TREDICESIMO INTERLUDIO. BRUCIARE I LIBRI.

Quando il regime ordinò che in pubblico fossero arsi
i libri di contenuto malefico e per ogni dove
furono i buoi costretti a trascinare
ai roghi carri di libri, un poeta scoprì
– uno di quelli al bando, uno dei meglio – l’elenco
studiando degli inceneriti, sgomento, che i suoi
libri erano stati dimenticati. Corse
al suo scrittoio, alato d’ira, e scrisse ai potenti una lettera.
Bruciatemi!, scrisse di volo, bruciatemi!
Questo torto non fermatelo! Non lasciatemi fuori! Che forse
la verità non l’ho sempre, nei libri miei, dichiarata? E ora voi
mi trattate come fossi un mentitore! Vi comando:
bruciatemi!
(Bertolt Brecht, Il rogo dei libri)
Il Csa Magazzino 47 di Brescia è stato oggetto di un’incursione, questa notte: la finestra forzata, benzina, incendio nel locale che ospita la biblioteca. I libri sono stati bruciati. Buona fine settimana, buon tutto.
L'immagine può contenere: spazio all'aperto

4 pensieri su “TREDICESIMO INTERLUDIO. BRUCIARE I LIBRI.

  1. Ci sono azioni (non importa il grado di consapevolezza con cui si mettono in atto) che risultano di grande significato simbolico. Questa azione, ad alto contenuto distruttivo, afferma in tutta concretezza la negazione del pensiero altrui (che é l’essenza del fascismo). E’ vero, la distruzione di libri, in tanti luoghi e in tante fasi storiche, non é nuova . Qui ed ora, però, ci eravamo illusi di avere raggiunto un sufficiente grado di immunità, da certi macabri rituali. La verità è che il virus muta forma ma è sempre vivo. Personalmente, non negherei neanche la stampa e la vendita di “mein kampf” (qualche libreria si fregia di non esporlo): anche l’orrore ha il diritto di essere conosciuto. La verità e l’etica, penso, resta negli occhi di chi la guarda.

  2. Com’è difficile stare calmi mentre tutti fanno rumore, e certo non è facile stare calmi. anche questo post per dire lascia un senso di sgomento. per l’inevitabile contenuto, ma anche per la forma breve immediata, il poco testo sovrastato da un immagine carica di devastazione con poca luce disordine il pavimento sporco di cenere e di libri bruciati. La poesia di Brecht e l’ ironico e improvviso saluto finale, che ricorda un urgenza e richiama un generale senso di ansia. Emotivamente molto forte.
    Siamo in campagna elettorale ma viene sinceramente da chiedersi, se certe ideologie estremiste non si neutralizzerebbero più efficacemente, mantenendo in agenda i problemi dei terremotati.
    ciao,k.

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