Caffè, tè, succo di frutta, biscotti per i pappagalli, vermi per le pogone (peraltro, il pogone maschio, Axel, deve aver letto l’articolo di Pietro Citati, perchè impedisce alla femmina di mangiare: se non dietro deciso intervento di quattro umani intenzionati a difendere il diritto all’alimentazione di Rose).
Primogenita e secondogenito, in un momento di rara sintonia musicale, ascoltano Tommyknockers dei Blind Guardian. Dal che la vostra eccetera scopre che i metallici non omaggiano solo Tolkien, ma anche Stephen King (io ero rimasta a Pet Sematary dei Ramones, pensate un po’).
“Oh last night, and the night before, Tommyknockers, Tommyknockers, knocked at your back door.”
Con il ritornello nelle orecchie, arrivo in metropolitana. Ormai il rapporto fra free press e quotidiani a pagamento è di supremazia assoluta: l’unico giornale acquistato in edicola, nell’intero vagone, è il mio. Pazienza. Tutti, comunque, si concentrano sull’accoltellamento di San Saba: seguono inevitabili collegamenti con la visione televisiva del film Il codice Da Vinci.
Inevitabili ma non meno idioti. Non riesco a credere all’effetto Werther (un’opera di fantasia che influenza un comportamento reale: il nome viene dall’epidemia di suicidi in Germania nel 1774, dopo la pubblicazione del libro di Goethe, con bis italiano dopo Le ultime lettere di Jacopo Ortis). Semmai, credo al suo contrario, all’opera stessa che nasce da una contingenza che riguarda, in quel momento, la collettività. E credo, ma è scontato tornarci, che il successo di Dan Brown sia dovuto a motivi extraletterari.
Comunque, continuanado a leggere degli indizi ritrovati a casa dell’accoltellatore, ho pensato a casa mia. A due sauri dall’aria minacciosa. A scaffali pieni di horror. Ai Blind Guardian. Ai Tommyknockers.
Sono a rischio, non c’è alcun dubbio.
Late last night and the night before,
Tommyknockers, Tommyknockers knocking at my door,
I want to go out, don’t know if I can,
‘Cause I’m so afraid of the Tommyknocker man!
Ps. Scherzi a parte: leggete e diffondete il libro di Silvia Ballestra. Il suo viaggio nella cosiddetta “emergenza vita” è una delle migliori risposte che siano state date ai sedicenti ProLife di casa nostra.
Una curiosità: ma anche nella scelta dei nomi delle pogone ci sono influenze per così dire metalliche? A me hanno fatto pensare subito a Axl Rose, il cantante dei Guns n’ Roses (di cui, curiosamente, poco fa, dopo che avevo già fatto l’associazione, è passata una canzone su radio Capital).
Sul giornale facevano notare che l’assassino aveva anche una riproduzione dell’Ultima cena. Mi aspetto che presto Leonardo sia bandito dai libri di storia dell’arte…
Nazzareno, ci sono, ci sono…Scelta dei nomi a cura dei figli, ovviamente…
Anghelos. “il giornale” o “un giornale”? 🙂
Perché “Il Giornale” è un giornale?
Un mio amico sta facendo la tesi di laurea sul significato filosofico del gesto di Eric e Dylan a Columbine… e mi passa i capitoli per una lettura preliminare. Lui a casa possiede un sacco di testi sovversivi, tipo libri di Derrida, e addirittura di un pericoloso nazista come Heidegger. E… accidenti, li ho anch’io! Rischio, rischio…
il codice da vinci porta ai coltelli.
death note porta penne.
il salmone porta il mercurio.
mortal kombat ripete you will die next.
parole inclinant non necessitant. perché nessuno, con una botta di spensieratezza, pensa a un gesto folle, ripetibile ma isolato?
perché lippa siamo congelati in queste maledette interpretazioni a posteriori?
chi parla spara.
alè.
“la femminilizzazione della nostra società s’accompagna un altro processo di segno contrario, che conduce alla rinuncia della femminilità da parte delle donne”. de benoist che cita bondi.
(ancora) oggi su il giornale.
…è da tanto che voglio leggere il Mein Kampf, ma sinceramente mi sono sempre vergognato a comprarlo. Posso fare un esperimento su di me, lo leggo e vedo se dopo, come diceva Woody Allen, mi viene voglia di invadere la Polonia (anche se lui si riferiva a Wagner che ho ascoltato, ma non ha avuto effetti collaterali…)
“Un giornale”, ma è pur vero che ormai Repubblica è IL giornale 🙂
Quando ci fu la storia della franzoni, si parlò della mala gestione della di lei cucina. E dello stato pietoso in cui vertevano gli scaffali pe i piatti.
Peffortuna che non ci ho figli! Se no pur’io chi sa che combinavo…
Beh, a proposito di indizi: anni fa scomparve una ragazza in Sicilia (si scoprì diversi mesi dopo che si era suicidata). Inizialmente i sospetti si erano concentrati sul suo ex fidanzato: intervistato dalla Rai, raccontò che i carabinieri avevano requisito dal suo comodino il “Diario di un killer sentimentale” di Sepulveda.
Insomma, oltre che a come riponiamo i piatti negli scaffali, stiamo anche attenti a cosa leggiamo, non si sa mai. Non solo le nostre case e i nostri oggetti parlano di noi, ma scherzano anche. Il problema è che di senso dell’umorismo, ultimamente, ne gira poco.
Nessuno che lasciasse sul comodino che ne so la Bibbia, o il Corano.
“Gruppo di ragazzi crocifigge l’amico Emanuele, 33enne, convinti che sarebbe risorto 3 giorni dopo”.
Vorrei vedere il giornalista scrivere: “Forse nelle sacre scritture c’è una piccola dose di violenza pericolosa”…
mi vengono in mente opere letterarie incentrate su come e quanto certi testi influenzino il personaggio o i personaggi principali di una storia, un esempio per tutti, Il Don Chisciotte di Cervantes o anche una sua rielaborazione, Le Avventure di Arabella Donna Chisciotte di Charlotte Lennox…ma parliamo di testi letterari, che in questo modo creano un dialogo con la tradizione divertente e insolito…basta, ora nanna, domani alzataccia
Ieri sullo sparatore finalndese altra tediosa fila di stereotipi sui giornali. Il giovane ha postato il classico video su iutiub, quindi potevamo accorgercene prima (come se si potessero controllare i miliardi di videini di merda che ci sono) poi ascoltava i Metallica che sono attualmente in testa alle classifiche in 18 paesi quindi aspettatevi stragi au go go, infine adorava Kubrick e si finisce ovviamente su Arancia Meccanica nonostante il film abbia solo 33 anni. Proprio il compianto Stanley a suo tempo ebbe modo di commentare: “Se uno ammazza lo zio, mica si può dare la colpa all’Amleto”.