La discussione di ieri sugli anni Settanta che ha occupato tutta Fahrenheit, ha, spero, restituito quella che ne è stata la caratteristica: la volontà di cambiare se stessi insieme alla società, in ogni ambito. Letterario, sociale, politico. E personale, certo.
Per questo non è possibile raccontarli per dicotomie, anche se le dicotomie restano.
Per questo, ho trovato incredibilmente indicativo il messaggio dell’ascoltatore che, da figlio di divorziati, ha trovato “orribile” la legge sul divorzio. E’ la mia ferita, quindi parlo per tutti. Questi sono i nostri anni, e dobbiamo farci i conti, ogni giorno.
Ps. Nota personale. Ho ricevuto un altro messaggio ieri, che rimproverava, auspicando altre conduzioni, la mia “poca grazia”. Ma quella, Ursula Le Guin alla mano, è per me un onore. Perché rovesciare la caraffa del té, e anche, il tavolo, è qualcosa che mi rende fiera.
Tag: Ursula K. Le Guin
Un racconto, stavolta. Anzi, la parte finale del meraviglioso racconto di Ursula K. Le Guin, “Quelli che si allontanano da Omelas”. Il dilemma di ogni giorno: salverai il bambino prigioniero e condannerai la prospera città di Omelas alla disperazione e alla miseria, o continuerai lo stato delle cose? Oppure te ne andrai?