Ripropongo la domanda che mi faccio in questi giorni: le grandi manifestazioni culturali, gli appuntamenti letterari, i luoghi, insomma, dove ci si incontra per parlare di libri, possono permettersi il lusso di non guardare a quel che ci accade intorno? Noi, singoli, possiamo permettercelo? E, in caso, come possiamo agire AL DI LA’ del post fervido su un social?
Anche scrivendo, e va bene.
Per questo, vi propongo l’intervento di Otto Gabos agli Stati Generali del Genere del 4 febbraio scorso: fa riflettere, anche in questo senso.
“A mio parere il genere in linea di massima gode di un’ottima salute. Proprio per questo corre il rischio di trasformarsi in un carrozzone di maniera, piallato ed edulcorato dal tritacarne mediatico del mercato. È importante perciò tenere il punto e guardare al futuro, a partire da quello immediato, verso un mondo in netta regressione sociale, con sterzate verso sistemi più o meno autoritari, dove la parola guerra è argomento quotidiano, fatto quotidiano, dove si parla con insistenza di un ritorno al servizio militare obbligatorio, dove si sperimentano metodi di esecuzione capitali che nemmeno i veterani userebbero per sopprimere gola nomali malati, e mi fermo qui perché altrimenti sarebbe una litania.”
Tag: Otto Gabos
Questa volta si parla di fumetti: agli Stati Generali dell’Immaginazione a Bologna è intervenuto infatti Otto Gabos, ed è un discorso che vale la pena di seguire, perché quello del fumetto non è un mondo a parte (che noia doverlo ripetere ogni volta). Anche perché, come scoprirete, anche in questo caso si fa largo “il tema”, molto più della storia.
Nota: Il blog tornerà a essere aggiornato mercoledì, perché lunedì sarò a Milano per un invito che mi onora. Sarò infatti fra i narratori e le narratrici di Vajont23, al Piccolo Teatro. Sarà una gioia incontrarvi.
“Come per i romanzi letterari si è imboccata inesorabilmente la strada del tema. Prima viene il tema, l’argomento, meglio se sociale o su qualche sacrosanto diritto civile. È una strategia decisamente meno accidentata, più facile da vendere, più immediata da recepire. Il tema sempre più spesso occupa lo spazio centrale della comunicazione.”