si deve sminuire questa sua percezione?
    un suo valore evidentemente ce l’ha. Ora smetto di monopolizzare, scusate 🙂

  27. a laura
    “nel migliore dei mondi possibile tante cose sarebbero aggirabile con “un buon stile di vita”
    Mai gettare la spugna, con un atteggiamento soft non si va da nessuna parte. Anche Valeria lo ricordava bisogna partire da noi, non colpevolizzare gli altri. Se so che mangiare troppo o troppo poco mi fa male perchè continuo? Se so che non fare sport alla lunga “uccide” perchè non lo faccio? Se lo stigma morale esiste come mai in Usa ci sono tantissimi obesi? Se il discorso estetica/salute non fa breccia come mai non lo fa quello della riprovazione?

  28. perchè la bulimia è un problema molto ma molto più grave, e non trovo molto morale e giusto nei confronti di chi ne soffre strumentalizzare il suo disagio per delle battaglie nostre. Se la persona da l’impressione di addurre come causa principale quella percezione, siccome so, per esperienza e bibliografia sovrumana che quella percezione non è la causa principale ho il dovere di sottolinearlo.

  29. “allora visto che si è discusso ultimamente di libertà personale in merito alla prostituzione, cosa diciamo della propria libertà personale di essere obesi?” @___@
    Io ho difeso, anche se in maniera problematica, persino la libertà di farsi del male fino all’ auto-distruzione proprio perchè nel dubbio sono portato a scommettere sulla capacità di una persona di decidere per se stessa (e se in seguito si pentirà questo sta alla sua coscienza) quindi se una persona è “obesa e felice” non ho nulla in contrario (come non ho nulla in contrario per chi vuole dimagrire) ma deve sapere cosa rischia non solo esteticamente ma anche a livello di salute così come un fumatore deve sapere che il fumo fa male, metterlo in guardia non è certo una violazione della sua libertà.
    Fermo restando che sarebbe bene distinguere tra chi è obeso e chi è solo un po’ sovrappeso e che ognuno col suo corpo fa ciò che vuole (io ad esempio sono magrolino e flaccido, so bene che un po’ di palestra mi farebbe bene ma ho deciso di non farla causa pigrizia) eccetera.due parole sulla dieta: il concetto di dieta che inizia e finisce per poi magari ricominciare a mangiare come prima credo sia sbagliato…se c’è un nutrizionista o un dietologo nel commentarium chiedo conferme ma chi vuole perdere peso non può mangiare sano e fare moto per un periodo e poi smettere di colpo una volta che ha perso un po’ di chili, li riprenderà certamente..se si vuole stare in forma per avere un bell’aspetto e una buona salute, se si vuole uno stile di vita sano (e sta solo a noi volerlo o meno) deve continuare per tutto l’arco della vita. E va da sè che sarebbe buona norma affidarsi a persone esperte e non a diete fai da te questo sempre rispettando le scelte di tutti.
    I disturbi alimentari però sono altra cosa, sono disturbi psicologici seri, sono d’accordo con chi dice che i media non sono il fattore scatenante ma non mi sento in grado di aggiungere altro se non fare i miei migliori auguri a valeria (e quel ragazzo che nell’intimità ti ha offeso è un cretino integrale)

  30. zauberei, sentirmi accusata di strumentalizzare mi dispiace proprio. Ho ripreso il tema della mail, certo dal mio punto di vista, ma non ho distorto niente – oltretutto ribadendo più e più volte che le cause profonde si sa che sono altrove. E “Stile di vita” è un’espressione che non ho usato io.

  31. @Zauberei
    Hai ragione quando dici che la radice delle patologie alimentari è nel profondo (e va curata come tale) mentre la mimesi mediatica è solo l’innesco, ma che “l’anoressia e la bulimia mietono più vittime nei contesti dove l’industria culturale ha meno potere: elaborano il sintomo persone molto intelligenti, colte, preparate con grandi ambizioni e forte distacco dai media” è discutibile. I Media non sono solo la televisione. La cultura letteraria e soprattutto quella del Web negli ultimi decenni sono essenzialmente veicolo di esibizione e mimesi sociale. Ci sarebbe un libro fondamentale su questo, credo che lo apprezzeresti:
    http://www.ibs.it/code/9788833915333/turcke-christoph/societa-eccitata-filosofi.html

  32. Scusami Laura, ritiro il termine – non volevo essere così aggressiva. Però sono rimasta un po’ stupita perchè secondo me questo rischio la tua posizione lo corre, magari senza volerlo. Davvero io parlerei tante volte dell’influenza perniciosa dei media, ma eviterei volentieri quando capitano racconti come questi – proprio smorzerei la cosa. Perchè appunto, le cause sono altrove.
    Però si la parola era sbagliata hai ragione.
    Valter grazie del link.!

  33. va bene, io non dirò più niente perché so di essere troppo coinvolta, per il “semplice” stress di dover mangiare un bel po’ meno di chi mi sta intorno per restare in “pesoforma” (sic).
    Ma a chi si scandalizza davanti a quelle foto e salta su a dire che basta controllarsi o cose del genere, chiedo solo per un attimo di rendersi conto di quanta superiorità e discriminazione ci sia in un atteggiamento del genere.
    Zaub: prego.

  34. Ho letto *quasi* tutti i commenti che sono il più delle volte di pancia oppure guidati da un’immaginario sulla forma estetica e sulla salute che è riuscito a passare con una forza dirompente negli ultimi (brevissimi) 40 anni.
    C’è chi intanto si mette da parte proclamando la sua minitaglia, c’è chi invece discetta sul sovrappeso rispetto alle curve.
    La realtà è che ognuno di noi ha una forma diversa, ma l’ideale estetico muta con la rapidità delle necessità del mercato (che si industria a creare indirizzi e coscienze al solo fine di vendere quei prodotti che spacciano per il viatico che ti porterà a raggiungere quell’ideale appositamente creato) e tu rimani esterrefatto, confuso e pieno di dolore se non puoi essere come ti vorrebbero.
    Tutto questo, ovviamente, colpisce soprattutto le giovani, quelle che non hanno punti di riferimento, che hanno famiglie incapaci di uscire fuori dal luogo comune, dall’imposizione mediatica, inconsapevolmente incapaci di concedersi (e concedere alle figlie) la libertà di essere come sono state create.
    Gli uomini sono i primi ad affondare il coltello nella piaga. ti scopano e mentre lo fanno ti dicono che gli fai schifo… e questa non solo è misoginia, ma è anche crudeltà mentale, espressione di un disprezzo bevuto col latte materno (ahimè!).
    Poi ci sono i medici che te la pongono sul piano della salute, con cattiveria, però. Con la cattiveria del sadico che finalmente può farti pagare peccati che non hai commesso. Sia perchè quel medico su te e sulle tue diete può lucrare (un po’ come i ginecologi obiettori che poi si fanno pagare l’aborto in privato, no?) e sia perchè il mercato è totalmente blindato sull’unica realtà attuale del processo per cui si prende peso.
    Un tempo, infatti, ingrassava chi mangiava molto e molto condito. Ora ingrassa anche chi mangia poco perchè in tutti gli alimenti che si acquistano non freschi c’è una quantità davvero “industriale” di zuccheri e di quelli peggiori, quelli straraffinati, stra sbiancati chimicamente, oppure quelli che provocano malattie di vario genere come i dolcificanti.
    Noi ne mangiamo inconsapevolmente. Acquistiamo un cibo light pensando di contenere le calorie e ingoiamo zuccheri, beviamo una diet coke e, oltre a gonfiarci di anidride carbonica, ci imbottiamo di aspartame.
    Il corpo reagisce modificando la sua massa grassa, è un segno di sofferenza, non un segno di debolezza della volontà.
    Finchè non capiremo questo, finchè non combatteremo contro questa terribile manipolazione, tutti quelli che guadagnano sul nostro corpo avranno la meglio.
    Ci siamo dentro fino al collo: un circolo vizioso che parte dall’alimentazione (sapete che per fare i polli teneri danno loro un mangime fatto con gli scarti della lavorazione di altri polli? Ovvero piume, zampe, ed altri scarti di polli morti? Ma la domanda è: chi ci ha messo in testa l’idea che il pollo deve essere tenero? E quando?)

  35. a me le ragazze “fatkini” non scandalizzano, come ho già detto, perchè non c’è niente di scandaloso nell’essere contente/i del proprio corpo e mostrarlo (come non è scandaloso voler cambiare). So anche che come ci sono persone magre per costituzione, vi è anche chi magari è di costituzione più robusta e forse tende ad ingrassare con più facilità e se vuole perdere chili deve fare più attenzione, però appunto cambiare regime alimentare, muoversi di più non è un’utopia se lo si vuole (e non disprezzo chi non vuole, io stesso per il mio benessere e pure per il mio aspetto estetico dovrei muovermi di più, tonificare i muscoli..ma non voglio)

  36. Scusate, non avevo concluso…
    I nostri gusti e i nostri desideri sono nelle mani del mercato che non ha rispetto della salute per poter andare appresso al profitto.
    Mangiamo queste cose terribili piene di zucchero e di morte e, ovviamente ingrassiamo.
    Però ci dicono che è colpa nostra perchè non abbiamo volontà, non siamo abbastanza forti con noi stesse, perchè non ci “vogliamo bene”, perchè non reggiamo il confronto con l’immaginario (photoshoppato) collettivo…
    E invece gli assassini sono loro. Assassini di intere generazioni condannate alla povertà, alla sofferenza e, da vecchi, alla malattia in nome del profitto di altri.
    Il problema dei disturbi alimentari è tutto qui.

  37. Cioè, ora Valeria sarà diversa da un tempo, mah….è bellissima!!!
    La testa di c***o che l’ha definita balena in intimità, voglio dire, lui com’era?
    Fossi stata io gli avrei staccato il membro con uno strappo netto!!!
    Tipico maschio fatto con lo stampino!!!
    Valeria, la amerei e la sposerei io, ma subito!!!

  38. I miei due centesimi, dal punto di vista dell’immaginario dal momento che non mi azzardo a entrare in disquisizioni cliniche. Sono sempre stata un “soffietto”, nella vita, oscillando fra taglie ritenute (un tempo, almeno) “normali” come la 44 e un paio di taglie in più. Noto, comunque, che l’epiteto “grassona” è quello che sale alle labbra più spesso all’interlocutore che vuole ferire. Perché essere non conformi a quel che viene proposto come “normalità” è comunque ciò che non va fatto, ciò che ti porta ai margini.
    Ora, su questo forse un ragionamento andrebbe fatto: a fronte della molteplicità, vedersi sempre e comunque proposti stereotipi è avvilente.

  39. Mah, direi che molti degli intervenuti sono meno maturi di Valeria che sa benissimo di tenere comportamenti sbagliati quando ammette di abbuffarsi.
    Il punto che mi pare non si capisca è che essere grassi non è un modo di essere diversi in un mondo che ti vuole snello a tuti i costi, è proprio il contrario, che si è grassi fino all’obesità per influenza sociale, mai la società italiana, ma la situazione è analoga anche in paesi a simile economia, è stata così affaollata da obesi: come si può invocare la libertà di essere obesi e farlo nel contesto di una contestazione al sistema dominante?
    C’è chi trova perfino il modo di farne una causa femminista, dimenticando che il problema dell’obesità prescinde dal sesso di appartenenza, ma dato il contesto, qualcuno l’avrà considerato un preciso dovere, mai guardare ad aspetti sociali che non siano di discriminazione sessista, sarebbe una caduta di militanza femminista a tempo pieno!
    Sveglia, questa è la società della Coca Cola e dei Mac Donalds, mica altro!
    La società ti colpevolizza? Ma dico, ci siete mai stati fuori da una scuola in qualsiasi città della nostra Italia? Ma chi si sente colpevolizzato visto che è circondato da persone che le assomigliano tanto?
    Lottare contro l’obesità dovrebbe al contrario costituire un nobile fine, e forse si dovrebbe iniziare dall’eliminare nei supermercati i pasti già pronti, che molte abitudini alimentari errate nascono da lì!

  40. “disquisire” loredana: è una di quelle parole che se avessi usato sul tuo lavoro ti avrebbero un tantino reso perplessa. O no? PPPPP A me piacciono queste discussioni, ma nel caso specifico avrei trovato meglio o usare un altro esempio, oppure trattandosi di un problema grave di depressione e bulimia, almeno non ridurre a chiacchiera da salotto qualcosa che può essere un po’ più utile. E non è che io porti a’ 42 eh. Come validi testimoni qui possono attestare:)

  41. a mente fredda, salta all’occhio una cosa.
    Mentre è tabù parlare di morale per la sfera sessuale, è ritenuto attualmente da molti legittimo dettare norme morali sul comportamento alimentare e sui modelli sani o no, con tanto di condanne senza assoluzione in caso di “eresia”.
    Non si accettano modelli morali se non per la taglia, pare di capire.
    A me poi, anche rileggendo, è sembrato che Valeria (mi correggerà lei se sbaglio) non volesse discutere del suo “disturbo”, quanto porre all’attenzione il tema dei messaggi sbagliati e modelli irreali.

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