A PROPOSITO DI VIOLENZA

Lo avevo già scritto, tempo fa: c’è un folto gruppo fondamentalista  che ha rialzato la testa, e  che ben poco – spero – ha a che vedere con la fede e il rispetto. Quel folto gruppo  si dà convegno a Roma, anche quest’anno, non casualmente nel giorno della festa della mamma e, suppongo, con lo stesso corredo di croci fatte di feti di plastica con cui ha sfilato nel 2012. Ricevo, dunque, da un gruppo di donne e uomini di varie realtà romane, e pubblico.
Domenica 12 maggio varie associazioni e realtà cattoliche, antiabortiste, di estrema destra e integraliste si incontreranno a Roma per la “Marcia per la Vita”.
Tra le adesioni spiccano quelle di organizzazioni non propriamente democratiche come Forza Nuova, Opus Dei, Militia Christi, Movimento per la Vita, Centro Culturale Lepanto, Legionari di Cristo, Scienza e Vita, Unione Cattolica Farmacisti Italiani, Unitalsi.
La “Marcia per la vita” è la dimostrazione che in questo Paese la retorica costruita intorno all’aborto è pericolosa, nonché lesiva dei diritti fondamentali delle donne.
Secondo l’Organizzazione mondiale della Salute, nel mondo gli aborti clandestini sono la causa di morte di circa 68.000 donne l’anno. Le leggi proibitive in materia di I.V.G. non eliminano, in realtà, il fenomeno dell’interruzione volontaria di gravidanza, ma alimentano soltanto il mercato degli aborti clandestini, con tutti i rischi che questi comportano per la salute e la vita delle donne interessate.
Essere a favore di una salute riproduttiva laica e pubblica significa essere a favore della vita e della libertà di scelta delle donne. I movimenti pro-life sono l’avamposto di ideologie misogine e a dimostrarcelo è la totale assenza, nei loro discorsi e nei loro proclami, dell’educazione sessuale, dell’utilizzo della contraccezione responsabile e a prezzi accessibili. Tutto questo si aggiunge alla difficoltà delle donne di vedere tutelati i propri diritti grazie alla presenza di obiettori di coscienza.
La Legge 194/78 infatti tra i suoi pregi annovera anche alcuni difetti. Soprattutto il vizio si colloca in quell’articolo 9 che non mette limiti al numero complessivo di obiettori presenti nella sanità pubblica, con il risultato odierno che il 91,3% dei ginecologi e delle ginecologhe in Italia fa obiezione (dati rilevati da Laiga e riportati nel Comunicato stampa a seguito della Conferenza del 14 giugno 2012).
Ci si trova quindi in certi casi con una vera e propria obiezione di struttura, perché di fatto in Italia molti ospedali, specialmente al Sud, sono interamente obiettanti o comunque non garantiscono l’applicazione della legge, con una presenza di non obiettori risibile e al limite dell’implosione della legge stessa, quando non è già completamente scoppiata, oltre a provocare un danno alla salute delle donne, creando un problema di salute pubblica gravissimo, con pazienti destinate ad attendere lungamente un I.V.G.
Le campagne antiabortiste sono violenza sul corpo delle donne!
L’attacco che questi movimenti fanno alla nostra libertà di scelta passa attraverso la recrudescenza dei toni e delle argomentazioni.
Dare legittimità a questi movimenti significherebbe ribadire che l’Italia non è un Paese per donne.
Di fatto le parole chiave e i valori che vengono messi “in piazza” da questo tipo di manifestazione sono le stesse che uccidono le donne. L’esasperazione retorica con cui i pro-life inneggiano alla famiglia rischia di offuscare quello che i movimenti delle donne dicono da tempo. La famiglia può essere anche luogo di violenze fisiche e psicologiche, teatro di orribili scenari. Le notizie sui femminicidi di questi ultimi giorni spiegano da sole una triste realtà.
Per tutti questi motivi, che impediscono la libertà di scelta e autodeterminazione delle donne in materia di aborto, ci opponiamo fermamente alla “Marcia per la vita”.
Inoltre la data scelta appartiene alla Città di Roma e cara a molte generazioni: il 12 maggio 1977 venne uccisa Giorgiana Masi, 19 anni, durante un corteo che celebrava il terzo anno dalla vittoria nel referendum sul divorzio.
A maggior ragione rifiutiamo con forza che la memoria di Giorgiana venga infangata e calpestata con la presenza di un simile corteo.
Chiediamo che tutte le forze di sinistra, civili, laiche, democratiche di Roma e non solo aderiscano a questo appello, dando forza alla nostra opposizione e alla volontà di portare, domenica 12 maggio, un unico corteo per le strade di Roma: quello per Giorgiana Masi.
Invitiamo tutt* a partecipare e condividere.

18 pensieri su “A PROPOSITO DI VIOLENZA

  1. Questa ricorrente pulsione a gestire la nostra vita di donne è davvero antidemocratica!
    Non aver determinato per legge i limiti numerici dell’obiezione sembrò allora un’ambiguità colpevole, di cui si sono visti gli effetti. Il medico non obiettore sarebbe condannato, in certi contesti, a fare esclusivamente aborti, il che scoraggia chi – in una situazione equilibrata – non si tirerebbe indietro.
    Mi chiedo da tempo, visto che nessuna struttura sanitaria, a quanto ne so, si muove in tal senso, se vi siano impedimenti legislativi anche alla richiesta del requisito della non-obiezione per assunzioni di personale ad hoc.

  2. In realtà alcune iniziative, a livello locale, in questo senso sono state portate avanti (http://bari.repubblica.it/cronaca/2012/12/28/news/medici_non_obiettori_in_ogni_asl-49860638/).
    Il problema è che sono scelte fatte, appunto, a discrezione del singolo ospedale o ente locale. Una percentuale minima di non obiettori dovrebbe essere sancita per legge e considerata in sede di assunzione/ricerca del personale nelle strutture pubbliche – altrimenti basta un primario di CL in un ospedale pubblico per minare o rimuovere un diritto che è, teoricamente, garantito per legge per decenni. Perché, come faceva notare giustamente Iacona in una puntata di Presa Diretta dedicata al servizio sanitario nazionale, le amministrazioni locali corrotte possono cambiare dopo le nuove elezioni ma un primario incompetente messo li’ per amicizie politiche poi continua a produrre malasanità e sprechi per 40 anni…

  3. Un’altra riflessione, parzialmente OT ma forse neanche tanto, che mi passava per la testa in questi giorni è che lo scorso febbraio molte testate giornalistiche avevano salutato il parlamento formatosi come “il parlamento piu’ laico dagli anni ’70 ad oggi” (http://www.rainews24.rai.it/ran24/extra/elezioni2013/news.php?id=175278).
    Perché alla fine, nonostante l’ingovernabilità, le elezioni avevano sancito l’avanzare pressante del M5S, che è criticabilissimo per molti versi ma che è anche un movimento senza dubbio laico e che ha fatto della non ingerenza vaticana uno dei suoi cavalli di battaglia (nonostante le dichiarazioni abbastanza confuse/equivoche di certi suoi membri sulla questione dell’aborto e il disinteresse totale per la questione di genere) e la disfatta dei partiti tradizionalmente cattolici-integralisti. Il problema è che l’attuale formazione del governo ha tranquillamente ignorato questa presa di posizione dell’elettorato e ci ritroviamo un ex-democristiano alla presidenza del consiglio e Biancofiore-quasi-alle pari opportunità (bisognerà prima o poi spiegarlo in giro che possedere gonadi di un certo tipo NON rappresenta una condizione né necessaria né sufficiente per lavorare in questo ministero).
    L’impressione è che i gruppi fondamentalisti abbiano, di fatto, piu’ visibilità di quanto il loro numero non giustifichi – che non siano cioé un gruppo poi cosi’ folto, ma che gridino molto, molto piu’ forte degli altri e alle orecchie di persone di potere.

  4. Per citare Rodotà su un altro tema caro ai cosiddetti movimenti pro-life (o no-choice, che dir si voglia): “Io non sono un appassionato dei sondaggi come guida dell’azione politica, e tuttavia partiti e persone che stanno attentissimi a mezzo punto percentuale di gradimento crescente o decrescente del Partito democratico e del suo segretario, girano la testa dall’altra parte, di fronte a sondaggi che ci dicono che il 79% degli interpellati è dalla parte di Eluana e di suo padre, che l’83% ritiene che la Chiesa debba parlare alle coscienze e non imporre comportamenti ai legislatori. C’è dunque una cecità politica in questo momento, perché anche in una situazione nella quale il favore dell’opinione pubblica è così forte, il Partito democratico è paralizzato dalle sue frange interne. ” (http://temi.repubblica.it/micromega-online/testamento-biologico-rodota-si-va-verso-legge-anticostituzionale/)

  5. A proposito di fondamentalismi e violenza può essere molto interessante una attenta lettura di questo appello, che seppure velatamente fa uso azzardato di questi atteggiamenti. Alcuni spunti.
    L’utilizzo di un aggettivazione di scarso significato come “ non propriamente democratiche”, per accorpare Forza Nuova alle altre organizzazioni; E’ uno stratagemma retorico infido, tra l’altro utilizzato e abusato spesso per screditare manifestazioni spesso di natura diversa, vedi per es. Genova.
    Parificare “le parole e i valori messi in piazza” da questa manifestazione, come gli stessi che uccidono le donne” è un accusa assurda, insostenibile e arbitraria, frutto solo della cieca volontà di delegittimare.
    Associare la famiglia al femminicidio è una stupida e pericolosa tautologia, la famiglia, come la donna, è parte lesa, e nel momento in cui avviene il femminicidio o la violenza viene infatti distrutta.
    Con molta discrezione, aggiungo che evocare la morte tragica di una giovanissima ragazza avvenuto più di trenta anni fa , e in nome di questo, appropriarsi di spazi, date, diritti eccezionali al manifestare, mi sembra un utilizzo troppo disinvolto e arbitrario di una tragedia umana.
    E infine l’appello conclusivo con cui con forza si chiede che Domenica 12 maggio ci sia un unico corteo. Un unico corteo. Come il pensiero unico e totalitario che si intende imporre anche impedendo legittime manifestazioni. Alla faccia dei fondamentalisti.
    ciao,k.

  6. A proposito di fondamentalismi e violenza può essere molto interessante una attenta lettura di questo appello, che seppure velatamente fa uso azzardato di questi atteggiamenti. Alcuni spunti.
    L’utilizzo di un aggettivazione di scarso significato come “ non propriamente democratiche”, per accorpare Forza Nuova alle altre organizzazioni; E’ uno stratagemma retorico infido, tra l’altro utilizzato e abusato spesso per screditare manifestazioni spesso di natura diversa, vedi per es. Genova.
    Parificare “le parole e i valori messi in piazza” da questa manifestazione, come gli stessi che uccidono le donne” è un accusa assurda, insostenibile e arbitraria, frutto solo della cieca volontà di delegittimare.
    Associare la famiglia al femminicidio è una stupida e pericolosa tautologia. La famiglia, come la donna, è parte lesa, e nel momento in cui avviene il femminicidio o la violenza viene infatti distrutta.
    Con molta discrezione, aggiungo che evocare la morte tragica di una giovanissima ragazza avvenuto più di trenta anni fa , e in nome di questo, appropriarsi di spazi, date, diritti eccezionali al manifestare, mi sembra un utilizzo troppo disinvolto e arbitrario di una tragedia umana.
    E infine l’appello conclusivo con cui con forza si chiede che Domenica 12 maggio ci sia un unico corteo. Un unico corteo. Come il pensiero unico e totalitario che si intende imporre anche impedendo legittime manifestazioni. Alla faccia dei fondamentalisti.
    ciao,k.

  7. Stimo Rodotà e sono laicissima. Ma non condivido l’affermazione citata da Barbara (“…la Chiesa debba parlare alle coscienze e non imporre comportamenti ai legislatori”).
    Una religione è libera di predicare quel che vuole (purché legale, si capisce). La responsabilità spetta ai legislatori, i quali – “sudditi”del papato piuttosto che rappresentanti dello stato laico – impongono ai cittadini, credenti e non, norme confessionali.
    La chiesa, nell’esercitare l’ ingerenza politica, in certo senso si dimostra incapace di dirigere le coscienze dei suoi fedeli, che vorrebbe controllati ope legis.
    Sui temi “sensibili” la legislazione ovviamente consente, non obbliga. Che i credenti si astengano da ciò che contrasta con la loro fede e lascino i laici a vedersela con la propria coscienza.

  8. Anch’io, come virginialess, nel caso il mio ateismo fosse sbagliato preferirei andare all’inferno sulle mie gambe, piuttosto che in paradiso in manette scortato dai carabinieri.

  9. @ Virginia
    La legge prevede che un medico possa diventare obiettore in qualunque momento. Quindi, anche se ci fossero delle quote solo per “non obiettori” (e non so neanche se sarebbe costituzionale: non è polemica proprio non lo so) nessuno garantisce che, appena assunti, modifichino il loro orientamento. -(
    Se i tempi non fossero così cupi, bisognerebbe rimettere mano ad alcuni aspetti della 194: ma chi di noi se la vuole rischiare? Temo infatti si finirebbe per peggiorare le cose.

  10. Domenica scorsa, alla fine della messa il parroco ha invitato tutti ad andare a firmare, davanti alla porta della Chiesa, in favore di una legislazione europea più attenta ai “diritti del nascituro e rispettosa della vita”; e lì subito il capannello di uomini e donne entusiasti di firmare “per la vita”. E io intanto ribollivo di rabbia.. Avrebbero firmato lo stesso se il parroco avesse detto chiaramente “Contro la legge sull’aborto”? Non credo.
    Poi, in macchina le miei figlie di 7 e 8 anni mi hanno sentito commentare con rabbia, insieme a mio marito, e mi hanno chiesto spiegazioni. Non è stato facile, ma le loro domande mi hanno aiutato a chiarire la mia posizione di donna, madre, cattolica, laica.. nonostante tutte le contraddizioni..:
    – Voi sapete che a volte una donna che resta incinta “perde” il bambino quando è ancora nella pancia, vero? Quello si chiama “aborto”. In Italia è possibile anche che sia la donna a scegliere di non avere il bambino, se non lo vuole, quando non è ancora formato completamente nella sua pancia: può andare in ospedale e i medici la aiutano a non averlo più, mentre tanto tempo fa questo non era possibile e le donne che provavano da sole a non avere il figlio rischiavano di morire. Chi crede in Dio pensa che questo non sia giusto, perché la vita del bambino comincia già quando il semino del papà incontra l’ovetto della mamma; per questo oggi raccoglievano le firme: per vietare gli aborti. Io però non sono d’accordo!
    “Ma avere un bambino è bello!!!”, hanno obiettato loro, naturalmente..
    – Certo che lo è, e io non vorrei mai abortire, ma non possiamo obbligare anche chi non è cristiano a fare per forza quello che pensiamo noi. Non possiamo dire ad una donna “Questo figlio devi averlo per forza”, anche se lei non crede in Dio o per qualunque motivo non vuole o non può averlo. Possiamo provare a convincerla, dirle quello che pensiamo, rassicurarla, e soprattutto offrire il nostro aiuto per quando ci sarà il bambino, perché non sempre è facile fare la mamma… Ma non è giusto obbligare una donna a diventare mamma, se lei non vuole…
    Ma mi è rimasta addosso l’angoscia di immaginarmele giovani donne, in questo paese che stiamo disegnando per loro..

  11. Sono fuori tema ma non so dove postare. Sulla violenza alle donne. Vedi un po’ come si può sfruttare questo “filone”. Se in giro ci sono sempre più spesso donne picchiate e violentate dal maschio di turno ecco l’idea della vendetta. Più precisamente “Le vendicatrici”, un ciclo di quattro libri (addirittura) a firma di Massimo Carlotto e Marco Videtta per Einaudi Stile Libero. Da qui a novembre. Senza commento.

  12. @barbara. Certo, l’obiezione può essere espressa in ogni momento. Mi chiedevo (ma di sicuro ci sarà qualche impedimento) se il personale assunto per un ruolo specifico non perda automaticamente il posto qualora non voglia/possa più svolgerlo per motivi di coscienza.
    Quale esempio limite, consideriamo il boia, in uno dei democratici stati USA che prevedono la pena di morte. E’stato ingaggiato per praticare esecuzioni capitali, ma a un certo punto ha una crisi di coscienza che glielo impedisce. Viene addetto all’infermeria?

  13. Lotti, a me il progetto letterario di Carlotto e Videtta sembra legittimo e rispettabile (e Carlotto non mi sembra uno che scrive solo e unicamente per sfruttare il “filone” ma perchè vuole davvero raccontare quella storia) così come è legittimo raccontare in vari modi la vendetta (e di come essa possa in certi casi fare da tramite alla giustizia) cosa di cui peraltro la narrativa si è sempre occupata come si occupa di tutto ciò che riguarda gli esseri umani.
    Poi personalmente le storie di vendetta mi intrigano

  14. “Temo infatti si finirebbe per peggiorare le cose.”
    Con i dovuti mezzi, una modifica, se non un’abrogazione, dell’articolo 9 della L.194/78, è possibile. Ma c’è bisogno di informare a tappeto tutto il paese. Il punto è questo, preparare il terreno. Ogni giorno.
    “La chiesa, nell’esercitare l’ ingerenza politica, in certo senso si dimostra incapace di dirigere le coscienze dei suoi fedeli, che vorrebbe controllati ope legis.”
    D’accordissimo.

  15. Caro Paolo
    ti rispondo con ritardo per via di questo stramaledetto computer che fa le bizze. Il progetto di Carlotto e Videtta è senz’altro legittimo. Tra l’altro conosco Carlotto come scrittore e non ho niente da ridire. Si tratta solo di sensazione personale. Di fronte ad una vera e propria tragedia femminile capisco e condivido il libro della Lipperini e similari, mentre mi lascia perplesso una “programmazione” come questa che mi dà l’idea di uno “sfruttamento” un po’ vigliacchetto. Magari non lo è, come dici tu, e mi sbaglio ma la sensazione personale è spiacevole. Poi ognuno scriva quello che vuole.

  16. In una discussione sull’aborto, biasimando il fatto che in Italia i medici abbiano possibilità illimitata di obiezione di coscienza, interviene Viriginialess che a riguardo si esprime con questa curiosa allegoria ” …consideriamo il boia, in uno dei democratici stati USA che prevedono la pena di morte. E’stato ingaggiato per praticare esecuzioni capitali, ma a un certo punto ha una crisi di coscienza che glielo impedisce. Viene addetto all’infermeria? “..
    Ecco la volevo segnalare questa associazione , non vorrei la leggesse qualcuno dei “fondamentalisti”…
    ciao,k.

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