Ho ricevuto questa mail. La pubblico, con il consenso dell’interessata, che si chiama davvero Valeria. ” Non voglio che cambi il mio nome semplicemente perchè voglio che il messaggio sia chiaro: non dobbiamo vergognarci di ammettere le nostre debolezze e lottare”, mi ha scritto. Non posso far altro che ringraziarla, e condividere.
“Ho deciso di scriverle perché, qualche volta, bisogna avere il coraggio di raccontare la propria esperienza per poter aprire gli occhi.
Ho 19 anni e, da circa 5 anni soffro di bulimia: alterno giorni di digiuno a giorni di abbuffate violente che mi uccidono con i sensi di colpa; e questo perchè? Perchè non so farmi accettare. Ricordo benissimo che, sin dalle scuole elementari, con le altre bambine ci confrontavamo e io ero sempre più grassottella, più grossa e più alta: fino alle scuole superiori in cui tutto è andato peggiorando, il senso di inadeguatezza era così radicato in me che, spesso, non volevo nemmeno uscire di casa perchè mi vergognavo del mio fisico. A 16 anni ho avuto il mio rapporto sessuale con un ragazzo che, nel pieno dell’intimità mi definì una “balena”: e da lì sono caduta in picchiata verso la depressione, non mangiare o abbuffarmi, mangiare e correre per 15 km. Insomma, posso dire che da allora è iniziato l’incubo che, tuttora mi porto dietro, come un macigno. Per molto tempo ho creduto che fosse un problema mio, qualcosa che dovevo risolvere con me stessa; ma poi ho capito. Perchè, spesso, per capire bisogna imparare ad osservare.
Se proviamo a guardare la tv per più di mezz’ora, è allarmante la quantità di riferimenti al “devi essere magra” che ti arrivano: programmi di cucina? Si ma presentati da donne magrissime (fatta eccezione per la Clerici che, i giornali stessi definiscono “simpatica” e mai “bella”). E ovviamente ai programmi tv seguono le pubblicità che lanciano la temutissima prova costume che, oltre a diete massacranti, può essere sconfitta con pillole “miracolose”: il risultato? Un aumento spropositato, come dimostra un report del Sole24Ore di pochi mesi fa, di ragazze che soffrono di disturbi alimentari. E quale è stata la risposta della società al problema? Nessuna, anzi una venerazione dei media per la dieta Dukan, dieta bandita dai dietologi italiani ma osannata, talvolta anche dai politici, per gli effetti miracolosi e immediati che dà.
Allora, sa che succede? Che io non ci sto più. Sono stanca di una società che vuole tutto e subito, sono stanca di messaggi sbagliati che vengono proprio da chi dovrebbe essere un esempio per noi: ma soprattutto sono stanca del silenzio assordante che si tiene su questo argomento che è, prima di tutto politico.
Vogliamo cambiare la condizione dei giovani nel nostro Paese? Allora partiamo da ricreare una giusta percezione della realtà. Tutti ambiamo a migliorarci, tuttavia dobbiamo ambire a modelli reali affinchè le ragazze oggi e le ragazze domani non diventino, ingiustamente, vittime di una società che le ha dimenticate.
La ringrazio dell’attenzione, certa che saprà cogliere in pieno il senso del mio messaggio disperato”.
@ilio
io invece penso che anche se una è magra muscolosa ipertesa va benissimo, il problema è quando ti propagandano un tipo di assetto corporeo come l’unico possibile. Per me han pieno diritto di cittadinanza le magre muscolose ipertese come le fatkini. E al diavolo i modelli.
vincenzo, non ci siam capiti ma non importa, davvero.
ok, io dico solo, senza offendere nessuno, che se una cosa provoca gravi e riconosciuti danni alla salute fisica (oltre che all’aspetto fisico) è bene farlo sapere poi ognuno si regoli come vuole.
Ormai sui pacchetti di sigarette va scritto per legge e a caratteri cubitali “il fumo uccide” non “fa male”, scrivono proprio “uccide” e nessuno o pochi la vivono come una colpevolizzazione dei fumatori, è considerato per lo più un doveroso e giusto avvertimento poi chi vuole fumare fuma (ma non può farlo dove gli pare) e chi no no.
Mi domando cosa succederebbe se si proponesse di piazzare scritte analoghe o simili e della stessa grandezza sui superalcolici o sulle etichette di certi cibi
non è legato all’obesità ma sul tema “salute e libertà di scelta” consiglio il film Thank you for smoking
quando penso che la questione relativa all’obesità negli usa riguarda la gestione di 90 milioni di persone non posso fare a meno di pensare che dietro tutto questo ci sia un business spaventoso e che,al di la dei casi di vera obesità(che per la loro natura devono essere trattati con l’ausilio di presidi sanitari),la creazione di modelli improbabili o di standard da venerare per i tempi a venire sarà il modus operandi di chi sta dietro ai media.Tanto per cambiare,il fenomeno si può combattere solo sul piano culturale
http://www.sicario.tv/wp-content/uploads/musica/HeavyCross-TheGossip.mp3
L’alimentazione “sana” e fare quotidiano esercizio fisico, mi raccomando! Per cui chi è “in sovrappeso” lo è sempre e solo per colpa sua, natauralmente; per una deprecabile mancanza di fermezza e volontà, per l’incapacità di sapersi imporre le sagge regole universali che sole garantiscono lunga vita, agilità e bellezza. Mah. Io non sono una patita del “junk food” (si dice così?), anche se trovo che una dieta equilibrata (equilibrata per il cervello) debba ogni tanto comprendere anche le “schifezze”, pena lo scivolamento insidioso verso l’ortoressia; preferisco la roba integrale (perché leggo che fa bene, ma amche perché mi piace molto) e in genere non mi faccio mancare frutta e verdura, salvo quando proprio mi secchi prepararle (le verdure). L’esercizio… Be’, i miei sei piani di scale a piedi li salgo senza fiatone, cammino a piedi visto che non ho la patente e in alcuni periodi mi metto anche a saltellare come un’idiota davanti alla Kinect (un acquisto, ammetto, dispendioso e non molto felice), certo non ora, dato il caldo e la mia pressione bassa. E la mia forma? 37 anni, 1,68 di altezza, 74 (settantaquattro) chili di morbide curve (se vogliamo dirla in modo politically correct) o di ripugnante lardo che mi porterà alla tomba (per ora però le analisi di routine sono da incorniciare), vestiti da una taglia 46 che sempre più si avvia a divenire 48. Negli ultimi 9 o 10 anni sono costantemente ingrassata; non so che farci, visto che i fondamentali dell'”esser sani” più o meno ce li ho e alle diete restrittive non ci penso neppure; non sono così ascetica da privarmi di qualche “grassa” cenetta in compagnia, e del resto nella maggior parte dei casi mi consta che i chili persi in questo modo ritornino tutti con gli interessi. Tutto questo per dire che mi sto sempre più convincendo che davvero ognuno ed ognuna di noi abbia la sua “forma”, che muta per effetto dell’età, delle esperienze di vita, dello stress, degli ormoni, del metabolismo che cambia e chi più ne ha più ne metta, non solo a causa di una negligente trascuratezza. La controprova mi sembra il fatto che esistono mucchi di persone magrissime che ingurgitano ogni sorta di porcheria senza ingrassare e che non praticano alcuno sport! Guardando le ragazze in “fatkini”, che trovo belle e simpatiche, oltre che coraggiose, e confrontandomi con loro, mi vedo per ora un po’ più “snella”, ma non posso essere certa che fra dieci o vent’anni non sarò così, malgrado frutta, verdura, farro e kamut e scale a piedi. Per cui non mi va di giudicare. In questi anni ho visto attorno a me ammalarsi e morire, ahimé, grassi e magri, “carnivori” e vegetariani. Per cui basta col mantra della salute, e della patologicità di ogni sovrappeso. Per favore.
Laura, non mi leggi con attenzione.
Non sono a favore o contro un modello. Solo, inseguire una forma determinata da altri secondo me è male.
allora stiamo dicendo la stessa cosa Ilio 🙂
Io vorrei sottolineare un punto di questa discussione, e mi scuso se ripetero’ qualcosa di gia’ detto, ho cercato di leggere tutti i commenti ma sono un po’ di corsa: a me sembra che chi dice: “e’ sbagliato proporre un modello di ragazze obese, come quelle di fatkini, perche’ non e’ sano ecc. ecc.” trascuri un aspetto della questione, e cioe’ che qui non si stanno proponendo due modelli alternativi (super-magra e in forma come le modelle in TV, o grassa/obesa come le ragazze fatkini). Non sono cioe’ due modelli di donna che ci vengono proposti alla pari: a fronte di una stragrande, immensa maggioranza di modelli di magrezza, ci sono poche ragazze (forse per fortuna in aumento, ma la sproporzione e’ comunque amplissima) che si fotografano e si propongono nonostante non siano conformi ai modelli universalmente proposti. Percio’, vista questa sproporzione evidentissima, mi lascia perplessa chi grida al pericolo di “sdoganare” l’obesita’ come un modo di essere accettabile, nonostante i problemi per la salute che ne derivano. Non mi sembra questo il punto.
Brevemente sulla dieta Dukan: mi sembra signifiativo che sia cosi’ venerata, e’ cosi’ chiaramente squilibrata e certo non aiuta il benessere della persona. Ci vogliamo cosi’ male da maltrattare il nostro corpo e la nostra salute pur di essere “belli magri”?
E per finire: grazie Valeria, ti sono vicina, anche per esperienza personale.
Giovanna io sono il primo a dire di non giudicare nessuno, però non capisco, è possibile che limitarsi a dire che certi cibi uniti alla vita sedentaria non sono proprio il massimo del benessere fisico e possono avere conseguenze spiacevoli non solo sull’estetica venga visto come un affronto? Io non amo troppo gli eccessi iper-salutisti, e so bene che c’è chi è magro per costituzione (sono uno di loro) e chi è più robusto, questo non significa che uno SE VUOLE non si debba controllare. Se dici che le tue analisi sono da incorniciare e stai bene con te stessa non c’è alcun problema e poi non sono un esperto ma 1.68 per 74 Kg non mi sembra segno di obesità.
Voglio dire..se uno mi dice che sono troppo secco e flaccido io posso pure pensare che dovrebbe farsi gli affari suoi ma non lo vivo come un attentato al mio diritto di non tonificarmi i muscoli
Valeria, tante cose non vanno. e tu hai tutto il diritto alla rabbia, soprattutto per quelle che in questo momento sembrano prendere a schiaffi direttamente te. fermo restando che non c’e’ un messaggio sociale o mediatico che puo’ causare questa sofferenza che attraversi, tu sembri dire chiaramente che c’e’ una specie di complicita’, nel mondo che ti circonda. io un po’, d’istinto, son d’accordo. ma credo che non sia una questione di immagine, e’ di sostanza. il fatto che la misura di una persona sia il suo corpo, e’ lo schiaffo che si aggiunge. non esiste un colpo d’occhio o uno specchio che puo’ dire chi siamo, che l’immagine ci piaccia o meno, e’ la facciata. non e’ necessariamente vero che non si sta facendo nulla su questo fronte, e’ che e’ un lavoro lungo e faticoso.
non e’ la tv, la tv e’ un effetto tra i tanti. la cultura che ci imprigiona e ci limita al nostro corpo come valore sociale, precede gli anni 80. il mito del giovane e sano e forte, felice per definizione, compiaciuto nella sua ottusita’ di persona che finisce una volta che si e’ rimirata allo specchio, pure.
hai diciannove anni Vale’, e’ la prima cosa che dici di te. e mi pare appropriatissima! prenditi cura di te, e poi vieniti a prendere quello che vuoi dalla vita. se fosse contribuire a migliorare il nostro paese, ben venga 🙂
Scusate se intervengo ancora ma mi è stato fatto notare che nel mio ultimo post potrei, senza volere, aver trattato male Giovanna Esposito..qualora fosse così e se Giovanna o chiunque si sia sentito offeso dai termini che scelgo per esprimere i miei pensieri ritengo mio dovere scusarmi. Non ho mai avuto intenzione di fare prediche a nessuno.
Scusate ancora
In effetti è vero, è tutta e solo colpa solo della dieta Dukan e simili, anche se quell’imbecille a sedici anni ti ha volgarmente offesa.
Io penso che ciascun* di noi abbia il dovere di cercare di mantenersi in salute. Lo dico da anemica cronica che se non si cura a dovere ogni tot rischia di diventare una specie di larva. Un peso per le persone che mi stanno intorno. Ora, visto che so come tenere sotto controllo la cosa cerco di farlo. Questo non significa avere uno stile di vita irreprensibile, ma semplicemente cercare di riconoscere i propri limiti e di non oltrepassarli. E questo vale per i fumatori incalliti che si ammalano di bronchite tre volte all’anno, per gli insonni che preferiscono non dormire piuttosto che darsi uno stile di vita un po’ più favorevole al sonno e così via.
Fatta questa premessa di assoluto buon senso(almeno così mi pare), mi sembra evidente che sul corpo delle donne, sulla sua corsa all’inseguimento della forma perfetta, ci sia una pressione enorme. Una pressione che non è certo al centro della patologia, ma che influisce sulla vita di ciascuna di noi e che serve a tenerci al nostro posto. Perché, come diceva Loredana, l’epiteto (umiliante, colpevolizzante) di “grassona” è un asso nella manica per chi vuole insultarci. Perché è un ulteriore modo di dirci come dovremmo essere. Magre, giovani (giovanissime), seducenti, disponibili. E’ questo il modello imperante in una percentuale spaventosa delle immagini che ci rappresentano (vedendo certe pubblicità di intimo, a me sembra che si sfiori l’incitamento alla pedofilia). La pressione verso un corpo canonicamente bello è sempre in funzione della sua disponibilità. Un corpo bello e non disponibile è un controsenso, qualcosa a cui rispondere con robe tipo “figa di legno”, “mica ce l’hai d’oro”, “frigida”, “nazifemminista”, “lesbica” ecc. E io non vedo cosa possa esserci di male in delle ragazze che celebrano il proprio corpo (sano o no non penso stia a noi dirlo dato che nessuno porta la sua cartella clinica tatuata sulla pelle). Che questo modello poi sia infinitamente minoritario rispetto alla taglia 38 (potenzialmente poco sana anche quella, mi pare) è del tutto ovvio, come dice icly. Ma questa piccolezza, che questo granello di polvere in confronto alla montagna di immagini in cui siamo immersi, basti già a far percepire una minaccia è molto molto indicativo.
Salve, sono d’accordo con la percezione di questa ragazza e dico che in Italia questa fissazione per apparire e omologarsi raggiunge i livelli peggiori che esistano, all’estero che è molto più contenuta se ne parla già da tempo nei giusti termini, qui no, se si osa dire che le persone hanno il diritto a non odiare il proprio corpo (magari anche se in quel moneto non è perfetto, ma non è con l’odio che si migliora di certo, perché la salute parte dalla testa e non da un semplice numero sulla bilancia) si viene liquidati come fannulloni in cerca di facili scorciatoie alla pigrizia che porta a morte sicura -perché questa, purtroppo, è la minaccia. Se anche il peso eccessivo non sia salutare, a mio parere non sono le diete la miglior risposta, lo dico perché conosco sia diete da quando sono adolescente, sia i disordini alimentari bene. A mio avviso il concetto di dieta è una forma si anoressia controllata (cioè controlla psicologicamente l’assunzione di cibo dando in questo un senso di potenza) favorendo e non eliminando i possibili disturbi alimentari e punta al solo risultato fisico ritenendolo una soluzione a tutti i problemi di accettazione. Io sono per l’assunzione corretta di cibo che dovrebbe avvenire in maniera naturale e conoscendo la propria psicologia e rispettando il proprio corpo. Purtroppo nella nostra società il cibo (anche sano) viene fatto vivere come nemico, idem per il corpo. La dieta non aiuta ad amarsi di più…
p.s. io sarei una di quelle ragazze ‘poco sane perché esteticamente non conformi’ che si fotografano nonostante non siano fuscelli. Il fatto è che la diversità dà fastidio in una società omologata. Io non ho mai inneggiato al ‘grasso è bello’, anzi io dico che l’accettarsi sta alla base di un atteggiamento positivo verso il proprio corpo che può aiutare a risolvere problemi anche di salute o di peso dove necessario. Sono vegetariana, non fumatrice, astemia (ma non fissata ed estremista in tutto questo), dico sempre che i miei bisnonni ultranovantenni erano in sovrappeso per tutta la vita, mentre ho avuto parenti che sono mancati giovani a seguito della sofferenza di un disordine alimentare. Dove sta la salute secondo voi? Non dico che si debba essere indulgenti verso uno stile di vita non salutare, ma chi lo dice che le persone snelle siano quelle che conducono lo stile di vita sempre più sano? Togliamo i pregiudizi, quello che faccio io è una provocazione, ma vorrei essere di esempio a chi, odiando il proprio corpo, non è spronato a prendersene cura.
Divadellecurve, guarda che l’omologazione è essere grassi, non essere magri, basta avere occhi per vedere se per le strade ci sono grassi o magri, è facile, basta uscire e tenere gli occhi ben aperti.
Giudicare quale sia il pensiero dominante solo sulla base dei messaggi salutistici o presunti tali è un grosso errore, il pensiero per dominare, non può rifugiasi nel momento del giudizio finale, esso agisce molto più precocemente e in maniera molto più invadente sib dalla roba che troviamo nel supermercato, sin sul ritmo della nostra vita quotidiana, magari sollecitando la nostra spontanea pigrizia che ci fa scegliere di nutrirci con cibi precotti e richi di calorie.
Se noi ci soffermiamo su un singolo aspetto della nostra vita e perdiamo la visione della totalità dell’organizzazione sociale così brava a influenzare le singole vite di noi tutti, rischiamo di prendere solo un’enorme cantonata.
Vincenzo, capisco il tuo punto di vista, ma è UN punto di vista: ognuno/a di noi probabilmente vede e reagisce agli imperativi che più lo toccano tra i molti e contraddittori che ci bersagliano – a seconda della propria gestalt.
A ben guardare, nella contraddizione apparente degli imperativi si concretizza al massimo l’influenza e invadenza del mercato, che per trarre il massimo guadagno da una parte sollecita gli impulsi sensuali della gola e pigrizia, dall’altra i sensi di colpa “morali”, la vergogna del giudizio altrui e quindi l’ansia di dimagrire.
In questo senso, la ribellione all’omologazione sta nel riuscire ad ascoltare le proprie necessità profonde, a seconda della fase della vita, mettendo in sordina rumori e pressioni esterne.
Vincenzo, vai a farti un giro nei negozi di abiti femminili che non vendano solo tuniconi e chiedi una 48.
il 60% delle volte ti sentirai dire che “arriviamo alla 46” (e nemmeno per tutti i modelli). Qualche 48 riesci ad arraffarla, ma solo per abiti sformati e sformanti che rimandano alla potenziale acquirente il messaggio “con questa taglia è meglio nascondersi”.
La mia domanda è sempre: ma possibile che in Italia tutte abbiano la 42?
Ora che tu mi dici che in effetti i grassi sono in maggioranza, mi chiedo veramente come facciano a trovare abiti.
giovanna esposito sei il mio mito!
Mah, stiamo uscendo dal solco tracciato da Valeria.
A Herato
Vincenzo però ha ragione eccome, se ci si fa un giro in Toscana e Campania, tra le tante, le persone sovrappeso le noti eccome. Comunque sia le grandi catene di abbigliamento arrivano almeno fino alla 48 nella linea giovanile, lo so perchè la portavo…
Dati a campione sul sovrappeso sono stati raccolti dall’Istat e riportati dal Ministero della Salute in relazione alle malattie metaboliche.
Cito:
“L’Istat, relativamente all’anno 2009, rileva che in Italia, nella popolazione adulta, la percentuale di sovrappeso è pari al 36,6% (maschi 45,6%; femmine 28,1%), mentre gli obesi sono il 10,6% (maschi 11,6%; femmine 9,5%). Nel Sud e nelle Isole si rileva la percentuale più elevata di persone obese e in sovrappeso (11,8% e 39,8% rispettivamente). Complessivamente in Italia si stimano, quindi, in circa 6 milioni le persone adulte obese. Si stima, inoltre, che vi siano più di 1 milione di bambini tra i 6 e gli 11 anni in sovrappeso o obesi in Italia con notevoli differenze tra Regioni”
E notoriamente la misurazione IMC della massa corporea è piuttosto lasca, ad esempio nel mio caso dove predico bene e razzolo male, risulto con una BMI di 23 e i rotolini abbondano!
Istat pag.11:
http://www.istat.it/it/files/2011/06/italiaincifre2011.pdf
M. della Salute:
http://www.rssp.salute.gov.it/rssp/paginaParagrafoRssp.jsp?sezione=situazione&capitolo=malattie&id=2650
http://www.eufic.org/article/it/rid/calcolatore-imc/
io sono alta magra e in tutte le classi scolastiche che ho fatto, l’altezza media femminile era molto più bassa della mia, e il peso medio molto più alto.
mi hanno sempre fatta sentire diversa, confrontavano le loro cosce con le mie mostrando quanto ero secca, TROPPO, sempre TROPPO alta, TROPPO magra.
mi cantavano la musichetta di pinocchio.
per non parlare dei maschi che dicevano che ero l’antisesso e che non glielo facevo venire duro.
evito di mettere la gonna quando devo uscire con amiche normali/sovrappeso, perché mi vergogno, sono la malata, la minorata, la TROPPO magra.
è una vita che mi sento “diversa”.
Laura, possiamo convenire sulla contraddittorietà dei messaggi, quelli di consumare cibi dal sapore piattamente dolce, e nello stesso tempo di mantenrci snelli.
A questo punto, se volressimo eliminarla, ci sono due distinte strade, una è quella di proibire la vendita di cibi-spazzatura, l’altra di indulgenza verso qualsiasi comportamento alimentare.
Io credo che qui, ma ditemi se mi sbaglio, la richiesta è di essere indulgenti. Ciò implica spianare la strada alle multinazionali alimentari a determinare il nostro modo di nutrirci, e questo qui viene addirittura spacciato per comportamento contrario all’omologazione, potremmo definirlo “obesi per la libertà”, ed io non posso ovviamente essere d’accordo-
D’altra parte, la prima via, quella della regolamentazione dei cibi in vendita, non se la fila nessuno (tranne me), perchè domina l’ideologia liberale.
Ora forse si capisce meglio cosa voglio dire, per smentire questa ideologia liberale ne mostro gli aspetti paradossali, ma spero che nessuno si senta offeso.
Capisco benissimo quel che vuoi dire, Cip, ma il mio messaggio andava proprio in questo senso: il canone che ci viene mandato è uno standard irraggiungibile tanto in un modo,quanto in un altro. Questa è per me una forte violenza che viene inflitta sulle donne ogni giorno e al quale è molto difficile sottrarsi, bisogna avere una grande forza d’animo. Ma questo non deve scoraggiarci e anzi deve darci la spinta necessaria a continuare questa lotta ogni giorno. Dobbiamo impegnarci, tutti affinchè questi modelli possano mutare. A @zauberei: è vero, certe malattie non provengono solo dai modelli che vediamo ma non neghiamoci che ne siamo tutti fortemente influenzati, specie giovani, quando siamo vittime di tante prese in giro, di tante frasi offensive o scherzetti poco divertenti. Su questo voglio mettere l’accento e spero che, da adesso, anche qualche giornale inizi un po’ ad occuparsene, perchè sinceramente sono stufa di questo silenzio. Quanti quotidiani pensate che avrebbero pubblicato la mia lettera? Nessuno. Perchè queste notizie non interessano. Se vogliamo costruire un mondo diverso, qualsiasi sia la nostra età, dobbiamo avere il coraggio di gridare le nostre ragioni anche quando ci tolgono la voce.
Ascolta, non lo so, io oscillo sempre.
Fra quello che mi dice la psicoanalisi, ovvero che una causa materiale può avere infiniti effetti psichici, quindi magari a tante mie sosia sono state dette le stesse cose che sono state dette a me, ma non hanno rovinato loro la vita come l’hanno rovinata a me.
Dall’altra parte, quello che penso da anni e cioè che quando sei vittima di tutte queste parole (dal compagno di classe testa di m*nchia alla grande femminista che ti prende da parte e ti dà la sua opinione insindacabile sul fatto che non stai bene e devi cambiare) ti dicono che sei tu a dover dimenticare tutta questa roba, nessuno si preoccupa di educare la gente che sputa sentenze a tacere.
Cip, abitualmente le femministe piccole o grandi che siano non dicono a nessuno che deve cambiare. Non si permettono di ingerire nelle vite altrui. Pianino con gli stereotipi, che ne siamo già assediati, grazie.
Scommettiamo che se le aziende smettessero di fare profitti sulla pelle di tutti gli esseri umani i modelli impossibili e i messaggi contraddittori diventerebbero assai meno pressanti (o sparirebbero del tutto)?
tra l’altro io la conosco questa Valeria ed è veramente una ragazza stupenda oltre che intelligente
Certo che siamo usciti dal seminato, così come ne escono – scusa Miriam, senza offesa – i dati Istat.
Valeria dice nella mail: l’argomento è prima di tutto politico.
E qui da una parte si è ricondotto tutto allo psichico, che è un piano importante ma non l’unico. Pur con tutto l’amore che ho per la psicologia mi viene in mente un articolo di Raimo – se ricordo bene – sugli effetti del precariato patologizzati come depressione quindi ridotti a problema individuale, bypassando il politico.
Dall’altra si è ribadita con forza la superiorità di quei modelli “normanti” (perché Vincenzo: in un supermercato per dire trovi tutto e sei liberissimo di comprarti una lasagna o un panetto di tofu. Di modelli estetici e di taglie per abiti ce ne sono invece pochi, per cui la prescrizione per me si determina qui – nella mancanza di opzioni).
Cioè si elude di nuovo il politico, appellandosi ad un principio di igiene alimentare vagamente fascista – per cui il politico a ben guardare rientra dalla finestra. Insieme alla natura razzistica di ogni discriminazione: quella che fa sentire superiori, fisicamente o moralmente.
“La seduzione del razzismo, ieri e oggi, il suo successo di massa, soprattutto nei periodi di crisi e bisognosi di sicurezze e consolazioni, sta in primo luogo nel suo appello narcisistico: potete, dovete sentirvi migliori e più belli degli altri.”
(Stefano Levi Della Torre “Auschwitz, la memoria e il presente”, cit. in Anna Maria Rivera “La bella, la bestia e l’umano. Sessismo e razzismo senza escludere lo specismo”)
Cioè ma come cavolo si fa a dire che il disordine alimentare è principalmente un problema politico. Ma per cortesia, su, un po’ di amor proprio, cerchiamo di assumerci le nostre responsabilità senza cercare alibi ovunque e restiamo aderenti alla realtà. Cerchiamo di guardare la TV con occhi critici senza dare la colpa anche a lei. Cerchiamo di risolvere i nostri problemi, se li abbiamo, senza sperare che la soluzione ci venga dall’alto. No perché allora davvero si finisce che tutti si lamentano di tutto pretendendo la risposta politica anche sulla tinta alle pareti.
perdonatemi, non volevo certo alimentare stereotipi sbagliati della “femminista”.
anche io lo sono.
quanto ho scritto mi è stato detto più volte da una docente ordinaria della prestigiosa università in cui ho studiato, la quale professoressa si occupa di gender criticism, non farò il nome qui, ma era una e unica, senza generalizzazioni. in ogni caso, non è una rarità, fra i blog femministi, identificare il grasso con la normalità e il magro con la malattia.
e ora chiudo davvero l’offtopic.
Laura, evidentemente non ci intendiamo.
Lasciamo adesso perdere la disponibilità di taglie robuste. Io vedo gli obesi vestiti e non nudi e non capisco perchè mai un venditore di articoli di abbigliamento dovrebbe rinunciare a vendere ai grassi: saranno loro i discriminatori, le industrie tessili che ce l’avranno con gli obesi?
Mi sa che dovreste cercare meglio, le taglie che si vendono si trovano, se non si trovano l’unica spiegazione è che il produttore teme di non venderle.
Torniamo alla questione che tu poni della libertà di scelta del cibo da acquistare. L’ideologia liberale dice proprio così, nel mercato trovi tutto, e sta a scegliere. Poichè la persona umana è libera e razionale, ciò selezionerà i prodotti migliori. Purtroppo, nella realtà registriamo ben altri risultati, il fast food trionfa perchè forse non siamo così liberi e razionali come pretenderebbe il lioberalismo.
Difatti, qui si dice proprio questo, io non riesco a resistere alla tentazione della disponibilità così agevole di cibo-spazzatura, ma dal sapore “facile” e dal consumo ancora più facile (quella rottura di dovere pure cucinare, quando posso invece stare a guardare la TV, spettacolo-spazzatura, naturalmente).
A me pare che quindi il sistema liberale non funziona, che non dovremmo permettere alla prima multinazionale alimentare di stabilire cosa dobbiamo mangiare soltanto per fare più profitti, che la libertà di scelta è più teorica che effettiva, e che quindi una regolamentaziuone sarebbe necessaria.
C’è qualcuno che preferisce, per ossequio al principio liberale di farci intossicare da chi ha i mezzi finanziari per influenzarci?
Io non sono tra questi, punto.
@Vincenzo Cucinotta mi sembra la fiera del luogo comune, io sono vegetariana da quasi 20 anni, quando posso compro bio, da ragazzina tutte mangiavano merendine e io mai una merendina o una bibita gasata se non una volta all’anno ed era una ‘festa’, non fumo, non bevo caffé, non mangio zuccheri raffinati eppure sono in sovrappeso. E’ vero che non mangiare sano costa meno (fast food) ed è quindi più facile, ma il fumo, per esempio, costa molto ormai quindi secondo me basarsi su quanto costa una cosa è relativo. Le persone in sovrappeso come me hanno fatto mille diete, io nella vita ho perso anche 20-25 chili a volta, si riprendono con gli interessi anche se fai sport quando il corpo si abitua alla privazione calorica e ci si adatta. Ho amici gravemente obesi che saltano pasti e fanno chilometri a piedi tutti i giorni. Io invece non vedo di buon occhio il fatto di mettere a dieta ferrea (si pensa che si debba per fora perdere 7 chili al mese minimo e che più si perde in meno tempo e meglio è, abominii per il corpo) fin dall’età dello sviluppo alteri in realtà il metabolismo e non lo aiuti affatto. Basta con questa idea che chi è in sovrappeso debba solo sentirsi in colpa. L’odio e il senso di colpa fanno ingrassare molto di più di un panino del fast food (prova ne é che io nella mia vita ho visto più i primi due che l’ultimo).
p.s. non parliamo poi del tuo ragionamento sull’industria dell’abbigliamento plus size, io parlo e incontro le aziende molto spesso e ho aperto un dialogo concreto e so quali sono i pro e i contro, oltre ad essere cliente (potenziale vista la scarsa offerta) da sempre… tu su quali fatti concreti ti basi? Tra l’altro non è solo questione di disponibilità. Se entri in un negozio regolare anche solo con una 46-48 vieni spesso offeso e scacciato con frasi offensive e dove sono il rispetto e il diritto al servizio cortese? Non hai una cosa per me? Perché non dirlo con gentilezza, mi spiace, ma anche tu cadi in questo errore del facile disprezzo per chi non è come te.
@divadellecurve
Veramente, sarebbe bello se si leggesse le cose che scrivono le persone con cui si interloquisce.
1. Luogo comiune quale sarebbe, quando dico che bisognerebbe meglio regolamentare la vendita di cibo pronto? Io veramente non le vedo tutte queste persone che propongono similiprovvedimenti, piuttosto direi che sono un pazzo isolato con le mie proposte così fuori dal coro.
2. Dove avrei colpevolizzato qualcuno? Io dico che esiste un problema di dimensione sociale, statisticamente rilevante e che non può essere banalizzato con “grasso è bello”.
Ti assicuro che io rispetto la scelta consapevole di chi sceglie di essere obeso, per carità, ma questo non può implicare che tutti i comportamenti siano equivalenti, essite un’alimentazione sana e una non sana, come giudico sia meglio non farsi di cocaina, ma posso comprendere la scelta individuale di usare cocaina se fatta consapevolmente.
Riassumendo, a me interessa indagare e controllare i fattori che hanno fatto diventare l’obesità un problema di dimensioni sociali in Italia, quando ancora decenni fa guardavo con stupore quanto fossero grassoni gli americani perchè qui da noi non esisteva una tale dimensione quantitativa del fenomeno.
Credo che il meccanismo liberale che affida al libero mercato la determinazione della realtà sia completamente errato, che l’influenza preponderante della pubblicità, di chi ha mezzi finanziari per sommergerci con i propri messaggi, sia tale da rendere del tutto fasulla la teoria liberale. E qui occorrerebbe ripartire con un’analisi antropologica che rendessee videnti le semplificazioni liberali.
Onestamente, anche io ho trovato un filo di colpevolizzazione nelle parole di Vincenzo. E aggiungo che mi capita spesso di rintracciare meccanismi simili negli “eco-ideologici”: sentirsi “soli contro tutti” e contemporaneamente accusare chiunque non segua la loro stessa via di connivenza col sistema. Sto allargando il discorso rispetto alla questione sollevata nel post, e lo faccio consapevolmente: perché una cosa è porre e discutere problematiche che riguardano la salvezza del pianeta, una cosa è buttare via darwin con l’acqua sporca, e tutto quanto non è eco-bio-natura. I fondamentalismi, a mio parere, non aiutano: comunque, io li temo.
Ps. E comunque, Vincenzo, scorrendo il suo blog noto che lei ama intervenire a gamba tesa nelle altrui discussioni vantandosi poi della polemica innescata. Le dico subito che non è aria 🙂
@divadellecurve
A rischio di essere pedante e importuno (e con la speranza di non offendere nessuno), riguardo ai tuoi amici gravemente obesi che saltano i pasti..bè mi pare una pessima idea, mangiare sano vuol dire stare attenti a cosa e a quanto si mangia (e mangiare quando si ha davvero fame e smettere quando si è sazi) ma non smettere di mangiare! Non credo che un nutrizionista consiglierebbe di saltare il pranzo o la cena. Se ti affami di proposito mi pare logico che riprenderai i chili persi nonostante tutto il movimento che fai.
Per il resto ripeto, c’è gente con un certo tipo di corporatura che magrissima non sarà mai, è questione di costituzione (così come chi è di costituzione magra non sarà mai obeso anche se può mettere su pancetta), ciò non significa che non si possa perdere peso anche se è un percorso lungo e difficile, e questo per me non significa affatto disprezzare chi non vuole o non ci riesce (peraltro sono d’accordo che odio e disprezzo non aiutano chi cerca di dimagrire). Ribadisco la mia intenzione di evitare prediche su questi temi, non sarei peraltro nella posizione di farle: faccio vita sedentaria e tra le altre cose mangio carni rosse, salsicce, dolcetti di produzione industriale, patatine fritte anche se cerco di non esagerare.
@vincenzo cucinotta
Comunque io non sarei contrario ad una regolamentazione sui cibi purchè non comporti dei divieti assoluti, sarò un liberale relativista ma per me è importante garantire la libertà delle persone anche di “sbagliare”. avevo suggerito di fare per certi prodotti alimentari ciò che si è fatto per le sigarette, era una provocazione ma non priva di logica secondo me
Io a17 anni ho perso 12 chili con una dieta, nel giro di una mese, (non fatelo, credi di non essermi fatta troppo male solo perché molto giovane) per cui ho potuto osservare il cambiamento, o meglio, il non cambiamento, dell’atteggiamento sostanziale delle persone attorno a me: familiari, insegnanti, compagni di classe…
Prima della dieta mi colpevolizzavano perché facevo fatica a muovermi rapidamente, ero sempre stanca ed avevo un aspetto poco gradevole, durante mi tormentavano perché temevano che sviluppassi un disturbo dell’alimentazione e volevano a tutti i costi che riprendessi a ingurgitare almeno 3000 calorie al giorno, ora ( ho mantenuto lo stesso peso per i successivi 23 anni) mi colpevolizzano perché ho il seno piccolo e un aspetto “infantile” mentre una vera donna dovrebbe essere”morbida”.
Ho imparato che: 1) salute mentale=fregarsene di chi mette bocca su cose che non gli/le competono, come il corpo altrui.
@lalipperini
Accetto ogni critica se adeguatamente argomentata, il che mi pare lei evita accuratamente di fare.
Se lei non motiva nè specifica, non v’è modo di risponderle.
L’unica conclusione che posso trarre è che le faccio antipatia: me ne farò una ragione!
beh, senza offendere nessuno pare evidente che a scuola si dovrà inserire educazione alimentare. oltre che potenziare educazione fisica ( in attesa di quella sessuale ). ma pure educazione umana, all’empatia eccetera. non capisco come ancora le persone facciano differenza tra dieta e la vita normale.
@ divadellecurve
scusa se mi permetto, tanto siamo vagamente ot, però mi fa pensare che tu dici, “sono vegetariana ( lo sono anch’io ), compro bio, non fumo, non bevo caffè, non assumo zuccheri raffinati eppure sono in sovrappeso. hai elencato tutte caratteristiche che con il peso non hanno molto a che fare.
Non la conosco, come potrebbe farmi antipatia? Le ripeto, ho solo letto nel suo blog che le piace polemizzare e raccontare gli esiti delle polemiche medesime: pratica che non mi interessa.
Argomento, se ce ne fosse bisogno: quando lei parla di taglie, evidentemente ignora, o non dà credito a chi ne ha parlato, della difficoltà di reperire – eccezion fatta per i negozi specializzati in “taglie forti” – abiti sotto la 44 (una 44 così risicata che è ormai una 42). Parlo dei grandi magazzini italiani. La catena H&M svedese, in patria, offre disponibilità fino alla 48. Non è una cosa secondaria.
Secondo argomento: quando lei afferma che non si ha più voglia di cucinare e dunque si predilige junk food o cibi pronti spazzatura, cosa intende esattamente? Perché questo discorsetto (ah, le donne sono le prime responsabili della catastrofe ambientale perchè comprano surgelati) l’ho sentito fare e rifare, proprio in ambito eco-fondamentalista. E non mi piace affatto. Maurizio Pallante, del Movimento Decrescita Felice, scrive apertamente che le donne devono rinunciare a lavorare come gli uomini per dedicarsi alla produzione di cibo. E non mi piace neanche questo.
Perché non parliamo anche del mal di denti? E’ un problema politico! Tutti in TV hanno denti bellissimi! Non seguite le pubblicità dei dentifrici che vi promettono sguardi smaglianti!
@laliupperini
Mi fa piacere che lei entri nel merito della discussione, ma io mi riferivo invece alle sue critiche che non mi sembrano per niente circostanziate, e mi pare continuinoad esserlo tuttora, anche dopo il suo secondo intervento.
Mi dispiace doverlo constatare, ma lei nell’analizzare la mia persona, si muove dietro stereotipi, tipo gli eco-ideologici, o tipo cosa ci sta sotto una certa affermazione, tipo questi malcelati maschilisti . Così, è evidente che lei, pur non conoscendomi, ha già pronunciato il suo giudizio.
La cosa strana è che nella professione, io la seguo per quanto mi è possibile in Fahrenait, lei appare come una persona molto aperta, non direbbe a un saggista che lui è il solito eco-ideologista, ma qui sul suo blog è tutta un’altra faccenda (un po’ di spirito militante femminista forse).
L’unica soluzione, a quanto pare, è invitarmi nella sua trasmissione a presentare il mio libro… 😀
Enza ma l’argomento politico erano i modelli, rileggi bene la mail di Valeria che chiede che ai giovani venissero forniti modelli di riferimento (quelli che vengono dal mondo esterno, c’è poco da fare) più reali.
Prima di zittire la richiesta con un “cùrati” pensiamoci bene.
Vincenzo, per me hai semplicemente sbagliato post. Cioè tu filtri tutto attraverso la contrapposizione cibo sano/malsano, rimuovendo totalmente la legittima aspirazione al piacere del mangiare cibo sano in quantità soddisfacenti (cosa che notoriamente non fa dimagrire purtroppo, e allora come la mettiamo :-D?), e ti dichiari interessato a sapere perché l’obesità è aumentata nel nostro paese….non capisco in che modo tutto questo possa essere una risposta all’argomento sollevato dalla mail.
nella fretta ho sbagliato a concordare i verbi 🙁 “chiede che ai giovani vengano” o “vorrebbe che ai giovani venissero etc.”
Signor Cucinotta, io le ho spiegato perchè la trovo colpevolizzante, lei ha svicolato, io prendo atto. Saluti.
@lalipperini
Ma no, lei parla di eco-ideologisti e di maschilisti, non di me, non le può sfuggire la differenza.
La sfido a vedere in quale mio intervento io ne faccio una questione di sesso, parlo di obesi come di obese, parlo sia di uomini che di donne che non amano cucinare. Il resto lo ha aggiunto la sua immaginazione, come chiunque può constatare.
Dopodichè, è chiaro che non le piace essere contraddetta: io non me ne farei un vanto, comunque.
Se ha la pazienza di guardare i commenti, noterà che io vengo contraddetta eccome. La verità è che mi piace essere contraddetta da persone che hanno qualcosa da dire e che non usano la dialettica per farsi notare. Litigo con Valter Binaghi (scusa Valter) da anni: ma lo stimo. Zauberei e io discordiamo nel settanta per cento dei casi, ma le voglio bene proprio per questo. Però si argomenta, appunto. Continuo a pensare che lei non l’abbia fatto: questo non legittima nè maleducazione (lei non vuole essere contraddetta! Quando passerà al resto della solfa, tipo questo blog non è democratico? E’ un classico sa?) nè osservazioni sulla mia persona. La pregherei, dunque, di rimanere al punto, di rimanere in topic e di mantenere cortesia nei confronti degli altri partecipanti alla discussione. Come ha giustamente notato Laura Albano, lei sta utilizzando questo post per sue considerazioni che possono essere interessanti, ma non sono pertinenti a quanto scritto da Valeria. Grazie.
Ps. Aggiungo che in una trasmissione radiofonica ho il dovere professionale di essere imparziale. Ma questo è un blog PERSONALE, dove, viceversa, rivendico il diritto di esprimere i miei pensieri liberamente.