Avvelenare i pozzi è faccenda lunga, oltre che antica.
Prendo in prestito un articolo che Luciano Canfora scrisse nel 2005:
Nel 430 a.C., pochi giorni dopo l’ invasione spartana, l’ Attica fu all’ improvviso colpita da un contagio pestilenziale. Il più grande leader ateniese – Pericle – morì appunto di quel contagio, in quelle settimane. La guerra, da lui ritenuta inevitabile, e di cui aveva non solo previsto, ma accelerato lo scoppio, finì dunque, per lui, quando era appunto incominciata. Secondo Tucidide, storico e testimone di quei fatti, la perdita fu irreparabile. Tucidide sembra quasi voler dire, in un famoso passo della sua opera, che fu dunque la peste di Atene il primo fattore di vittoria per il nemico: proprio perché cancellò il solo leader che gli avrebbe potuto tener testa.
Ecco perché si formularono ipotesi e nacquero leggende sull’ origine del contagio. Ipotesi, sulla sua provenienza: l’ Etiopia, l’ Egitto, la Libia. Leggende, sul modo in cui il contagio aveva attecchito. La tesi che molti fecero propria fu che – come scrive Tucidide il quale prese egli stesso il contagio ma si salvò – «il nemico aveva avvelenato i pozzi». Si portavano in proposito pseudo-prove. La prima era che il contagio fosse esploso all’ improvviso; la seconda che si fosse manifestato dapprima al Pireo, dove non esistevano «fonti d’ acqua sorgiva» ma appunto un sistema di pozzi per l’ acqua.
L’ idea che il nemico venisse a fare «l’ untore», a mettere il veleno in quelle strutture (i pozzi) preziose e vulnerabilissime, non rimase un caso isolato. Una tale idea è tipica dell’ ossessione che discende dall’ odio e dalla certezza che il nemico adopera ogni mezzo, onde sentirsi legittimati a usare a propria volta ogni mezzo contro di lui. Non erano pregiudizi che nascevano dal nulla visto che un trattatista dell’ arte della guerra come Enea Tattico (non di molto successivo rispetto a Tucidide) raccomanda in un passo del suo trattato di «rendere l’ acqua non potabile». E Floro, lo storico del tempo di Adriano, afferma che Manio Aquilio, comandante romano in Asia, effettivamente fece avvelenare i pozzi nell’ anno 129 a.C. Ma Floro aggiunge che così macchiò l’ onore delle armi romane fino a quel momento immacolate. L’ accusa divenne col tempo topica e fu adottata contro nemici su cui si riteneva facile convogliare l’ odio.
Peraltro, i noti fatti non sono una sorpresa per chi è abituato a osservare la progressione dell’odio nelle piccole cose, in quei dettagli che tanto infastidiscono gli intellettuali seri, i quali trovano inverecondo che nelle pagine dei quotidiani si parli delle suddette piccole cose invece che delle loro, che sono così grandi e così importanti. Non è forse superfluo cercare di capire come mai un fenomeno (libro, tendenza, altro) diventi popolare? Non è meschinello fare resoconti sul come la cultura dell’urlo e dell’insulto sia lentamente discesa dal Teatro Parioli in Roma fino alla linea B della metropolitana? Non è banale sottolineare come i dati Censis sull’odio da condominio ci aiutino a capire che i leghisti da cappio e da White Christmas siano un effetto e non una causa?
Ma contiamo poco, e prendiamo, si sa, lucciole per lanterne.
Aggiornamento. Ecco cosa si riceve mentre si discute sull’argomento con Belpoliti e Simone.
Il Cavaliere è un grande uomo tra (voi) pigmei… soprattutto quelli striscianti che imbrattano cartaccia quotidiana . ( il riferimento al fatto che la conduttrice scrive sull’organo dei “mandanti morali di quello che è successo” non è casuale, ma fortemente voluto).
Come urlavano i vostri zietti un po di anni fa, “pagherete caro, pagherete tutto”.
La progressione dell’odio nelle piccole e grandi cose è infatti la caratteristica principale del nostro vivere quotidiano da qualche anno. E’ diventato odio verso noi stessi. Una deriva davvero pericolosa.
E giù valanghe di retorica sullo psicolabile che dà una brutta botta sui denti allo “psiconano”…
e sì, la retorica sarà a valanghe. io però sono sinceramente dispiaciuto per quello che è accaduto: queste cose non si fanno, e per me la non-violenza è fondamentale. Questo paese ha già conosciuto l’escalation, bisogna assolutamente evitarla. Certo, non ci si può aspettare molta maturità dalla lega («terrorismo»??!) o da un Bondi o La Russa. Ma credo (spero) che Berlusconi sia più responsabile dei suoi zelanti servitori.
Per me si dovrebbero dire soltanto due cose, chiare. La prima: è un gesto orribile, che non ci piace. Secondo: è inaccetabile che qualcuno provi a mettere in mano alle minoranze questo souvenir, chi l’ha lanciato ha un nome e cognome.
Poi si potrebbe provare ad analizzare i linguaggi della politica, violentissima.
Con la semplificazione berlusconiana (noi la verità, loro menzogneri; noi libertà, loro comunismo; noi italiani, loro anti-italiani…) e il proto-razzismo della lega (da bingo bongo a oggi), dovrebbero fare autocritica.
Ma la faranno..?
…Mah, apparterrò senza dubbio alla schiera delle persone superficiali, ma il clima d’odio io lo vedo nei comportamenti di chi attacca ogni giorno i diritti costituzionali, di chi si scandalizza per il presepe “nero”, nelle parole di chi attacca la corte costituzionale e dipinge gli intellettuali come culturame.
Per quanto riguarda i noti fatti, doyou remember Anteo Zamboni?
Il fatto di per se stesso è assurdo e decisamente deprecabile, il clima pesantemente conflittuale che si è voluto nel Paese è un dato di fatto inoppugnabile.
Poi, chi di questo episodio vorrà fare retorica o addirittura ulteriore strumento di propaganda lo farà ugualmente, ma a pagarne lo scotto maggiore saranno le prossime generazioni.
Ciao.
“Non è banale sottolineare come i dati Censis sull’odio da condominio ci aiutino a capire che i leghisti da cappio e da White Christmas siano un effetto e non una causa?”. No, Loredana. Non è banale. È fondamentale, ma non lo fa nessuno. Non tante persone capiscono che Berlusconi è un epifenomeno (fastidioso e pervasivo quanto si vuole, ma sempre un epifenomeno) del nostro sistema sociale e relazionale. Come dici tu giustamente, basta passare un pomeriggio nel traffico cittadino di una grande città italiana, per rendersene conto. Quanto poi questo sia (anche) responsabilità del modello indotto dalle televisioni di Berlusconi, non lo so. Penso che tale responsabilità, in fondo, non sia grande. Altrimenti, i precedenti cinquant’anni di modello televisivo bernabeiano avrebbero, vicendevolmente, prodotto generazioni di cittadini civili, misurati, appassionati di corrette argomentazioni e di teatro, il che non è vero. Probabilmente, anche il modello televisivo indotto dalle televisioni di Berlusconi è un epifenomeno.
Solita storia: Non c’è un’inizio e una fine di un circolo. Ma è un vantaggio: lo si può spezzare in qualunque suo punto con le identiche conseguenze, tanto intervenendo sulla TV di Berlusconi quanto sull’ educazione civica e sul senso di comunità (che implica reciproco sostegno e conoscenza) che abbiamo del tutto perso (oggi per società si intende un insieme di persone economicamente interdipendenti, tutto qui). Intervenire su entrambe le cose in contemporanea è l’ideale in modo da far sì che l’una cosa non ricrei l’altra come le teste dell’ Idra. Sì, ma come?
L’Italia che siamo stati ha creato l’Italia che siamo e ora si grida all’untore per le strade. Berlusconi è una creazione, troppo onore dargli del burattinaio. E’ stato piuttosto un pò gatto e un pò volpe e si è infilato lì dove ha visto la crepa, ma di questa casa non sua, nessuno si cura tantomeno i coinquilini. Se ne farà un gran parlare di questo povero cristo ora protagonista di benedizioni e bestemmie ( da canto mio provo una qualche tenerezza per l’uomo che ha agito il desiderio che spesso ho pur sognato, ma non violenta per natura ho lasciato sopito dando posto alla ragione e alla civiltà), già è solo uno strumento e una volta in più non un uomo. Questo mi rattrista molto. Per tutto il gran guignol che seguirà a riempire i giornali e a creare e costruire senza onestà, non posso che provare vergogna per non aver trovato nè aver il talento per farlo, una soluzione. Semplicemente sarebbe bello si potesse rientrare nei condomini e iniziare a far ordine da lì. Con un “Buongiorno” e un “Buonasera” gentili invece che sperare che nessuno finisca nell’ascensore insieme a me o coltivi gerani più rossi. O ancora più in fondo, svegliarmi al mattino sorridendo un poco. Mi viene da pensare a Pericle, un uomo così grande, una così piccola fine. Buona giornata.
http://lucioangelini.splinder.com/post/21880287/ASTE+ON+LINE+PRO+BERLUSCONI
Scioccata per l’aggiornamento, anche se fa parte del quadro in modo molto coerente, concordo con tutto quel che dice Marzia. Riguardo al fatto che Berlusconi sia un epifenomeno ne abbiamo discusso a lungo, mi pare anche con Vittorio, qualche tempo fa su questo blog.
Anch’io penso che Berlusconi sia una delle maschere più riuscite del nostro paese in quanto a incarnazione dei “patrii valori”, epperò quello che pare a me è che ne sia pure uno sdoganamento e una legittimazione.
Fino a poco tempo fa, i personaggi interpretati da Sordi, Gassman, Tognazzi, potevano essere guardati come caricature di certe nostre caratteristiche, oggi questo scarto comico non lo avvertiamo più. Sono specchi realistici di come siamo e di come siamo contenti di essere.