Il nome di Curtis Yarvin, probabilmente, non dirà nulla a molti di voi. Però vale la pena informarsi. Yarvin è un blogger americano, è un reazionario, antidemocratico, antiprogressista, fondatore del movimento Dark Enlightenment. E’ ammirato assai da Steve Bannon e dal vicepresidente degli Stati Uniti JD Vance.  In pochissime parole, sostiene che la democrazia ha fallito e che la società americana va “resettata”.
Oggi David Marchese per il New York Times intervista Yarvin, nella giornata dell’insediamento di Donald Trump. Leggete. Fra le altre cose Yarvin sostiene che la democrazia è molto debole, perché per esempio l’immigrazione di massa persiste nonostante la maggioranza dei cittadini sia contraria. 
Quindi ci vuole l’uomo forte. 
Quindi si stava meglio prima (“Quando leggo della condizione delle donne in un romanzo di Jane Austen,  prima dell’emancipazione, mi sembra piuttosto buona”).
Ma quando penso a quel che in piccolo capita da noi (ddl sicurezza, per esempio), mi chiedo se davvero pensiamo che gli Yarvin siano un’anomalia. E mi rispondo che temo fortemente che l’anomalia, in questo momento, siano coloro che si oppongono, e che credono ancora che la pur fragile democrazia possa sopravvivere.