AGGIORNARE I GIORNALISTI CON IL PRINCIPE COLONNA, SANZIONARE CHI RACCONTA GAZA

Matteo Nucci è uno dei pochi giornalisti e autori che in questi mesi ha scritto di Gaza (ha scritto giusto ieri sul Manifesto un articolo bellissimo, che è qui). Ma non solo: ogni volta, i suoi reportage dalla Grecia negli anni della crisi mi hanno fatto riflettere e imparare.
Oggi, su Facebook, ha rievocato gli anni in cui collaborava regolarmente al Venerdì e Attilio Giordano, allora direttore, davanti all’amatriciana della trattoria della Signora, discuteva di giornalismo. “arrivavano a tavola monumenti della professione. Paolo Rumiz, quando passava da Roma. Luca Villoresi, grandissimo cronista di strada della prima “Repubblica”. Mario Dondero, fotografo di una dolcezza inarrivabile. E molti altri. Oltre ovviamente agli uomini e alle donne del giornale. Su tutti, Ettore Boffano, Cristina Guarinelli e Piero Melati”.

Bene, arriva a Nucci un provvedimento di censura da parte del consiglio di disciplina dell’ordine dei giornalisti del Lazio. E’ un richiamo formale per non aver seguito i corsi di aggiornamento. Commenta Nucci:

“Le leggi di cui parlo sono quelle che potremmo definire deontologiche, o anzi morali. Non le ho mai dimenticate. E in questi ultimi venti mesi mi hanno guidato e ispirato e spinto a scrivere tutti gli articoli che ho pubblicato su una vicenda mostruosa di cui all’inizio pochi volevano dire e su cui pochissimi volevano usare le parole giuste. Trovare qualcuno che anche solo immaginasse di pubblicare i miei articoli è stata dura. Ma ho sempre tenuto in mente le lezioni che avevo ricevuto dalla Signora e ho sempre pensato a Attila che avrebbe detto “me ne batto il culo io, scrivo quel che è giusto scrivere, sennò che lo faccio a fare questo lavoro?” Avrebbe detto di peggio, certo, mentre i giornalisti di Gaza venivano uccisi come mai prima e ancora vengono decimati, proprio per evitare che facciano il loro mestiere. Mi sembra straordinario dunque che in questi giorni, come altri iscritti all’Ordine dei Giornalisti, le cui regole ho sempre cercato di seguire con assoluta passione e coerenza, io riceva una lettera di CENSURA, per non aver seguito i corsi di aggiornamento, fra cui le lezioni di deontologia che evidentemente hanno ispirato gli iscritti italiani all’Ordine con costanza e rigore in questi ultimi tempi”.

Dal momento che sono una persona curiosa, e non più iscritta all’ordine da una decina d’anni, sono andata a guardarmi i temi dei corsi di formazione del Lazio, che danno diritto ai relativi crediti.

Gennaio 2024

“100 anni di Italo Calvino. Un talento giornalistico inespresso”. Con tutto l’amore inesauribile per Calvino, non mi sembra che la formazione di un giornalista passi per il “talento inespresso” di Italo.

Marzo 2024

“Comunicare le trasformazioni del lavoro” in collaborazione con il CNEL. Con i saluti di Renato Brunetta.

Ma anche:

“La salvaguardia dei libri, dal Salone Monumentale alla Biblioteca della Camera dei Deputati”. Ora, sulla salvaguardia dei libri ci sarebbe moltissimo da dire, ma ho come la sensazione che non intendiamo la stessa cosa. Andiamo avanti.

Dicembre 2024

“La Biblioteca segreta nella Sala della Crociera al Collegio Romano: la deontologia professionale nel Giornalismo Culturale – esperienze e temi”. Non esattamente sullo stato delle biblioteche italiane, direi. Anche perché, si legge, l’offerta formativa consente “ai colleghi di essere in regola e rispettare l’obbligo di legge e, al contempo, di poter usufruire di preziose occasioni per conoscere siti artistici e culturali di grande valore”. Bellissimo, bravi, bene, avremmo qualche problemino di diversa natura, in materia.

Febbraio 2025

“Roma artista. Come i mass media raccontano la capitale della cultura e i talenti artistici al femminile”. Con tutto l’amore per le pittrici del XVI secolo a Roma, magari, anche qui, avremmo diverse priorità.

Marzo 2025

“Roma, dai Colonna alla grande bellezza”, Relatore di eccezione leggo, “Enrico Vanzina, regista e scrittore iscritto al nostro ordine. Vanzina ha dato vita a un viaggio attraverso ricordi personali, storie, aneddoti e fatti di cronaca che hanno descritto la Capitale e i romani tra vizi e virtù. A fare da cornice le vicende legate allo storico Palazzo Colonna, narrate dal principe Prospero Colonna, gentilissimo padrone di casa di un palazzo che ha segnato la storia di Roma”.

Le regole sono regole, e va bene. Ma credo che chiunque possa imparare molto di più dagli articoli di Nucci che da uno solo di questi corsi obbligatori. Che, come si vede, non danno conto delle enormi difficoltà in cui versa oggi la professione di giornalista, e di come in moltissimi casi (con le solite virtuose eccezioni) non restituisce quello che avviene nel mondo (si pensi ancora a Gaza, “scoperta” negli ultimi venti giorni).
Certo, l’automatismo della sanzione è impeccabile e non contestabile. Ma è contestabile tutto il resto.  Sennò, come avrebbe detto l’amato e indimenticato Attilio Giordano, che lo si fa a fare questo lavoro?

 

3 pensieri su “AGGIORNARE I GIORNALISTI CON IL PRINCIPE COLONNA, SANZIONARE CHI RACCONTA GAZA

  1. Iscritto all’Ordine della Lombardia ho una curiosità: sono tutti così i corsi del Lazio? Anche “da me” ho visto delle scelleratezze, ma anche altro. Detto questo mi chiedo, dopo 40 anni di professione, se la deontologia si possa aggiornare (o addirittura insegnare) attraverso corsi di 4 ore, magari in modalità e-learning. Tutto si riduce, spesso, all’aggiornamento sugli aspetti normativi e legali. Un po’ poco, molto inutile.

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