QUATTRO PIU' UNO

Qui, mobilitazione in rete contro  “La pupa e il secchione” (e non ditemi che è ironico anche quel programma, grazie).
Qui, un’intervista a Serena Dinelli di Pare o Dispare.
Qui, la notizia di agenzia sull’istituzione di un Osservatorio sugli stereotipi di genere in televisione.
Qui, il libro di Michela Marzano sulla condizione femminile.
Sono quattro segnalazioni che fanno ben sperare.
Sono meno speranzosa per quanto riguarda la discussione di cui al post precedente. Mi pare che ci sia un settore non soltanto della critica, ma dell’indistinta platea di coloro che si fanno paladini della Vera Letteratura che bolla ineluttabilmente tutti i testi che non rientrano in un determinato – e superatissimo quando indefinibile – canone come “commerciali”.  Ma su questo, appena avrò iniziato e terminato il romanzo di Moresco, intendo tornare. Eccome.

26 pensieri su “QUATTRO PIU' UNO

  1. In molti lo trovano divertente, purtroppo. Avvilente oltre ogni limite, sono rimasta sconvolta nel vedere il servizio di Studio Aperto in cui si mostrava una delle pupe riempire di botte il “suo” secchione. Una rissa da strada, dove ce le prendeva solo uno. Per il resto, dopo 5 minuti di Gialappi dove ho sentito cose che voi umani non potete neanche immaginare, ho rimosso tutto. Fino a questo momento.
    Ah, per inciso, alcuni amici (che tra l’altro stimo) che trovano divertente il programma, mi hanno fatto notare che se io, invece, lo trovo avvilente e nefando, e non riesco a scorgerne il lato comico, potrei avere dei problemi…

  2. le segnalazioni sono tutte belle! insomma la pupa e il secchione è un incubo eh, chiaro! facilmente distinguibile come incubo!
    Però” il non ditemi che è ironico anche quello” beh boh mi è dispiaciuto. Proprio nun te regge di prendere sul serio quanto detto – da me e da altre – nel post precedente! Sig!

  3. Il problema è che se abbiamo messaggio idiota + ironia del messaggio idiota, ancora non abbiamo lo spazio per il messaggio non-idiota.
    È il problema che ho con la serie tv Boris: 1) mi agghiaccio per la situazione 2) rido per il lato comico nella situazione 3) mi agghiaccio perché ho riso e perché Boris (o Striscia la notizia o La pupa e il secchione) alla fine ti lasciano l’idea che ‘tanto non ci si può fare niente e tutto sarà sempre così’…

  4. ecco, se magari toglievo le parentesi la frase sembrava scritta in italiano… mi si agghiaccia pure la grammatica, di questi tempi
    🙁

  5. Tranquilla, Loredana, ne la Pupa e il secchione l’ironia non saprei neanche dove andarla a cercare. Forse tra le tette dell’aspirante pupa Francesca Cipriani, che manifestava perchè non ammessa nella “rosa”?

  6. Si ma Boris è satira, parodia e più di tutto è narrazione.
    E’ fiction.
    La pupa ed il secchione è l’ennesima fiction mimetizzata da reality. Per cui vedere la pupa che al quiz vede la foto di Hitler e dice che è napoleone o gandhi ti porta a chiederti cosa stiamo vedendo, se una mentecatta o un’attice.
    Ma nessuno le fa notare che è una mentecatta, quindi tacitamente si fa passare che non è così importante avere anche una vaga idea del mondo, che è normale, che ne so, un po’ come se nei primi anni ottanta pierino di alvaro vitali, il personaggio, no l’attore, fosse stato ospite a una tribuna politica come opinionista senza che nessuno facesse una piega.
    Questo vuol dire a mio parere “demenzializzare”, sommergere certi ambiti del reale con una marea di frivolezza idiota facendola passare per senso.
    Non è la chiappa della pupa, o della velina, il problema, così come non è lo sbudellamento tra grattachecca e fichetto ne “i simpsons” ma il fatto di spacciarli come intrattenimento leggero per famiglie costringendo a rimuovere il vero senso della del corpo della pupa o della violenza.
    Perchè sei nuda o seminuda? Per eccitare, no per fare un gioco a quiz…
    .. mhh.. c’è qualcosa che non va..
    Perchè A striscia la notizia alle otto di sera devo vedere la telecamera che, dal basso, fruga sotto la minigonna di una velina di vent’anni, senza che l’ambito sia realmente focalizzato sull’erotismo?
    Ai tempi di “colpo grosso” per esempio, c’era la stessa quantità di erotismo che ne la pupa e il secchione, solo che in un’era pre-veline, era esplicita, collocata in un contesto diverso da quello familiare, e si parlava solo di corpo, senza obbligare le ragazze sciattare anche la mente o a recitare un parte.
    Se una di colpo grosso era un’idiota o una cima si aveva la dignità di lasciarlo al suo privato, di non spettacolarizzare la scimmia al guinzaglio o la presunta tale.
    Alla fine oltre che la tristezza della cosa in sé, veniamo (nei limiti) destabilizzati dalla gigantesca ipocrisia per cui nessuno (per dirla all’anglossassone) parla del gigantesco elefante rosa nella stanza, che sia la violenza, l’erotismo, la crudeltà, a seconda del momento del programma ovvero l’essere in una zona grigia tra realtà e fiction cosa che a mio avviso fa più male assai delle pupe e dei secchioni.
    Come quando Andreotti collassò a buon domenica e la Perego glissò dicendo che l’intervista non si terminava perchè era tardi, rimuovendo con un battito di ciglia una scena grave che certamente aveva colpito molti telespettatori.
    Roba che Freud ci si fregherebbe le mani.
    Sarebbe molto interessante iniziare a frugare dietro le quinte della televisione per scoprire i fili che muovono questi pupazzi, rompere l’incantesimo della messa in scena per capire poi dove inizia la fiction e finisce la realtà.
    D.

  7. Salve a tutti.
    Il problema di queste trasmissioni è che rispecchiano il livello della cultura media Italiana.
    Francamente fatico a credere che le cosiddette Pupe abbiano davvero l’encefalogramma piatto e propendo per la tesi secondo cui “ci fanno pittosto che ci sono”.
    Certo, che se si prestano ad una berlina di questo tipo la colpa non può essere addebitata al maschilismo imperante.
    Per 10 donne che difendono a spada tratta la loro intelligenza c’è ne sono 100( stima al ribasso) disposte a svenderla per fare le pupe in TV.
    Sad but True, cantavano i Metallica…

  8. ma se sulle pupe si sono scritte e dette fiumi di parole, dei secchioni ne vogliamo parlare? Il messaggio che l’intelligenza, o anche solo la costanza nello studio, non solo non ti vale a nulla se non sei furbo (o bello, o fortunato), ma ti e’ di handicap, ti fa male, ti puo’ rendere socialmente inetto….

  9. l’altro giorno guardavo TV TALK su raitre e si è aperta una parentesi sulla pupa e il secchione.
    Una ragazza musulmana, velata, lo ha definito sinceramente divertente (?)
    poi hanno mostrato il livello di istruzione di chi lo guarda e il sesso : sono per lo più uomini, e fino a qua ci siamo; la cosa che sorprende è il fatto che in media lo guarda gente con un buon livello di istruzione!
    Ho l’impressione che si tratti di persone estremamente stupide, sebbene istruite (non è per forza un paradosso), che finalmente si possono confrontare con qualcuno più cretino di loro.

  10. Sarebbe un sogno!
    Scoprire che i giovani non vedono la tv, che hanno tutti altri stimoli e che gli unici a cibarci di quelle cavolate siamo noi trenta-cinquantenni che poi ci montiamo sopra castelli sociali apocalittici.
    Ci si potrebbe fare un racconto coi bei giovani sani e savi che vengono a salvare gli adulti idrofobi e catodici prima di una sanguinosa presa della tele-bastiglia nei piazzali di cologno monzese.
    D.

  11. L’ultimo commento mi sembra un po’ ottimista…Anche se vorrei fosse vero. Comunque sia, la discussione è davvero importante e, a mio avviso, merita molte considerazioni che, purtroppo, non posso fare qui con poche righe di testo…L’essenziale posso dirlo, però: per me è che la pupa e il secchione funzionano perché rappresentano un’immobilità culturale che non dura da ieri. Io credo che le radici del problema del genere e delle sue rappresentazioni sorgano da più lontano, dalla stessa cultura e non dalla tanto bistrattata- a ragione, s’intende- televisione. Rimando alle riflessioni che ho lasciato sul mio blog.

  12. Non per fare la snob, ma io ‘la pupa e il secchione’ non l’ho mai visto se non su blob e, qualche giorno fa, nel chiosco di una fioraia con cui, a occhi sgranati, ci chiedevamo: ma questa c’è o ci fa? (il secchione non c’era e, in effetti, non mi pare appaia molto negli spezzoni proposti, cosa per cui tendo a condividere i dubbi di supermambanana).
    Io lascerei da parte l’esegesi sulla trasmissione, quello che è e quello che vuole essere, a noi non-ci-piace e abbiamo il diritto di dirlo. E che si cominci a esprimere pubblicamente questo dissenso, prendendosi un codazzo di ‘bacchettone, moraliste, talebane, musone, incapaci di capire l’ironia…’ ecc. ecc. ecc. ecc. a me pare molto importante.
    A noi nun ce piace… ecchediavolo, mica ci dobbiamo stare tanto a pensà.

  13. Meglio l’egocentrismo sputtanato delle pupe o il codazzo firmatario delle solite blogger? L’intelligenza (ma che è? Un virus?) è sopravvalutata e si spera tante che quelle botuliniche fanciulle non ci prendano per il naso.
    Lalipperini e le sue girls leggano uno smilzo pamphlet di George Simmel dal titolo “la rovina”, piuttosto, ci vuol poco (per voi il decoder fu spesa inutile dunque?).

  14. “le girls” “il codazzo” ?
    Ogni tanto nei blog a largo seguito arriva sempre uno la cui principale caratteristica è quella di non tollerare un cosciente movimento di opinione diverso dalla propria e che ruota intorno al blog in questione – deve sminuire – disconoscere l’autonomia del giudizio. Io Vincent sono una girl della Lipperini, almeno quanto lo sei tu.
    Detto questo, no per me il decoder è ottima spesa, la televisione ha diversi programmi che mi piacciono come diversi programmi che non mi piacciono. Certo quelli che non mi piacciono sono di più. In ogni caso – il problema della pupa e il secchione non è la stupidità o l’intelligenza. ma che te lo spiego a fa? a voja a legge Simmel….leggi leggi che si vede lo capisci per bene e lo utilizzi meglio.

  15. Ma, Vincent, io non voglio entrare in merito all’intelligenza o alla stupidità dei programmi, rivendico solo il diritto di dire pubblicamente che certi programmi non mi mi piacciono. Posso rilanciare la tua accusa a chi , per questo, mi da della moralista.

  16. quel programma è un triplo insulto: alle donne, agli uomini e al concetto di “ironia”. Basterebbe.
    Giorgia, tu intanto mi hai tolto le parole di bocca :)… intanto esco un attimo dal codazzo e vado a incuriosirmi nel web in cerca dello smilzo pamphlet di Simmel, ché l’intelligenza non sarà un virus, ma è cosa sempre migliorabile. Mi scusino Lipperini e le sue gals 🙂
    La solita blogger
    Luisa Tanzi

  17. Una noterella ha scatenato un piccolo putiferio senza importanza. Per zauberei e Vezzoli un aforisma per stemperare, spero.
    “Sono fin troppo consapevole del fatto che si vive in un’epoca in cui solo gli ottusi sono presi sul serio, e io vivo nel terrore di non essere frainteso”
    (Oscar Wilde).

  18. sempre accetti i tuoi ‘consigli di lettura’: grazie. io sto leggendo il saggio di Michela Marzano e devo dire che amplifica ciò che scrivono Anais Ginori, Caterina Soffici e Lorella Zanardo. Assolutamente attuale (ahimè)! Riflettiamo! Mi piace in particolar modo l’idea di poter fare resistenza del pensiero con questi testi, una cosa che non dovrem(m)o mai smettere di affrontare e portare avanti.

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