Otto. Otto. Otto. Otto il numero della Rosa dei Venti e di quella che in Atene fu la Torre dei Venti. Otto i sentieri della Via indicati dai petali del loto. Ottagonale è la pianta dei templi buddisti, “imperniati su colui che fa girare la ruota del centro stesso dell’universo”. La carta numero otto dei Tarocchi è la Giustizia, perché otto è il simbolo di uguaglianza ed equità, perché può essere suddiviso in due numeri pari e uguali (4 + 4) ulteriormente suddivisibili in parti perfettamente equivalenti (2 + 2 + 2 + 2).
Otto è il numero dei deputati presenti in aula lunedì 25 novembre alle 10:30 quando a Montecitorio era in programma la discussione sulle “disposizioni urgenti per l’accelerazione e il completamento delle ricostruzioni in corso nei territori colpiti da eventi sismici”.
Otto su 630.
E mentre i terremotati portano solidarietà ad altri terremotati, dopo il terribile sisma in Albania, e mentre la discussione sulla burocrazia riguarda gli altri crolli di casa nostra, crolli di ponti in questo caso, sono passati tre anni, e nulla accade. Si parla di completamento, ma le ricostruzioni non sono mai partite, e non resta che un’eterna lista di giustificazioni e di appropriazioni quando le elezioni si avvicinano.
Ruotato di 90 gradi, l’otto diventa il simbolo dell’infinito.