TARIFFARIO

Ho mostrato la pagina Internet con il tariffario a uno scrittore, ospite in radio. “Non ci posso credere”, mi ha detto.  Qualche giorno dopo l’uscita su Repubblica della rubrica in cui ne ho parlato, ho incontrato un vecchio collega, cui molto devo quanto a insegnamenti: “Mi hanno telefonato in parecchi chiedendomi se fosse vero”, mi ha detto.
Eppure, è vero, tanto che mi interessa riparlarne.
Avevo notato la polemica su Facebook, dove un profilo intitolato a Mario Luzi invitava gli utenti a richiedere recensioni alla Fondazione Mario Luzi. Ci sono andata. La pagina recita testualmente:
“Tutti i partecipanti al Premio Luzi o anche solamente gli scrittori che lo desiderassero, possono inviare i propri testi (poesia inedita, poesia edita, saggistica, narrativa, altro) per una qualificata valutazione critica da parte della Fondazione Mario Luzi.
Le recensioni ottenute – personalizzate ed estremamente accurate – potranno essere adoperate per la promozione e presentazione delle proprie opere, nonché per tutte le citazioni pubbliche relative alla propria attività letteraria.
Si tratta dell’emissione di certificazioni vere e proprie che, in molti casi, hanno già rappresentato un valido strumento di accreditamento presso importanti case editrici ed istituzioni culturali, rivelandosi, sempre e comunque, un ottimo incentivo alla pubblicazione e diffusione delle opere inedite, per l’allestimento di volumi editoriali in fase di stampa, ovvero per una maggiore visibilità e prestigio generale dei testi preesistenti”.
Per ottenere il sospirato parere,  bisogna compilare una scheda e allegare il bollettino del versamento. Perchè le recensioni costano. Difatti, esiste un tariffario:
Poesia edita ed inedita
– Fino a n° 05 testi poetici (non oltre le cinque pagine) 49,00 euro
– Fino a n° 15 testi poetici (non oltre le quindici pagine) 69,00 euro
– Fino a n° 30 testi poetici (non oltre le trenta pagine) 99,00 euro
– Fino a n° 70 testi poetici (non oltre le settanta pagine) 159,00 euro
– Oltre le n° 70 pagine (senza limitazioni) 299,00 euro
Per tutti gli altri generi letterari editi ed inediti
– Entro le n° 250 pagine (per tutte le tipologie letterarie) 239,00 euro
– Oltre le n° 250 pagine (per tutte le tipologie letterarie) 299,00 euro
C’è un senso in tutto questo? Sicuramente sì, così come c’è, evidentemente, un mercato. Ma come mai tutti coloro che sono prontissimi a difendere ovunque  l’idea di una letteratura alta e sublime e non lambita dal lucro  sembrano ignorare che il lucro esiste, e prospera proprio attorno ai nomi più gloriosi?

80 pensieri su “TARIFFARIO

  1. fase 1: resto attonito
    fase 2: cervello in loop che cerca una ragione
    fase 3: ancora non ci sono arrivato…

  2. E che dire delle agenzie letterarie italiane, che anziché fare scouting – per poi mediare il rapporto degli autori scoperti con gli editori e pretendere solo a quel punto il classico 10% sulle royalties – si ingrassano inviando stereotipate e ben pagate schede di lettura agli ingenui che si rivolgono loro?

  3. @ Luca
    ah che bel vivere, che bel piacere, per un recensiere di qualità, di qualità…
    @ Loredana,
    sarà forse che gli stessi che parlano di letteratura alta e sublime sono i certificatori, gli accreditatori? oh, mamma mia, forse penso proprio male stamattina…
    “certificazioni vere e proprie”? emesse da chi e riconosciute da chi? ci mancavano solo i notai della letteratura, ora!!

  4. La cosa più disgustosa coniste nel fatto che si dia per scontato che il manoscritto sia di valore e che, quindi, col valore aggiunto di una recensione “accreditata” adirà le vie della gloria…
    La gravità della truffa è tutta lì: centinaia di galli in ansia d’alloro cadranno nella trappola, arricchiranno la mensa dei soliti e le Case Editrici impareranno – se pure esista una casa editrice che ha a cuore scrittori nuovi – a scartare quelli che hanno l’imprimatur della Fondazione…
    Non amavo particolarmente Mario Luzi, ma la sua Fondazione è di un “disonora il padre” imbarazzante…
    Pecunia non olet, ma a volte puzza proprio!

  5. è un po’ come con i maghi. Questa gente gioca sulla creduloneria o sull’egocentrismo degli autori e delle autrici. L’anno scorso ho partecipato a un concorso letterario che si chiama Io scrittore e ho avuto l’opportunità di leggere diversi testi per valutarli. Buona parte del materiale che ho letto era pura spazzatura, senza credibilità, testi pieni di errori. Eppure quando hanno reso pubblici i risultati molte di queste persone si sono indignate dando per scontato che il proprio libro fosse un capolavoro.
    Ci vorrebbe una regolamentazione più rigida e magari maggiori tutele per scrittori e scrittrici. Considerate che un contratto standard prevede il 6 o il 7% per l’autore sugli incassi. E torno a parlare, da libraio, anche della quantità e della qualità dei testi buttati sul mercato. è un argomento complesso e articolato ma credo che se ci fossero leggi specifiche risolveremo una parte delle truffe legate a questo settore.

  6. comincio a conservarmi i soldi e quando ne ho abbastanza inio a scrivere che cosa dipende da quanto ho risparmiato.

  7. danae,
    mi è stato inevitabile, stamane, fare il tuo identico cattivo pensiero, e l’ho inghiottito per quella sorta di pudore che porta a dissociarsi da sè stessi.
    Poi, ben oltre il sarcasmo, c’è una questione importante che questo post tocca in maniera forse cruciale.
    Questa storia, a dir poco brutta, incrocia un bisogno, reale e necessario che non è giusto banalizzare.
    Chi scrive, per qualsiasi motivo, ha bisogno di essere letto, e commentato, ancor prima e molto di più che pubblicato. E questo è sacrosanto.
    Lasciamo perdere, per un attimo, le motivazioni e la qualità, e le aspirazioni.
    Aver impiegato tempo ed energie per buttare giù un manoscritto, è prima di tutto un fatto. A prescindere dal suo esito questo fatto chiede, con insistenza, quasi impone, una qualche sorta di riscontro, di verifica. Non si tratta per forza di egocentrici o creduloni. E’ il bisogno di un parere esterno, e distaccato, verso quella che è stata una nostra attività, mossa da una spinta che non sta a noi giudicare.
    Nel momento in cui le case editrici hanno in pratica dismesso questa fondamentale funzione, ecco che rimane un enorme spazio vuoto. Ed è chiaro che esso può essere riempito in tanti modi, molti dei quali di merda e rapinosi. Nell’epoca del marketing ossessivo e del cosiddetto “capitalismo di relazione” (ovvero, chi ti manda? chi conosci? di chi sei parente?) la ‘benemerita fondazione’ trova la sua modalità per lucrare sulla nicchia di un bisogno reale. Proprio una storiaccia, ma per nulla sorprendente.
    Anni fa, a me sembrano dieci secoli, mi capitò di dare un modestissimo contributo proprio verso l’immaginazione di una modalità “altra” che andasse incontro a una più che legittima, e umana, esigenza.
    Chi fosse interessato può andarsi a cercare qualcosa sull’esperienza de iQuindici “collettivo di lettori residenti”.
    Perchè, appunto, a una domanda si può provare a rispondere in tanti modi diversi.
    L.

  8. Non credo di aver capito bene.
    Si parla di ‘parere’, quindi di una specie di expertise: un tecnico, che ha strumenti per farlo, dà un giudizio critico su un’opera. La critica, nel suo senso proprio, può essere positiva o negativa, pure una stroncatura, perché una ‘qualificata valutazione critica’ può essere anche durissima.
    Il fatto che qualcuno paghi per avere un parere tecnico su un’opera letteraria può dispiacere ma, insomma, mi pare un atto di umiltà da parte di critici laureati considerare il proprio lavoro così talmente di servizio da poter essere remunerato in base a tariffari commerciali.
    Io, anzi, apprezzo molto questa concretezza da parte di persone che mi hanno fatto sempre un po’ di soggezione per la loro siderea purezza (è una mia fantasia, non so come mi sia nata in testa, ma ce l’ho).
    Ora, però, rimane da capire che funzione ha il denaro: è pura – e legittima per me – remunerazione o una forma subdola di corruzione?
    Perchè se il richiedente parere dice: “Ti pago, e dunque, devi dire bene della mia opera” non è per niente diverso dal costruttore che dice ‘Ti pago, e quindi, devi certificare che la quantità di cemento che metto per costruire un palazzo è la stessa prevista per legge’.
    E non è nemmeno diverso, per qualità morale, il certificatore, che sia un ingegnere o un critico letterario, che cede a queste pretese.
    E, dunque, a me sembra che lo scandalo non sia nel denaro in sè, ma nella funzione che assume.

  9. Valeria, il tuo ragionamento filerebbe se non ci fosse la tiritera su come le recensioni possano essere utilizzate a fini di pubblicazione. Questo, e la campagna su Facebook “Chiedi il certificato di RECENSIONE DELLE TUE POESIE”, maiuscolo incluso, fanno pendere il piatto della bilancia dalla parte dei cattivi pensieri. Ovvero, paga ed entrerai nell’olimpo letterario. Pratica condannabile e condannata quando sono gli editori a pagamento a utilizzarla. A mio parere, a maggior ragione quando viene usato il nome di un grande poeta scomparso come specchietto per le allodole. La siderea purezza, mi dispiace, latita. Almeno in questo caso.

  10. Oltretutto, quotando Luca, penso che più di una “recensione” per quanto firmata da autori nobili et nobilissimi, ad uno scrittore – che in questo caso di presumo ancora inedito e soprattutto inesperto – farebbe di molto comodo un “editor”.
    Uno specialista del testo narrativo che ti possa smontare e rimontare la storia, dare suggerimenti sul lessico, sulla forma, sulla sintassi ed eventualmente consigliarti di cambiare mestiere.
    A quel punto potrei capire il pagamento.
    Pagare un critico perché ti dica “bravo” o “cattivo”, mi risulta eticamente alquanto dubbio. Non ci vedo proprio un Mereghetti prendersi 300 euro per guardarsi il mio film palloso di 90′ per poi dirmi: “ottimo, ora ti scrivo che è ottimo, così poi vai da Procacci”.

  11. @ Luca,
    sono andata a guardarmi in rete qualcosa su iQuindici.
    Mi sembra che di positivo c’è che agli aspiranti autori si dice: leggete, leggete, leggete, prima di scrivere. E poi tutto il resto, che viene di conseguenza, ed è inutile ripetere qui.
    Quindi, grazie!
    Il sito della Fondazione Luzi si presenta come il CEPU della letteratura.
    L’uso stesso della parola “certificato” fa pensare molto molto male. Uno che lavora nell’editoria non userebbe mai quella parola, neppure se volesse piegarsi totalmente alle leggi di mercato, neppure se volesse tirar su un enorme specchietto per le allodole. Lo dico con cognizione di causa perché nell’editoria lavoro e, tra l’altro, mi capita di entrare in contatto con gli aspiranti autori. Mai ho concepito il termine “certificato” per dire “parere editoriale” (ché questa sarebbe la prima distinzione su cui ragionare: una casa editrice può dire a un aspirante autore se un certo testo ha possibilità di essere pubblicato nel proprio catalogo, e non dà dunque pareri assoluti, di “letterarietà” o “saggisticità” tout-court).
    Certificato oltre tutto con il “marchio” di Mario Luzi (riposi in pace).
    Sicuramente iniziative del genere proliferano per un vuoto che si è creato, per la crisi profonda dell’editoria – che quasi non si ricorda più di essere un’impresa culturale -, per migliaia di ragioni che conviene cominciare a dipanare, altrimenti la matassa si intricherà troppo per trovarne il capo…

  12. almeno giocano a carte scoperte(sguazzando un po nello squallido certo,in linea con la tendenza generale).Normalmente nel campo delle recensioni credo si prediliga la permuta:io parlo del tuo prodotto come un capolavoro,poi tocca a te fare altrettanto.Abbastanza insomma perché Ambrose Bierce si rigiri nella polvere(e comunque mi resta il dubbio che non sia da demonizzare in un mercato drogato il provare a uscire dall’anonimato anche rischiando qualcosa di tasca,dopo avere speso fino all’ultima goccia di energia per distillare qualcosa in cui si crede.Non fosse altro perché nel passato autori assurti al sancta sanctorum delle lettere hanno fatto così.Se non ricordo male lo stesso Melville)
    http://www.inga.ba.gov.br/comites/uploads/content/file/Luiz-Carlos-Batista-de-Cerqueira/Iggy+Pop+-+1977+-+Film+Four+Essential+Soundtracks+%5bDisc+1%5d+-+01+-+Lust+For+Life.mp3

  13. Ma se gli mandi dei versi terribilmente mortali, anzi diciamo auspicabilmente mortali il più presto possibile, come me ne so capitati a me tra le mani (e come ehm ne ho prodotti io eh, che poi mi so recensita et remunerata da sola) essi recensori, ni ci dicono: guarda ciccio complimenti! Sei proprio portato per la danza classica! o che so: la lepre in Salmì si legge qui! Ti viene una favola…
    Oppure ti dicono grazie degli eurucci Baudelaire rispetto a te se po’ anna a ripone?
    Perchè una volta che si sta in una cornice di capitalismo oltranzista – appurato che il giudizio di valore primo va su quello (ora qui a prescindere dai giudizi possibili) sono due i modi di starci. Chi ruba e chi no.

  14. avete qualche minuto da dedicare alla rete?
    ecco, spulciatevi ben bene il sito di questa Fondazione Mario Luzi, andate a guardarvi di cosa è fatto il loro archivio, provate a trovare i nomi dei Garanti (la pagina è in allestimento…), o semplicemente i nomi di quelli che dovrebbero dare la certificazione, e mentre cercate informazioni, provate a schivare i suadenti messaggi “mandaci un testo!”, “vuoi pubblicare con noi?”, “vuoi partecipare al premio?” “ma lo sai che se diventi socio puoi partecipare gratis al premio?”…
    No, proprio non ci riesco a non pensare male…

  15. Loredana, sono d’accordo con te. Quello che volevo dire, tenendo in mente le demonizzazioni varie che si fanno a proposito della rete, è che se si vuole considerare la letteratura, e tutto quello che le sta attorno, una cosa seria lo si deve fare sempre, dentro e fuori del web.
    Ecco, non è che se nell’edificio letterario c’è più sabbia che cemento la colpa è tutta di internet, come vorrebbero alcuni.
    Come dice Zaub, c’è chi ruba e chi no, dentro la grande cornice capitalistica e dentro le varie cornici da cui uno parla.
    Insomma, non è che in internet è tutto sabbia friabile e fuori tutto cemento infrangibile. E i ladri sono sempre ladri.

  16. mi sembrano tariffe molto modeste e oneste (con 50 euro non ci compri neanche uno scaffaletto all’Ikea). Tutto avviene alla luce del sole, quello che promettono può essere esagerato – come quello che promette il Mulino bianco o infiniti altri – ma parto dal presupposto che chi ha letto e studiato e scritto abbastanza da pensare di poter essere pubblicato, abbia gli strumenti per valutare. Non sono riuscita a vederci ‘scandalo’, se mai qualcosa di patetico.

  17. Voglio fare i miei complimenti a diana.
    E’ l’unica, qui, che riesce ad innervosirmi per ogni intervento che fa. E’ proprio scientifico, tutti. Micidiale.
    E anche per avermi dato delle idee su cosa farci dello scaffaletto ikea. Roba da pazzi. Tariffe oneste e modeste per cosa?
    A valeria invece vorrei solo far notare che il riferimento unico alla rete come sede del male e di tutte le truffe non l’aveva fatto proprio nessuno.
    Qui.
    L.

  18. per me lo scandalo c’è perché Luzi l’ho costeggiato negli anni dei miei studi, perché a un seminario all’università ho sentito una sua lezione su Dante.
    Perché si può dire tutto sulla sua poesia e i suoi anni di insegnamento, ma, ecco, vederlo associato a un “certificatificio” proprio non ci riesco…
    (son problemi miei, capisco bene…)

  19. @Luca. In effetti, QUI, non c’era. E io ho specificato che ‘tenevo in mente’ altre discussioni che, a meno di non avere le traveggole, si fanno anche qui.
    Ognuno ha i suoi zoom e allarga e stringe il campo percettivo a piacere. E io ho dichiarato di averlo allargato. Indebitamente, forse.

  20. @Danae. Credo che il tuo problema sia un problema di molti: difficile accettare di vedere associato al nome di Luzi un’operazione che, a voler essere eufemistici, appare molto opaca.
    Quello che mi chiedo è: ma, a livello giuridico, non c’è una forma di tutela per proteggere chi non si può più difendere?

  21. Valeria,
    immagino che nella fondazione il coinvolgimento, o almeno il consenso, degli eredi ci debba essere per forza. Altrimenti certo che ci sarebbero i margini per pesanti citazioni in giudizio.
    L.

  22. E allora, Luca, se questo consenso c’è stato, la cosa è ancora più sconfortante. Nei confronti di Luzi mi pare un vero e proprio tradimento.

  23. Danae, sono anche problemi miei e non solo miei. Diana, al solito, prende tutto come un bel giochino. Ci sto facendo l’abitudine. Scandaloso mi sembra l’aggettivo corretto. Anche considerando la campagna acquisti che stanno svolgendo su Facebook.

  24. ma qualcuno ha letto o sa dove reperire l’articolo di repubblica dove se ne parla? giusto per capire meglio. grazie

  25. Caro anonimo, avendolo scritto, posso copiarlo e incollarlo qui sotto. Capire meglio cosa, di grazia? Il post non fa che ribadire, così come l’articolo, le informazioni contenute sul sito della Fondazione, che peraltro ho salvato sul mio computer. Comunque, ecco.
    Internet club del 9 aprile
    di Loredana Lipperini

    Donare. Si chiama Orange Inheritance, ed è il nuovo progetto di Orange Prize in collaborazione con Vintage Classic (www.vintage-books.co.uk). L’idea è quella di chiedere a sei vincitrici delle edizioni passate di scegliere un romanzo da passare come eredità alle generazioni successive. I titoli (disponibili anche in eBook) sono Gita al faro di Virginia Woolf, scelto da Helen Dunmore, Tess dei D’Urbervilles di Thomas Hardy, selezionato da Anne Michaels, Vita e destino di Vasilij Grossman (Linda Grant), Ciao, a domani di William Maxwell (Ann Patchett), Revolutionary Road di Richard Yates (Lionel Shriver) e Eugénie Grandet di Honoré de Balzac (Rose Tremain). The Guardian ha girato la stessa domanda ad altri scrittori e ai lettori: le scelte spaziano da Omero a Golding, com’è giusto.
    Certificare. Su Facebook circolano appassionati inviti a inviare i propri testi per adeguata recensione. Non sarebbe una notizia, se gli inviti non venissero dal profilo del Premio Internazionale Mario Luzi. Possibile? Sì. Una sezione del sito (www.marioluzi.it/il-premio/recensioni) curata dalla Fondazione Mario Luzi è dedicata effettivamente a questa attività, rivolta a tutti coloro che desiderino recensioni “personalizzate ed estremamente accurate”. Per ottenerle, occorre compilare una scheda, completa di tariffario (49 euro per cinque poesie, 299 per un romanzo), allegare copia del versamento e attendere, sapendo di poter utilizzare la recensione come “valido strumento di accreditamento presso importanti case editrici ed istituzioni culturali, rivelandosi, sempre e comunque, un ottimo incentivo alla pubblicazione e diffusione delle opere inedite”. Com’è giusto?

  26. La poesia sottoposta a questi “siparietti” per me è come un pugno. Deride il sangue gettato sui versi.
    Soprattutto in questo periodo di profonda crisi umana, mi chiedo come si possa anche solo pensare alla poesia in questi termini (mentre la poesia viene soffocata e uccisa da uno scenario culturale, sociale e politico inquietante, mentre in Bahrein una poetessa viene stuprata e uccisa per i suoi versi contro il regime).
    E mi chiedo come possa chi dovrebbe sapere che cosa è poesia chiedere questo ad un poeta (o apirante tale).

  27. wow..spulciando nella rete ho trovato questa interessante e soprattutto illuminante discussione-articolo. Io da giovane allocca quale sono ho partecipato al premio Mario Luzi quest’anno e proprio stamane ho ricevuto una mail dove mi si propone un contratto per pubblicare le mie opere (che a detta loro sono state “selezionate tra le migliori”) nell’antologia del premio, dopo sobri ma “lecchini” complimenti, questo però non implica che io mi sia classificata nella rosa dei 3… il contratto è chiaramente scandaloso: le opere dell’autore sono pubblicate nell’antologia del premio a totale spesa dell’organizzazione, tuttavia l’autore si impegna ad effettuare una “LIBERA DONAZIONE” (che in realtà non è tanto libera perchè c’è 1 tabella con tariffario!!) di minimo 200 euro in cambio di 8 copie dell’antologia!!! In altri articoli del contratto, si specifica che il contratto non si deve diffondere, che l’organizzazione non è responsabile di eventuali omissioni nella pubblicazione…. IL BELLO PERò è che inizialmento avevo anche pensato di aderire, probabilmente in preda alle mie velleità di scrittrice o anche dei nomi ed enti illustri che sponsorizzano il suddetto premio!! Per fortuna mi sono svegliata in tempo!!

  28. Devo dire che l’ulilizzo del nome di Mario Luzi è realmente scandaloso. Io stessa non immaginavo che dietro il premio Luzi ci fosse questa “merdina”, però devo dire che poco tempo fa mo sono state mostrate delle poesie sinceramente imbarazzanti da un autore che desiderava esser pubblicato. me la sono cavata facilmente perchè non pubblico poesia, ma non mi sono potuta trattenere dal consigliargli di rivederle almeno un pò, cercando di spiegargli che in genere le poesie sono costituite da versi. A questo punto, un pò piccato, mi ha detto che si era piazzato al premio Luzi, e che lo pubbliacavano loro in un’antologia…

  29. Anche io ho inviato le mie poesie al premio Mario Luzi, ed anche a me è arrivata la proposta editoriale… A parte questi schifosi escamotage per raccimolare un po’ di euro, qualcuno sa dirmi qualcosa circa la serietà del premio in questione? Io iscrivendomi pensavo fosse un concorso serio, adesso comincio ad avere dei dubbi… Qualcuno può fare chiarezza?

  30. Matteo, non so se serve a fare chiarezza. Ma se ti vengono chiesti soldi in una proposta editoriale, la serietà non c’è. Stupisce, in questa tristissima vicenda, che non una parola si levi dagli illustri partner del premio medesimo.

  31. Infatti non serve fare chiarezza, a questo punto mi pare palese che è una pagliacciata per raggranellare soldi, almeno da ciò che si evince dal contratto inviato:
    1) si evidenzia che l’antologia è nettamente separata dal premio mario luzi (se ti chiamano x l’antologia non significa che ti 6 classificato), ma allo stesso tempo si afferma il contrario, cioè che sei stato selezionato tra i migliori in concorso, cosa assolutamente falsa perchè poi ti chiedono di inviare quale tua poesi vuoi pubblicare (se ci fosse stata una selezione l’avrebbero scelta loro la poesia!). LA SELEZIONE per l’antologia NON C’E’ MAI STATA perchè nella lettera personale che introduce al contratto il presidente Mattia Leombruno dice che apprezza il tuo lavoro, ma è un apprezzamento suo, personale (non della giuria preposta alla selezione), e dubito vivamente che si sia letto tutte le opere inviate al concorso per “apprezzare” le migliori!!
    2) si parla di LIBERA DONAZIONE ma poi c’è un TARIFFARIO, ulteriore elemento di palese contraddizione, che a mio parere è un escamotage legale per non avere rotture di scatole nel caso in cui qualcuno dei partecipanti paghi per essere pubblicato, e poi non non venga effettivamente pubblicato in questa antologia, perchè sul contratto si specifica anche che in caso di omissioni o errori il premio e l’associazione non sono responsabili!! Inoltre si vieta anche si diffondere il contratto tramite qualunque tipo di canale mediatico, e quindi di utilizzarlo a scopo diffamatorio, o anche come strumento di prova legale!!!
    BASTA ANALIZZARE IL CONTRATTO PER CAPIRE CHE E’ UNA TRUFFA, e come le migliori truffe deve confondere le acque….LA COSA VERGOGNOSA, COME E’ GIA’ STATO DETTO, E’ IL FREGIARSI DI ILLUSTRI PARTNER COME IL MINISTERO (MIBAC), IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, E TUTTI GLI ALTRI SPONSOR…. Insomma è l’ultima volta che prendo parte a questo concorso, è l’ultima volta che getto nello sciacquone quei 20 euro x partecipare… LA CULTURA IN ITALIA E’ UNA GIOSTRINA DOVE LUSTRARE NOMI E SPILLARE SOLDI, povera Italia!

  32. http://www.youtube.com/watch?v=OyAgl0VxV1U&feature=related è una puntata di Mi manda rai tre dove si parla di un concorso che si è fregiato di enti importanti (unesco, ecc..) falsamente, e ha poi chiesto soldi ai vincitori per pubblicare (certo cifre più grandi)… anche se non è analogo al caso del premio M L, fa capire come queste iniziative possano essere facilmente pilotate da truffatori, e come nessuno controlli se non per iniziativa dei partecipanti…
    http://www.youtube.com/watch?v=OyAgl0VxV1U&feature=related guardate da 3:20 arriva il centro della questione, poi ci sono più puntate

  33. Non sto parlando della pubblicazione, vorrei sapere se il concorso letterario è serio o meno… I nomi, anche dei partecipanti sono importanti, alcuni autori che si sono ben piazzati al premio hanno poi pubblicato con editori importanti… A parte la proposta editoriale, che evidentemente è una mezza-truffa, per quanto riguarda il concorso letterario?

  34. @Matteo,
    non so se rispondo alla tua domanda, comunque quello che mi lascerebbe perplessa, da aspirante partecipante, è la difficoltà a trovare l’elenco dei membri della giuria (da questo, secondo me, dipende la serietà di un concorso, e non dalle possibilità di essere pubblicati). E francamente (e “iolandamente”, come direbbe Guzzanti-Emilio Fede) non trovo nulla di letterario in un premio (e in una fondazione) presieduto/-i da Franco Marini. “Forse non tutti sanno che…” Mario Luzi è diventato senatore (a vita) quando ha compiuto 90 anni. Non vedo cosa c’entri “la politica” con il suo percorso.
    @ l’allocca di turno,
    la “libera donazione” dipende dal fatto che c’è un magico gioco di scatole cinesi (la Fondazione è gestita da “Eventofestival”) e per motivi fiscali conviene avere donazioni (sulle quali non si pagano tasse, immagino). Allo stesso modo, le case editrici non ti chiedono un finanziamento e basta, ma un acquisto di copie pari all’importo richiesto.

  35. ma la serietà di un premio dipende da un più fattori, no? Il fatto che non ci sia “etica letteraria” in questa proposta di antologia, fa pensare che di etica ce ne sia ben poca anke in altri ambiti del premio, in fin dei conti perchè accattare soldi con la scusa di un’antologia correndo il rischio di infangare il nome del premio? o anche con l’iniziativa delle recensioni a pagamento??
    @danae, quindi tutte le case editrici chiedono queste “libere donazioni”? ma che razza di cultura si fa con le “libere donazioni”??

  36. Quello che mi lascia stupito sono i nomi dei vincitori del premio dedicato alla poesia edita negli anni scorsi: nel 2010 ad esempio ha vinto Maurizio Cucchi.
    Come fa un’ organizzazione poco seria -e che opera ai limiti della truffa- ad attrarre nomi di questo calibro? Possibile che anche l’albo d’oro dei vincitori sia falso?

  37. purtroppo il meccanismo di legittimazione culturale è questo da sempre, e la cultura nel nostro tempo non è qualcosa di irragiungibile, siamo tanti a scrivere a dipingere, sono tanti quelli con vero talento, quelli bravi, ma tra questi quelli che si fanno un nome sono quelli che si sanno anche vendere, e non è tanto riprovevole perchè l’artista o lo scrittore lo fanno da sempre per avere un pò di gloria…la cosa riprovevole è l’intento di accumulare soldi indiscriminatamente…penso che al premio M.L. ci sia due gruppi, l’elitè dei poeti che hanno già un nome, e con il premio vengono rimarcati, e poi tutta la massa dei poetuncoli, alcuni dei quali davvero bravi, ma poi non essendo nessuno, nono conoscendo le persone “giuste”, continuano a vivere nell’oscurità… di conseguenza nn credo sia davvero un premio per emergenti, ma per i già emersi

  38. Ciao a tutti!
    Allora…leggo un po’ basita quanto scritto sull’argomento.
    La mia esperienza (ancora in fieri) è questa: ho inviato un manoscritto di poesie (premetto che ho già due poesie pubblicate in antologie gratis e ho collaborato con una testata giornalistica e due siti web) senza pagare nulla e mi ha telefonato il presidente dicendomi che la maggior parte delle poesie erano belle ma alcune non erano all’altezza delle altre, pertanto ho pensato di rivedere la mia raccolta (riconosco che anche un amico poeta mi aveva espresso lo stesso parere) e tornare a inviarle, convinta che sul nome del buon Mario Luzi non ci fosse niente di anti-letterario…Poi vengo a sapere queste cose che leggo ora qui.
    A me hanno specificato che pubblicherebbero la raccolta assolutamente gratis.
    Quindi. Cosa devo fare? 😀
    La mia solitaria e segreta attività di scrittrice è abbastanza logora di tutto il denaro che gira intorno all’editoria e dall’assenza di retribuzione nei vari canali giornalistici e sul web…:(

  39. Ciao a tutti e grazie per questo spazio. Cercherò di essere il più sintetica possibile, ma vorrei raccogliere informazioni circa una vera e propria truffa perpetrata ai danni dei “polli” che hanno inviato lo scorso anno le loro poesie al premio Mario Luzi. Io sono tra questi. Dopo qualche tempo ricevo una mail dalla Fondazione che mi dice che le mie poesie sono state apprezzate e che, a loro parere, sono meritevoli di pubblicazione nell’antologia 2011, specificando che questo non ha alcun legame con un’eventuale vincita del premio, che resta al giudizio della giuria. Mi viene proposto un contratto, che sottoscrivo, nel quale aderisco, a fronte del versamento di 200 euro, a questa iniziativa editoriale. Il tutto, a loro parere, avrebbe dovuto concludersi entro dic. 2011. A settembre richiedono nuovamente gli elaborati, che rispedisco. Aspetto, fiduciosa, che venga stampato il volume. Telefono a volte e scrivo qualche mails. Mi rassicurano sempre. Arriva dicembre e, mi dicono, i volumi stanno per arrivare (tanto che ingenuamente pensavo di farne dono a qualche amico per Natale…).
    A gennaio torno alla carica e, a questo punto, una lettera ufficiale del Presidente, l’algido Mattia Leombruno, fa riferimento a contrattempi dei quali la fondazione non era al corrente (ma senza specificare di più) e che si rendeva necessaria una ristampa del volume in quanto molti autori si erano lamentati per il mancato recapito dei volumi.
    Nella lettera si parla di 25 giorni per l’inoltro; si dispiacciono pure perchè il maltempo (la nevicata romana occorsa proprio in quei giorni) avrebbe ritardato le consegne. Era l’11 gennaio. Oggi è il 26 febbraio. Dei volumi neppure l’ombra ma, stranamente, questa volta nessuno risponde più al telefono o alle mails…
    Rileggo il contratto che, ingenuamente, non avevo più riguardato.
    Non l’avevo più riguardato perchè ero in buona fede, non come lor signori… Perchè vi leggo che la Fondazione può, a suo insindacabile giudizio, non pubblicare e che gli autori hanno diritto al rimborso delle somme versate, ma entro e non oltre il 2011.
    Ecco, siamo nel 2012, la truffa è compiuta. Per 200 euro non si fanno cause, certo, ma un bello sputtanamento mi sembra il minimo, dal momento che questi signori gestiscono uno dei premi più prestigiosi che ci sia in Italia.
    Ecco, se qualcuno avesse avuto la mia esperienza, per favore, me lo faccia sapere.
    Grazie per lo spazio concessomi e spero di ricevere testimonianze e suggerimenti per una qualche azione di disturbo…
    Paola1957

  40. Sono qui a leggere tutte queste considerazioni perche’ anch’io, avendo partecipato alla ultima edizione ancora in corso (2012) del Premio Mario Luzi, ho ricevuto oggi la proposta editoriale. Non sapevo che fare. Alla luce di quanto ho letto mi pare di capire che con questa proposta non ti vogliono dire che le tue poesie sono “bellissime” e meritevoli di lode. Solo ti dicono: “be’, schifezze non sono..se vuoi appagare la tua ” vanita’ ” di leggere le tue opere in una antologia insieme ad altre opere, te le pubblichiamo noi che abbiamo un nome prestigioso”. Ecco qua l’opportunita’, pero’ giustamente devi pagare. Ora non so se la cifra di 209 euro per 8 volumi sia congrua…tuttavia i volumi almeno devono esserci!Ma si, qualche po’ di ritardo a Roma….si sa. Mettiamo che vengano poi realmente pubblicate le antologie, allora si tratterebbe di un contributo alla fondazione in cambio di un po’ di “vanagloria”. Quindi ho deciso che se proprio voglio regalare qualche poesia a qualche amico: o mi stampo io una specie di libretto carino con pure la copertina come mi piace…e glielo regalo (al limite spenderei meno trasferendo il tutto sulla chiavetta USB e portando il tutto in stamperia) , oppure alleghero’ le mie poesie alle email con le quali ci si scambiano i saluti. Certo questo non e’ un modo molto “poetico” e “elegante” o “ufficializzato” per far conoscere cio’ che si e’ scritto ma da quanto ho capito e’ meglio fare cosi’. E in fondo non mi sembra poi proprio sbagliato questo do ut des, in tempi di “crisi e tagli” poi! …Tutto sta a decidere cosa si vuole.E cio’ vale anche per il discorso delle recensioni, nessuno lavora gratis, anche in nome della Cultura. A meno che tu non sia un novello Dante o un Leopardi o un Neruda o un Prevert e via dicendo…
    Grazie e scusate

  41. Ho richiesto ed ottenuto a pagamento dalla fondazione Mario Luzi, per pura curiosità, la recensione del mio ultimo manoscritto di poesie. Il primo fu pubblicato a mie spese con buone valutazioni critiche e di lettori da un editore locale. Trascuro il mio personale giudizio sulla qualità della stessa recensione. Dico solo che il vero scandalo in Italia sta nella subordinazione delle scelte editoriali alla fama del personaggio, al business più o meno garantito. Ciò uccide la poesia. In tale contesto va inquadrata l’operazione di autofinanziamento della Fondazione Luzi: è discutibile nei metodi e forse a volte negli esiti, ma almeno rende trasparente una realtà e offre una debole alternativa.
    Ogni poeta poi risponde di sè, dell’autenticità e qualità o meno dei propri versi. Lo scandalo ulteriore è la cialtroneria sia di chi sfrutta le false ispirazioni poetiche, sia di chi dà voce senza filtro alle proteste non sempre genuine ed equilibrate degli autori delusi.
    Questo è il mondo in cui viviamo: denunciarlo è doveroso e va dato merito a chi lo fa anche in questo blog; ma il metodo della denuncia è pur esso “sub judice”, non meno di quello dei presunti “sfruttatori”. Giuseppe.

  42. Che confusione!!!! Ho ricevuto anch’io stamattina la lettera dalla Fondazione in cui dicono di voler pubblicare le mie opere nell’antologia… Davvero non so che fare… Ma le mandano a tutti quelli che partecipano? O c’è davvero una scelta dietro? Poi leggo anche che l’anno scorso l’antologia non l’hanno pubblicata proprio… Che fare?

  43. Alla ricerca di alcune informazioni sul Premio Luzi mi sono imbattuta in questo sito. Ho letto i vostri commenti e, partendo dalla mia esperienza personale, faccio alcune precisazioni con l’intento che possano esservi utili! Smentisco quanto scritto da annalisa nel post del 2 maggio in quanto l’anno scorso un mio conoscente mi ha regalato l’antologia del Premio Luzi al quale aveva partecipato, quindi il volume esiste. Per quanto mi riguarda posso dire che è ben fatto e può rappresentare uno strumento di divulgazione della poesia inedita. E’ per questo che quest’anno ho voluto inviare i miei versi al Premio, tuttavia ad oggi non ho ricevuto la richiesta di far parte dell’antologia…forse devo rassegnarmi al fatto che il mio amico scrive meglio di me :).
    Collegandomi quindi a questi due fatti che ho illustrato mi chiedo su quale base si può ritenere che la Fondazione invia proposte editoriali a tutti? Sulla stessa base della falsa informazione per cui si mette persino in dubbio che il volume dell’anno scorso esista?
    Concludo esprimendo un parere sui post relativi alle recensioni.
    Mi sembra un’operazione trasparente e non è certo detto che i giudizi siano sempre positivi. Ognuno è libero di mandarli o meno. C’è altro di cui vergognarsi in questo paese!

  44. ciao meme!
    Grazie mille per l’informazione!
    Visto che hai l’antologia dell’anno scorso, potresti dirmi a grandi linee com’è fatta? (giusto per capire se vale i 25 euro dichiarati come prezzo di copertina).
    Inoltre, c’è solo poesia inedita o anche i lavori relativi alle altre sezioni del concorso?
    Grazie mille in anticipo!

  45. Ciao Jack,
    figurati…siamo qui per scambiarci informazioni/opinioni.
    Il libro contiene una prefazione del Presidente molto incisiva e per ogni autore ci sono cenni biografici e 3 testi poetici. E’ un libro corposo che mi sono interessata a leggere visto che sono appassionata di poesia.
    L’antologia è dedicata solo alla poesia inedita, tant’è che si intitola “gli inediti del Premio internazionale Mario Luzi”…penso che se dovesse contenere anche le altre sezioni del Premio sarebbe una cosa mastodontica!
    Spero di esserti stata utile!
    Ciao

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