GIORGIANA: UN PODCAST

C’era un omaggio che dovevo fare. Non personale, o per meglio dire anche personale, ma soprattutto è un tributo alla memoria collettiva. Domani è il 12 maggio. Quarantasei anni fa, sceglievo di prendere la strada di sinistra, e di fuggire verso via di Torre Argentina tra il fumo dei lacrimogeni e il rumore  degli spari. Ho raccontato più volte, con la parola scritta, quello che è accaduto il 12 maggio 1977 a Roma. Specie a chi ha preso la strada di destra, verso via Arenula.

E’ un episodio non dimenticabile, per chi lo ha vissuto e anche per chi ne ha solo sentito parlare all’epoca. Ci dice che negli anni Settanta non ci fu solo la lotta armata, non ci fu solo il rapimento Moro, non ci furono solo gli scontri di piazza. Ci furono anche manifestazioni nonviolente che si trasformarono in mattanza. Il 12 maggio 1977 Giorgiana Masi aveva 19 anni. Non ne avrebbe mai compiuti venti.

Quel che avvenne a Roma in quel pomeriggio è uno dei traumi che cambiarono profondamente una generazione, la mia. Sarebbe avvenuto qualcosa di molto simile a Genova nel 2001. Non sono in grado di dire se e come il trauma della pandemia cambierà la generazione di chi ha vent’anni oggi: meno violento nelle apparenze, ma non certo innocuo.

Per me, e per molti come me, quella giornata segnò la fine di un ciclo: ci disse che non era possibile sognare un mondo nuovo in modo nonviolento. O meglio: era possibile provarci, ma  il rischio era la morte. La morte di una ragazza innocente in un pomeriggio innocente, pieno di giovani e vecchi, e bambini.

Così, ho deciso di raccontarlo: l’ho fatto molte volte (anche in Roma dal bordo), ma questa volta lo racconto a voce. Grazie ai miei compadres di avventura con cui ho realizzato Omissis, c’è un podcast di Radio3: i compagni sono gli amati Fabiana Carobolante, Alfredo Morana, Alessandro Petrocco e Cristiana Castellotti, che ha fiducia nelle scommesse.

“Giorgiana – 12 maggio 1977” sarà da domani su raiplaysound. E’ un podcast enormemente diverso da Omissis: non c’è l’immersione nelle testimonianze e nei suoni. C’è la storia e c’è la voce, e dietro e attorno alla voce ne appaiono altre, a volte sullo sfondo e a volte in primo piano, come onde che si sollevano e si abbassano.
Sono cinque puntate, brevissime, non più di 15 minuti l’una. Contengono il mio ricordo e la cronaca della giornata, che si devono sempre a Radio Radicale e al Libro Bianco sul 12 maggio, che conservo da allora. E’ memoria, perché non solo non si dimentichi, ma si guardi avanti, pensando a come fare perché non si ripeta mai più.
Grazie.

Un pensiero su “GIORGIANA: UN PODCAST

  1. L’ho ascoltato, molto bello.

    Ho letto il libro di Concetto Vecchio su Giorgiana Masi, e si rimane sconcertati, per chi non c’era, di quello che accadeva un tempo. Un tempo bellissimo e orribile.

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