ORAGNA FIGATAFA

Anime_mozart__1
Qualcuno ha intenzione di omaggiare-ricordare la morte di Mozart (5 dicembre 1791), magari in previsione del Mozart-Show del prossimo anno (duecentocinquanta dalla nascita)?
Modesta proposta totalmente incorrect: se dovessi ricordare-omaggiare eccetera, lo farei con una parola. Attraversamento. Ebbene sì: sto mi sto riferendo proprio a quello che qualcuno ritiene essere l’orrendo appiattimento di upper e low in una melassa culturale indistinta, presumibilmente privata di brividi estetici, drammaticamente masticabile e risputabile dalle masse.

Ancora? Ancora, assolutamente: quelli che pensavano di essersi liberati dell’aspetto ideologico più deteriore che fa capo ad un malinteso Adorno, quelli che pensavano caduta la separazione dell’approccio culturale corretto da quello ritenuto superficiale, approssimativo, inesatto (dei non addetti), sappiano che siamo probabilmente  daccapo. E quindi: Mozart da una parte (per chi sa comprenderlo), i Green Day dall’altra. A morte il pensiero corto.Que viva Francoforte.

Sto semplificando, evidentemente: ma sto anche, per motivi svariati, riflettendo di nuovo su una questione che credo non secondaria, e su cui prometto di tornare a più riprese, anche su carta. Per restare all’Omaggiato, solo una piccola notazione. Mozart faceva esattamente quel che molti oggi riproverebbero: attraversava, prelevava, sintetizzava. Riporto in proposito un parere totalmente insospettabile, quello di un musicologo che a mio parere resta uno dei talenti più brillanti di casa nostra, Piero Buscaroli. Nell’altro bicentenario, quello del 1991, osò scrivere, a proposito del grande festeggiato:

Se ci pensi, ti accorgi che la storia della musica,  in quanto divenire e destino, poteva fare a meno di lui. Non è una di quelle apparizioni che, a cose fatte, appaiono indispensabili. Bach, con la sua sintesi, crea la musica tedesca, Beethoven inaugura la sua supremazia nel regno dello spirito. Mozart, le sintesi, le trova già pronte nei grandi lavori d’ingegneria di Haydn…La sintesi che operò di suo, il vortice, il vertiginoso rimescolamento di stili e maniere da cui trasse la nuova lingua dell’Opera, servì, infine, a lui solo. Non passò a Beethoven, che dovette inventarsi un nuovo linguaggio; non passò all’Ottocento, che battagliò per inventarne altri ancora. Mozart non fu una necessità nel destino dell’arte…Rimase una meteora, alla quale non siamo più preparati, noi, oggi, di quanto non fossero Gerber e contemporanei”.

Ne riparliamo. L’attraversamento personale che propongo oggi qui non ha nulla a che vedere con la musica e con Mozart. E’ però una doppia incursione nel mondo ludico:

Primo. Un gioco. Lo propone il programma Al top libri  che va in onda il martedì (condotto da Saverio Simonelli) su Sat 2000. Il gioco si chiama Premier Book e consiste nel crearsi una casa editrice virtuale. Qui il regolamento.

Secondo. Un libro. Ancora, sì, sui videogiochi. Si chiama Play 2.0, lo ha scritto Jaime D’Alessandro per Holden Maps, è dedicato proprio all’aspetto “narrativo” dei medesimi. Qui, l’incipit (di una vecchia conoscenza).
(e, suggerimento: presso Holden Maps è uscito anche un bel libro di Alessandro Perissinotto, Gli attrezzi del narratore, Modi di costruire storie da Joyce a Dylan Dog.

(e, ancora: oragna figatafa era un gioco di parole tra Wolfgang e il padre Leopold).

35 pensieri su “ORAGNA FIGATAFA

  1. Faccio notare che in un intero anno non hai speso mezza parola sul bicentenario del povero H.C. Andersen:- )(lo dico con il tono con cui Cornacchione nomina il povero Silvio)… e adesso vieni a pietire attenzione per Mozart? (lo dico col tono imperalito di Barbieri)…
    Quanto a me, ho passato la domenica meditando su un vecchio saggio di Adolf Loos (‘Ornamento e delitto’)e chiedendomi angosciato: “Possibile mai che l’ornamento sia delitto? Anche nei romanzi? E i romanzi stessi sono delitti?”
    P.S. Il breve saggio è riprodotto di là da me.

  2. ma com’è che Mozart mi ha sempre dato questa sensazione di “attraversamento”?
    Mia madre diceva sempre che era avanti di mille anni (il che ci farebbe supporre che ce ne mancano ancora parecchi di secoli per raggiungere quel tipo di capacità creativa) ma io ho sempre pensato che fosse stato da sempre e fosse stato ovunque.
    Il concorso “fatevi la vostra casa editrice” è un mito.
    Ma poi coi libri vinti che ci si fa? Ci si apre una nuova libreria???? 😛

  3. Voi che sapete che cosa è amor, donne vedete s’io lho nel cor. Ho ancora i brividi per “l’attraversamento personale” che trovo un concetto basilare su cui riflettere; forse la prossima domenica insieme al signor Angelini, sperando di trovare un’amica anche per lui (così non dovrà rileggersi Andersen).

  4. … ooops, ritento
    “Hi all Mozart lovers.
    n the script of “Amadeus” by Peter Shaffer, appears
    a song in the end, when Mozart gets crazy and sings like a child: ‘Oragna figatafa, marina gaminafa.Can somebody tell me how to find the music to this song.(And maybe tell me what it is all about).It is a child song, and as I understand, it’s nonsense
    words. Thank You. Dan”
    Risposta:
    “The melody mimicked ‘Willem van Nassau’, the Dutch national anthem, on which Mozart later composed his Seven Variations for Keyboard, K.25. Nannerl said that the words, “Oragna fiagata fa, marina gamina fa” were faux Italian, made up by Wolfgang.

  5. Non c’entro niente col manga-mozart, oltretutto non sono né un fumettista né un illustratore. E ho detto più volte che va indicato l’autore in una prospettiva del giornalismo icocompatibile (“icocompatibile” l’ho inventato ora).
    Il linguaggio dei manga è per alcuni aspetti favoloso, pieno di codici e per questo velocissimo nell’esecuzione. Diciamo che i mangaka sono a volte geniali nelle storie ma il disegno è piuttosto tradizionale. Lo stesso capita nel vedere l’arte giapponese fino a una certa data, non ci sono macroscopiche differenze stilistiche o di soggetti fra autori lontani nel tempo, eppure un Hokusai sa strappare certe espressioni di meraviglia…

  6. Mozart? Posso preferire PETR ILJIC CIAJKOVSKIJ? Sì, penso di sì. Mozart mi mette… non mi dispone, ecco. Questione di gusti, ovviamente. Ciajkovskij è maggiormente popolare; Mozart è più da salotto.

  7. Cara Loredana,
    la figura di Mozart è paragonabile al mito di Icaro: un giovane che ha bruciato in poca vita quanto altri hanno agognato in una lunga sopravvivenza. Un Dean, un Senna ante litteram. Un Alessandro Magno della musica. Altro che meteora come sostiene Buscaroli. Io sono un piccolo editore, e ho pubblicato quest’anno un romanzo sul misterioso soggiorno di Mozart a Torino, “I violini dell’autunno” di Berbotto:il tema è intrigante proprio perchè il protagonista è intrigante, il mistero è avvincente perchè il personaggio è avvincente.
    Il legame forte che abbiamo con Mozart – e che ci pone il quesito ” celebrazioni sì o no?” – è proprio la sua opera: al posto di sintesi userei la definizione di summa, che è epifania del prelevare il meglio e riproporlo smontato e rimontato dalla sua Genialità.
    Fedelmente,
    Roberto Forno

  8. Sai, Roberto: celebrazioni sì e assolutamente, per cominciare. E’ vero che nella maggior parte dei casi sono ottima occasione per spaccio autorizzato di cioccolatini, ma – forse- servono anche ad approfondire. Vedremo.
    Poi. Il senso della parola “meteora” usata da Buscaroli non va inteso, secondo me, a quanto Mozart ha prodotto. Ma al fatto che ha composto musica eccezionale senza innovare formalmente nulla, ma utilizzando e assemblando (e, certo, portando ai massimi livelli) quel che aveva a disposizione. Il che, per passare -attraversando- alla letteratura, ci dice molto a proposito delle perenni lamentazioni sulla necessità di inventare ex novo piuttosto che far esplodere quel che abbiamo già fra le mani.
    Auguri per i violini, naturalmente.

  9. Domani quelli di Altop Libri mi chiameranno per intervenire in trasmissione, in quanto iscritto più meridionale al concorso.
    Il testo della telefonata domani sera sul mio blog.
    R4

  10. Quanto a Mozart, tutto interessantissimo. Quanto al giochino dell’autocasa editrice, ecco, quello è il MALE!
    Da oggi – ho deciso – comincio a commentare anche io da queste parti.
    [Ste]

  11. molto vivida l’immagine della melassa da risputare alle masse. Aggiungerò di mio che Mozart ha inventato la rockstar nello stesso modo inutile in cui i vichinghi hanno scoperto l’america. non è poco.

  12. Sul fatto che Mozart non fu una “necessità” ci si dovrebbe intendere: lo fu di certo a posteriori, e in parte fu figlio della proprio epoca, ma non inventò canoni, non gli servivano. Era una specie di macchina per l’autocontaminazione, e questo è bastato, credo, a fargli attraversare quasi tutti i generi, a parte il rumore.
    Ovviamente visse tutt’altro che fuori dal tempo: segnò il proprio tempo e i secoli successivi.
    Giacché il discorso sarebbe lunghissimo, accenno solo qualcosa, anche in riferimento a un pezzo di Gianni Biondillo su Nazione Indiana (volendo, anche in riferimento a Darwin: la maledizione del generi si è abbattuta indifferentemente su tutte le arti, in tutti i tempi).
    Mettendo da parte il discorso sulla musica e il piano esistenziale (Mozart viaggiò, e non poco, per tutta l’Europa), il primo attraversamento che Mozart ebbe la fortuna di compiere in maniera persino involontaria è l’attraversamento dei generi . Cresce col rococò, “diventa egli stesso” il classicismo viennese, annuncia il romanticismo, e non con una dichiarazione. Muore, caso non frequente tra gli artisti, come la ricorrente mitologia del genio vorrebbe che morissero i “grandi”, curvo sulle pagine di un requiem che era quasi una meditazione esistenziale: la musica sacra.
    E poi, procedendo a caso: il teatro, le sonate per pianoforte (“l’affermazione” del pianoforte inizia con Mozart) e così via.
    L’etichetta di pre-romantico che si associa spesso a Mozart non è il segno di una volontà di infilarlo a tutti i costi in un genere, ma dell’impossibilità di farlo stare in alcun genere. Era il caso più esclatante, ma non è certo vero che si trattasse di un’eccezione. Di eccezionale c’era il livello di ogni pagina che scriveva, altissimo. C’è da imparare che i generi servono per i comodi del linguaggio e che vanno attraversati con la più totale noncuranza; non sarà l’attraversamento dei generi o l’attraversamento d’Europa a produrre i nuovi Mozart, ma l’unico che si conosca non ha alcun debito particolare, non ha seguito una sola traccia: “ha tracciato”.
    (Evito l’incipiente logorrea e ne scrivo in maniera meno impulsiva, il discorso sarebbe lungo e, almeno per ciò che mi riguarda, parte dalla musica ma non si ferma affatto alla musica).

  13. Loredana, forse io sono un sempliciotto, ma non lo capisco ‘sto predicozzo. Per me la musica di Mozart è bella. Non ti saprei dire perché, ma solo che ogni tanto torna a girare nel mio stereo. Io non ho una cultura musicale e non so leggere la musica o capire come è composta. So solo spegnere la luce, ascoltare e nel caso di Mozart provare gioia. Tutto qui. Altre volte ascolto il rock, e anche quello mi dà gioia. Allora perché non parlare di questo invece di allestire ogni volta lo spettacolo dei savi di zion (omaggio a Marley) che protocollano quello che è giusto e quello che non lo è. La gente se ne frega di queste diatribe, riempie gli stadi per gli stones ma anche i teatri per l’orchestra della scala. E a volte sono gli stessi. Parliamo della gioia che dà la musica invece del sottofondo di complotti cazzi e mazzi, no?

  14. il fatto è che nessuno qui deve aver mai ascoltato per intero il Don Giovanni, altrimenti avrebbero almeno il pudore di tacere :-).
    Fino a ieri avrei detto, per assurdo, che qui porterebbero nella merda anche Mozart 🙂
    Beh oggi ce l’hanno portato.
    Non avrei mai pensato che la banda bassotti al ribasso arrivasse a tanto:-(

  15. Credo che Georgia si riferisse hai commentatori più che a Lipperini, soprattutto a Iannozzi. Ma magari sbaglio.
    Tra l’altro se ho capito bene sta lavorando proprio a una nuova stesura di quel libro, quindi è meglio aspettare il nuovo.

  16. Sambigliong, rabbia fa rima con gabbia-di-sabbia (del giudizio e della tolleranza) però la rabbia è come la dia-rea non deve essere insabbiata, deve fare il suo corso, altrimenti diventa stipsi (che è ormai endemica).
    Quindi non indurre anche me a prendere il diarstop (che non è un gioco di parole ma un medicinale realmente in corso).
    In fondo ormai anche i commenti letterari sembrano seguire le regole pubblicitarie delle industrie farmacologiche che sono le multinazionali di punta nella kultura linguistica italiana (e non);-).
    geo

  17. la cosa più interessante su buscaroli l’ha detta barbieri in NI riportando una sua frase che trovo molto illuminante sul personaggio:
    «Sconsiglierei il termine gay. La destra dovrebbe chiamarli correttamente froci e checche. E andrebbero spediti in campo di concentramento».
    Mi sembra che uno che pensa così OGGI non abbia scusanti e dovrebbe almeno avere la decenza di tacere su Mozart e soprattutto non andrebbe molto sponsorizzato;-).
    geo

  18. Le opinioni politiche di Buscaroli sono non condivisibili. A lui si devono comunque scritti su Bach e Mozart di grande valore. Segnalo
    “Bach”, Mondadori, 1998, ristampato nella collana Oscar Saggi
    e
    “La morte di Mozart”, Milano: Rizzoli, 1996.

  19. L’ultimo libro è la monografia su Beethoven. Ne ho letta una pagina e ho avuto un conato di vomito perché le idee politiche dell’autore erano entrate alla grande in quelle righe. Dunque se si promuove Buscaroli si dovrebbe farlo in modo un po’ più critico rispetto a un semplice ” a mio parere resta uno dei talenti più brillanti di casa nostra”. Al lettore si dovrà dare qualche informazione in più, no?
    Oltretutto credo che il giudizio di talento più brillante si possa smentire facilmente…

  20. E poi diciamo pane al pane, se quelle parole virgolettate sono esattamente citate, Buscaroli più che avere blandamente delle “opinioni non condivisibili”, è uno che che fa l’apologia del razzismo e del nazismo. E sinceramente del minimizzare queste sparate ne ho piene le palle.

  21. Georgia, Ho chi minh (ho cercato su google per il posizionamento giusto della acca finale) diceva Urlino tutte le ingiustizie del mondo (uan sua poesia).
    le ingiustizie…

  22. Lipperini: il pezzo di Buscaroli che hai citato dice una verità, ma non è tutta la verità (come è ovvio). Basterebbe pensare a quanto Mozart ha influenzato Rossini e quanto c’è di Rossini nell’ottava sinfonia di Beethoven (e nella sesta, e nel primo movimento della quarta). Certo, il Beethoven dell’Eroica e della sonata Hammerklavier è un marziano al confronto, ma il suo brodo di coltura era quello. E del resto, il Fidelio è poi così lontano dal don Giovanni ?
    (Comunque, fra te e me, Wagner, come l’aranciata San Pellegrino, è un’altra cosa).

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Torna in alto