QUELLI CHE NON SI RIBELLANO, DUNQUE SONO COLPEVOLI

Ieri, su Vice, Mario Di Vito ha riassunto molto bene i motivi per cui continuare a paragonare terremotati e migranti, sostenendo che si fa tutto per i secondi e niente per i primi, è una solenne fesseria, o stronzata, come dice lui.
Primo, perché chi lotta per i porti aperti lotta, e non da oggi, perché i terremotati non continuino a essere invisibili, perché la ricostruzione riparta, perché si possa vivere in condizioni decenti e non in casette con i funghi (non porcini, quelli che vengon fuori dalla muffa). Ong incluse, eh.
Secondo, perché la ricostruzione non c’è, e questa è responsabilità dello stesso governo che soffia sul fuoco di questa contrapposizione.
Terzo, perché è a questo governo (e pure a quello precedente, certo) che non cale nulla dei terremotati, insignificanti in termini di voti: anzi, si dice che è pure colpa loro se la ricostruzione non parte, perché non presentano le pratiche. Un po’ come quei geniali pensatori da social che dicono che la situazione immondizia a Roma è esclusivamente colpa dei romani, o perché non fanno la differenziata (davvero?) o perché “non si ribellano”, che è la stessa motivazione con cui Daenerys Targaryen brucia la popolazione di Approdo del Re.
Detto questo, la faccenda continua. E’ notizia di ieri la condanna a due mesi di arresto e a una multa di 7500 euro al terremotato di Acquasanta finito sotto processo per aver realizzato una sistemazione di emergenza al posto di una rimessa per attrezzi agricoli, nella frazione di San Vito. Qualcosa che da subito era stata messa all’indice come abuso edilizio, non solo ad Acquasanta, non solo per Peppina di Fiastra. Chi protesta? La consigliera regionale di Fratelli d’Italia, maledizione. Tutti gli altri non pervenuti. Come sempre.

5 pensieri su “QUELLI CHE NON SI RIBELLANO, DUNQUE SONO COLPEVOLI

  1. Comunque non preoccuparti mi è stata spoilerata praticamente tutta settimane fa! Per fortuna non sono molto legato al plot. Me ne sono fatto una ragione. Si riesce lo stesso ad apprezzare.

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