ALL PASSION SPENT

Stralci del resoconto stenografico dell’Assemblea del 28 aprile 2015. Camera dei Deputati.
MARIA ELENA BOSCHI, Ministra per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. Presidente, onorevoli deputati, a nome del Governo, autorizzata dal Consiglio dei ministri pongo la questione di fiducia sull’approvazione, senza emendamenti né articoli aggiuntivi, degli articoli 1, 2 e 4 della proposta di legge n. 3-bis-B ed abbinate (Commenti dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente, Sinistra Ecologia Libertà, Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini e Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale). ..
PRESIDENTE. Per favore, per favore deputati, lasciate concludere la Ministra (Proteste dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente, Sinistra Ecologia Libertà, Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini e Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale) !
MARIA ELENA BOSCHI, Ministra per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. … recante disposizioni in materia di elezione della Camera dei deputati, nel testo della Commissione identico a quello modificato dal Senato (Vive Proteste dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente, Sinistra Ecologia Libertà, Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini e Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Per favore !
MAURIZIO BIANCONI. Vergogna !
PRESIDENTE. Deputati, per favore. Deputato Bianconi, deputato Bianconi, la richiamo all’ordine !
MAURIZIO BIANCONI. Fate schifo !
ARTURO SCOTTO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Allora, se ci sono interventi, io darò la parola ad un deputato per gruppo, poi ci sarà alle ore 16 la Conferenza dei presidenti di gruppo.
Presidente Scotto, prego, ne ha facoltà.
ARTURO SCOTTO. Grazie, Presidente. Signora Ministra, questo è un intervento che non avrei mai voluto pronunciare (Commenti).
PRESIDENTE. Colleghi, per favore, è possibile mantenere tutti la calma (Commenti dei deputati dei gruppo MoVimento 5 Stelle) e consentire a chi chiede la parola di parlare ? Per favore, per favore colleghi, poi darò la parola ad uno per gruppo, adesso lasciamo il deputato Scotto parlare.
(…)
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato La Russa. Ne ha facoltà.
IGNAZIO LA RUSSA. Presidente, prendo la parola come relatore di minoranza e credo che questo consentirà poi al mio gruppo di usufruire del tempo…
PRESIDENTE. No, guardi, no.
IGNAZIO LA RUSSA. Questo lo interpreterà lei. Capisco che in un clima restrittivo, perché fare parlare due per due motivi diversi ?
PRESIDENTE. No, ci sono delle regole per tutti.
IGNAZIO LA RUSSA. È meglio un minuto ciascuno.
PRESIDENTE. Se lei parla per il suo gruppo, va bene.
IGNAZIO LA RUSSA. È meglio un minuto ciascuno, poi lo deciderà dopo. Adesso, io sto parlando come relatore di minoranza.
PRESIDENTE. No, come relatore no.
IGNAZIO LA RUSSA. Si interrogherà.
PRESIDENTE. Se lei parla per il gruppo, io sono felice di darle la parola, ma è uno per gruppo.
IGNAZIO LA RUSSA. Uno per gruppo…
PRESIDENTE. Quindi, prego per il suo gruppo.
IGNAZIO LA RUSSA. … e tutti per uno, cioè per Renzi, immagino.
PRESIDENTE. Questo lo lascio decidere a lei.
IGNAZIO LA RUSSA. Lei anche, per prima.
PRESIDENTE. Questo lo lascio decidere a lei, per chi sta.
IGNAZIO LA RUSSA. Bene, bene, bene, adesso comincio a capire quali sono le regole.
(…)
PRESIDENTE. Allora, colleghi, vi darò delle delucidazioni in merito a questo punto, circa la possibilità per il Governo di ricorrere alla questione di fiducia sulla legge elettorale, dato che questo mi pare il punto più saliente.
Al riguardo, ricordo che, nel nostro ordinamento, il Governo può, per prerogativa costituzionale, porre in ogni fase del procedimento legislativo la questione di fiducia, individuandone l’oggetto, ciò in quanto attraverso la votazione fiduciaria esso mette in discussione la propria responsabilità politica nei confronti della Camera e, dunque, anche la propria permanenza in carica.
Alla luce di tale principio, i casi di esclusione – di esclusione – della facoltà di porre la questione di fiducia che, come è noto a tutti in quest’Aula, sono individuati dall’articolo 116, comma 4, del Regolamento, non possono che essere di stretta interpretazione. Dal momento che tale disposizione non prevede tra le materie escluse quella elettorale, la Presidenza, senza entrare nel merito di valutazioni sull’opportunità politica del voto di fiducia (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), non può che ammettere, da parte del Governo, l’esercizio di tale prerogativa costituzionale (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
DIEGO DE LORENZIS. Collusa !
PRESIDENTE. Deputato De Lorenzis, la richiamo all’ordine. Lei non può esprimersi in questo modo nei confronti della Presidenza ! Lei ne dovrà rispondere !
DIEGO DE LORENZIS. Ne risponderò.
PRESIDENTE. Benissimo (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Continuate con insulti perché non sapete argomentare, dunque insultate pure, insultate, liberi di insultare. Io sto dando motivazioni ad una scelta, e voi come rispondete ? Con l’insulto. Complimenti ! Se posso continuare, sempre con le motivazioni, se vi interessa, altrimenti io posso anche evitare di farlo.
ROBERTO FICO. Non lo fare !
ALESSANDRO DI BATTISTA. Non le dare. Metti la ghigliottina !
PRESIDENTE. Deputato Fico, io sto cercando di dare delle spiegazioni, che mi sono state richieste. È chiaro ? Dovete permettere alla Presidenza di spiegare quello che è stato richiesto.
Intervista a Martha Nussbaum, dicembre 2013
“Chi fa politica spesso considera le emozioni come un aspetto estraneo
all’ attività pubblica, lasciando il monopolio delle spinte emotive alle forze populiste. È un errore che chi lotta per la giustizia non dovrebbe commettere”.
Paolo Fabbri, da Il Verri, 2014
(…) non siamo più alla contestazione, al dibattito grammaticalizzato, rituale e ammodo; siamo nel ribollente spazio pubblico della polemica e della diatriba virulenta. A quella vis polemica che Gadda qualificava: “salivose erogazioni della inanità verbace“. Non miriamo, come nei campi elisi di Habermas, alla persuasione e al consenso, ma al diverbio e al dissenso. Anche gli imparziali hanno un loro partito. Siamo oltre la satira che è sermone e la parodia che è gioco. Qui non si scherza e si non danno lezioni, si procurano lesioni.
Elenco degli insulti rivolti da commentatori cinquestelle a una giornalista, letti ad alta voce, per solidarietà, da alcuni colleghi:
Allucinata, alterazione ormonale, brigatista, befana del nuovo millennio, brutta di lingua, ergastolana, esodata, galeotta, gemella albina di Kienge, martello sui denti, non signora, sguardo di trota pescata con la bomba, scolapasta scassato, stampo per fare i cessi nelle stazioni ferroviarie, ruzzola, satana (o figlia del demonio), sgorbia, vomito in fotografia, turca, batterio fecale scaduto, bertuccia, civetta con occhiali, cozza, gufa, larva addormentata, lucertola, oca, pantegana infoiata, pappagallo ammaestrato, parassita, pidocchiosa, pipistrello, pulce, rospo, scorfano, scrofa, troia, topa, vacca, verme, zecca, muori merda, crepa, datti fuoco, fatti fottere da un somaro, impiccati, sparati merda nelle vene, vai a lavorare, a zappare, ammazziamola, diamole fuoco, impicchiamola, sopprimiamola, tagliamola a pezzi,  da eliminare, da lapidare, ai lavori forzati, al patibolo, a pulire i cessi, al rogo, alla sedia elettrica subito, un metro di corda, ospizio subito, pena di morte.

Graziella Priulla, Parole tossiche, Settenove (again)

(…) il gentese (la lingua dell’uomo della strada) ha traslocato la pernacchia e il grugnito in sedi ufficiali. I sociologi parlano di “rispecchiamento”, ma il problema è che l’uomo comune da rispecchiare è concepito come un buzzurro (…). La tecnica di antica memoria dell’esaltazione della folla si attua per mezzo di invettive e di provocazioni, allo scopo di ottenere visibilità e consenso prima, al mero scopo di eccitare il pubblico poi”.
Nota Bene. Personalmente trovo terribile la decisione di porre la fiducia sull’Italicum, come trovo terribili molte cose che stanno avvenendo in questi giorni. Mi rifiuto però di considerare secondario il modello che si offre in quanto personaggi pubblici, al Parlamento e altrove.

3 pensieri su “ALL PASSION SPENT

  1. Le due cose non sono slegate. Se il dibattito pubblico (e quello istituzionale, purtroppo) non fossero di questo tipo, se chi li anima fosse portatore di una migliore qualità umana e intellettuale, non sarebbe un giochetto così elementare porre la fiducia su una legge che per sua natura dovrebbe essere condivisa, riguardando il campo stesso in cui si deve giocare la partita. Ma se il livello dell’opposizione è quello che emerge da questo florilegio di contumelie, come aspettarsi che chi vi ricorre abbia poi le capacità politiche per evitare di farsi mettere all’angolo?

  2. È la prefigurazione del prossimo dibattito elettorale, al fondo della notte di una deriva che inutilmente era stata individuata, descritta, denunciata da molti – uno fra tutti, il Calvino delel “Lezioni americane”: «Alle volte mi sembra che un’epidemia pestilenziale abbia colpito l’umanità nella facoltà che più la caratterizza, cioè l’uso della parola, una peste del linguaggio che si manifesta come perdita di forza conoscitiva e di immediatezza, come automatismo che tende a livellare l’espressione sulle formule più generiche, anonime, astratte, a diluire i significati, a smussare le punte espressive, a spegnere ogni scintilla che sprizzi dallo scontro delle parole con nuove circostanze».
    Un altro, con più attinenza al linguaggio della discussione politica: Javier Marías, “Brutta e povera Italia” (si, col titolo in italiano), su “El País” del 18 maggio 2008: «Quello che sta succedendo in Italia – e prima in Polonia, con i gemelli Kaczynski – è molto preoccupante. Siamo in presenza di politici vincenti che hanno abbattuto la frontiera tra ciò che si può e ciò che non si può dire in pubblico. Hanno scelto di parlare e comportarsi come molti dei loro elettori, con la differenza che questi possono farlo solo in privato. Una forma superiore di demagogia consiste nel non limitarsi a dire al popolo quello che questi desidera sentire, ma addirittura nell’adottarne i discorsi e il vocabolario brutale che fino a ieri erano confinati solo nel privato, e in tal modo legittimarli. “Quello che tu dici a bassa voce io lo dico ad alta voce, davanti alle telecamere e ai microfoni, e così ti autorizzo e ti adulo. Guarda: io sono in tutto e per tutto come te, e per di più non mi nascondo. Non nasconderti neanche tu: vieni fuori, e votami!”». (l’integrale qui).
    Ciò che trovo agghiacciante non l’esistenza di forze politiche, di “governo” e di “opposizione”, che sottraggono argomenti e ragionamenti alla società (sterilizzando la funzione quantomeno propulsiva delle minoranze attive) per tradurli in parole povere dette con la voce grossa, alla Fallaci (come conclude Fabbri nel suo saggio che viene qui citato).
    Agghiacciante è che questo contesto venga per un verso ampliato da chi ha la responsabilità di governo – non solo con le proprie pratiche e retoriche, ma soprattutto con la creazione di una legge elettorale che agisce, già ora che è solo scritta sulla carta, come promotore di questa nefasta aloghia politica, in un perverso circolo vizioso – e dall’altro ignorato dagli stessi nel non comprendere che queste, mostrate ieri per l’ennesima volta, saranno le condizioni nelle quali si svolgerà un arengo politico nel quale gli elettori, non potendo essere altro che spettatori ai quali si chiede una mera alzata di mano, sostituiranno l’esercizio critico con il tifo sugli spalti.

  3. toni da bassissimo impero. Conviene aprire le porte e metterci comodi aspettando il rinascimento senza lasciarci spaventare. Molti sono cani da pagliaio(altri mi preoccupano un po di più, e spesso non sono nemmeno mascherati da poltergeist come quelli sopramenzionati)

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