C’è stata una guerra dell’acqua, una fra le molte, ma questa è da raccontare. Oltre vent’anni fa, il governo boliviano, per ottenere finanziamenti dalla Banca mondiale, accettò di privatizzare la fornitura idrica della terza città della nazione. Nel giro di pochi mesi gli abitanti di Cochabamba vedono aumentare le tariffe del 300%, mentre le condizioni precarie delle reti idriche e fognarie non subiscono alcuna operazione di mantenimento o miglioramento. La spesa media dell’acqua arriva così a toccare circa 12 dollari mensili, su un salario medio di 60 dollari. Viene vietata anche la raccolta dell’acqua piovana e privatizzate le fonti naturali gestite dai regantes, i contadini che storicamente sono i manutentori dell’acqua delle Ande.
Come va a finire? Male. Per la multinazionale.