A VOLTE RITORNANO, E LEGGETE

Era il 12 gennaio 2012. L’eteronima e Giovanni Arduino avevano la consuetudine di scrivere ogni tanto un post a quattro mani, scambiandoselo via mail. All’epoca, nessuno dei due aveva idea che On writing sarebbe stato ristampato, evidentemente. Eppure, lo amavano entrambi. Ecco, dopo quattro giorni di diretta da Più Libri Più Liberi e dopo il ciclico avvitamento critico su cosa va letto e cosa no, mi viene voglia di recuperare questo post. Perché sì.
Buttate i manuali. I manuali di scrittura creativa. Di “narratologia” (virgolette obbligatorie). Di gente che non ha mai scritto un romanzo, di sceneggiatori che hanno sfornato due copioni nei tardi Sessanta/Settanta. Bruciateli. Affogateli nel cesso. Assicuratevi che non lo intasino. Leggete. Tutto. Di tutto. Il più possibile. Onnivori. Libri. Narrativa. Saggistica. Fumetti. Giornali. Guide turistiche. Foglietti illustrativi dello sciroppo per la tosse e dell’ansiolitico. Non importa se su rete, su carta. Su pc, su e-reader, su tablet, sulle pareti della vostra stanza da letto dove minacciosi caratteri cuneiformi compaiono ogni santo mattino come per magia (una sola domanda: ma dove accidenti vivete?). Guardate film. Serie televisive, cartoni animati compresi. Spettacoli teatrali. Giocate ai videogiochi. Impegnatevi nei giochi di ruolo, nei MMORPG, nei LARP, nel cosplay. Giocate ad acchiapparella. A nascondino. A Magic. A quello che volete. Ascoltate musica, tutta, o almeno assaggiatela, da Rob Zombie a Mozart passando attraverso Rihanna e i Ramones e J-Ax . Mangiate frutta fresca e non solo sciroppata (questa può essere una metafora, ma anche no). Leggete ancora. Leggete di più. Siate curiosi. Sempre. Curiosi e informati: quello che gli altri non vogliono farvi sapere è esattamente quello che dovete sapere. Leggete On Writing di Stephen King. Vi sembra un bignamone buono a tutti gli usi? Non secondo noi, ma sicuramente è pratico e facile da seguire e da applicare (fornisce semplici strumenti). Vi sembra (anche) un’autobiografia? Certo, ma la vita non si scinde dalla scrittura e viceversa. Di conseguenza: vivete. Vivere non significa prendersi una storta tutte le sere: come spesso ripeteva il mai troppo compianto Beniamino Placido, Charles Bukowski puppava litri di alcol ma era in primis uno scrittore. Per vivere, a volte, basta fare il classico giro  dell’isolato. Leggete. Guardate. Toccate. Ascoltate. Annusate. Leccate (sì, così, esattamente, anche se vi fa ridere: leccate, possibilmente non i posteriori altrui). Se volete, a On Writing aggiungete Come si diventa autore di fumetti di Alfredo Castelli e Silver (scaricabile da qui previa registrazione: come è facile evincere dal titolo, è incentrato sulla sceneggiatura di fumetti, è un po’ datato in alcuni –pochi- punti, ma tratta comunque di narrazione, è molto pratico e pieno di buon senso ed è assolutamente gratis, il che non guasta mai; per chi non lo sapesse, ma ne dubitiamo, Alfredo Castelli è una colonna del fumetto italiano, creatore di Martin Mystére e non solo, mentre Silver è la mente dietro Lupo Alberto, una delle prime strip italiane). Di nuovo: leggete. Non basta. Di nuovo. Sottoponete i vostri scritti a chi si sta impegnando nella vostra stessa fatica. A un perfetto estraneo di cui vi fidate, anche conosciuto su un blog, su twitter, su tumblr, su facebook, su anobii, su goodreads, al bar sotto casa. Agli altri partecipanti di qualsiasi vostra comunità virtuale o meno. Ai vostri soci fanficciari, se li avete. Considerate critiche e obiezioni ed eventuali complimenti. Prima di sganciare anche solo due soldi per un parere che si presume professionale, valutate bene chi vi sta chiedendo quei soldi o a chi intendete rivolgervi  (controllate curricula, esperienze pregresse in campo editoriale e non, informazioni verificabili e reperibili in rete).  Leggete. Leggete. Leggete. Quello che vi piace e quello che pensate non potrebbe mai piacervi (le sorprese inaspettate sono spesso fantastiche). Non abbandonate On Writing, non abbandonate Castelli & Silver, non abbandonate un buon manuale di grammatica, ortografia e sintassi e un ottimo vocabolario (non ridete, sono utili). Molto probabilmente per il lavoro sporco non vi servirà altro.  Scoprite se possedete o meno quello che un autore italiano magnificamente definisce “il senso della frase”: sì,  noi purtroppo riteniamo che scrittori un po’ si nasca, che volete farci. Siate impietosi con voi stessi. Ricordate che di scrivere mica ve l’ha ordinato il medico. Ricordate che scrivere non è sempre un piacere o non è detto che  debba esserlo. Ricordate che la distinzione tra genere e letteratura è una fanfaluca. Ricordate che a parlare in toni critici e sarcastici di scrittura ombelicale è solo e soprattutto chi non ha un ombelico interessante. Ricordate che queste sono le nostre opinioni in proposito, quindi fallibili, ma vivaddio pratiche, o almeno lo speriamo. Se volete che continuiamo per  e su questa strada, in modo (e lo ripeteremo fino alla nausea) pratico e con una certa dose di buon senso, forse rischiando la banalità, basta un cenno nei commenti. Nel frattempo, indovinate un po’, leggete.

2 pensieri su “A VOLTE RITORNANO, E LEGGETE

  1. Gentile Loredana, dopo aver trascorso anni ad ascoltare la sua voce alla radio, ed averla vista dal vivo nelle diverse edizioni di Più libri, più liberi, mi decido a scoprire il suo blog. Attirata, tra le molte cose, dalla sua passione – da me del tutto condivisa – per Stephen King. Questo post sulla scrittura, “via-on-writing” è utilissimo ma terrificante. Scrivere richiede davvero una devozione e una disciplina incredibili, ed imperativo è questo elemento fondamentale, cioè sapere bene di che cosa si vuole parlare, che cosa si vuole raccontare, avere Idee. La mia straordinaria ammirazione per gli scrittori deriva dal fatto che invidio la loro capacità di avere idee, non soltanto immagini, o abilità con lessico e costrutti, dettaglio non irrilevante che persone senza talento come me scoprono tristemente di non avere. Scrivere mette duramente e ferocemente alla prova la consapevolezza che uno ha di se stesso, perchè quando provi a raccontare, ecco che ti accorgi che ciò che pensavi fosse una buona storia non regge. Una buona idea sta a galla anche se descritta in modo grossolano, non crede? Quindi tanti come me resteranno Lettori, invidiando e ammirando i pochi di voi che sono scrittori-restando-anche-e-sempre-Grandi-Lettori…
    Stephen King disse: “E’ la storia, non colui che la racconta.” (Stagioni Diverse, “Il metodo di respirazione”).
    Un caro saluto, da una fedele ascoltatrice (e, presto, anche fedele lettrice)

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