SKIPPARE, PASSARE

Ho un piccolo desiderio, che resterà irrealizzato. Mi piacerebbe che tutti coloro che, in queste ore, si sono spesi in un’inedita lotta di classe (il “ricco” Vasco contro la “povera” Nonciclopedia), o nell’appoggiare il proletariato della comunicazione (“il popolo” della rete contro “gli intellettuali” che vogliono ridurre la libertà a proprio favore e per conservare il proprio potere), spendessero poche parole in favore del mondo reale. Ovvero, in favore delle vere classi e del vero proletariato, che ancora esistono, accettano lavori in nero da 3,95 l’ora e a volte muoiono su quel posto di lavoro.
Mi piacerebbe, ma non avverrà, perché, come si suol dire, non è questo il punto.
E’ questo, invece, o dovrebbe esserlo quando si intraprendono discorsi sulla ricchezza e sulla povertà e sulla libertà di parola badando bene che  il contesto in cui quei discorsi avvengono non rimanga che uno sfondo lontano. Qualcosa che si intravede appena e poi, si sa, si “skippa” e si “passa”.
Qualche link:
Giap sulle ultime ore della rete, con storify a futura memoria
Valigia Blu su Wikipedia

60 pensieri su “SKIPPARE, PASSARE

  1. @loredana. Ecco un’altra cosa che non capisco. Questa necessità di “identitarsi”: noi vecchietti, noi giornalisti, vieni a commentare QUI (casa mia!) etc… A me interessa quello che pensi e che dici ci sono finito perchè ho “cercato” le tue idee, stavo leggendo commenti sulla questione e per caso sono finito qui. Non ho googlato “lepperini”. Ora scopro che sul tuo blog ci sono cose interessanti e ci tornerò ma la tua identità non mi interessa “a priori” . Si, sono un nerd, alcuni di noi hanno 15 anni, altri 70. Io sono più verso la seconda. Per quanto ne so ora, potremmo avere la stessa età, l’appartenenza allo stesso ordine e la frequentazione degli stessi luoghi (questo ad esempio).
    Ma non importa. Siamo due persone che si confrontano con pari dignità. In quanto a questa cosa dell’età , è un argomento terribilmente fallace, sbandierato contro Vasco Rossi,
    ma soprattutto contro Berlusconi. L’età è diventata un’aggravante, oppure un’alibi a seconda dei casi. Il bello di incontrarsi sul web è che c’è un focus straordinario sulle tue parole, e tutto il resto è noia, le tue rughe, oppure le tue Nike scarabbocchiate col pennarello

  2. Ma sono perfettamente d’accordo, essendo io stessa una nerd. Uno dei rischi della rete, come vedi, è di fraintendere i toni, l’uno dell’altro (o l’una dell’altro, a piacimento).

  3. @ Gianni
    Continui a sostenere che dovremmo (“noi” chi?) chiedere la chiusura di Nonciclopedia (piuttosto logora, come strategia retorica: rispondere attaccando su altro per deformare il messaggio è una specialità di Daniela Santanché, che neglio ultimi tempi non paga un gran ché), e fingi di non capire il riferimento alle curve. Che sono state usate come sparring partner per addestrare le forze dell’ordine a cose che abbiamo visto, da Napoli e Genova 2001 fino a Roma 2010, in giro per l’Italia. Ma sono anche state infiltrate da organizzazioni neo-fasciste e neo-nazi – anzi, con buona pace di certe letture “spontaneiste”: da un network ben coordinato, e altrettanto abile nel mostrarsi parcellizzato – che hanno militarmente occupato spazi un tempo propri dei vecchi club ultras, e usano in modo sistematico la curva come luogo di proselitismo e propaganda. È di questo che parlavo: ma tu continui a esercitarti nell’arte di menare il can per l’aja. O forse sarà che, non vivendo in Italia, queste cose davvero non le sai.

  4. Ilaria, ho letto ora il tuo commento: la questione non è decidere quali fatti siano giusti o sbagliati (vedi crollo della scuola dell’Aquila, bah, che cosa c’entra!!?) bensì se sia giusto o meno che ogni opinione, anche la piú becera abbia il diritto di essere espressa da qualche parte. Si parla di freedom of speech. Poi su questo ognuno avrà le sue opinioni (freedom of speech appunto) ma è importante inquadrare la questione correttamente.

  5. @ Gianni
    Tu presupponi la mia non conoscenza del Museo di Anna Frank che non solo conosco ma con cui ho avuto l’onore di collaborare. Detto questo, nel virtuale e nel reale auspico un mondo senza nazisti. E con questo tante care cose.

  6. @girolamo. Prendiamo il cane per la coda. Qual è la tua ricetta per combattere l’intolleranza. La mia è lavorare sul piano culturale mentre sono contrario a qualsiasi intervento di carattere legislativo. 1) perchè non funziona 2) perché è lesivo del principio della libertà di opinione (qualsiasi opinione) ch io ritengo più importante della protezione paternalistica della cittadinanza dalle opinioni sgradevoli. la sanzione piú efficace è quella sociale e culturale. Se non avviene vuol dire che una società è malata e allora bisognerebbe intervenire sulle cause, non sui sintomi. per capirci io credo che non si dovrebbe vietare di manifestare nemmeno ai nazisti. Clear enough? O vuoi che lo traduca in cirillico? Se non ti è chiaro non so proprio come aiutarti oltre. Mi permetto di osservare che probabilmente abbiamo solo delle opinioni diverse e io accetto la tua (anche se essa, si, non mi è chiara) e mi interessa in quanto tale. Non mi fanno alcun effetto le argomentazioni ad verecondiam, ad autoritatem o simili. Non credo possa bastare il fatto che vivi in Italia. Qual è la soluzione che proponi? ( sempre che un expat sia un interlocutore degno)

  7. “la questione non è decidere quali fatti siano giusti o sbagliati… bensì se sia giusto o meno che ogni opinione, anche la piú becera abbia il diritto di essere espressa da qualche parte. Si parla di freedom of speech. ”
    Appunto, gianni, qui si sostiene in gran maggioranza che la libertà di parola finisce quando diventa insulto, calunnia, diffamazione, persecuzione, istigazione all’odio razziale, apologia di nazismo ecc., come in effetti è già. Nella vita e in ogni contesto pubblico e mediatico, dal bar alla TV, quindi non si capisce perchè internet dovrebbe fare eccezione. Poi l’opinione becera dipende dove la esprimi: se tu (you generico, non tu gianni) coi tuoi amiketti vi intrattenete a raccontarvi che Hitler poteva finire meglio il lavoro, o che la prof XY la dà a tutto il corpo insegnanti, buon divertimento; se però ste cose le dici in TV, o metti dei manifesti in piazza, o le scrivi sul giornale, o che so in un sito web…vedi inizio del messaggio.

  8. loredana, hai ragione. E mi sembra un’ottimo lavoro. E noi siamo tutti d’accordo (credo) che ne so, sul nazismo. Ma non lo sono quei figuri che postano affermazioni deliranti. Come incidere su di loro? (è una domanda aperta). Chissà se alcuni di loro ci stanno leggendo. E cosa pensano. Un approccio che ha dato discreti risultati è quello delle varie Defamation League, che invece di avviare cause legali pagano degli “influencer” per agire nella rete. Per esempio la lobby proisraele eccelle in questa specialità con una “potenza di fuoco” di commenti, post, nuovi blog atti a sostenere tesi amiche. La stessa Nonciclopedia non è un sistema chiuso. È possibile agire internamente ad esempio postando una definizione “sputtanante” di
    Nonciclopedia stessa…

  9. Purtroppo no. La definizione autosputtanante se la fanno da soli con pagine tipo “Nonciclopedia fa cagare”, che però rendono tutto uguale a tutto. Non è neanche vero che le pagine si possano modificare: esempio banale, i miei figli, che sono lettori appassionati di uno scrittore, hanno cercato più volte di modificare la pagina che lo diffama, col risultato di avere l’IP bannato.
    Come fare? Proseguendo in questi discorsi, ribaltando quello che era il concetto originario, per quanto riguarda il caso in questione.
    E proponendo altri discorsi, continuando a fare i passerotti e a beccare sui dettagli, che tali non sono. Almeno, questo è quel che penso.

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