TRE DONNE, PIU' UNA, A PALERMO

Non torno a Palermo da molti anni, e come spesso avviene non c’è un vero motivo: ho amiche splendide, da quelle parti, con cui chiacchiero via Internet o che abbraccio in altre città, quando ci capito e quando ci capitano loro. Bene, questa è l’occasione buona: anzi, buonissima, perché mi dà anche l’occasione di conoscere dal vivo una libreria che amo, e che fa tantissimo per i libri e chi li scrive e chi li legge, ovvero Modusvivendi. Se non li conoscete, seguiteli su Facebook e su Twitter, e se siete a Palermo e non avete avuto modo di andarli a trovare, fatelo.
Per chi fosse curioso, l’incontro è fissato per domenica 25 gennaio alle 11, e la sede della libreria è in via Quintino Sella 79. Si parlerà di “Questo trenino a molla che si chiama il cuore” (che non è, e lo ribadisco ancora una volta, un libro “solo” di territorio e “solo” su e per marchigiani: anzi), e di “Pupa”, che il lunedì mattina andrò a raccontare in una scuola. Si parlerà, certo, anche dei libri precedenti sui femminismi: ma continuo a pensare che quei libri siano confluiti, per le solite e benedette vie sghembe, nell’ultimo.
Con me ci saranno tre donne (e come potrebbe esssere altrimenti, visto che triplice è il volto della luna?) che con le parole lavorano: Stefania Auci, scrittrice (e spero proprio di leggere al più presto il gran bel romanzo su cui lavora da mesi), Federica Urso, nota nella rete come Malitia, che ha fondato il  blog Dusty Pages in Wonderland e che è una delle lettrici e osservatrici del mondo letterario più attente che io conosca (ed è una donna giovanissima) e Linda Rando, terrore di tutte le case editrici a pagamento (il coraggio di Linda, dai tempi iniziali di Writer’s Dream, è noto a questo blog). Le ho conosciute tutte e tre su Facebook: ci siamo viste di persona solo dopo molto tempo e sono onorata e fiera di averle accanto.
In altri termini: ci crediate o meno, sono una persona schiva, a dispetto del lavoro che faccio. Rifuggo dagli eventi mondani, dalle presentazioni, dalle feste e dalle cene. Mi muovo, facendomi anche un po’ di violenza, solo per accompagnare i libri e per discuterne con i lettori, perché è la cosa più importante che si possa fare, quella di guardare negli occhi chi ti ha letto. Però, in occasioni del genere, mi dico anche che l’occasione stessa vale almeno quanto la felicità che scrivere ti ha dato.
Ci si trova a Palermo, o qui da martedì mattina.

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