SCUSATE IL RITARDO

Duchamp Se dovessi definire in una parola la mia concezione personale del mondo, in questo preciso istante, la parola sarebbe: arretrati (con l’accento sulla seconda “a”, ovviamente: anche se in questi giorni sto tornando giocoforza ad antiche passioni, non parlo ancora come un libretto d’opera). Laddove i medesimi riguardano soprattutto le  letture, su carta e su schermo, che si accavallano: e da cui traggo almeno qualche segnalazione:

E’ di qualche giorno fa, ma la recensione postata da  Giuseppe Genna su Carmilla a proposito di  Lunar Park va letta (l’accenno a Colorado Kid, peraltro, incuriosisce non poco la sottoscritta, che sempre qualche giorno fa l’aveva recensito qui).

Non ho ancora colpevolmente parlato de Lo Zar non è morto, romanzo a dieci (e che dieci: Antonio Beltramelli, Massimo Bontempelli, Lucio D’Ambra. Alessandro De Stefani. F.T. Marinetti, Fausto M. Martini, Giulio Milanesi, Alessandro Varaldo, Cesare G. Viola, Luciano Zuccoli) scritto nel 1929 e appena ripubblicato da Sironi. Qui trovate tutti gli articoli finora usciti sull’argomento, a firma di Giuseppe Caliceti, Francesco Pacifico, Antonio D’Orrico, Giuseppe Iannaccone, Luca Mastrantonio e Francesco Dimitri.Luigi Mascheroni, Alessandro Zaccuri, e Wu Ming 1. Del quale riporto l’incipit:
Dopo la riscoperta di Lo zar non è morto del Gruppo dei Dieci, qualcuno si sorprende del fatto che la scrittura collettiva non sia poi così "nuova" e "prometeica" come sembrava. Bizzarro: da anni noi Wu Ming ripetiamo che non vi è nulla di nuovo. La scrittura collettiva è sempre esistita, per non dire della narrazione, del raccontare, atto che è collettivo sempre, e sempre lo fu.
Oggi, sia pure tra molte resistenze, se ne può finalmente parlare, è questa la differenza. Una realtà finora rimasta in ombra è oggi inondata di luce. L’irrompere della Rete ha reso esplicito l’implicito, costringendoci a riflettere, a interrogarci in modo nuovo sull’atto di scrivere/narrare e su cosa faccia vivere le storie.
(Qui il seguito)

Da Davide Bregola continua una intensissima discussione sul Romanzo del XXI secolo: interventi di Girolamo De Michele, Massimiliano Parente, Giuseppe Caliceti, Marco Candida, Gabriele Dadati.

Infine, una  notizia che mi segnala il prode Fogliedivite e che riguarda l’annuncio dei quattro prefinalisti italiani all’ Impac Dublin Award, ovvero il premio letterario più ricco che ci sia (centomila euro al vincitore, di cui venticinquemila all’eventuale traduttore). Chi sono? 100 Strokes of the Brush Before Bed, The Ballad of the Low Lifes, Don’t Move, Day After Day. Informazioni più dettagliate, qui.

164 pensieri su “SCUSATE IL RITARDO

  1. Una volta la cesta era sostitutiva della lanx. Qui c’è poco da ridere, visto che ci si attacca ai nicknames. Scarpa Watch, poi, ricorda l’Ovra di non comoda memoria, in armonia con certe poetiche sbandierate mentre le si ammaina…
    Meditate, gente, meditate. Un po’ più di realtà vi farebbe bene. Forse anche un po’ più di televisione, anziché stare qui a silvio d’arzigogolare…

  2. Cerasuolo non è Scarpa per un semplice motivo. Scarpa non si sarebbe mai firmato con un nick. C’avrà tanti difetti, ma sulla storia degli pseudonimi in internet c’ha fatto una lunga e sincera crociata. Quindi, al di là delle analisi stilistiche, Cerasuolo non è Scarpa.

  3. QUESTO Cerasuolo non è Scarpa. Scarpa si è firmato “Cerasuolo” due mesi fa, era stato sgamato con tanto di IP (internet point di Venezia o connessione tiscali di Milano), e adesso qualcuno si firma così per prenderlo per i fondelli.

  4. Se voi aveste letto l’antologia “Resistenza 60” ed. fernandel, sapreste che Maddalena Cerasuolo era un’operaia che partecipò alle quattro giornate di Napoli.
    Io ve la consiglio vivamente, tutta quanta, dal primo racconto di Lucarelli, all’ultimo di Morozzi, passando attraverso le parole di Cacciapuoti e Aliprandini e Caliceti e Pallavicini…
    Il fatto che non sia stata recensita dai grandi quotidiani non significa né che non esista, né che non sia un lavoro importante.
    Rimboccandosi WuMinghianamente le maniche il curatore Sergio Rotino l’ha fatta conoscere in giro per l’Italia attraverso presentazioni, e l’attenzione dei giornali locali e del pubblico è stata calorosissima. Alla fine è diventata un piccolo successo. Io ho finito di leggerla ieri e devo dire che da un pezzo non leggevo un’antologia di autori italiani così sentita, completa, civile e a volte anche divertentissima.

  5. Non riesco a scrivere una rece ora, oltretutto sono un sacco di racconti. Scusate se ho fatto uno spot sull’onda dell’entusiasmo, perlomeno è uno spot fideiussorio: se non vi piace il libro incazzatevi pure con me e ditemene di tutti i colori – come fate già, del resto.
    n.b. quando ricevo una critica sensata non mi arrampico sugli specchi.

  6. Fu segnalata l’uscita su questo blog, ma non fu detto niente dell’antologia: ebbe il grado minimo di attenzione. Secondo me merita molto più del grado minimo, tutto qui.
    Il problema è sempre quello: arrivano libri da tutte le parti sui tavoli dei giornalisti e non si può recensire tutto. Occorre selezionare. C’è chi ha sviluppato dei criteri di selezione ottimi e chi pessimi (magari in base all’umore del giorno). Per fortuna la rete aiuta molto moltiplicando i recensori intelligenti e lo spazio e il tempo.

  7. GEORGIA, fammi capire: hai comprato i miei libri e parti dal secondo? Che senso ha? 😉
    Poi, le copertine: lo sai, non le faccio io. Le fa Guido Scarabottolo. Uno dei più bravi grafici italiani viventi. Ma i gusti sono gusti, in fondo. :-)))
    p.s. Grazie dell’acquisto, ovviamente. Tengo famiglia.
    Infine: Questo CERASUOLO non è Scarpa. Tiziano è uno che sa scrivere, questo è uno che finge di saper scrivere.

  8. come che senso ha?
    Ho letto la ricerca del tempo perduto partendo dal volume Sodoma e gomorra (perchè il primo era noosissimo) e poi ho ricominciato dall’inizio trovando sublime anche il primo, non vedo perchè non possa leggere anche biondillo cominciando dal secondo volume e poi eventualmente leggere anche il primo? Non ti facevo così fiscalista cronologicamente;-)
    P.S
    A parte il capolavorismo del grafico (e te pareva) la copertina è bruttina ugualmente ;-), sembra quei disegnini adolescenziali d’amore con il cuore trafitto dalla freccia (in versione splatter naturalmente;-).
    geo

  9. A dimostrazione che i commenti (senza nominare gli autori/agenti dei tali) sono una teoria: di inutili diramazioni verso il nulla.

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