Le code polemiche su questo e quello si sciolgono nel caldo, e forse, prima che tutto si sospenda fino all’autunno, vale la pena di raccontare una storia fra le molte che non conosciamo. E’ quella del collettivo 5.37 e della situazione che si sta vivendo nei Siti Museali Nazionali della Valle Camonica.

“Il quadro – mi scrivono –  è sconfortante, e le responsabilità molteplici e complesse: dalla Ditta aggiudicataria che non svolge nemmeno con efficienza i suoi compiti e che si permette di fare offerte al ribasso gravando poi sul compenso dei lavoratori, alla Direzione Regionale Musei Lombardia, che permette l’applicazione di contratti del genere, che nei capitolati di gara addirittura consiglia il Contratto Servizi Fiduciari, e costruisce un sistema precario di lavoro in cui un gruppo di persone sottopagate deve essere sempre a disposizione nonostante il monte ore esiguo e l’assenza di una qualsiasi programmazione annuale (e non si tratta di una situazione emergenziale, è da anni che lavoriamo in questi siti e ne garantiamo l’apertura), ai sindacati confederali, che hanno sottoscritto contratti collettivi nazionali vergognosi, che prevedono paghe sotto i 6 euro lordi l’ora”.