QUATTORDICI UOMINI (E UNA DONNA) PER DISCUTERE DI ROMANZO

Ricevo una mail da una ricercatrice molto brava e, in questo caso, decisamente sconsolata. Mi manda un link, questo, che si riferisce al seminario internazionale sul romanzo del Dipartimento Lettere e Filosofia dell’Università di Trento. Le intenzioni sono ottime:
“Qualche decennio fa in Italia si parlava di critici-scrittori, intendendo con questa espressione dei critici i cui interventi diventavano a tal punto personali da proporsi come esempi di letteratura. Il Seminario di quest’anno rifletterà invece sugli scrittori che, pur mantenendo il loro punto di vista di autori, hanno preso posizione sul proprio mestiere e sulla tradizione letteraria in rapporto con la critica. Questo dialogo continuo fra tradizione, opera d’arte e commento o critica si rivela determinante per la trasmissione del sapere, per il passaggio di testimone fra generazioni.”
Bello. Ma chi interverrà al seminario? Ecco i nomi:
Mario Andrea Rigoni, Stefano Colangelo, Guido Armellini, Claudio Giunta, Fabrizio Cossaltier, Giovanni Accardo, Giorgio Fontana, Andrea Bajani, Eraldo Affinati, Marino Magliani, Paolo Nori, Giorgio Pinotti, Angelo Ferracuti, Laurence Plazenet e Francesco Maino.
Quattordici uomini e una donna, la scrittrice e studiosa francese Laurence Plazenet. Ripeto: quattordici uomini e una donna.
Qualche giorno fa, ho risposto ad alcune domande sulla questione (sigh) della “scrittura femminile”. Che, ho ribadito, non esiste: nel senso che non esiste una problematica relativa allo scrivere al femminile, mentre esiste, e peggiora, una questione relativa alla non visibilità e al non riconoscimento di scrittrici e critiche. Per approfondimenti, consultare il post-memorandum scritto il 16 dicembre scorso. Non è una questione – e novanta – di quote. E’ una questione di cecità. Punto, e peccato.

10 pensieri su “QUATTORDICI UOMINI (E UNA DONNA) PER DISCUTERE DI ROMANZO

  1. non ho parole Loredana, sono semplicemente deluso,molto deluso ed è meglio che taccia prima di ricevere incresciose ripetitive scuse…
    Il mondo, anche questo sembra maschile…o solo superficiale ed in malafede..?-.
    cari distinti saluti.-.
    dario.

  2. Larry Plazenet è stato invitato perchè pensavamo fosse un maschio. A dirla tutta, il nome ci ha fatto pensare a uno di quei ceffi corpulenti ed autorevoli che al cine erano pane e formaggino di Lino Ventura o del grande Orson. Sorry. Ormai la frittata è stata fatta e non sarebbe cortese dire a madame Plaz che può anche restarsene a casa. La prossima volta saremo più selettivi.

  3. Invece per il ciclo LETTERATURA GENERI AFFETTI, PER UNA CITTADINANZA CONDIVISA 14 donne e un uomo per 9 incontri, stesso Dipartimento stesso Ateneo. Peccato che non ci sia stato scambio e collaborazione.

  4. Che tristezza mi dà vedere la dottoressa Covi che approfitta di questa polemica per farsi pubblicità, senza spendere una riga sull’argomento. Eppure lei essendo di Trento avrebbe potuto aiutare a capire. Ha fatto la stessa figura di quando ha recensito su Ibs il libro di una collega intitolato “dividua” scrivendo che era stata lei a inventare il termine è corredando il sublime intervento con la bibliografia relativa.

  5. Riprendendo un intelligente commento di Loredana su fb, sarebbe davvero importante che gli autori si chiedessero sempre con che tipo di operazioni viene associato il loro nome. Sarebbe fondamentale che, se inseriti in programmi tutti al maschile, ne scrivessero anche loro, e non si lasciassero sistematicamente lusingare del contesto accademico, che come vediamo anche dallo scambio qui sopra, è spessissimo teatro di squallide rivalse più che luogo di elaborazione teorica. Fra l’altro questi programmi sono stilati impegnando (magre) risorse pubbliche (spazi, fondi), per cui risulta ancora più miserabile e odioso che si escludano le donne da un contesto che appartiene a tutti.

  6. (che fai rispondi alle domande retoriche? :D)
    figurati se non l’immagino… la lupa (la cultura del piagnisteo) ha natura sì malvagia e ria, che mai non empie la bramosa voglia, e dopo ‘l pasto ha più fame che pria…

  7. Mah, io la conta dei maschi femmine al tavolone dei relatori la lascio volentieri in coda alla fila delle questioni urgenti da risolvere sul genere in Italia. Trovo interessante il dato sull’occupazione femminile. Trovo interessante il dato sulle nascite a zero. Trovo interessante il dato sul numero di laureate e quello di donne quadro. Trovo interessante il numero di moldave immigrate. Trovo interessante il numero di congedi di assistenza o parentalità presi da donne in rapporto a quelli presi da uomini. Per cominciare.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna in alto