ANCORA UNO SGUARDO ALLO SPECCHIO

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Prendiamo Kathyrin Bigelow.
Fatevi un giro per la rete, o consultate i giornali, e leggete i commenti. La donna che gira film “come un uomo”. La donna premiata con l’Oscar solo perchè la cerimonia cadeva l’8 marzo. Prevedibile, giusto?
Prevedibili anche i servizi sull’età, l’aspetto fisico e i segreti per mantenersi in forma.
Prevedibile, il tutto, ma esasperante. E’ come se le donne che raccontano storie dovessero necessariamente concentrarsi su vicende sentimentali, più o meno approfondite, dal momento che si presume che il loro pubblico sia costituito da donne e che le donne medesime non intendano affatto sentir parlare di guerra, ma solo – prevedibilmente – d’amore.
Prendiamo, infatti, Lucetta Scaraffia.
Sull’Osservatore Romano scrive: “Nelle dolorose e vergognose situazioni in cui vengono alla luce molestie e abusi sessuali da parte di ecclesiastici su giovani a loro affidati, possiamo ipotizzare che una maggiore presenza femminile non subordinata avrebbe potuto squarciare il velo di omerta’ maschile che spesso in passato ha coperto con il silenzio la denuncia dei misfatti’.
E perchè? Perchè “le  donne, sia religiose che laiche, sarebbero per natura piu’ portate alla difesa dei giovani in caso di abusi sessuali, evitando alla Chiesa il grave danno che questi colpevoli atteggiamenti le hanno procurato’ .
Per natura. Come no.

21 pensieri su “ANCORA UNO SGUARDO ALLO SPECCHIO

  1. d’accordissimo sulla prima parte
    però non ho capito bene il ragionamento per cui trovi non condivisibile l’affermazione dell’Osservatore romano: o non l’ho capita bene fino in fondo o mi sembra che sia una bella affermazione dire che se comandasse qualche donna in più nella Chiesa il mondo del potere ecclesiastico ne trarrebbe un grande giovamento; anche io sono insofferente alle cose che mi vengono attribuite “per natura” però nel caso della pedofilia qualche differenza di genere mi sembra ci sia

  2. Su col morale, Loredana, il cambiamento è dietro l’angolo!
    Ora anche il nostro machomachopremier imbastisce narrative d’amore!
    😉
    (seriamente, e che ti puoi aspettare che LS scriva oggi sull’OsRomano per il pubblico dell’OsRomano?)

  3. Ho sempre adorato la Bigelow, dal “Buio si avvicina”, periodo in cui i vampiri non avevano rigurgiti setimetal/pruriginosi.
    L’ho amata anche quando ha diretto una storia sentimentale fuori dagli schemi, “Il mistero dell’acqua”.
    Ho trovato “The Hurt Locker” un film estremamente raffinato, che non si avvaleva di tante furbizie largamente usate. Se lo guardate, fate attenzione all’assenza di musica nelle esplosioni.
    Mi hanno dato fastidio, un enorme fastidio, i commenti del giorno dopo.
    Calcare così tanto su “l’unica domma che fa film come un uomo”.
    Che cosa vuol dire?
    La mia personale interpretazione è: “la domma, per sua natura, non sa rappresentare il maschile in modo credibile”.
    Se facciamo un salto ulteriore, la Bigelow gira pellicole d’azione quindi di genere, il risultato è “La donna non ha la capicità di rappresentare il maschile in un genere a alto tasso di testosterone”
    E se una donna lo fa, diventa “l’unica donna che…”, e il gioco è fatto rientra in una bella casella dall’altra parte della sponda.
    Però le sponde non esistono, vengono create per svariati tipi di esigenze, ma alla fine questo sistema rende difficile, alle donne, attraveresare questo fiume virtuale.

  4. Ilse ha ragione sulla pedofilia: c’è un forte gap di genere – per il diverso rapporto con l’infanzia e il diverso rapporto con la sessualità.
    Ma non è quello cui credo si riferisca la Scaraffia, donna terribilmente reazionaria, spesso peggiore del giornale su cui ha scritto. E che non si riferisce per certo alla questione pedofilia, ma che è proprio convinta che le donne sono più consone per natura alle relazioni, e gli uomini alla gestione delle cose e del potere. Salvo il caso mi sa, di se stessa medesima – perchè questa è una affermazione che crea problemi in termini di relazione, è molto assertiva e ostile verso molte donne – in compenso, credo che il potere secondo lei “dei maschi” le deve piacere eccome, ah se le piace….

  5. Nel commento “fa film come un uomo” ci vedo il fatto che fa di film di genere nel quale spesso le donne non si cimentano. E’ una considerazione non un giudizio. I giudizi del giorno dopo sono cazzate. Ha raccontato un film dove maschi e testosterone la fanno da padrone e lei è stata brava a raccontarlo in modo credibile. Tra l’altro l’unica donna presente nel film (per chi lo ha visto e non spara coglionate così basandosi sul niente) prende a sonori ceffoni il protagonista armato di pistola!!!

  6. Si’, anch’io ho intravisto gli articoli su “comefaamantenersiinformasenzabisturiacinquantottoanni”.
    E ho pensato subito la stessa cosa: a un regista uomo subito dopo l’Oscar non avrebbero certo chiesto come fa a mantenersi giovane.
    Almeno, non come argomento principale. 🙁

  7. “…evitando alla Chiesa il grave danno che questi colpevoli atteggiamenti le hanno procurato”
    in questa frase la giornalista-donna si svela però un po’ contronatura, mostrandosi più preoccupata per i danni subiti dalla Chiesa che per quelli subiti dai bambini, vittime in carne e ossa degli abusi 😀

  8. Buongiorno Loredana, un amico mi ha invitato a leggere questo suo intervento dicendo Vai da una che la pensa come te, ed eccomi qua.
    Della Bigelow si sono accorti ora con i modi che dice lei, una che fa film da uomo, il che è una sciocchezza. Solo perchè parla di uomini: una regista maschio. Ma ad un uomo che scrive di donne (pressochè tutti) si dice che è femmina? Non viene in mente a nessuno. Ma non è nuova la storia. Io scrivo di uomini da sempre e continuerò a farlo senza problemi, i problemi se li fanno gli altri. Io amo film come Fast and The Furious e serie come Oz e ogni volta mi trovo davanti chi mi dice, anche donne: ma sono cose da uomini! Potrei piangere, è meglio ridere.
    E sostengo la Bigelow da sempre. Due anni fa dopo Venezia 2008 ho parlato di questo film come di opera degna di massima attenzione ma siamo stati in pochi, troppo il pregiudizio, e in questo caso non solo di genere. Con grande soddisfazione ora vedo confermata la mia assurda teoria che alla fine le cose che valgono saltano comunque fuori.
    Quando poi si invoca la natura come giustitificazione del proprio pregiudizio riguardo ai comportamenti umani – e ultimamente la sento in bocca a molti riguardo a quelli sessuali – allora si offende la natura, che di pregiudizi, a parer mio, ne ha davvero pochi.
    buona giornata, grazie per lo spazio, Chiara

  9. Grande film, “Strange days” (alla faccia di Nanni Moretti). Per me se la gioca alla pari con “Point break”. Per inciso, ma non per caso: “Point Break” l’ho scoperto grazie a una mia alunna, che ne fece oggetto di un compito di filosofia.

  10. Ah, le belle bufale di una volta: la campagna pubblicitaria di Strange Days, ‘un film estremo’ – eh, già. Poi ti ritrovi il simpatico filmetto di fantascienza senza pretese senza nemmeno Keanu Reeves…
    Comunque qui l’ottica femminista ci sta tutta: le registe donne devono fare film su donne, i registi gay su gay, i registi neri su neri, i registi non americani su non americani – poi ci sono i registi americani bianchi che possono fare film su tutto senza dover chiedere permesso ne’ scusa. E questo vale ovviamente anche in letteratura dove gli scrittori americani sono concordamente messi in cima alla catena alimentare, che mangiano senza essere mangiati, dalla pubblicità, dal pubblico e dalla critica…
    On the other hand, i commenti sulla Bygelow online sono di gran lunga più crudi di quelli espressi sui media tradizionali. In particolare i milioni di fan di Avatar sono verdi di rabbia. Avatar è per loro l’ennesimo e potente colpo di piccone contro l’odiato ‘cinema tradizionale’ (Internet ha il compito storico di spazzare via tutte le forme di comunicazione precedenti – libro, tivù, cinema, disco…) e la decisione di premiare The Hurt Locker l’ennesima prova che Hollywood ‘non ci arriva’ e che, naturalmente, odia la fantascienza ed il fantastico e preferisce un ‘filmetto trendy per intellettuali fighetti’ come quello della Bygelow…

  11. Per me Strange Days è uno dei capolavori degli anni ’90 senza ombra di dubbio. A distanza di anni tiene ancora benissimo e quel campionario umano, oltre che tecnologico, rappresentato è quanto mai attuale.

  12. Ecco, basta pensare a Strange days per rendersi conto di quanto sia idiota questa cosa della regista donna che fa film da uomini. In strange days c’è la crudeltà e la sottigliezza del cybermondo, personaggi femminili bellissimi (mi ero praticamente innamorato di Angela Bassett), la coralità dell’epica e la singolarità del sentimento della vita. Ho sempre pensato che questo film valga molto più del celebratissimo Matrix (venti minuti geniali e il resto di noioso western elettronico), e che sia tutto dovuto all’autrice, non al Gibson che ispira più o meno lontanamente la vicenda (anche Johnny Mnemonic, se non sbaglio, nasce da un racconto di Gibson, ma non è certo allo stesso livello). E vogliamo parlare della colonna sonora? Skunk Anansie al loro meglio.

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