Regola numero uno: mai avere pregiudizi. Per esempio, la vostra eccetera ha sempre pensato che Pietro Citati leggesse esclusivamente grandi classici e letteratura di alto livello.
Figuratevi la sorpresa quando, sul quotidiano di oggi, ho trovato un suo articolo che iniziava così:
I misteri dell´universo sono infiniti. Non vorrei parlare dei grandi misteri: Dio, il big bang, il Male, il tempo, l´evoluzione; in primo luogo perché non è argomento da giornali, e poi non ne so nulla. Ma di un piccolo mistero, che gli uomini di sesso maschile contemplano ogni giorno, e contro il quale talvolta si scontrano: le donne.
Mi ha sempre colpito la differenza dei rapporti femminili con il tempo e lo spazio. Di solito, la donna ha una relazione buonissima con il tempo, sia pure non cronologico: distingue gli anni, i mesi, i giorni, i minuti: coglie l´atmosfera, il colore e il profumo di ogni istante di vita: ricorda i vestiti, i golf, le scarpe, i costumi da bagno, i cappelli portati durante la propria esistenza: vibra e cambia col passare dei minuti; e difficilmente sa dimenticare il passato. I maschi non posseggono questa sensibilità molecolare per il tempo, e si muovono con meraviglia e goffaggine in questa dimensione che non capiscono, o che capiscono soltanto leggendo Anna Karenina e La signora Dalloway,
In compenso, la donna non ha sovente nessun senso dello spazio. Non sa leggere una carta geografica, né una carta stradale, o un orario ferroviario. Se camminate per Roma o Milano, state attenti a non chiedere informazioni ad una di loro: vi manderà certamente in un luogo sbagliato. Per tre anni ho preso di continuo il treno da Monaco di Baviera a Roma: mia moglie è convinta ancora oggi che passi per Milano e non per Verona. Forse una donna, che capisce mirabilmente la molteplicità del tempo, non comprende la molteplicità dei luoghi. Conosce il luogo dove passeggia in questo momento: per lei, il resto del mondo non esiste, o è nascosto da una nuvola grigia. Ma quando arriva in un luogo, lo possiede con la mente: la sua attenzione è spasmodica. Osserva ogni particolare: conosce ogni pietra di via Montenapoleone o di corso Venezia o di via Condotti o di qualsiasi altra strada e piazza le interessi.
Visto? Nessun pregiudizio. Pietro Citati ha letto John Gray.
… quindi non lo pensa davvero? vero? ti prego dimmi che é solo la recensione del libro…
Ecco Luisella. No, il libro non viene proprio nominato: sono io che ho fatto l’accostamento. E’ l’inizio di un suo articolo su femminile e maschile…Sorry!
… che tristezza. E lo pagano anche per scrivere ‘sta roba, eh?!
Banalità su banalità per render noto che la moglie ha, diciamo per esser buoni, problemi di orientamento?
su il giornale riguardo femminile e maschile d. carafoli e s. bondi sono davvero raggelanti. valga per tutti la spiegazione della pubblicità di campari red passion. mi dispiace solo che s. bondi si faccia scudo a suo uso e consumo di weil, zambrano e arendt. perché l’antifemminismo di sinistra ci fa perdere colpi??
mah…
Beh, se è per questo basta andare sul sito di Citati e leggere:
Santo cielo. Grazie, chi. Urge la citazione da Il Giornale:
“A bene osservarla, la società di oggi appare come una società indifferenziata, né maschile né femminile, costituita da uomini incerti e da donne indurite, da «genitori smarriti nella confusione dei ruoli», come ha scritto de Benoist. Emblematico in questo senso, l’invito recentemente rivolto dalla scuola inglese agli alunni a non usare più i termini dad and mam riferendosi a padre e madre, ma solo e sempre parents indistintamente. Ci sono i figli dei single, i bambini delle coppie omosessuali, meglio lasciare le cose indefinite…
Anni di femminismo e di demolizione del modello maschile tradizionale hanno portato ad avvicinare l’uomo alla donna, creando un nuovo ibrido. Basta osservare i modelli che questa società propone attraverso la pubblicità, la moda, la televisione: donne scheletriche prive di ogni attributo femminile, donne-pantera abbigliate con stivali appuntiti e abiti di pelle si confrontano con giovani uomini glabri e bistrati. Nelle sfilate di moda maschile della scorsa primavera, uno stilista propose addirittura un gonnellino da sera. Per l’uomo, ovviamente”.
Il resto qui:
http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=292751&START=0&2col=
Ps. Notarella: possibile che nessuno, da Citati a Il Giornale, si renda conto che le famose conquiste femministe, date per assodate, sono, alla prova dei fatti, minime…?
Mi sto chiedendo disperatamente cosa sia questa sensibilità “molecolare”…
(non mi ha preso il copia incolla)
“I miei libri sono tutti molto minuziosi, fatti di dettagli e piccoli particolari. Ma aun certo punto delle ricerche, ecco che scatta qualcosa: basta appunti, basta ricerche, è il momento di scrivere [cosa, a questo punto, non diciamolo per educazione ;)].
E allora subentra l’identificazione: io divento Tolstoj, divento Kafka, divento Goethe [!!!]”
Più che altro mi pare che a un certo punto diventi Iannozzi…
non si poteva prescindere da il giornale nevvero?
… mah…
per quanto riguarda Citati, oltre all’osservazione sulla femminilità barbuta dei pittori impressionisti possiamo giocarci, da qui all’eternità, VIRGINIA WOOLF FILOSOFA PER LITOTE.
giacché (…) la [di lei] mens NON è MENO INTENSA di quella dei filosofi…
eh beh.
@anghelos.
sensibilità molecolare è bella. ricordo una osservazione in Memorie di Adriano dove a un certo punto Yourcenar dice (con beneficio di inventario) depreco questa caratteristica delle donne di scomporre un grande problema in tatti problemi piccoli tutti e falsamente risolvibili.
l’approccio molecolare delle donne. la leda atomica. la tigre quantica.
Ho sempre diffidato di chi sostiene l’esistenza di differenze “naturali” fra uomo e donna. A me pare che siano piuttosto sociali, economiche, “culturali” (in senso lato). Devo dire però che lo stesso femminismo da un certo punto in poi ha cominciato a battersi per la teoria della differenza archiviando le vecchie battaglie per l’uguaglianza come sorpassate. Quindi non mi stupisco di quello che scrive Citati perché, fatte le debite proporzioni, mi sembra che volgarizzi le posizioni di Luce Irigaray che volgarizza le posizioni di Bachofen ecc. ecc.
Riguardo a quello che scrive il Giornale – le donne sono meno donne perché hanno perso le curve e le smorfie, si sono indurite e mascolinizzate – io dico che la donna “dura” può essere molto affascinante. Patti Smith e Siouxie sono meglio di Marlyn e Doris Day 🙂
Vuoto allo stomaco di mezza mattina… a leggere Marte e Venere tradotti per letterati.
Non mi aspettavo nulla di più, data la fonte, ma spiace che signori come lui ripetano sempre le stesse cose. Sempre.
🙁
visto che c’era poteva aggiungere che le donne impiegano più tempo a smaltire l’alcool degli uomini, come dimostrano scientificamente le nuove tabelline che d’ora in poi dovranno essere esposte nei locali pubblici…
(Sarà mica per questo che non hanno il senso dell’orientamento?)
Antico dibattito, antiche posizioni.
Problema: perché è tanto complicato far comprendere che non ci si trova di fronte a un taglio netto con cui schierarsi o di qua o di là, ma di assumere un po’ di sana cautela, osservazione e attenzione rispetto ai fenomeni sociali (il razzismo vale l’antifemminismo)?
Purtroppo la complessità non piace al grande pubblico: molto più facile comunicare semplici idee anche se sbagliate. Tristezza.
E comunque: se sandro Bondi si sente femminilizzato e passivo, la colpa non la attribuirei alle posizioni femministe, ma piuttosto a quelle che assume lui volontariamente!
(orpo, mi rendo conto ora che c’è una coloritura politically uncorrect nella mia ultima affermazione.
Mi scuso, e dò la colpa a Marte :-/ )
Finalmente un po’ di letteratura “alta”, signora mia, mica quei giallisti pieni di luoghi comuni…
😉
Certo, è la vecchia teoria che all’alba dei tempi il maschio usciva dalla caverna per cacciare i paleo-bisonti, mentre la femmina restava in caverna ad accudire la prole. Dunque egli avrebbe sviluppato il senso dell’orientamento, mentre ella, nell’attesa, le facoltà introspettive culinarie e di percezione temporale. Infatti oggidì è l’uomo che regge e interpreta le cartine geografiche durante le vacanze.
E’ anche grazie al grande senso dell’orientamento che tanti uomini sposati (veramente cifre da capogiro che fanno riflettere sulla famiglia come società naturale) si avvalgono della prostituzione. Mentre le mogli sono a casa a lavare mutande, ma appunto perché a girare in macchina nottetempo si perderebbero.
Citati è un grande intellettuale. Un intellettuale oso dire “nazionale”, in quanto riflette la grandezza indiscutibile del nostro paese. Andrebbe insignito da un Ministro, medagliato in cima all’Altare della Patria.
Be’, a me sembra più che altro la recensione del celebre “Perché le donne non sanno leggere le cartine e gli uomini non si fermano mai a chiedere”… Non so cosa sia peggio. Specie perché non ci sarà alcun pregiudizio nella mente del buon Citati, ma che abbia elencato – come luoghi di cui le donne ricordano ogni pietra, sasso e angolo – le più note vie dello shopping… be’, quasi quasi mi sa proprio di pregiudizio.
V
Domanda dal geekdom: ma Loredana intitola il post Space Balls perché ha scoperto che… http://www.g4tv.com/spaceballs/index.html
Più che i luoghi comuni e la banalità del pezzo di Citati, quello che irrita è la totale mancanza di senso di questo genere di testi. Mi sembra un tentativo di rianimare l’elzeviro, il “pezzo di bravura” stantio, su un argomento che sì è quello, ma potrebbe essere qualunque altro. L’importante è infilare una dietro l’altra 90 righe, con una certa patina intellettuale.
In generale – e soprattutto in questo periodo storico – non si sente proprio il bisogno di parole a vanvera. Eppure…
io penso che quando le parole sono infilate davvero bene una dietro l’altra non sono mai fuori luogo…
… e menomale, signora mia davvero, non come quei giallisti, ah signora mia quanto ha ragione biondillo…
😉
L’ho sempre letto con difficoltà, Citati. Sarebbe stato meglio non scriverlo l’articolo, è davvero triste e sconsolante.
nomen omen , p. citati sarà per parzialmente citati
A Citati consiglierei, così di punto in bianco (concordo con Valentina che la frase peggiore dell’articolo è la fine coi nomi delle strade, poteva essere un minimo più originale e citare che ne so il mercato dietro San Giovanni se proprio voleva fare il simpatico) di vedersi la filmografia di George Cukor. Si fa due risate, e magari cambia opionione…
Non credo sia un OT scacciare le cattive letture con quelle buone, ma tengo a dirlo: domani concludo il corso di storia italiana contemporanea per le matricole di Giurisprudenza con la lettura della Lettera a Gomorra di Roberto Saviano. Dopo aver detto loro che a Mantova, dove pure è intervenuto all’ultimo momento e con i biglietti andati esauriti in meno di un’ora, c’erano in platea ad ascoltarlo gli avvocati difensori dei casalesi.
Credo che Citati voglia solo provocare con questo articolo sui misteri delle donne che non dipingono…che non hanno senso dell’orientamento se non per fare shopping… solo provocazione mi sà… oppure siamo proprio messi maluccio
Non credo che Citati voglia provocare alcunché. Il tono mi pare fosse l’usuale tono censorio che sempre utilizza nei suoi scritti. Mesi fa ricordo di aver letto, se non erro, un suo articolo dove discuteva tra l’altro del perché i pomodori odierni non avessero più il buon sapore dei pomodori della sua infanzia: “o tempora, o mores!”. Io consiglierei due cose:
1. leggere Citati solo quando parla di letteratura e, anche in questo caso, tenendo presente che si è di fronte ad un critico letterario d’antan, che legge e interpreta i testi secondo categorie e schemi critici e metodologici molto personali e – a mio modestissimo avviso – molto discutibili e indubbiamente datati.
2. telefonare ad Ezio Mauro pregandolo di ridefinire la linea editoriale del suo quotidiano, perché dopo le ultime boutades di Francesco Merlo sui gay e sull’omofobia, dopo Citati etc., beh mi viene il dubbio che anche a “Repubblica” si stia diffondendo una malcelata vena di sano cameratismo da intellettuali bianchi, eterosessuali, middle-class etc.
A proposito di maschile e femminile, sono usciti molti articoli per tutto agosto su liberazione sul tema del maschile…
per esempio questo:
http://aikkofi.spaces.live.com/blog/cns!B2B7997CC54BEF01!1382.entry
articolo che ha punto un po’ “il Giornale”
http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=286700
ciao
Tempo addietro ho letto un articolo del medesimo Citati sui tempi beati di quando lui a scuola (elementare) se la spassava molto con la sua eroica maestra unica. Secondo citati l’unico problema dei docenti di oggi – se ben ricordo – è lo stipendio così basso (1200 euro/ovvero il mio) per cui noi docenti non possiamo esibire un look e un life style tale da accattivarci la stima e la simpatia dei nostri allievi. Tipo: che cosa vuole da me quel cialtrone sfigato che non possiede neppure l’Mp3? E che modello di vita sarebbe questo docente “no logo”? Ai suoi tempi la gioventù (quindi anche lui) sapevano apprezzare i veri “maestri”. Oggi invece… Ancora una volta Citati mi pare un po’ miope. Colpa delle troppe letture?
ciao
PS: l’Mp3 non l’ho veramente.. magari è già superato!!!
Eh, però Citati ha scritto alcuni libri molto belli, come “La colomba pugnalata” su Proust e “Il Male assoluto”, con una serie di saggi su Dostoevskij da non perdere. Non so se è datato, però scrive benissimo, puro stile novecentesco, visto che oggi vanno di moda queste definizioni. Lo scritto in questione, che dire, non si potrebbe prendere per quello che è, l’esercitazione di un vecchio signore del novecento, senza indignarsi troppo? Magari sorriderci su?
Conosco molti vecchi signori e vecchie signore e mi piacciono molto. Credevo che fosse carino essere indulgenti e sorriderci su.
Qualche giorno fa una cara vecchia signora che ammiro molto perchè nella sua vita ha saputo fare molte scelte controcorrente (dire di no a diversi “pretendenti” per poter continuare a lavorare e a vivere in modo indipendente senza essere vincolata all’allora imprescindibile destino di madre di famiglia) durante una mia visita nella sua bella casa, dopo un po’ di conversazione sui suoi tanti bei ricordi, mi prende da parte con un gesto di intimità che non mi aspettavo e, come volendomi rendere edotta di una verità per soli iniziati, a bassa voce mi dice: “Volevo dirti che le donne sono cattive”.
??
Come? Quindi io sono in fondo cattiva; mia figlia (il mio amore, la mia stella del mattino!) è cattiva anche lei e io sto allevando cattiveria pura! Le mie migliori amiche sono marce e perfide streghe? Mia madre, la mia cara nonna centenaria, …anche loro???
Bene. A quel punto io e/o qualcosa di istintivo dentro di me (spirito di sopravvivenza, alta considerazione di me stessa, orgoglio femminile, boh???…), abbiamo preso una decisione immediata: mi sono irrigidita, ho lasciato il suo braccio (porto con tanta condiscendenza) e ho detto NO. No, non è vero!!!
La vecchia signora c’è rimasta tanto male. Non ero entrata nel suo club!