Da dove comincia?
Da un sabato di aprile a Busto Arsizio, con una primavera ancora fredda, e il primo incontro che si possa definire elettorale, ma che da adesso in poi voglio definire soltanto politico.
Comincia con qualcosa di molto diverso per chi, come me, era abituata certamente a fare politica con le parole e gli scritti e su carta e in rete o durante gli incontri in libreria. Fumando una sigaretta fuori dal Quadrifoglio, prima dell’inizio, incontro un vecchio appoggiato a un bastone, per la passeggiata serale, e non chiede di sapere cosa succede e chi parla, ma racconta dei suoi problemi col gestore telefonico. E poi della sua stessa vita.
Quella è la prima di molte storie, e di molte facce che questa mattina, mentre guardo il cielo sopra via Padova, mi si affacciano in mente.
L’operaio di Sestri Ponente che cita Marx (e quanti lo hanno fatto, in queste settimane). Lo spettatore che dopo aver assistito alla lettura di “Avviso ai naviganti” a Napoli dice che i racconti lo hanno convinto a votare. Le donne e gli uomini riuniti in una drogheria di Como a discutere. La piazza di Ventotene piena di sole. La passione lucida di Roberta De Monticelli alla libreria del Mondo Offeso. La passione indomita di Marco Revelli fra il Salone del Libro e Pinerolo. L’uomo commosso che suona My Favourite Things al pianoforte dell’Espace Populaire di Aosta commuovendo me. Gli ascoltatori di Fahrenheit riuniti a Ovada e quelli che mi accolgono in una notte fredda di Cuneo. Marco che a Canegrate parla di dignità del lavoro. I Fortiniani di Cologno Monzese. I valdesi di Torre Pellice. Le donne, i gay e le lesbiche della indimenticabile serata al Maurice di Torino. L’uomo del banco delle sciarpe al mercato di via Palestro. Le donne di Asti e un cortile baciato da un sole gentile. L’Arci Bellezza a Milano. Il violino di Chiara Giacobbe e la voce di Paolo Archetti Maestri degli Yo Yo Mundi. Il sorriso di Elena Ledda. La folla a Palazzo Nuovo per Alexis Tsipras. La libreria di Mondovì e il libraio più gentile e attento del mondo. Sondrio e il bambino che nasce subito dopo l’incontro. L’abbraccio di Moni Ovadia. L’energia di Se Non Ora Quando Torino e dell’incontro più serrato e intenso che ricordi da parecchio. Gli ombrelli aperti a San Giuliano Milanese. La cura e l’amore trovati a Brescia.
Questo, e poi altro.
Le persone che hanno aiutato il cammino. Le case. Le case che sono state aperte per me. Quella di Piero e Laura, qui a Milano, profumata di caffè turco e tabacco buono, e i loro gatti. Quella di Lorena a Genova, con un altro gatto gentile, e il porto in lontananza. Quella di Rossana a Como, con un’arpa nella stanza dove dormivo. Quella di Valeria a Napoli, con il rum più prezioso del mondo e un libro in dono sulla trapunta. Quella di Francesca a Torino, con altri due gatti impagabili, e le notti di San Salvario sotto le finestre. Quella di Alessandra, ancora a Torino, con altre impagabili presenze feline. Quella di Antonio e Cristiano, e di Wanda. Quella, dove sono ora, di Cristina e Edoardo, ancora a Milano, con le creme per il viso a disposizione dell’ospite che per forza di cose non aveva posto per le creme in valigia, e un vassoio con caramelle, cioccolatini, acqua e biscotti (e un accendino) accanto al letto. Quella dell’altra Alessandra a Torino, la casa di una ragazza piena di libri e impegno. Quella di Elena, sempre a Torino, la fata madrina che mi ha accolto come una sorella stanca e desiderosa di una lunga doccia e di caffè caldi e di tenerezza.
Questo, e ancora altro.
I compadres, i compagni di via, quelli pronti a sostenerti fisicamente e psicologicamente. Antonio, che è stato uno di quegli incontri baciati dagli dei, e per questo li benedico, e l’intelligenza acuta di Francesca, e la generosità di Marcello e poi Maso e le telefonate fatte e ricevute da Massimo che riesce sempre a mettermi di buon umore, e di certo, di certo dimentico qualcuno. Le facce, le voci, le automobili, i panini condivisi di notte, i cani e i gatti, i microfoni e i fili che si aggrovigliano, il mio fascio di appunti che diventa ogni giorno più voluminoso.
Questo, e ancora altro.
Oggi si chiude. A Biella nel pomeriggio, a piazza delle Erbe a Novara alle 20.30. Oggi si chiude e lunedì ascolterete da ogni partecipante a queste elezioni, a qualunque forza appartenga, le parole “abbiamo vinto”. Io non le scriverò, commentarium. Perché non di vittorie mi piace parlare, ma di ritrovamenti. E quel che ho ritrovato è la bellezza degli incontri, la speranza delle e nelle persone, la forza dello stare insieme. Questa non è una vittoria.
Questo è un regalo.
Così, vi lascio con un Fortini. Ho chiuso ogni incontro di questa anomala (per gli altri) e meravigliosa (per me) campagna elettorale con le parole di Fortini. Ovunque fossi. E’ giusto che l’ultimo post della mia indimenticabile primavera usi le parole più famose, e più amate, del poeta. A lunedì, commentarium, e grazie!
Un grande temporale
per tutto il pomeriggio si è attorcigliato
sui tetti prima di rompere in lampi, acqua.
Fissavo versi di cemento e di vetro
dov’erano grida e piaghe murate e membra
anche di me, cui sopravvivo. Con cautela, guardando
ora i tegoli battagliati ora la pagina secca,
ascoltavo morire la parola d’un poeta o il mutarsi
in altra, non per noi più, voce. Gli oppressi
sono oppressi e tranquilli, gli oppressori tranquilli
parlano nei telefoni, l’odio è cortese, io stesso
credo di non sapere più di chi è la colpa.
Scrivi mi dico, odia
chi con dolcezza guida al niente
gli uomini e le donne che con te si accompagnano
e credono di non sapere. Fra quelli dei nemici
scrivi anche il tuo nome. Il temporale
è sparito con enfasi. La natura
per imitare battaglie è troppo debole. La poesia
non muta nulla. Nulla è sicuro, ma scrivi.
Mentre tu ricevevi, in un quadro di reciprocita`, regali senza prezzo, noi ci siamo dovuti sorbire un altro genere di spettacolo
http://youtu.be/DN1ZmQJGxkE
La vita non può che andare incontro ad altra vita fatta di utopia di poesia di marcia dura ma con la lievità nel cuore che con le sue Ali colorate si fissa sul fiore più bello e ne fa polline di futuro.Mirka
https://www.youtube.com/watch?v=MU1S7Wu5MDA
Forza Lippa!!!
Io ti voto dai tempi di Lampi! Ora questa volta per la burocrazia federalista non ce la farò, ma spero che tu possa farcela. Per te innanzitutto, il tuo viaggio personale, e anche per noi.
Hai fan e supporter (e speriamo elettori) fino all’Universo di Roland Deschain.
ciao Loredana, qui siamo un gruppetto di votanti consapevoli.. anche noi tifiamo dai tempi di Lampi! Comunque ci dispiace non poter sostenere te ma con piacere sosteniamo Barbara Spinelli.
Un forte abbraccio e speriamo a presto!
Mi piace che tu abbia ricordato anche San Giuliano e il comizio sotto gli ombrelli con la chiusura con l’amato Fortini. Sono Giovanna. Un abbraccio.
Vivo ad Aosta, sto per andare a votarti. Ho perso la serata all’Espace perché… non lo so: ma c’è un’unica ragione. Ci sono anche queste ragioni: quelle di chi non ce la fa a dedicarsi una serata perché lavora. E vive il lavoro ogni giorno come una campagna politica, una testimonianza e un’azione politiche. Speriamo di lasciare un segno.
Ho appena riletto il “Beati noi” di Maurizio Maggiani, mi sento beata per gli anni indietro, e mi sento un’immensa responsabilità per gli anni a venire.