REGALI DI COMPLEANNO: UN FRAMMENTO DI DANZA MACABRA

E’ il compleanno di Stephen King e fra poche ore Danza macabra è in libreria, e dal momento che il libriccino nasce per seguirne le orme, ecco un regalo per gli affezionati. Una piccola anticipazione dall’ultimo capitolo, che tratta di isole.
C’è un racconto, L’Isola della fata, che Edgar Allan Poe scrive nel 1841: il narratore è sdraiato sotto un albero, e guardando davanti a sé si accorge che il ruscello si trasforma in una cascata color porpora, e la cascata forma un laghetto, e al centro del laghetto c’è un’isola. Da una parte fiorita e rigogliosa, dall’altra buia e aspra, fitta di erbacce e piante morenti. Una piccola barca fa il giro dell’isola: la guida una fata. Ma a ogni giro della barca la fata sembra più debole, più pallida, specie quando la barca passa nella zona buia dell’isola. Dopo tre giri, la barca e la fata scompaiono per sempre.
Per impedirlo, bisogna dare nuove storie alle fate. Ad Avalon, isola delle mele, visitata da Gesù e da Giuseppe di Arimatea col suo Graal, il luogo dove Morgana reca nella sua barca il morto corpo del fratellastro Artù per seppellirlo, ad Avalon, dunque, approda un giorno Marion Zimmer Bradley per dare nuova centralità proprio a Morgana, e il suo ciclo di Avalon racconterà a milioni di lettrici una storia diversa, aprendosi ad altri mondi e altri personaggi, come Lara Croft in Tomb Raider, che cerca di entrare ad Avalon attraverso altari di pietra sparsi per il pianeta.
Perché la bellezza del mito è questa: cambia e ritorna sempre.
Come Mu, che non è un’isola ma un continente ( forse divenuto isola) descritto a metà Ottocento da James Churchward sulla base di una traduzione errata di un manoscritto Maya che sembrava parlare di una terra sprofondata dopo un cataclisma. E che raccontò, basandosi sulla trascrizione presunta di misteriose tavolette, nel 1926, nel libro Mu, il continente perduto che descriveva la terra scomparsa come un giardino dell’Eden, la cui lettera greca sarebbe stata trovata incisa sulle pareti delle grotte di accesso. Mu diviene Lemuria nella trilogia Illuminatus! di Robert Shea e Robert Anton Wilson, appare in Buona Apocalisse a tutti! di Neil Gaiman e Terry Pratchett, dove il demone Crowley progetta l’autostrada M25 che circonda Londra così che rassomigli al simbolo Odegra che nell’antica lingua dei Sacerdoti Neri di Mu significa “Lode alla Grande Bestia, divoratrice di mondi!”. In Lovecraft Mu appare nel Ciclo di Cthulhu. E’ frequentata da Corto Maltese, Zagor, Shaman King e Martin Mystère, e persino da Topolino, nel 1979, in Topolino e l’enigma di Mu. E soprattutto nella serie Saint Seiya – I Cavalieri dello Zodiaco. Il cavaliere d’oro dell’Ariete, il suo maestro Shion e suo fratello Kiki sono gli ultimi discendenti della stirpe di Mu e proprio nel continente di Mu furono create le 88 armature di tutti i guerrieri.
Come Laputa, l’isola volante degli scienziati pazzi, descritta ne I viaggi di Gulliver di Jonathan Swift con una base d’adamante, che può essere manovrata dai suoi abitanti utilizzando un gigantesco magnete e abitata da eruditi nella tecnologia, nell’astronomia, nella matematica e nella musica, ma di scarsissimo senso pratico. Swift attribuisce agli astronomi di Laputa la scoperta di due lune di Marte in un tempo in cui i due satelliti Deimos e Fobos non erano ancora noti: ma questa non è che una delle curvature delle cose cui non è possibile dare spiegazione. Invece, nel film Il dottor Stranamore (1963) di Stanley Kubrick, l’immaginaria base missilistica sovietica di Laputa viene indicata come obiettivo di attacco primario per il B52 fatale. Nel film Laputa: castello nel cielo (1986) di Hayao Miyazaki, il nome dell’isola di Swift viene attribuito a una misteriosa isola volante, quasi in tutto identica. Corsi, ricorsi.
E le isole sono state cercate e amate dai maggiori autori fantastici. Da l’isola misteriosa di Jules Verne, che racconta, ma guarda, le avventure di un gruppo di americani naufragati su un’isola del Sud Pacifico non segnata sulle mappe, passando per le isole che nascondono tesori o dove si compiono omicidi, come in Dieci piccoli indiani, o per l’Isola del dottor Moreau di H.G.Wells, anche qui un naufragio e anche qui uno scienziato pazzo, Moreau, che trasforma gli uomini in bestie, o meglio umanizza le bestie. Un’isola, Isla Nubla, è quella di Jurassic Park di Michael Crichton (1990) e Steven Spielberg (1993), abitata dal miliardario pazzo che ricrea dinosauri in laboratorio. Un’isola è Lost, appunto, dove il 22 settembre 2004 l’aereo di linea 815 della compagnia australiana Oceanic Airlines precipita e i 48 sopravvissuti si accampano sulla spiaggia e si organizzano per resistere fino all’arrivo dei soccorsi, e molto altro scopriranno, e noi con loro. Un’isola, Little Tall, è il luogo immaginato da King per La tempesta del secolo, miniserie televisiva del 1999, dove i pochi abitanti, che fino a quel momento avevano creduto di non avere segreti tra loro, ricevono la visita di Andre Linoge, uno straniero che apparentemente conosce tutti i dettagli della loro vita, e li costringerà a svelarli, e li costringerà, soprattutto, a scegliere.
Isole siamo noi. E dalle isole che siamo escono storie.

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