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Da Oggi Treviso:
Nessun ‘caso Saviano’, secondo il Comune leghista di Preganziol, si nasconde dietro la sparizione di una copia di “Gomorra”, uno dei tre libri dell’autore campano presenti nella biblioteca del paese.
Il sindaco, Sergio Marton, se non verrà trovata la copia del volume, ha già deciso di farne acquistare un’altra.
Ieri è stata fatta una verifica nella biblioteca: “due libri sono fisicamente presenti, il terzo, ‘Gomorra’ – spiega – è assente dagli scaffali. Potrebbe essere stato posizionato male, abbiamo 28mila volumi, oppure essere stato rubato, come accade“.
Il sindaco nega comunque ogni ‘ritorsione’ per le accuse di connessioni tra Lega e mafia nel Nord Italia mosse da Saviano nella trasmissione “Vieni via con me”.
“Se non troviamo il libro – sottolinea Marton – abbiamo dato ordine al dirigente di acquistarne un altro”. “Non c’é mai stato niente nei confronti di Saviano – precisa l’esponente leghista – né di altri autori”.
Ieri però intanto, polemicamente, alcuni cittadini si sono recati in comitato alla biblioteca per donare di loro iniziativa due copie di libri di Saviano. Quella di ‘Gomorra’ è stata attaccata con nastro adesivo al portone d’ingresso, e sotto ad essa è stata posta la scritta “Per i cittadini di Preganziol”.
La manifestazione del 27 gennaio alle 17: qui.
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19 pensieri su “NOTIZIE, AGGIORNAMENTI, MANIFESTAZIONE

  1. Sto parlando praticamente su ogni piattaforma disponibile di questa vicenda, ma ogni volta ne esco sconfortato. Continua a capitarmi gente che dice che “fanno bene a ritirare i libri di chi appoggia i terroristi” e che il fascismo lo vediamo solo noi. Mi rendo sempre più conto che c’è una parte del paese con cui la comunicazione è diventata impossibile, con cui non riesco più a trovare nemmeno i più generali valori condivisi per poter dialogare. E’ come se si appartenesse a due specie di homo sapiens diverse.

  2. @ The Daxman,
    bisogna avere pazienza, e rubare al pregiudizio centimetro dopo centimetro. Io non sono così sconfortato, ho visto discussioni partire esattamente come dici tu e avere un’evoluzione completamente diversa. Il clima che descrivi l’ho visto molto nelle prime 24-48 ore di mobilitazione, la settimana scorsa, poi ho visto molte persone capire che in questa vicenda il “caso Battisti” è un puro pretesto. Soprattutto dopo che il segretario della Lega Nord di Treviso ha detto che i libri di Saviano – per motivi del tutto *estranei* al caso Battisti – andrebbero dati in pasto ai roditori.
    Non si può pretendere che, dopo anni e anni di “Sbatti il mostro in prima pagina” e di costruzione scientifica dell’isteria di massa su Battisti (qualcuno qui su Lipperatura faceva notare che Battisti è l’unico personaggio a cui non vengono corretti gli “occhi rossi” dei flash digitali, per farlo sembrare un demonio, un mostro assetato di sangue), la strumentalità venga colta subito da tutti. E’ una lotta a “trazione differenziata”, che deve tenere conto di diverse velocità. Ci vuole un po’ per capire che Battisti è stato usato come “arma di distrazione di massa”, come tentativo (compiuto sempre più invano) di galvanizzare il popolino e non farlo pensare alla crisi (economica e di regime).
    Quando dico che gli ex della lotta armata per cui governi esteri (compreso il Brasile) hanno rifiutato l’estradizione sono *decine* (subito prima del caso Battisti il Brasile aveva rifiutato l’estradizione di Piero Mancini), e che quando il Nicaragua non ha estradato Casimirri (ex-BR, e per giunta di alta “caratura”), in Italia *nessuno, NESSUNO si è filato la notizia*, vedo che gli occhi si dilatano in un momento, se non di illuminazione, quanto meno di dubbio. Sono svariati i motivi strumentali per cui il caso Battisti è diventato una causa-vessillo mentre per tutti gli altri non-estradati questo non è accaduto. Non è questa la sede per elencarli, a me preme far capire che il caso Battisti è il pretesto-passepartout per far passare le peggio cose (come in questo caso la messa al bando dei libri), e al contempo distogliere l’attenzione da problemi ben più concreti e che dovrebbero essere all’ordine del giorno.

  3. Con il fascismo, e i fascisti, l’inizio e i primi capitoli sono spesso diversi, ma il finale è sempre il medesimo.
    Ci si spara addosso, in senso non figurato.
    Andiamo, rapidi e inconsapevoli, spediti verso questa soluzione.
    Per l’incapacità manifesta della classe dirigente più imbelle e stracciona che la storia ricordi anche solo di adottare miserabili forme di tamponamento verso una situazione non più sostenibile. E per l’altrettanto manifesta incapacità della cosiddetta società civile di sollevarsi ‘prima che sia troppo tardi’.
    Andrà così anche stavolta. Bisognerà attendere i morti.
    Poi, come sempre, i morti seppelliranno i morti.
    L.

  4. Con riferimento al post, faccio notare che da quegli scaffali, secondo la testimonianza di “Emme” e come mostrato dal TG3, non era sparito il solo “Gomorra”: erano sparite tutte le opere di Saviano, libri e DVD. Alla luce di questo, le giustificazioni dopo il “fattaccio” (ci mancava solo l’improvvisato “giallo” della copia di Gomorra!) suonano davvero patetiche.
    .
    Ad ogni modo, quello in oggetto è con ogni probabilità solo *uno* dei casi di silenziosa “messa al bando”. E’ il caso venuto alla luce. Si veda la disinvoltura con cui in Veneto si compilano liste nere e si esige (come se niente fosse) che dei libri scompaiano perché i loro autori non la pensano “come si dovrebbe” su questo o su quell’argomento.
    E, ancora una volta, si veda anche qual è il background dei personaggi che portano avanti simili crociate:
    http://www.wumingfoundation.com/giap/?p=2695

  5. diobono luca, mi spaventi: di solito mi ritrovo nelle analisi che fai
    (in effetti può essere che il “prima che sia troppo tardi” ci stia passando davanti proprio ora, e noi immobili, il sangue avvelenato dallo schifo inalato un po’ alla volta, ogni giorno)

  6. Lettera di Amos Luzzatto sul Gazzettino di oggi in difesa della libertà d’espressione e pronta risposta di Luca Zaia, presidente della Regione Veneto: “Siamo lontani da ogni intento censorio…”. Peccato che certe giunte leghiste siano più che vicine “ad ogni intento censorio”…

  7. Questo il testo della lettera di Luzzatto a Luca Zaia.
    Per consultare il Gazzettino (www.gazzettino.it) è richiesta l’iscrizione gratuita:
    Signor Governatore,
    anche sapendo che fra qualche giorno avremo la gradita occasione di incontrarci per una cerimonia nel quadro complessivo delle giornate della memoria della Shoà e delle deportazioni degli ebrei verso i campi di sterminio nazisti, ritengo doveroso da parte mia intervenire presso di Lei per esprimerLe il mio pensiero e quello della gran parte degli ebrei veneziani in merito al ventilato provvedimento relativo ai libri di alcuni Autori, firmatari di un appello contro l’estradizione di Cesare Battisti.
    Questa iniziativa a favore del Battisti è certamente criticabile ed è più che lecito un giudizio sulla sua opportunità e sulla sua giustificazione.
    Tuttavia la suddetta iniziativa va criticata nel merito, e non nella raccomandazione a scuole e biblioteche pubbliche di considerare a priori globalmente diseducative le opere degli autori suddetti. Riteniamo che alle giovani generazioni si debbano fornire varietà di opinioni e di stili di opere: invitare a ometterle per motivi che esulano dal contenzioso in corso potrebbe costituire un precedente per estendere la condanna ad Autori non graditi a qualsiasi titolo. Per capirsi, ai tempi delle Leggi Razziali del ’38 si sono eliminati da scuole e biblioteche libri di varia cultura non perché contenessero errori, ma soltanto perché erano stati scritti da Autori ebrei.
    Credo al contrario che si debba mettere la gioventù studiosa in grado di conoscere persino gli scritti dei fascisti e dei nazisti, per conoscere meglio il fenomeno, sviluppare lo spirito critico e conoscere la realtà multiforme ancorché tragica del nostro mondo.
    Si critichi dunque liberamente e al tempo stesso si conosca ciò che si critica senza trasformare questa discussione in una specie di ripudio di tutto ciò che hanno prodotto i suddetti autori.
    Voglio confidare che vorrà comprendere il senso che ispira queste mie righe, che è ispirato alla difesa del nostro costume democratico nel quale tutti crediamo: sì alla libertà di critica, no a fare scomparire tutto ciò che hanno detto o scritto coloro che vengono criticati.
    In attesa di incontrarLa per le prossime cerimonie, voglia gradire signor Governatore i miei più sinceri saluti
    Amos Luzzatto
    Presidente
    Comunità ebraica di Venezia

  8. E questa è la risposta di Zaia:
    Caro Luzzatto,
    nessuna censura
    nè ora nè mai
    di Luca Zaia*
    Egregio Presidente,
    La ringrazio perché, attraverso la Sua presa di posizione alla vigilia del giorno della memoria, offre a tutti un’importante occasione di riflessione affinché questa ricorrenza non sia solo una celebrazione rituale, ma un momento di crescita di tutta la comunità veneta. In effetti, per molti anni il Paese ha voluto guardare più ai casi virtuosi di cittadini come Perlasca, onorato in questi giorni a Bruxelles, che non alla burocratica banalità del male. Una riflessione sul 1938 e su cosa questo abbia significato veramente non è evidentemente ancora pienamente matura e deve quindi proseguire. Essa è anzi oggi più necessaria che mai poiché i tempi stanno cambiando. La globalizzazione porta ad associazioni impreviste e talvolta imprevedibili. In un mondo e in un’Europa in cui siamo ormai tutti minoranza, conoscere la nostra storia e difendere le nostre identità è essenziale. Purtroppo riaffiorano preoccupanti segnali di negazionismo e assistiamo alla nascita di un nuovo tipo di antisemitismo legato alla strumentalizzazione politica delle religioni. Su questi temi la vigilanza non è mai abbastanza puntuale. Proprio per questo credo sia importante spegnere sul nascere qualsiasi tipo di strumentalizzazione in margine a una polemica su presunti atteggiamenti censori nei confronti della cultura e degli uomini che ci aiutano a comprendere il presente. Simili atteggiamenti non sono e non saranno mai nelle intenzioni di questo Governo regionale e dei suoi componenti. Ribadisco che, a mio parere, Battisti è semplicemente un delinquente, come acclarato dai Tribunali della Repubblica e come ogni giorno ricordano le sue vittime. Nella lettera che Lei prende in considerazione, ne sono convinto, si è unicamente inteso dissentire da chi, magari in buona fede, ha portato acqua al mulino di una rappresentazione falsata dalla intollerabile violenza di quegli anni e ha distorto il senso delle indagini e delle sentenze comminate “in nome del popolo italiano”. Tutto ciò ha avuto anche il merito di far conoscere all’opinione pubblica i nomi dei firmatari di quel manifesto. Ma tornando al merito della questione, siamo lontani da ogni intento censorio anche perchè abbiamo imparato, qualche volta a nostre spese, quanto valore abbia la libertà di espressione, pietra d’angolo della cultura occidentale nella quale ancora viviamo e nella quale affondano quei principi di tolleranza e di libertà che sono i nostri. Come ha ricordato il Maestro Daniel Barenboim, la cultura e il confronto non devono avere in nessun luogo del Pianeta confini o muri invalicabili. E anche su questo, nel giorno della memoria, dovremmo riflettere.
    Luca Zaia
    Presidente Regione Veneto

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