PRIMA DI ALEXA

E così, almeno a quanto sembra, Alexa, la creatura di Amazon,  ha combinato un guaio. Anzi due: incomprensioni natalizie e, quel che turba di più, il suggerimento dato a un utente di uccidere i propri genitori adottivi.
Del resto ci era stato detto in secoli di narrativa fantastica (intendo, da Mary Shelley in poi, passando per Asimov e arrivando a oggi) che prima poi avremmo dovuto fare i conti con l’intelligenza artificiale e le problematiche che pone.
In chiusura di anno, mi limito a invitarvi a una riscoperta: quella di Dino Buzzati, mai abbastanza citato, e del suo racconto Il grande ritratto, scritto nel 1959 sotto pseudonimo per un concorso indetto da Oggi: laddove il protagonista è alle prese con un computer in grado di compiere calcoli complessi, ma soprattutto  di riprodurre la coscienza umana.
Ha una voce femminile: non a caso, perché il suo inventore, Endriade, ne ha progettato  la personalità sul ricordo della prima moglie, Laura, morta in un incidente d’auto insieme al suo amante.  Dunque la macchina nasce dai suoi ricordi, con qualche problema non calcolato:
“…Se riesce a ricordare gli episodi di quegli anni, i giochi, le amicizie, le gite, le feste, le vacanze, i viaggi, i flirt, gli amori, i sensi, come potrà adattarsi all’immobilità assoluta, all’impossibilità di mangiare un pollo, di bere un whisky, di dormire in un morbido letto, di correre, di girare il mondo, di ballare, di baciare e farsi baciare?”
Non credo alla funzione “profetica” della fantascienza. Come diceva un altro autore italiano, Carlo Fruttero, la fantascienza “non è profezia, ma una proiezione appassionata dell’oggi su di un avvenire mitico: e per questo aspetto partecipa della letteratura e della poesia”.
Dunque, è nelle nostre ambizioni e nei nostri desideri oscuri che occorre scavare, e questo sembra un proposito molto interessante per il 2019.
Ps. Il blog si concede una piccola vacanza al paesello. Ci si ritrova nel nuovo anno, il 3 gennaio. Che il 2019 porti a tutto il commentarium desideri tutt’altro che oscuri, e magari persino realizzabili.

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