Ogni promessa è debito, diceva mia nonna. E dal momento che, stando al mai dimenticato anagramma regalatomi da lui, combinando le lettere del mio nome e cognome esce fuori “prendi lei in parola”, vado ad assolvere riportando qui le riflessioni napoletane su Don Giovanni che hanno colpito maggiormente la vostra umile eccetera.
– Il parallelo e l’opposizione con Amleto tracciati da Nadia Fusini, laddove il prence di Danimarca constata amaramente che nel mondo degli uomini non si dà la magia del desiderio immediato, mentre Don Giovanni opera nelle regioni del desiderio stesso come un dio pagano.
– La rete mitica esplorata da Marino Niola a proposito dei Don Giovanni prima di Mozart
– Il momento del libretto di Da Ponte in cui, secondo Quirino Principe, Don Giovanni si rivela come archetipo e idea universale (“se un uomo e una ragazza/passeggian per la piazza/se sotto una finestra/fare all’amor sentite/ferite pur, ferite/il mio padron sarà”: ovvero, dove c’è seduzione, là è Don Giovanni).
– L’appassionata orazione di Umberto Curi contro lo stereotipo che trasforma il Nostro in nome comune (“un” don giovanni); l’implausibilità di Don Giovanni come seduttore e la sua forza di oppositore al trascendente (in questo senso, davvero, diavolo, colui che divide e nega, pervertendola, l’idea di agape)
– Infine, suggerita anche da Curi e personale chiodo fisso della sottoscritta, la caratteristica che forse risponde più all’attuale stato delle cose: Don Giovanni come negatore di identità. In Tirso e in Mozart si autorappresenta affermando che è impossibile dire chi egli sia (“hombre sin nombre”, “chi son io tu non saprai”). Ha più di un nome e dunque è irriducibile all’unicità del nome stesso (ci sono altri esempi di eroi anonimi nella tradizione culturale: Curi ricordava Edipo, il cui nome cela almeno due significati: colui che ha i piedi gonfi e colui che sa intorno ai piedi; e, ovviamente,Odisseo, sempre appellato nel testo con un richiamo al molteplice ma in grado di trasformare quel molto in nulla nella celebre risposta a Polifemo “io sono nessuno”). Don Giovanni, rifiutando l’ordine sociale oltre che quello divino, non può che rifiutare ciò che in primis ci fa essere fra gli altri (il nome): bene, passanti della rete, non è su questo punto che varrebbe la pena soffermarsi oggi?
(Per i non dongiovannofili, invece, si consiglia la lettura del numero due di Aliens don’t suck, dedicato a Philip K.Dick).
non ho certo l’eleganza di Bartezzaghi ma mi è venuto in mente un altro anagramma, del quale nella mia immensa generosità ti faccio dono: i danni per pallore (anche se non mi sembri un tipo timido)
Guglielmo
Ach! Poco elegante e scarso: mi ero dimenticato una “i”. e dunque potrebbe invece venire: e danni per i pallori
g
“e danni per i pallori” suona molto sulfureo, a ben vedere 🙂
Grazie!
il Principio, sì, l’Archetipo, è questa la sua dimensione.
Don Giovanni è un mondo che
rifiuta l’Uno in favore del Molteplice.
Il resto, sono avatar.
(che non s’abbia a disprezzarli, ma tali sono, e che la storia li conservi degni)
sulfureo e vagamente dongiovannesco, se posso permettermi 😉
Poliremo?
😉
Corretto!!!
Per Guglielmo:sono convinta che Bartezzaghi sarebbe molto fiero di te ;-)!
Anna Luisa
È certo. Don Juan, hombre sin nombre (como Adán contrario de nadA). Don Giovanni, senza regole, Don Giovanni che l’unica certezza è il desiderio e ogni impulso un dovere, Don Giovanni che non può sottostare alla consuetudine stringente di un nome-norma (e in italiano si trova un appellativo che è già un plurale).
Divago, nonni,
goda non vini,
vigono danni,
Don Giovanni,
Don Giovanni!
Ecco, aitan, il problema è che al Nostro il vino piace non poco…
Guglielmo, l’anagramma mi piace talmente tanto che sto pensando ad un bannerino personale con su scritto “fard free zone”…
sono talmente gonfio d’orgoglio che ne sforno subito un altro sul tema del post:
Don Giovanni
‘Ndo va Gionni?
Se dico “Dal mendace morto” (dal commendatore) è banale, eh?
Dai, Guglielmo, tirami fuori qualcosa dal mio di nome… 🙂
ehm… avrei anche un lavoro io, mica posso anagrammare a tempo pieno! Comunque per Gianni: o il gin o Bin Ladin. Dubito che ti piacerà, però. Era carino anche biologi andini ma mi avanzavano una L e una N.
per Loredana. Mi piace un sacco, altro che banale.
Oh, però il prossimo che vuole anagrammi emetto fattura 😉
dimenticavo, ancora per Gianni. la definizione dell’anagramma potrebbe essere: dilemma di un terrorista alcolista
“o il gin o Bin Ladin”?
Cristo santo!!!! Se nomen omen sono proprio messo bene!
😉