ANAGNORISIS O DELLE RECENTI POLEMICHE FRA E SUI FEMMINISMI

“Il riconoscimento (anagnorisis), come già il termine chiarisce, è un mutamento da ignoranza a conoscenza che conduce ad amicizia oppure ad ostilità riguardo alle persone designate per il successo o l’insuccesso”. Così dice Aristotele, e così riporta Piero Boitani in un saggio squisito appena pubblicato da Einaudi, Riconoscere è un dio, che diletta il lettore sul tema dell’agnizione (per diletti più veloci, qui c’è il famoso collage di Umberto Eco sui disvelamenti più celebri: godetene).
Orbene, recuperando alcune letture recenti in tema di femminismi, sembrerebbe che molta parte dei medesimi sia stato  folgorato da un’agnizione, scoprendo che tutto quanto detto e scritto negli ultimi anni è una fesseria, naturalmente bigottissima,  e che insomma le regole del femminismo sono altre da quelle proposte (quali?) e che le neofemministe son tutte frustrate e frigide e hanno ragione quelli del Foglio a sbertucciarle. Viceversa, c’è l’agnizione opposta: accidentaccio quanto sono ingrate queste consorelle che non capiscono quello che abbiamo fatto per loro. Su tutto, la terza agnizione: quella che si manifesta molto velocemente e quasi in automatico su ogni tema che riguardi i diritti: donne, genere, ambiente. L’agnizione dell’ufficio marketing, che incamera quasi subito quanto un’istanza civile diffusa possa essere monetizzata, proponendo, che so, una bibita chilometrozero o una mutanda dallapartedelledonnecontrolaviolenza. L’ultima agnizione è ovviamente quella che, come si è scritto infinite volte, contribuisce a semplificare i discorsi complessi, a banalizzarli e infine a spegnerli, almeno fino alla prossima volta.
Come si intuisce, nessuna delle questioni che stanno a cuore ai movimenti civili di cui sopra quando sono sorti è stata risolta al momento della curva discendente: l’istanza si è consumata, anzi, quasi senza attecchire, in un gioco delle parti dove molti hanno giocato per sè e per la propria immagine, a volte con esiti individualmente soddisfacenti, dei quali ci si può rallegrare, ma che non sono certo risolutivi per coloro che si sono uniti in nome dell’istanza medesima.
In altre parole, non è stato un bel leggere. In altre parole, la brutta sensazione di femminismi usati per costruire carriere (bigotte o antibigotte, fate voi) c’è e resta. In altre parole, la catena di agnizioni si esaurirà rapidamente, e argute o puntute commentatrici scopriranno che l’ennesima battutella sui femminicidi è stantia, mentre i femminicidi, guarda un po’, continuano a verificarsi giorno dopo giorno. In altre parole ancora,  nasceranno, ed è auspicabile, altri punti di riferimento che dopo qualche tempo diventeranno il bersaglio di chi vuole prendere il loro posto e così è stato e così probabilmente sarà, e amen sorelle e fratelli.
Nel frattempo, però, sarebbe per caso il momento di scoprire (agnizione!) che ci sarebbero non poche cose da fare, al di là degli stati generali delle donne, dei convegni e dei governi rosa che delle donne se ne strainfischiano? Altrimenti lasciamo perdere a rileggiamo il Conte di Montecristo, a nostro diletto (agnizione! agnizione! agnizione!) e con minor dispendio di passioni, energie, speranze.

3 pensieri su “ANAGNORISIS O DELLE RECENTI POLEMICHE FRA E SUI FEMMINISMI

  1. Posso farti una domanda moooooolto maliziosa, Loredana? Nel caso delle agnizioni sui femminismi chi ne dovrebbe godere?
    A proposito: ben tornata!

  2. Pare che le argute commentatrici riciclino da mesi a scadenza bisettimanale variazioni minime sul tema “oh, ma se dico che una m’è antipatica è femminicidio?!”, che ormai nei bar sport del paese reale fanno sbadigliare anche le sedie. Qualcuno le avvisi che una battuta mediocre non migliora se ripetuta cento volte.

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