PER LA BELLEZZA. UN APPELLO E UN VIAGGIO

Cosa significa cultura? Per me vale la frase che nel film “I cento passi” pronuncia Peppino Impastato:
” … bisognerebbe ricordare alla gente cos’è la bellezza. Insegnargli a riconoscerla. A difenderla”.
Una notizia in tema: l’appello di culturaversuspetrolio su cosa potrebbe avvenire in quel territorio lucano premiato con la nomina di Matera a capitale della cultura. Leggete e aderite.
Nel mio piccolissimo, ho riportato quella stessa frase in Questo trenino a molla che si chiama il cuore. Ne spiegherò i motivi nei prossimi tre giorni.
Domani, sabato 15 novembre, sarò alle 17.30 nell’aula consiliare del Comune di Serravalle di Chienti, da dove è giusto che parta il trenino.
Alle 21 di sabato sarò alla Biblioteca Filelfica di Tolentino insieme al compadre Massimo De Nardo, l’editore di Rrose Sélavy.
Domenica 16 novembre alle 19 sarò al Terminal di Macerata insieme a Luca Pakarov e a quei meravigliosi sognatori canterini che sono Maurizio Serafini e Luciano Monceri (anche detti  i Vincisgrassi).
Lunedì 17 alle 17.30 sarò a Palazzo Ducale a Camerino insieme a Piera Di Martino e agli strepitosi Old Boys che, come i Vincisgrassi, sono anche raccontati nel libro.
Sono le prime tappe di un viaggio che spero di continuare insieme a molti di voi, nelle Marche e non solo. Buon week end, commentarium.

6 pensieri su “PER LA BELLEZZA. UN APPELLO E UN VIAGGIO

  1. Ora che so che sarai pure a Macerata e perdipiù con i Vincisgrassi, mi sa che ti verrò a trovare a casa mia e non a Tolentino… 😉
    Ieri sera ho finito di leggerti, stanotte sono stato malissimo: mi è arrivato un grido di dolore lancinante, è come se tu avessi perso tutto in una volta con in più la consapevolezza del non-ritorno di molte scelte compiute sotto inganno e/o in stato di sostanziale non-coscienza. L’eterno dilemma umano su quanto sia giusto aggredire e modificare l’ambiente che ci circonda per sopravvivere esce dalle tue parole in maniera potente perché è metafora degli analoghi rivolgimenti del tuo ambiente interiore, rivolgimenti in gran parte subìti e spesso non valutati ponderatamente per tempo ma solo a posteriori o, nella migliore delle ipotesi, in itinere (ma si può sempre averne consapevolezza quando occorrerebbe? E ammettendo che la risposta possa essere positiva, cambierebbe effettivamente qualcosa nelle nostre vite e nell’ambiente che ci circonda?).
    Questa dimensione della perdita e del (non) riuscire/poter “lasciare andare con grazia” mi ha colpito moltissimo perché va a toccare situazioni piuttosto dolorose che sto vivendo da qualche tempo: forse proprio per questo -oltre alla familiarità con la maggior parte dei luoghi che hai evocato- la lettura del tuo libro è stata per me piuttosto devastante. Un po’ come i piloni e le gallerie della Quadrilatero.

  2. Spero che questo trenino arrivi anche qui in Piemonte, in queste zone devastate dalle esondazioni ma più ancora dall’incuria ,dall’incompetenza e dalla disattenzione per l’ambiente. Ci conto.

  3. Devi esserne decisamente lieta anche perché mi (ci) hai fornito la soluzione: “Non c’è più bisogno di cerca, quando si incontra il proprio doppio e il proprio specchio, nudo sulla via, e infine gli si tende la mano”. Tu ce l’hai fatta dopo aver percorso molte tortuosità -orografiche e interiori-, io ancora mi chiedo se avrò la forza e la volontà di allungare la mia verso il mio. Quindi non posso che continuare la mia cerca errabonda, pena dovermi fermare per sempre.
    Sono invece curiosissimo di leggere Chiara Palazzolo, ma so che querelles molto terrene hanno impedito la ripubblicazione delle sue opere…

  4. perché cultura versus petrolio? Senza petrolio non alimenta le centrali elettriche che garantiscono l’energia per tenere in piedi la rete che alimenta internet, il suo PC e i PC di quelli che leggono il suo blog.

  5. Non è “cultura versus petrolio” ma “cultura versus petrolio a qualunque prezzo e in qualunque modo”. Sono due cose molto molto diverse.

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