STRANGE DAY

C’è questa cosa per cui a Roma non dovrebbero circolare le macchine, però poi si scende a prendere un caffè e le macchine ci sono, e comunque il blocco finisce tre ore prima ma i vigili dicono che finisce tre ore dopo. Al bar c’è una signora col cagnolino che protesta con un signore in tuta sul tema "i sagittari sono meglio dei capricorni". C’è un libro nella cassetta della posta: strappata la busta, in copertina spicca la scritta La letteratura nel reticolo mediale. Ecco il libro che cercava Zetavu, penso. Invece, tirato fuori il volume, si scopre che non è così: il libro si chiama La lettera che muore, lo ha scritto Gabriele Frasca per Meltemi, tenta un’indagine che definire complessa è poco: l’arte del discorso e il concetto di letterario nel corso del tempo e negli intrecci dei media.
Prime righe del capitolo primo:  i processi culturali non possono apparire disgiunti dalle esplosioni di emozioni collettive. Ultime righe del capitolo ultimo: "La letteratura nel reticolo mediale? Un pacco. Sempre che qualcuno, magari un artista di merda, non vi metta un ordigno…o un sandwich".
(Frasca è il traduttore di uno dei libri più belli di P.K.Dick, Un oscuro scrutare, insegna Letterature comparate a Siena, ha scritto un bel po’ di saggi, su Beckett, sulla guerra mediale, etc.).
Lo leggo, quando avrò finito un saggio impeccabile sugli homeless e Come vola il corvo, storia bellissima su quello che magari Frasca definirebbe l’oscuro scrutare del sogno kennedyano.
Spiccioli di fine mattinata: non sono la prima a dirlo, ma Desperate Housewives, in arrivo in Italia, è straordinario.
Non sono la prima neanche in questo caso: è arrivato Leon. Auguri!

12 pensieri su “STRANGE DAY

  1. io, via bittorrent, sto alla decima puntata. vuoi che ti dica come va a finire? 😉
    (fuori tema: sentito Sumo; curiosa la scelta di dedicare, su un totale di un’ora e mezza, almeno un’ora all’introduzione)

  2. Quando smonta dallo scranno accademico (alcune introduzioni a Beckett fanno girare la testa, e non in senso positivo) Frasca è un saggista/scrittore/poeta coi controfiocchi. Costa&Nolan – ma non era fallita? – dovrebbe ripubblicare a breve un testo FONDAMENTALE come La scimmia di Dio. E poi Frasca è uno simpatico, alle presentazioni viene con le magliette (una volta si è presentato con una memorabile t-shirt di Topolino)

  3. Trovo scritto “scrivi quel che ne pensi” dunque io lo scrivo.
    Penso che vorrei voler bene a Selvaggia Lucarelli a Luca Sofri e alle Casalinghe. Ma non ci riesco, li vedo come merda. Selvaggia Lucarelli, Luca e le Biondone li vedo merdificati. E’ più forte di me: sono repellentemente inutili. Fosse roba di un sito porno, fossero fotografie per autoerotismo, per me avrebbero più dignità. Almeno i tizi e le tizie fotografati per i siti porno (non le star) sono dei perdenti, conoscono l’esperienza dei perdenti. Certi, anzi soprattutto “certe” avranno veramente le spalle al muro (li avete mai guardati bene i sorrisi che fanno?). Insomma hanno una dignità. Invece Selvaggia Lucarelli che esperienza ha, quella del marketing? e lo sceneggiatore della fichissima soap, anche lui?
    Io i link li rimando al mittente, non me ne frega un cazzo di quella robaccia becera, tenetevela per discuterci mentre fumate una sigaretta in terrazza, dove i discorsi sono “più veri”.

  4. Io solo conosco gli universi che cadono a pezzi, e Dick rimane il miglior scrittore di fantascienza e non. Ma in vita, perché nessuno, o quasi, se ne è accorto? Inquietante interrogativo che da troppo tempo si trascina e che resterà sicuramente senza risposta. Ma forse è giusto così e non diversamente.
    Cari saluti,
    Giuseppe

  5. Andrea! Buono lì: faccio gli auguri ad una ragazza che conosco, che mi è simpatica e che è appena diventata mamma e tu mi parti così per la tangente? Farei la stessa cosa se tu diventassi papà (ammesso che tu non lo sia già).
    Quanto allo sceneggiatore della soap, beh, è un genio: io ho visto soltanto il pilota della serie (miic, se mi riveli il finale le conseguenze saranno atroci) e ti assicuro che è scritto magnificamente. Domanda: secondo te Stephen King è becero? Secondo te il medesimo, prima che venisse sdoganato come il Dickens del Novecento, racconta o no il mondo? Secondo me sì. E quella vituperata soap racconta benissimo certa America, certo mondo femminile, divertendo. Tra Peyton Place e Twin Peaks: nel linguaggio della televisione, evidentemente, ed è giusto così. Poi la televisione viene spenta, e si apre un libro di Frasca (sì, qualcuno dovrebbe ripubblicare La scimmia di Dio) o Dick, o uno degli autori esclusi o massacrati da Tirature. E’ un’altra cosa.
    ps. Federico: no, il banner non l’ho messo io, evidentemente 🙂

  6. Cara Loredana,
    ci ho pensato: com’è possibile farmi mantenere? Ah, non mi gusta farmi mantenere per sopravvivere a me stesso. Certo che questo sarebbe tema dickiano non poco. E non scherzo mica. O dickensiano. Anche se penso che meglio riuscirebbe Palahniuk in un’impresa del genere e non uno Stephen King che, da quando si è ripulito da droghe e alcolici – non che abbia fatto male – , non è più quello d’una volta, di cera una volta L’ombra dello Scorpione e Shining. Peccato. E peccato anche per Palahniuk, perché Diary è d’una noia mortale. Spero in meglio, prossimamente: spiacerebbe perdere per strada un autore così tanto valido.
    Non m’hai risposto: nulla si dice di Michele Mari in Tirature? Ma chi tace acconsente, quindi è che non lo prenderò questo Tirature. Fate conto che l’abbia già letto, anche se so che non si fa.
    Cari saluti,
    Iannox

  7. Io semplicemente il libro lo apro prima di accendere la tv (so che fa così anche Tiziano Scarpa che proprio non ha una tv). E di certa America (becera) non mi importa una beata mazza. Si tengano le loro casalinghe. L’unico dato interessante è che la prima bionda, quella con la faccia più zoccola, ha un immenso pomo d’Adamo. Questo fa sperare che sia una transessuale e che, interpretando se stessa sul set, diventi il perno di tutte le puntate, quindi che le altre quattro scafandrone se ne innamorino, e che l’ultima puntata sia girata agli infrarossi dentro una dark room, con regista speciale della puntata: Aldo Nove.
    Sulla questione di Stephen King a dire è un autore mediocre erano i tromboni della critica che ci capiscono infinitamente meno dei lettori non graduati. A “sdoganarlo” sono stati gli stessi tromboni quando il loro caporedattore gli ha ingiunto di scrivere che andava sdoganato. Essendo oggetti senza volontà nati per essere suonati da altri si sono adeguati senza capire e hanno inventato, per salvarsi la poltrona, lo slogan “il Dickens del Novecento”, come se l’unica cosa che King può essere non è se stesso, ma uno scrittore passato. Bello sdoganamento.
    Bleah.

  8. Girolamo, quand’è il reading?
    Andrea, ti assicuro che in certi momenti nelle famigerate casalinghe la mano di aldo nove è assolutamente plausibile…

  9. Pamela Canali si esibireà con le sue letture giovedì 20 alle 19.30 al BRACOLO in via dei quattro cantoni, 9!
    Spero vivamente di conoscerti!

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