Cose accadute alla vostra eccetera nel week-end.
Il libro dell’anno di Fahrenheit è stato assegnato a Gomorra di Roberto Saviano. La vostra eccetera, stretta fra Stefano Giovanardi e Filippo La Porta (i quali sostenevano che a) Gomorra non è un romanzo, bensì un reportage b) i romanzi non sono riproduttori di realtà) si è sentita un po’ un marziano.
Gli Scissorhands hanno tenuto il loro primo concerto e hanno passato il primo step di Emergenza (chi sono? Ah, beh, questo lo so io).
Come ben noto, sono accadute ben altre cose nel vasto mondo. All’intervento d’annata di Wim Wenders postato sabato unisco quello, recentissimo, di Wu Ming. Sul calcio, ma su questo numero di Giap troverete molto altro.
Personalmente, ho trovato STRAORDINARIO il pezzo di Valerio Evangelisti sulla Cuba di Gordiano Lupi.
In http://www.carmillaonline.com, of course.
I romanzi non sono riproduttori di realtà: infatti! La realtà è sostanza, e la narrativa non lo è, mi assicura un dotto critico, «e si dimostra in quattro parole. Non è sostanza aerea; perché, se fosse tale, volerebbe subito alla sua sfera. Non è acquea; perché bagnerebbe, e verrebbe asciugata da’ venti. Non è ignea; perché brucerebbe. Non è terrea; perché sarebbe visibile».
Girolamo, mi pare che “Gomorra” abbia bruciato abbastanza, non trovi?
Il mio dotto amico ti risponderebbe che *bruciare (=causare bruciature)* è affezione, o accidente, *bruciare (=possedere la capacità di)* è attributo.
Ma ogni volta mi tocca consultarlo col tavolino a tre gambe e il bicchierino, perché morì d’una inesistente malattia di cui non seppe spiegarsi la ragione. Proprio come la letteratura per certi critici (peraltro meno godibili degli scritti del dotto): un’inspiegabile malattia che non dovrebbe esistere.
Approfitto, senza andare in OT: un importante testo di Ugo Tassinari sull’infiltrazione fascista nelle curve calcistiche su carmilla.
“tutte corbellerie” mi verrebbe da aggiungere, Giro.
😉
Gomorra non è un romanzo!
Tuttavia non è nemmeno un saggio.
E’ un reportage di taglio giornalistico con qualche timida – mal riuscita – aspirazione saggistica e un ricorso – blogghistico direi – alla propria vita personale. Ma è un ottimo libro e questo è l’importante!
Meno male che esistono gli aristotelici come te, Girolamo.